Ben ritrovate care Autrici.
Mentre stavo aspettando con curiosità il prosieguo delle vostre “Stagioni del cuore”, mi sono goduta la lettura di questo spin off relativo alla sequenza estiva, che vedeva coinvolti i nostri due giovani, appena sposati, alla ricerca delle loro origini. Ora li ritroviamo insieme a formare una bella famiglia, allietata dalla nascita della piccola Carlotta che ha già tre anni. Mentre sono in vacanza, il Destino si mette forse nuovamente in mezzo per dare un aiutino a scoprire quello che stanno cercando praticamente da quando si sono incontrati, conosciuti, piaciuti, amati fino a essersi poi sposati, completando un percorso praticamente perfetto. La vacanza dà loro la possibilità di trascorrere sia del tempo insieme in spensieratezza sia di poter approfondire la conoscenza dei luoghi dove pensano siano vissuti i loro antenati. Il borgo dove stazionano è piacevole e interessante con le sue viuzze, gli angoli caratteristici e qualche negozio particolare da visitare sicuramente, soprattutto se si tratta di libri e per una storica niente può essere più attrattivo. Se poi ci aggiungiamo che Oscar voglia fare un regalo speciale per il compleanno di suo marito, donandogli un libro antico, ecco che l’occasione si presenta succulenta. All’interno di quel negozio, fra i tanti volumi accatastati che destano l’attenzione di Oscar, ecco spuntare un taccuino con la copertina in velluto nero: più che un libro è un diario scritto a mano. Scorrendo alcune delle pagine Oscar non può che rimanere impressionata destando anche l’interesse del venditore che, vista l’emozione suscitata da quel libricino, glielo regala seduta stante, anche perché ha compreso, dalla motivazione esposta da Oscar, quanto possa essere importante e basilare per lei. Lei che non vede l’ora di condividere quella lettura con suo marito. E così, dopo aver trascorso del tempo con la loro piccolina, li vediamo immersi in quella lettura che li trasporta in un altro mondo e in altre vite, poiché in quelle parole vergate dalla mano del Generale Jarjayes vi è descritta la vita sua, quella della sua amata moglie Marguerite, delle varie figlie nate, nonché quella dell’ultima figlia alla quale era stato imposto il nome di Oscar e che avrebbe dovuto dare lustro e discendenza al loro antico casato. Si fa menzione anche del bambino, André, che, in giovanissima età, rimasto orfano, era andato a vivere con la nonna, presso i Jarjayes, famiglia per cui lavorava. Tante sono le nozioni che spuntano da quelle pagine fitte di scrittura, un po’ sbiadita dal tempo, un po’ molto chiara e che narrano alcuni dei fatti salienti di quelle esistenze lontane, fino a scoprire che i due giovani, proprio all’inizio della Rivoluzione francese fossero morti entrambi a poche ore l’uno dall’altra. Sono proprio le parole del padre di Oscar a scavare nel cuore di entrambi i nostri sposi, il quale, arrivato ormai al termine della sua vita, spera di poter incontrare tutti coloro che ha amato nella sua vita, chiedendo perdono proprio a quella figlia alla quale aveva destinato una vita del tutto particolare e che aveva saputo si fosse unita al giovane che l’aveva accompagnata come un’ombra da sempre amandola in silenzio. Auspica fortemente che ora ambedue possano essere felici, come forse non hanno potuto esserlo in vita data la differenza di classe esistente fra loro. Tante, troppe le coincidenze di Oscar e Andrea del nuovo millennio con quei personaggi, a cui peraltro somigliano moltissimo, e che erano vissuti più di 200 anni prima, tanto che Andrea, in una sua riflessione, lascia correre la fantasia pensando che loro due si siano ritrovati, come se fossero destinati a vivere comunque insieme, nonostante il tempo e lo spazio.
Molto piacevole questo spaccato alla ricerca delle loro origini.
Restando in attesa della seconda parte vi auguro un sereno fine settimana. Un caro saluto |