Bellissimo anche questo secondo capitolo molto d’atmosfera, cara Betz, che ci ha portati direttamente a sognare e fantasticare insieme ai Nostri due ragazzi, i quali, in questo particolare frangente della loro vita, hanno compreso qualcosa di profondo e importante che già esisteva nei cuori di entrambi, solo che erano troppo occupati a vivere, ognuno nel proprio ambito, la vita che era stata designata e destinata loro, tanto che non potevano accorgersene prima. Ma ci sono arrivati, comunque, per gradi, poiché la missione doveva avere tutta la loro attenzione e la priorità su qualsiasi altro pensiero.
E come non guardarli entrare nel salone di quella casa nobile attirando gli sguardi degli altri invitati, mentre già qualcosa nella mente di Oscar cominciava a farsi evidente.
Anche in questa occasione, mi è parso di potermi trovare, pure io, in quella sala, ad osservare, con occhio stupito come Oscar, gli altri invitati con il loro sfoggio di abiti e gioielli, in cerca di un trasgressivo divertimento che, sicuramente, la serata avrebbe donato loro, se i medesimi desideri si fossero incontrati.
Oscar comincia a percepire che qualcosa nel suo atteggiamento nei confronti di André stia mutando, proprio in quegli istanti lo sta osservando in maniera del tutto nuova. E poi il ballo che si concedono è quel qualcosa capace di portarli altrove, annullando tutto quanto sta loro intorno. La stretta di André sul suo corpo è forte e gentile al contempo, la fa sentire protetta mentre ballano e gli sguardi si riversano anche su di loro. Per André è un momento che mai potrà scordare, poiché è da tutta la vita che attende di poter tenere stretta fra le sue braccia la sua Oscar.
Interessante anche l’intermezzo che hai inserito con il damerino, vistosamente abbigliato, che si è avvicinato ad Oscar nel vano tentativo di ricevere le grazie che fosse certo lei nascondeva, così come pure la capacità di Oscar di trasferire da lei l’attenzione sulla donna, alquanto appariscente che aveva notato in precedenza mostrare il suo interesse per André appena all’ingresso della sala. Tornare fra le braccia di André è stato decisamente rassicurante, ma la missione deve avere la priorità e quando si accorgono che una buona parte degli invitati si dirige nei giardini, loro due la seguono di buon grado, sperando di prendere il ladro con le mani nel sacco.
Intriganti anche le descrizioni dei giardini e delle coppie che cercavano un posto per appartarsi, descrivendo bene anche i loro atteggiamenti lascivi, che hanno lasciato perplessi i Nostri, i quali, trovato anche loro un posto consono, sembravano dissonanti dagli altri come due persone sedute in chiesa, bel paragone! Ed ecco che André sembra prendere la situazione in mano e agire, trascinando una Oscar sorpresa in un turbine di piacere cui mai avrebbe pensato di potersi abbandonare. Eppure è stato solo un bacio, che però ha fatto salire entrambi su vette mai toccate, tanta è la piacevolezza con cui è stato accolto e portato avanti. Pensieri inevitabili scorrono nelle menti di ambedue, i cui cuori sembrano battere all’unisono, come se tutti e due non stessero mettendo in scena una pantomima recitando una parte, ma si stessero beando di quanto di meraviglioso stava accadendo fra di loro. Chissà come sarebbe proseguita la serata, se non fosse stato per il leprotto comparso dal nulla e se non si fosse aggiunto l’urlo lanciato da uno dei separé vicini, da parte di qualcuno che era stato derubato, proprio come i Nostri avevano preventivato!
Non possono che essere scoraggiati per l’accaduto che non ha portato alla cattura del ladro e che fa calare uno strano gelo fra di loro. Il tragitto verso palazzo Jarjayes è follemente silenzioso: nessuno dei due sa come e cosa dire. Oscar si è rinchiusa in un mutismo difficilmente scalfibile e André pensa di esserne la causa, avendo questa volta osato troppo con quel bacio appassionato che le ha dato, ma che è stato anche ricambiato. La situazione sembra essere precipitata e l’unica paura di André è che qualcosa nel loro rapporto sia sia irrimediabilmente rotto per sempre. Oscar, dal canto suo, sta riavvolgendo il nastro della serata e sta ripensando a tutte le emozioni che ha vissuto e che hanno catalizzato la sua attenzione, fino a comprendere, ad un certo punto, che André fosse una parte indissolubile di se stessa e al quale sentiva di appartenere pressoché da sempre. Le sensazioni e le emozioni forti, potenti, totali, che ha provato in quel breve attimo, non sono paragonabili a niente e a nessuno, nemmeno all’essersi ritrovata fra le braccia tanto bramate di Fersen.
L’arrivo a palazzo sembra decretare quali sarebbero stati i futuri comportamenti, ma André rimane stupito dalle poche, sussurrate parole che finalmente Oscar pronuncia dopo quell’abisso di silenzio nel quale parevano essere precipitati: quello che era accaduto nel giardino era stato molto coinvolgente e, al sentire questa constatazione, le difese dei due riescono a far cadere gli eventuali muri costruiti, mentre si perdono l’uno nelle braccia dell’altro, reclamando per loro quello che i rispettivi cuori già conoscevano da tempo.
Molto piacevole questo intermezzo creato per loro, nonché narrato con grande sensibilità e capacità di trasformare le parole e i gesti in sensazioni che arrivano limpidi al lettore, il quale si compiace che la missione abbia avuto successo per loro due, che da ora in avanti avranno la possibilità di mettere a punto un altro piano per la cattura del famigerato ladro, sapendo di poter contare in maniera totale l’uno sull’altra.
Sempre bravissima nella creazione di what if che lasciano un tepore nel cuore. Un abbraccio e un saluto. |