Recensioni per
UN SOGNO,UNA PROMESSA, UN AMORE...
di luciadom

Questa storia ha ottenuto 489 recensioni.
Positive : 485
Neutre o critiche: 4 (guarda)


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
29/01/11, ore 23:52

Ce l'ho fatta :)
E' stato utile leggere questo capitolo anche per trovare una spiegazione su quello che avevo detto nella precedente recensione (a proposito! Mi sono dimenticata di parlare di Haruka nel ruolo di addetto alla sicurezza! Grande scelta :D).
Adesso ho capito meglio il modo in cui stai cercando di caratterizzare psicologicamente la tua Usagi (la questione della maschera). Forse quello che ancora non mi quadra è averla vista arrivare ad una spiegazione sul suo atteggiamento con relativa facilità - una semplice riflessione di pochi giorni - dopo che si è mantenuta in uno stato di confusione per tanti anni.
Tutto si può sempre spiegare con la nuova piega che ha appena preso la sua vita, però forse c'è un po' troppa chiarezza nella sua mente su questi suoi sentimenti (io non dovrei parlare :D). Penso che ciò che voglio dire si esplichi meglio con l'esempio del nascente rapporto tra Usagi e Mamoru.
Entrambi, pur essendosi visti pochissimo, stanno sperimentano una specie di colpo di fulmine, nel quale si riconoscono come speciali l'uno per l'altra a pelle. Tutti e due razionalizzano qualcosa che normalmente è irrazionale e a cui in un primo momento non si cercano spiegazioni..
Mamoru addirittura arriva già ad accostare l'idea di Usagi a quella di una compagna per la vita ed essendo una persona intelligente non tralascerebbe di aver fatto questo collegamento mentale.
La mia impressione personale è che in questi pensieri di entrambi ci sia molto di ciò che stai cercando di far accadere tra loro due. Viene fuori un effetto 'pilota', in cui si sente la presenza del narratore e il fatto che questa storia è destinata ad accadere, forse persino a prescindere dai protagonisti.
Penso che quando nasce un amore, come autori, sia più efficace provare a seguire un po' la confusione dei due, lasciando che la loro storia accada a te che scrivi come a loro che provano questi nuovi sentimenti. Non penso affatto ai miei scritti nel dirti questo; anzi, di recente un libro che ho letto mi ha ricordato ancora una volta che sono una principiante come tutti.
Venendo alla storia della bambina... trovo che Ami abbia avuto la giusta sensibilità nel trattare con lei e ho provato affetto per questa povera piccola, provata dalle sue difficoltà.
Mi è parso un pochino più irruente Mamoru nel trattare con la madre (quando le dice 'Sa quanto è grave quello che sta dicendo?' è come se la giudicasse e una persona che già non si è ribellata in maniera forte potrebbe avere la tentazione di chiudersi di fronte ad un giudizio tanto deciso, anche se in questo caso non è accaduto). La situazione comunque è così delicata che è difficile immaginare che ci sia qualcosa di assolutamente giusto da dire.
Ho trovato ottimale la lunghezza del capitolo. Secondo me qui hai trovato un giusto equilibrio tra approfondimento e accadimenti, senza uno sbilanciamento particolare in uno dei due sensi. Trovo questo capitolo più attivo e interessante rispetto al precedente.
Come saprai non ho proprio il diritto di parlare di limitazioni di lunghezza nei capitoli (:D) però a volte è più utile essere essenziali.
Scusa per il ritardo con cui ho recensito questi due capitoli.
Alla prossima!

