Recensioni per
Fou
di Brume

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Junior
09/07/21, ore 12:56
Cap. 1:

Gentile autrice, cara Brume,

giungo carico di perplessità e in bianco estivo, diversamente da tutti che quindi hanno ragione, premetto, e io torto. Ho letto il tuo racconto, di questo puoi esser certa. Se la recensione ti spiace, cancellarla non mi costa nulla, devi solo alzare un dito. E tuttavia la scrivo perché, appunto carico di perplessità. E son dubbi di contenuto, perché il testo è discretamente leggibile e scorrevole, quindi a maggior ragione questa mia lascia il tempo che trova.

L’episodio da te descritto, che ho ben presente, si trova nel manga appunto e non nell’anime. Credo/spero sia stato espunto per scelta più che per tempistica.

Riassumo quello che è arrivato a me, togliendo con l’accetta il bello stile di cui è ammantato.

Vi è un giovane uomo da sempre innamorato di una giovane donna, la quale però adesso ha ricevuto una proposta di matrimonio da un terzo; la risposta al pretendente ancora non è stata data, ma la famiglia spinge in quella direzione, e il giovane uomo, inferiore di rango, pazzo d’amore, si veste di tutto punto e avvelena due calici di vino per morire insieme all’amata. Il giovane uomo delira su Inferno e Paradiso e bava di Cerbero che, secondo il mito, ha dato origine all’aconito, veleno scelto, e scientemente pianifica quello che dovrebbe risolversi in un femminicidio più suicidio. Gesto meditato, visto che la polvere di aconito bisogna procurarsela. Da breve ricerca, trovo come si muore per aconito: pianta bellissima, bastano 3 gr di aconito ingeriti per portare alla morte in poche ore (e io traduco: c’è un’agonia di ore) con sintomi tipo: palpitazioni, difficoltà di respiro, ipotensione, bradicardia, tachicardia, aritmia ventricolare, edema polmonare, paralleli a nausea, dolore addominale, febbre, diarrea; oltre a disturbi sensoriali e motòri (e io traduco: c’è una dolorosa agonia di ore). La giovane donna si fida di questo giovane uomo. Il momento dello ‘strappo’ è già occorso, ma nel manga non par tanto traumatico, quindi la giovane donna ha tutti i motivi di fidarsi di questo tipo che le ha dimostrato costantemente devozione. È di umore malinconico, la ragazza, sappiamo da madame Ikeda che ha appena letto la Nouvelle Heloise (e lo credo che s’è depressa) e sappiamo da te che è una notte di Luna piena, che alla malinconia induce. Al momento, non manifesta nessun desiderio di morire assieme al giovane che ancora non possiamo neppure sapere se ama o no – facciamo what if, ancora nessuno ce l’ha detto. Ed ecco che lui, che è quell’André Grandier che ha giurato di dare la vita per lei e anteporre la felicità di lei alla propria, le chiede – come da manga – se ha recitato le preghiere, ovvero se la sua anima è in pace. Lei ha il calice alle labbra, lui ritrova il senno, pensa che è “arrendersi” (non pensa: vivi e sii felice, io magari domani m’ammazzo, ma stavo per fare una follia, pensa che è un “arrendersi” e non combattere più per amore) e getta via i calici.

Dunque, giro di vite rispetto al manga: nel fumetto Oscar intuisce vagamente qualcosa, ma preferisce non sapere; nella tua, Oscar comprende perfettamente le intenzioni fino a poco prima salde di André Grandier, e deduce che l’amore di lui è profondo. Oscar de Jarjayes, comandante delle Guardie Reali, adesso a capo della Guardia metropolitana di Parigi, a un soffio dall’essere stata condannata a morte orrenda e dolorosa, per mano e intenzione di persona a lei carissima, comprende un amore che fino allora non ha visto nella sua interezza, ma adesso sì. E cosa fa, la giovane donna? Si preoccupa per il pazzo. E lui incentiva la preoccupazione – mentendo. Mentendo, perché l’aconito, pericolosissimo, usato pure per avvelenare le frecce, per essere efficace in modo definitivo va ingerito, altrimenti , assorbito attraverso la pelle e il sangue, provoca irritazione dolorosa ma nulla di paragonabile alla necrosi. Oscar ci crede e, folgorata dall’idea che ‘sto potenziale assassino possa a sua volta morire gli chiede di passare con lei del buon tempo, così da godersi almeno una notte insieme, se tutto dovesse andar male.

Cara Brume, io son di quelli assai possibilisti e indulgenti pure verso l’André della puntata 28 – a volte però mi ritrovo grosse rogne, perché il disgraziato che ha forzato un bacio a madamigella e mi sa che le ha visto le grazie; il disgraziato, dicevo, diventa bersaglio delle peggiori critiche, diventa quello che ha rovinato tutto, un delinquente, uno stupratore. E che può reiterare, quindi non ci si fida. Uno invece che arriva a un filo così dall’ammazzare la donna che – lui può presupporre – ama non ricambiato, perché o mia o di nessun altro, e quella donna è Oscar de Jarjayes, ecco che diventa un eroe romantico il cui amore, adesso, è inevitabile ricambiare? E va bene così?

Io ragiono un po’ a modo mio, ma senza pretendere risposta, devo chiederlo: siamo davvero sicuri? Sicuri, intendo, che questo gesto sia passione, disperazione, scintilla? E siamo sicuri che Oscar de Jarjayes proprio allora, alla luce di quel fatto lì, decida di ricompensare il suo devoto? Al momento, c’è un rapporto 1:6 fra chi ha dubbi e chi non ne ha, su questa rivisitazione, e penso, come dicevo, di avere torto. Io però credo che madamigella Oscar, se avesse avuto il coraggio davvero di approfondire, o André quello di confessare, sarebbe stata la volta buona che l’avrebbe mandato al diavolo; e avrebbe fatto bene, perché questo è uno pericoloso, e bene hanno fatto gli sceneggiatori dell’anime a espungere l’episodio, che dà un messaggio lampante ma doloroso: l’amore è una piaga sociale, l’amore giustifica il pensare, il pianificare, l’arrivare a un soffio dall’omicidio. Credo immiserisca André Grandier e anche gli uomini in generale.

Ti dico, non è facile che esprima dubbi di contenuti, essendo più liberale dei liberali: sesso, droga, rock ‘nd roll, tutto fa brodo, nelle fanfiction, nei romanzi, nei film; davanti alla tua fanfiction, seria, necessariamente priva di ironia, priva di condanna (perdonami, Oscar, magari morirò- e pace fatta), corredata da premio finale – come se fosse un gesto da premiare, l’omicidio/suicidio pianificato – mi sono scomposto. Liquidami pure con un ‘ecchiessene’.

Questo è quello che mi è arrivato. Chiedimi pure la cancellazione di questa mia. O anche nulla, come preferisci. E buona scrittura, va da sé.

Omaggi devoti,

Sacrogral, comunque penitente