Recensioni per
Vite
di Mari Lace

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
27/04/23, ore 16:25

Ciao, Mari! ♥

Questa storia, come sai, mi ha incastrata per bene, e non sono proprio riuscita a riconoscerti (e devo dire che nemmeno avevo pensato a te, ero in dubbio per Non abbastanza e Tre vite, mannaggia!), ma gistamente la colpa è tua (!!) che hai plagiato Sofifi, che spero chiederà i danni, specie per la SCIARPA. 

Scherzi a parte, torniamo a noi. Ho trovato la storia davvero interessante, e mi è soprattutto piaciuto come hai saputo sfruttare il tema ricorrente dell' "ho freddo" per delineare la storia di Cho e Marietta. Non solo apprezzo molto (come forse avrai intuito!) questo tipo di struttura con un concetto che si ripete e intervalla varie scene di vita, ma l'ho trovato anche molto adatto a rappresentare i sentimenti e le sansazioni di Marietta per questo amore non corrisposto che le fa sempre provare freddo, perché Cho le sta vicino, ma non come vorrebbe lei. Il freddo era nelle atmosfere (come la sciarpa ci ricorda), così come nell'introspezione della protagonista, che credo sia resa davvero bene, ho sentito tutto il suo dolore e la lenta presa di coscienza che Cho non sarà sempre lì ha scaldarla.
La loro amicizia mi piace, specie come Cho le stia vicina in molti momenti (un pochino ho sperato per Marietta, quando Cho la scalda col suo abbraccio), ma purtroppo per entrambe l'illusione è finita presto e si è ben capito come l'interesse di Cho fosse per altre persone (gusti discutibili, essendo Potter ell'elenco, devo dire, ma tant'è). 
Peccato non essere riuscita a riconoscerti, ma i sei mimetizzata proprio bene!

Grazie della lettura, come sempre è bello potersi eprdere tra le tue storie.
Un bacio,
Maqry

Recensore Master
22/04/23, ore 18:07

Ciao Mari, passo a lasciarti il mio commento come recensione della storia e sono ben felice di averti riconosciuta. ^^

Un abbraccio,
Sev

Penna presunta: Mari Lace
Commento: Mi sembra la scrittura di Mari, sia per la semplicità e la scorrevolezza della lettura, sia per la presenza di una coppia decisamente crack. Inoltre, Mari è bravissima nel gestire archi temporali lunghi in storie brevi, come abbiamo visto anche nella prima storia in cui c’è tutta la vita di Madame Hooch. Spero di non sbagliarmi.

Recensore Veterano
19/04/23, ore 14:38

Ciao autrice non più misteriosa!
Come già sai, questa storia mi è piaciuta proprio tanto (più che alla povera Marietta, certamente, may she rest in peace), e sebbene non ti abbia trovata subito, per i motivi che ti ho già detto nel commento, più leggevo, più mi convincevo che l’autrice dovessi essere tu. La prima cosa che mi ha fatto pensare a te, lo ammetto, è stato lo sposo senza nome (rido!), poi lo stile mi ha dato conferma della cosa. Non ho assolutamente pensato di googlare il titolo, e me ne dispiaccio, però è stato interessante scoprire questa poesia, dato che non l’avevo mai letta prima!
Empatizzare con Marietta, in questa flash, è facile, quindi trovo che tu abbia fatto un ottimo lavoro con la sua caratterizzazione!
Insomma, una storia davvero ben riuscita e d’impatto! Complimenti!