Recensore Master
29/01/11, ore 23:06

Finalmente! Sono riuscita a leggere e recensire questo capitolo :)
Mi sembra che tu abbia incentrato questo aggiornamento sulla tristezza latente, ancora viva, di Usagi, perché quasi tutto le riporta alla mente ciò che è stato in passato.
Non ho ancora letto il successivo capitolo, però forse hai calcato un po' la mano su questo suo stato d'animo qui, narrativamente parlando. La sua malinconia è quasi il fulcro del capitolo e la mancanza di altri eventi significativi ne fa una scelta lievemente pesante. Naturalmente a livello di 'azione' c'è lo scontro con Katia e l'incontro con Mamoru, oltre che la faccenda della bimba (interessante), però la tristezza di Usagi sembra un pochino 'costruita' nella storia. Non perché i sentimenti che stai trasmettendo non risultino genuini, ma per il fatto che Usagi si comporta quasi come se avesse perso Seiya da poco, invece che da qualche tempo. Ha senso che il raggiungimento del suo obiettivo lavorativo abbia accentuato in lei gli ultimi ricordi di lui - essendo stato Seiya a esprimerle l'augurio di farcela come educatrice infantile, tra le altre cose - ma lei sembra ancora non aver processato la perdita in alcuni frangenti e questo risulta poco realistico, soprattutto perché in altre parti ha dimostrato di essere andata avanti. Sto cercando di dire che, anche se lo ricordasse con molta tristezza, mi sembra strano vederla tanto malinconica. Ciò anche nell'eventualità che lo amasse moltissimo.
Penso che una pena simile sia normalmente più sottile e profonda, poco visibile nella vita di tutti i giorni e nella stessa mente della persona. E' uno di quei dolori che però salta fuori nei momenti importanti, condizionando le scelte future. Per questo dico che non mi sembra strano che Usagi ricordi Seiya in questo frangente, solo la maniera in cui continua a ricordarlo in tutto questo capitolo.
Tornando indietro. La tua Katia è proprio tremenda, quasi più antipatica che nel cartone animato. Concordo con Usagi sul fatto che la sua presenza e le sue parole fossero esagerate e fuori luogo, tuttavia secondo me lei ha finito per darle corda, in un certo senso dimostrando la sua inesperienza. Doveva uscire dalla stanza (magari stando sulla porta) al primo accenno di discussione con questa donna oppure evitare del tutto di rispondere. Per il benessere dei bambini, ovviamente, soprattutto considerando che sono in un luogo in cui non dovrebbero essere minimamente turbati, con tutti i problemi che già hanno.
Come dicevo sopra mi interessa la vicenda riguardante la bambina con problemi in casa e mi è piaciuta la spiegazione sul significato dei disegni, sono cose che non sapevo.
Vediamo se riesco a leggere il prossimo capitolo già ora. Ci provo :D
Alla prossima!

