Recensioni per
Nella nostra bolla d'amore
di LuanaJarjeyes

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Nuovo recensore
11/11/22, ore 14:58

Ciao,
ho letto le tue one shot e le trovo assolutamente divertenti. Ovviamente vanno lette con questo spirito e ogni tanto ci vuole un po' di leggerezza, anche a discapito della trama.
A presto
Valentina
 
(Recensione modificata il 12/11/2022 - 03:06 pm)

Recensore Junior
10/11/22, ore 14:39

Cara Luana/ gentile autrice,

sono passato di nuovo a trovarti. E ti dico: fidandomi dei tuoi avvisi come mi fido dei serpenti, quelli a sonagli, ho letto la tua storia nella discretissima intimità di casa. Ma ho esagerato io, stavolta trovo tutto sommato coerente la storia con quanto dichiarato.

Ricordati che quello che dico è partigiano e personale, che non sono un meitre a penser e che tu, come tutti, puoi e devi scrivere come vuoi. Però ti dico la mia; cominciamo:

1) Continuo a trovare una genialata l’uso del napoletano, e stavolta ho notato che le parti affidate al narratore sono (tutte o quasi tutte) in italiano, il che mi rende la storia e i dialoghi più credibili. Io procederei in questa direzione. Non mi ha disturbato che tu abbia ‘napoletanizzato’ André e la bella Oscar perché scommetto che anche il nobile palermitano, il giurista napoletano e ti dico per certo il fiorentino medio ricorrono spontaneamente alla lingua del ‘pappo’ e del ‘dindi’ quando son arrabbiati, felici e/o in sana compagnia col vino che cala che è un piacere. Per me, nulla di stonato se nella concitazione del prima e del durante ci scappa l’uso popolare corposo.

2) Noto un accenno di trama nella rivisitazione, molto rivisitazione, di puntate dell’anime. Finora mi era sembrato giocassi non tanto con anime o manga quanto piuttosto con l’hentai, che ricordo a me stesso è il fumetto per adulti nipponico dove le ragazze hanno sempre le tette al vento, dalla quarta alla sesta, e i maschi fanno paura perché iperdotati, e nel quale appunto se si cerca la trama gli amici ti ridono dietro; invece, dicevo, un certo ammiccamento a elementi dell’originale comunque lo vedo. Non aver paura di creare una trama, non averla mai. Anche una storia erotica acquista mordente. Ci vuole solo un po’ più di sforzo. E ti diverti lo stesso, non temere. Forse di più.

E ora vorrei fare una cosa che non si può fare ma che faccio lo stesso e se dispiacerà la cancellerò, va da sé. Voglio instaurare in un dialogo con il recensore che mi ha preceduto (cara Luana, non è male se una storia genera un dibattito, anzi), che si firma saitou catcher, che scrive belle storie e belle recensioni e che ti prego di ringraziare per la sua, argomentata e sensibile. Catcher mostra anche di averti letta in tutte le tue storie, le confronta e le analizza, e anche se si gioca è un tipo di riscontro che non può far che piacere.

C’è un punto su cui disaccordo, bentrovatissima Catcher, e lo espongo senza pretesa alcuna se non di far conversazione. Ecco, mi sembra che tu abbia preso troppo sul serio un messaggio che secondo me proprio non c’era. Mi spiego: hai mai visto la coppia Giannini/ Melato, ovvero il ‘siciliano incazzuso’ e la ‘bottana industriale’ nel film della regista Werthmuller? Credo che, a prenderli per parametro di come l’amore dev’essere, si scatena la cancel culture e l’ira delle erinni. Eppure c’è una Melato strepitosa, la direzione è di una donna e il film si fa guardare più che volentieri. Proprio perché si racconta una storia, un momento estremo, un caso singolo.

Credo che Luana faccia la stessa cosa: estremizza un caso singolo (che non è neppure quello di Oscar e André come devono essere intesi), ma senza nessuna pretesa di farsi parametro. Voglio dire: quello che chiami ‘legittimo’ resta all’interno della sua paradossale e a suo modo distopica storia, nessuno si sente incoraggiato a pensare che una donna vada presa a schiaffi davvero, né tantomeno che possa funzionare una tecnica di – chiamiamola – seduzione di tal fatta. Insomma, Luana gioca – mentre madame Ikeda non giocava nel momento dello strappo – quindi anche il lettore può giocare.
Perché poi, roba come "pk sì na zoccola" è messo lì apposta per dirci: "Guardate, sto giocando" e a me viene da ridere, mica da indignarmi.

Io, poi – ma qui si va davvero sul personale personalissimo – vedo meglio il sesso descritto da Luana con allegria, dei rassicuranti e serissimi di alcune ragazze: “sfiorò la mia intimità” o “accarezzò il suo bellissimo pene”, che talvolta ho letto e mi sembrano imbarazzanti e presi da giornali in cui psicologi da salotto spiegano alle donne frigide qualcosa della vita- e forse in quel caso bisognerebbe procedere per reticenza totale, almeno nella narrativa, dire tipo ‘e si amarono’ e mettere un punto.