~



Dato che mi hai detto che troveresti comodo avere i commenti a portata di mano, ti lascio il mio:

“Di questa storia noto innanzitutto la struttura (3+1). Delle quattro scene che formano la storia, le prime tre sono introdotte da una battuta posta al centro del foglio: “Ho freddo.” La quarta, invece, è costruita in modo diverso (Marietta ha freddo ma non lo dice più) ed è separata dal resto della vicenda da un asterisco.
Per quanto riguarda gli artifici d’intreccio, l’autrice utilizza salti temporali (solo in avanti) segnalati graficamente da due righe bianche (tranne nel caso dell’asterisco + riga bianca). Dal punto di vista dell’impaginazione trovo interessante la scelta di non lasciare un a capo in più anche prima dell’asterisco.
I corsivi sono utilizzati in modo sporadico, per evidenziare alcune parole (la spia, i ragazzi) o il pensiero di Marietta, che viene ripetuto per tre volte così come tre sono i ragazzi nella mente di Cho. La punteggiatura è varia e non ho potuto fare a meno di notare l’utilizzo dei punti e virgola (dato che comunque non vengono utilizzati da tutt’e dieci le autrici).
Nei dialoghi i segni d’interpunzione sono sempre posti all’interno delle virgolette alte. Quando presenti, i dialogue tag si trovano sempre a destra della battuta di dialogo.
Le scene si svolgono nel “qui e ora” e spesso l’autrice si affida alla descrizione di gesti concreti per comunicare le emozioni e le intenzioni dei personaggi in scena (dopotutto un’azione, per quanto piccola, può dire molto). Un’altra cosa che ho notato è la presenza importante di verbi di percezione. Il verbo sentire, in particolare, viene ripetuto più volte.
Di questo stile mi colpisce anche la virgola sempre presente prima della congiunzione ma. Il fatto che la storia conti esattamente 500 parole (trattini esclusi), poi, potrebbe essere un altro indizio utile per scovare l’autrice misteriosa (oppure potrebbe essere un caso).
La prosa è scorrevole e il lessico scelto è di uso comune.
L’unica autrice che possiede come tratti tipici tutti gli aspetti stilistici appena discussi è… Mari Lace! Il titolo e la struttura (in particolare il fatto che a essere ripetuta sia sempre la stessa frase) inizialmente mi avevano tratto in inganno, ma alla fine dato che tutto il resto mi torna ho deciso di segnarla come penna presunta.
Dal punto di vista contenutistico, il fatto che il trattato su cui lavora Cho sia proprio sui Ghoul mi fa ben sperare. Se ben ricordo Mari Lace in passato si era studiata tutte le creature fantastiche, e altre autrici, credo, avrebbero trovato più immediato utilizzare compiti di materie diverse.”
(Recensione modificata il 19/04/2023 - 02:39 pm)

Recensore Master
17/04/23, ore 13:27

Ciao! Passo a lasciarti il commento sullo stile che avevo fatto... Anche se ho sbagliato penna 😂😂 Alla fine la motivazione per cui ho sbagliato è stata la disperaz... Ehm, futili motivi, quindi è ininfluente, penso.

Penna presunta: Futeki
Commento: Pg: Marietta(/Cho). Vibes: tristi. Commento: la storia è ben strutturata nella divisione in paragrafi e nel tema centrale del freddo iniziale/caldo finale. "Ho freddo" è la frase che apre ogni periodo ed è centrata, a sottolinearne l'importanza, e l'ultimo paragrafo, diviso anche da un asterisco, si chiude con "è calda" dopo un trattino, a dare l'amara conclusione che non è il tipo di calore che la protagonista si aspettava, che questo non accadrà mai. Chiude un cerchio, comunque, e ho apprezzato questa cosa. Il lessico è molto semplice ma curato e sta bene nella storia. Ho assegnato la storia a Futeki perché era l'ultima rimast… ehm. Perché ho notato anche qui un buon uso delle ripetizioni. Oh, insomma! Spero di averci azzeccato. Non linciatemi in caso contrario!