Eccomi qua :)
Beh, sei una persona che impara dalle critiche :) I problemi di cui parlavo in precedenza si sono ridotti notevolmente, tranne forse per la sensazione che ancora non succeda qualcosa di particolare dal punto di vista della trama.
Non so in verità se sono io a preferire una struttura dei capitoli episodica o comunque ad arco (che certamente dà una sensazione di completezza ma che non sempre si adatta a tutte le storie) o se sia in generale la scelta giusta. Quello che posso dirti è che se questo capitolo facesse parte di una storia già intera allora il problema di cui parlo probabilmente non esisterebbe, in quanto il successivo pezzo sarebbe immediatamente disponibile e usufruibile dal lettore.
Tralasciando questo, c'è da fare attenzione ad alcuni verbi (l'uso dei congiuntivi o dei condizionali in effetti è ostico) nella parte di Mamoru in particolare e poi ...
Già, l'altra cosa che ho notato è una minuzia di cui bisogna iniziare a preoccuparsi quando altre questioni non sono più un problema (e ora è il tuo caso).
"leggeva un articolo che riguardava un istituto di ricerca del calibro della clinica di suo zio"
Qui a pensare è Mamoru (si capisce poco dopo). In un contesto di realismo, un personaggio che conosce il proprio ambiente penserebbe a quella clinica con il suo nome invece che definirla in modo tanto generico; magari ricorderebbe anche qualche episodio legato alla stessa. Appena sotto,
"avendo accanto una figura neopaterna,"
si ripete la stessa questione. Anche ipotizzando che Mamoru abbia pensieri di natura scientifica o psicologica, è più probabile che non pensi alla propria situazione in termini tanto impersonali: non sta parlando di un caso clinico, ma di se stesso in quel momento (lo si desume dall'insieme dei pensieri in questione).
Mi rendo conto che è difficile immettere nella storia i pensieri di un personaggio facendoli coincidere con quello che ti serve o non ti serve dire (ad esempio dilungarsi a parlare di quell'altra clinica poteva essere noioso o difficile), però sono cose che alla fine un lettore nota.
Sottolineo che io stessa come lettrice ho notato problemi analoghi in lavori che ho prodotto personalmente qualche mese fa: sto imparando proprio come te :)
Nonostante tutta questa roba (:D) ho avuto un'impressione positiva sull'inizio del capitolo: ti sei presa il tempo di descrivere un momento e dei pensieri che ci aiutano a capire l'ambiente in cui si svolge la vicenda (ad esempio cosine come il 'cesto della carta straccia' e il suo utilizzo arricchiscono bene l'ambientazione) ma soprattutto il personaggio di Mamoru.
Forse i suoi pensieri virano troppe velocemente su Usagi. Di sicuro è quello che succede quando si viene colpiti da un'altra persona in modo particolare, però si corre il rischio di dare al lettore l'impressione che fosse più l'autore a voler andare a parare lì rapidamente piuttosto che il personaggio :)
Per quanto riguarda Usagi hai fatto vedere come interagisce con i pazienti e anche come le persone interagiscono con lei, caratterizzandola nel modo migliore (ovvero tramite le sue azioni e parole).
Come ti diceva già qualcun altro, a volte si ha solo l'impressione che il tempo della narrazione e il tempo della storia non coincidano (mi viene in mente il momento in cui Usagi nota l'anello di Ami; hai inserito tanti pensieri in quello che dovrebbe essere un momento che passa relativamente in fretta).
Terminando la parte di analisi della recensione, c'è una cosa che in realtà il lettore può tralasciare 'sospendendo l'incredulità', ovvero il fatto che in Giappone il Natale non si festeggia come da noi, cosa che si desume invece dalla tua storia. Però appunto si può appunto soprassedere su questo.
Passando al resto (finalmente :).
Mi piace come stai inserendo i vari personaggi di Sailor Moon in questa tua storia: Taiki che è un chirurgo e fidanzato di Ami che è psicologa in quella stessa clinica, Makoto che cucina come suo solito e che è sorella minore (!) di Ami. Ho trovato il discorso sulla possibile raccomandazione di Makoto realistico, in fondo pensare un po' male può capitare :)
Per quanto riguarda la scena di Minako e Yaten, al momento non riesco a immedesimarmi nel loro dolore più che altro perché non conosco Seiya. Quello che racconti in merito alla sua vicenda è molto triste in sé ma abbastanza tipico; al momento Seiya mi appare come 'quello che ha scoperto un tumore tardi ed è morto chiedendo alla sua amata di andare avanti', il che, nella realtà, è una cosa struggente, il problema è che a livello narrativo, a meno di non approfondire, è una vicenda tipica. Cercando di spiegarmi meglio, se avessi un'impressione di Seiya come ragazzo che era vivo e sano o comunque potessi leggere ricordi in cui lui agiva in un suo particolare modo e con un suo carattere, come d'altronde dovrebbero essere i ricordi di qualcuno che ha tanto amato una persona, allora potrei immedesimarmi nel dolore provato dai personaggi.
Sai, naturalmente non so come tu scrivi questa storia, la mia è un'ipotesi ... so che spesso percepisco problemi simili in ciò che scrivo; quando è così di solito è perché non sto ragionando come fa il personaggio, ma cercando di farlo ragionare in un certo modo, mentre la prima ad immedesimarsi totalmente nei suoi pensieri, senza riserve, dovrei proprio essere io come autrice.
Magari non è un consiglio di cui hai bisogno, volevo solo cercare di farti capire che le critiche che ti sto facendo non sono fini a se stesse. A tutti i problemi vedo infatti soluzioni che penso siano a portata di mano (lo dico spesso e può sembrare una frase fatta, ma non lo è).
Un'ultima perplessità (e questa è di natura tanto personale da essere quasi un'opinione, per cui è da prendere come tale): da del personale specializzato non mi aspetterei un atteggiamento di ... non so, condiscendenza nei confronti dei bambini. Lo percepisco quando usano parole come 'prelievino' o 'piccina'. Ripeto, forse è un'opinione personale perché di sicuro non frequento l'ambiente, ma verso i bambini mi aspetterei un linguaggio più normale, per quanto semplificato, più che altro perché in determinate situazioni i bambini sono i primi che non si lasciano ingannare da un linguaggio/tono dolce. Anche se dipende dal bambino :D
E finalmente, per concludere, do un'opinione del capitolo in generale: partire in quel modo con Mamoru, come già dicevo, è stata una buona idea. Far interagire Usagi con Ami pure; abbiamo conosciuto meglio un'altra persona che lavora nell'ospedale (e il suo carattere)e attraverso di lei pure Usagi. La scena con la bambina è funzionale alla storia e forse aveva l'unico difetto di essere poco 'vivace' (nel senso che il suo svolgimento era facilmente immaginabile fin da quando ha avuto inizio; una lieve eccezione la fa la madre di Kira); più o meno la penso in modo uguale sulla scena Minako/Yaten, comunque inserirla è servita a far sapere di più al lettore sulla vicenda Usagi/Seiya e visti i continui rimandi nei pensieri di Usagi, a questo punto era indispensabile.
Questo è tutto :) Provo un po' il desiderio di scusarmi per le critiche (non sempre è bello sentirle) però ... davvero, non te le farei se pensassi che non ne vale la pena. E sottolineo che ogni volta che ti leggo c'è sempre un miglioramento; come lettrice è un piacere vedere una cosa del genere.
Ciao ciao, ellephedre