Che ne dici, Catcher? Ci può stare? Ti va questa lettura basata sull’umorismo anziché sulla sociologia, e accantonando la ‘mascolinità tossica’?

E a te, Luana, va?

Perché sento che potrei aver preso due cantonate in un colpo solo, e siccome combattere draghi mi par meno pericoloso, mi ritiro lancia in resta, porgendo a entrambe voi, splendide damigelle, i miei omaggi più devoti.

Sacrogral, sempre penitente

Recensore Master
10/11/22, ore 10:19

Buongiorno. Sono stata un po' indecisa sul recensire o meno questo storia, in quanto mi era già capitato di imbattermi in altri tuoi lavori e nella reazione, più o meno veemente, che avevano suscitato, e alla fine, benché non rientrassero strettamente nel mio gusto, avevo preso le tue storie per quello che, a parer mio, erano - lavori semplici, con alcune ingenuità, una discreta dose di simpatia e un onesto intento di solleticare gli ormoni del lettore di turno. Se mi faccio viva in questo specifico caso, quindi, non è per commentare la veste formale del testo (per quanto mi senta di segnalare un appunto sull'uso del napoletano: non c'è niente di male nel dialetto in sé, capirei anche il senso di usarlo per rendere un eventuale stacco tra parlata nobiliare e parlata popolare, ma usato da due personaggi che sono entrambi cresciuti nell'aristocrazia crea uno stridore troppo prepotente per essere ignorato) e nemmeno per pontificare sull'aderenza mancata all'IC, visto che, da quel punto di vista, ognuno si regola come meglio crede, ed è al lettore che spetta decidere dove piazzare l'asticella in tal senso. Ciò che, secondo me, meriterebbe un attimo di riflessione da parte tua - e non lo dico assolutamente in spirito d'insulto o polemica, lo dico perché penso sia giusto dirlo - è la visione della dinamica uomo/donna che la tua storia fa trasparire, e che, azzardo, appare addirittura avvallare.
In questa storia, Oscar riceve delle avances indesiderate da un uomo (che potrebbe essere Fersen come Damiano il Canottaro, poco conta ai fini del discorso) e come se non bastasse essere stata, se non vogliamo dire molestata, quantomeno importunata, si vede rovesciare sopra il carico da novanta da parte di un André che potrebbe tranquillamente conquistare il podio della mascolinità tossica e della beceraggine relazionale per la maniera assolutamente indegna con cui si approccia al fatto che la donna da lui amata ha subito delle avances sgradite. Nell'ordine, le dà della zoccola per il semplice fatto di essersi messa un bel vestito, la incolpa del fatto che qualcuno ci abbia provato con lei, le impone di non uscire più di casa per scongiurare la catastrofica evenienza che qualche altro gorilla par suo cerchi di rubargli il cesto di banane, e dulcis in fundo, le tira un ceffone. E a fronte di questo comportamento esaltante, qual è la reazione di Oscar? Non solo di autocolpevolizzarsi, per quanto, a ben guardare, lei non abbia fatto niente di male e ad essere in torto sia André con le sue sparate da cercopiteco maschilista, ma addirittura si ritrova con le lacrime agli occhi perché "è tanto forte l'amore che ha per me" (ragionamento che ha dell'agghiacciante), gli promette che non metterà mai un più un abito - come se bastasse a tenere lontano i maschi inopportuni- e gli si dona carnalmente per ripagare l'immenso torto di aver ricevuto delle avances moleste. Visto nel suo insieme, è un quadro che ha del desolante.
Ora, se il tuo scopo fosse stato quello di mettere in mostra le dinamiche interne di una relazione abusiva, in cui una donna arriva ad autoflagellarsi per gli atteggiamenti vessatori del compagno, in quello che hai scritto non ci sarebbe da cambiare una virgola. Il problema è che questa storia è presentata come romantica e sentimentale, che tu stessa, nell'introduzione, dici di aver voluto scrivere una "cosa più dolciosa" (quando, te lo dico con sincerità, era molto meno discutibile vedere Oscar darsi alla pazza gioia con Alain alla vigilia del matrimonio o scoprire le gioie del sesso a tre sotto gli occhi cupidi di tutti i Soldati della Guardia), e la storia stessa è impostata in maniera tale da farti vedere questo rapporto come sano e gli atteggiamenti di André come legittimi. È lì che sta il problema.
Io non ti conosco come persona, quindi il mio non è un giudizio di valore, penso che questa storia sia frutto più di ingenuità che di malizia, e questa mia recensione è un invito a riflettere su quello che trasmetti e sulla visione che presenti di tematiche che sono, oltre che molto reali, molto sofferte e delicate. Certi atteggiamenti non sono amore. La possessività e la violenza non sono amore. Se si mostrano certe dinamiche, è giusto metterle in scena per quello che sono, e non darne una versione distorta e romanticizzata che ne permette la ripetizione.
Un abbraccio, e alla prossima
Catcher
(Recensione modificata il 10/11/2022 - 12:38 pm)