Recensore Master
15/04/23, ore 20:03

Ciao, Mari!
Come ormai sai, sin dalla prima lettura ho associato la tua penna a questo racconto. È stato come un flash: l'ho letto e mi è parso di rivedere tra queste righe il grado di introspezione e la struttura di Che cos’è un’anima?.
Ora posso dirti che l’anafora “Ho freddo.” a mio parere è l'elemento più impattante della flashfic: mi piace come riesce non solo a scandire il tempo del racconto, ma anche a racchiudere tutto l'universo emotivo di Marietta, questo avere freddo che si ripete finché Cho riesce ad arginarlo e che sparisce assieme alla speranza – sia pure piccolissima e taciuta – che l'amicizia potesse evolvere in amore. 
Ritornando alla tua voce di autrice, ho ritrovato qui la tua narrazione “immersiva”, che catapulta il lettore nella vicenda narrata senza preamboli, dando l’impressione di avere dinanzi un film già svolto ma sconosciuto. Ho ritrovato anche il corsivo utilizzato con parsimonia e il ricorso ai due punti e al punto e virgola in supporto della chiarezza espositiva. A seguito delle riflessioni scaturite dalla challenge, posso ormai dire che a mio parere ti caratterizza una voce immersiva e uno stile comunicativo.
Iniziativa a parte, ho trovato brillante l'idea di ispirarti all'Ode della gelosia di Saffo per un racconto incentrato su un amore non ricambiato che, per ovvie ragioni, induce la protagonista in uno stato di gelosia perenne (piccola nota al titolo della raccolta: le Vite sono due, lo io, lo sai tu, lo sa lo zucchero filato).
Arrivando al contenuto della flash, su cui non ho avuto occasione di esprimermi, ho apprezzato molto questa tua visione di Marietta, non fatico a immaginarla tenersi dentro un sentimento così enorme per preservare l'amicizia di Cho. Cho che purtroppo non capisce, non la vede davvero, troppo concentrata come appare anche nei libri sulle proprie emozioni, sui propri sentimenti, sulle proprie relazioni – Marietta resta amica sino alla fine e forse tale sarebbe rimasta in ogni caso, ma l'idea che Cho non abbia mai compreso i suoi reali sentimenti mi ha intristita più di ogni altra cosa.
È un racconto molto bello e molto immersivo (!), le emozioni di Marietta sono tutte nei suoi gesti, negli anni che trascorrono, nel calore doloroso che alla fine la sorprende.
Brava come sempre!
Un abbraccio! 💙

Recensore Master
15/04/23, ore 12:47

Non sarà stato immediato, ma sono molto soddisfatta di essere riuscita a individuare la tua penna dalla lettura anonima di questa flash!
Mi è piaciuto leggere di questa ship, se non sbaglio inedita per te, ho apprezzato il punto di vista di Marietta e la sua introspezione così amara. La similitudine tra il freddo nell'atmosfera e quello nel suo cuore funziona sempre, lì dove il maglione e la sciarpa non servono a niente per porvi rimedio.
A proposito di stile, è inevitabile citare il commento scritto sul forum per la challenge. Della tua penna risalta sempre il modo in cui conduce dall’inizio alla fine di una storia senza ostacoli o rallentamenti. La lettura è sempre fluida e scorrevole, ogni scelta stilistica permette al racconto di guadagnare in leggibilità. La punteggiatura è ponderata, i periodi mai eccessivamente lunghi e intricati, il corsivo è usato con parsimonia e perciò in modo significativo. Il testo è ordinatamente suddiviso in paragrafi, con un simbolo grafico a separare l’ultimo più distante nel tempo; nel momento in cui c’è una variazione rispetto all’impaginazione giustificata, questa riguarda una singola breve battuta, sempre la stessa, ripetuta per precisi intenti espressivi. Questo stile è uno strumento mirato a raccontare un personaggio e la sua storia, indipendentemente dalla presenza di esuberanti artifici retorici; l’obiettivo è la narrazione, senza perdere di vista l’introspezione e l’emotività del punto di vista ristretto adottato.
Concludo ribadendo che ho apprezzato questa lettura sulle tue compagne di Casa, complimenti!
Un abbraccio!
Legar