Recensore Master
10/11/09, ore 18:42

Con un po' di ritardo arriva anche questa seconda recensione :)
Quello che finora si evince è che i punti cardine della storia potrebbero essere tre: Usagi e la scoperta del suo passato, Usagi e il suo rapporto con Mamoru, la 'risoluzione' della situazione di Hotaru.
Forse mi aspettavo un po' più di difficoltà iniziale nella relazione tra Usagi ed Hotaru ... o in generale nella relazione che Usagi con tutti gli altri personaggi: fin da quando la conoscono le attribuiscono con troppa facilità qualità che ancora lei non ha avuto modo di dimostrare.
Certo, rimarchi spesso la fatica che lei ha fatto per arrivare ad avere determinate competenze, ma il trucco sta nel farlo percepire più che dirlo (facile non è, è certamente la sfida di tutti noi che scriviamo). Comunque certamente ci sono dei passi in questo senso (ad esempio nella conversazione di Usagi con Hotaru).
Riassumendo questo punto, credo che quando manca un qualche genere di conflitto o normale diffidenza tra i personaggi (fino a quel momento estranei) si abbia una situazione poco reale, ma più che altro poco 'interessante'; certo, tu sei ancora ad una fase introduttoria della fanfic, è solo che leggendo ero lì che mi aspettavo che accadesse qualcosa :) In mancanza di colpi di scena o avvenimenti concreti, in genere bisogna fare forza sull'interazione tra personaggi.
Ribadisco che anche in questo capitolo si nota la cura rispetto a precedenti lavori e l'innalzamento del livello.
Una nota sullo stile: c'è il problema di cui parlavo già nel capitolo precedente, ma forse più accentuato. Non è semplice, ma quando si va a scrivere le parti didascaliche, bisogna trovare il modo di non ripetere ciò che si può già intuire dai dialoghi. Si allunga il ritmo del racconto in questo modo, ma soprattutto non si fornisce alcuna informazione aggiuntiva davvero importante.
Un esempio:
"-Allora sorellina racconta! Com’è andato il sopralluogo? Com’è la Clinica dall’interno a parte gli uffici burocratici? E la scuola? Ha abbastanza materiale? Le infermiere? I medici? Conosciuto qualcuno d’interessante? Dai sono curiosa, dimmi tutto tutto tutto non tenermi sulle spine!!!-
Dopo quella valanga di domande"
In corsivo quella che è una ripetizione.
Oh, una cosa a proposito dei dialoghi (capita anche a me in fase di prima stesura): non è naturale che siano troppo lunghi (mi riferisco soprattutto al discorso con cui Hotaru spiega ad Usagi tutto il suo problema). Nei dialoghi ci si interrompe, ci si prende del tempo per pensare, si risponde a domande che altri fanno prima che si sia finito di parlare. La tentazione di far dire tutto e subito ad un unico personaggio è forte perché in genere è quello che l'autore ha già chiaro nella sua testa e che magari voleva spiegare già da un po', però una spiegazione tanto precisa e buona può risultare forzata a livello narrativo.
Hmm ... mi sono resa conto che questa è una recensione piena di critiche, quando in realtà il tuo lavoro non è niente male :D
Posso dirti che io penso tutto questo e anche peggio (molto peggio) di quello che scrivo io stessa in prima stesura, ancora e ancora, fino a che non sono mediamente soddisfatta del risultato. In un qualche modo contorto perciò queste critiche sono un complimento (:D) al fatto che qui vedo del potenziale per tirare fuori qualcosa di ancora meglio.
Finito con lo sproloquio :) Alla prossima!

