Fiamma
esile sotto la pelle
“Ho
freddo.”
Cho le
sfiora
la spalla. “Sei vestita leggera, in effetti,” nota.
“Vuoi il mio maglione?”
Ritira la mano, pronta a sfilarsi il golf per lei.
Marietta si
affretta a scuotere la testa, gli occhi puntati ostinatamente a terra.
Sente le
guance andare a fuoco e la spalla bruciare dove l’amica
l’ha toccata per non
più di un secondo.
Il vento
autunnale che spira dal lago nero, invece, non lo sente più.
“Ho
freddo.”
Marietta
non
fa quasi in tempo a dirlo prima di ritrovarsi stretta tra le braccia di
Cho.
“Ora
va
meglio?”
“Un
po’.”
Ricambia l’abbraccio, preme la faccia sulla spalla
dell’amica. Vorrebbe…
“Penso
davvero che dovremmo andarci.” Cho riprende il discorso e
Marietta smette di
sorridere. “Harry era lì, quando
Cedric… Dovremmo andare.”
“Si
incontrano alla Testa di Porco,” le fa notare ancora,
calcando il nome del pub.
Cho si
allontana, cerca il suo sguardo. “Vieni con me. Per
favore?”
Marietta
incrocia le braccia, accigliata, ma sa di aver già perso.
Non vince mai, con
Cho. Annuisce e spera di non pentirsene, ma l’amica
l’abbraccia di nuovo e
pensare ad altro diviene difficile.
“Ho
freddo.”
Cho non
risponde, continua a lavorare al trattato sui Ghoul.
La
biblioteca
è affollata, come sempre, ma al loro tavolo non
c’è nessun altro. Marietta
infila le mani in tasca e cerca di farsi più piccola e
nascosta, cerca
d’ignorare gli sguardi glaciali degli altri studenti. La
Umbridge non c’è più,
ma lei è ancora la spia; tracce del suo
tradimento rimangono sulla sua
fronte nonostante tutti i tentativi del San Mungo.
Cho
è l’unica
ad aver compreso le sue ragioni, l’unica ad aver preso le sue
difese anche a
costo di litigare con Harry. Marietta lo sa, perché
è stata lei a consolarla
dopo il litigio. È lei a custodire le sue confidenze
segrete, le persone – i
ragazzi – che occupano i pensieri di Cho.
Cedric
Diggory.
Harry
Potter.
Michael
Corner.
Cho
è al
fianco di Marietta, ma non è lei che i suoi occhi cercano
sempre. Michael
raggiunge il loro tavolo e saluta Cho con un bacio, Marietta sistema
più
stretta la sciarpa che non può far niente contro il freddo
che prova.
*
Marietta ha
ancora freddo, ma non lo dice più.
Dovrebbe
essere contenta, sorridere nel suo abito blu da damigella. Le tracce
sulla sua
fronte sono ben coperte, oggi, nessuno degli invitati le
vedrà.
Sente Cho
ridere dall’altra parte della sala e avverte una fitta al
petto.
Neanche
ricorda
il nome del Babbano che ha appena sposato la sua migliore amica: quando
Cho li
ha presentati, la sua mente è riuscita a formulare
un’unica domanda, la stessa
che ha cercato di seppellire mille volte a Hogwarts senza mai riuscirci.
Perché
lui e non io? Perché lui e non io? Perché lui e
non io?
La musica
parte, gli sposi aprono le danze. Dalla sua posizione, Marietta vede
bene il
sorriso accecante sul volto di Cho.
Si unisce
all’applauso. Sente una lacrima scendere lungo la guancia
– è calda.
NdA
Il titolo
cita l’Ode della gelosia di Saffo.
[…se ti guardo/per un
istante, non mi esce un solo/filo di voce,/ma la lingua è
spezzata, scorre
esile/sotto la pelle subito una fiamma…]
Ho scritto
questa storia per la challenge “Riflessioni sulla
scrittura” indetta da Rosmary
sul forum Ferisce la penna,
sfruttando uno dei temi della To Be Writing
challenge indetta da Bellaluna sullo stesso forum, ovvero l’unrequited
love.