Cara autrice o gentile autore
Già... Non è che non abbia letto quel "Elena", ma le sorprese e i colpi di scena reperibili su questo sito possono rivelarsi infiniti e, davvero, sorprendenti. Tanto sorprendenti quanto di scarsa rilevanza dal punto di vista dell' economia di una narrazione, come dalla prospettiva più personale, che, sempre su questo sito, a parte quello del non arrecar danno alla restante utenza e dell' essere fedeli a determinati standard di scrittura, non è soggetta a particolari limitazioni regolamentari.
Da pochissimo, questione di ore, ho scoperto questo tuo racconto e, uno di fila all' altro, ne ho letto con vivo interesse i primi capitoli. Uno scritto di pregevole fattura e qualità nei primi tre capitoli e probabilmente in gran parte di quelli successivi a questo. Capitoli che io comunque leggerò e forse, ripeto, apprezzerò, oppure no, chissà... Su questo capitolo in particolare, avendolo appena letto, invece, ho la possibilità di esprimermi e ne usufruisco per rilasciarti, non certo con piacere o con la volontà di farti un torto, un commento profondamente negativo. In tutta sincerità non mi riesce di capire, probabilmente ancora di meno di accettare, in tanta tua ricchezza immaginativa, la tua decisione di presentare ai lettori una versione tanto povera di ipotetico quadro morale e sentimentale del personaggio di Oscar. La "mia" povera Oscar, già limitata sotto i più svariati punti di vista da tanti tuoi colleghi, adesso non sarebbe neppure in grado di capire l' ambiguità del suo stato e nemmeno di instaurare un giusto rapporto con la sua vera e unica amica di vent' anni, appena iniziati e ancora palpitanti di sentimento. Mi devi scusare (oppure anche no, fai come meglio credi), ma che debba arrivare anche un nuovo personaggio dalla Bretagna a mostrarle la via e persino su questo, a parlarle dei proverbiali "travi e fuscelli", è, davvero, un osare troppo per me.
Ora mi fermo, invio e continuo la lettura...
Tante care cose
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