Recensore Master
05/11/09, ore 18:08

Devo dire che l'impegno che ci hai messo si vede: in questa storia c'è contestualizzazione (la storia della clinica e il passato di Usagi, per fare degli esempi) e attenzione a dare impressioni precise sugli ambienti.
In sostanza, credo che tu abbia imparato a correre di meno mentre scrivi :) (mi riferisco alla velocità con cui presenti i fatti e i personaggi, non ai tempi di stesura della storia, non preoccuparti.) E' tutto un guadagno per la tua opera.
Per quanto riguarda lo stile, è abbastanza scorrevole, solo che a volte si ha l'impressione di estraneità/meccanicità nella presentazione delle immagini. Ad esempio, Usagi ci fornisce una descrizione assolutamente precisa di Mamoru ad un certo punto: non è il tipo di pensiero che una persona si ritrova ad avere nella realtà (forse si nota tutto, ma si va più a impressioni generali all'inizio e magari si pensa dopo ai particolari). Tutto ciò comunque non è sempre facile da riprodurre in uno scritto (soprattutto, richiede di allungare la storia in maniera considerevole) e ho visto parecchie persone fare come te, perciò suppongo non sia necessariamente uno sbaglio. Comunque rispetto a prima è un passo avanti, perché i particolari che hai descritto in quel caso danno ad esempio un'idea parecchio precisa di che tipo di persona possa essere Mamoru.
Altri due appunti sullo stile, molto più semplici:
"Finalmente la giovane maestra si scosse dai suoi pensieri e dalle sue osservazioni e ricambiò la stretta, presentandosi a sua volta"
Poco dopo questa frase Usagi in effetti dice 'Piacere, io sono Usagi Tsukino'. A questo punto rimarcare sopra che si presenta è una ripetizione.
Nel corso del capitolo Usagi pensa molto bene di quanto la saletta per bambini della clinica sia ben attrezzata. Questo concetto è ribadito in diversi punti e anche qui sa un po' di ripetizione (soprattutto verso la fine, mentre all'inizio la descrizione di tutte le cose presenti nella sala rende già da sola l'impressione che volevi dare, pure molto efficacemente).
Ci sono alcuni errori di ortografia e di punteggiatura, ma ora passo a parlare della trama (finalmente :)): Usagi sembra molto motivata da un qualcuno di molto importante nel suo passato e questa cosa è introdotta bene.
Tornando a ciò che dicevo all'inizio, come capitolo introduttivo questa parte funziona: ci presenta i personaggi principali, il loro passato e il loro primo incontro. Sono curiosa di vedere se userai anche il punto di vista di Mamoru :)
Per ora un bel 'alla prossima' :)
ellephedre