Eccomi qua :)
Beh, sei una persona che impara dalle critiche :) I problemi di cui parlavo in precedenza si sono ridotti notevolmente, tranne forse per la sensazione che ancora non succeda qualcosa di particolare dal punto di vista della trama.
Non so in verità se sono io a preferire una struttura dei capitoli episodica o comunque ad arco (che certamente dà una sensazione di completezza ma che non sempre si adatta a tutte le storie) o se sia in generale la scelta giusta. Quello che posso dirti è che se questo capitolo facesse parte di una storia già intera allora il problema di cui parlo probabilmente non esisterebbe, in quanto il successivo pezzo sarebbe immediatamente disponibile e usufruibile dal lettore.
Tralasciando questo, c'è da fare attenzione ad alcuni verbi (l'uso dei congiuntivi o dei condizionali in effetti è ostico) nella parte di Mamoru in particolare e poi ...
Già, l'altra cosa che ho notato è una minuzia di cui bisogna iniziare a preoccuparsi quando altre questioni non sono più un problema (e ora è il tuo caso).
"leggeva un articolo che riguardava un istituto di ricerca del calibro della clinica di suo zio"
Qui a pensare è Mamoru (si capisce poco dopo). In un contesto di realismo, un personaggio che conosce il proprio ambiente penserebbe a quella clinica con il suo nome invece che definirla in modo tanto generico; magari ricorderebbe anche qualche episodio legato alla stessa. Appena sotto,
"avendo accanto una figura neopaterna,"
si ripete la stessa questione. Anche ipotizzando che Mamoru abbia pensieri di natura scientifica o psicologica, è più probabile che non pensi alla propria situazione in termini tanto impersonali: non sta parlando di un caso clinico, ma di se stesso in quel momento (lo si desume dall'insieme dei pensieri in questione).
Mi rendo conto che è difficile immettere nella storia i pensieri di un personaggio facendoli coincidere con quello che ti serve o non ti serve dire (ad esempio dilungarsi a parlare di quell'altra clinica poteva essere noioso o difficile), però sono cose che alla fine un lettore nota.
Sottolineo che io stessa come lettrice ho notato problemi analoghi in lavori che ho prodotto personalmente qualche mese fa: sto imparando proprio come te :)
Nonostante tutta questa roba (:D) ho avuto un'impressione positiva sull'inizio del capitolo: ti sei presa il tempo di descrivere un momento e dei pensieri che ci aiutano a capire l'ambiente in cui si svolge la vicenda (ad esempio cosine come il 'cesto della carta straccia' e il suo utilizzo arricchiscono bene l'ambientazione) ma soprattutto il personaggio di Mamoru.
Forse i suoi pensieri virano troppe velocemente su Usagi. Di sicuro è quello che succede quando si viene colpiti da un'altra persona in modo particolare, però si corre il rischio di dare al lettore l'impressione che fosse più l'autore a voler andare a parare lì rapidamente piuttosto che il personaggio :)
Per quanto riguarda Usagi hai fatto vedere come interagisce con i pazienti e anche come le persone interagiscono con lei, caratterizzandola nel modo migliore (ovvero tramite le sue azioni e parole).
Come ti diceva già qualcun altro, a volte si ha solo l'impressione che il tempo della narrazione e il tempo della storia non coincidano (mi viene in mente il momento in cui Usagi nota l'anello di Ami; hai inserito tanti pensieri in quello che dovrebbe essere un momento che passa relativamente in fretta).
Terminando la parte di analisi della recensione, c'è una cosa che in realtà il lettore può tralasciare 'sospendendo l'incredulità', ovvero il fatto che in Giappone il Natale non si festeggia come da noi, cosa che si desume invece dalla tua storia. Però appunto si può appunto soprassedere su questo.
Passando al resto (finalmente :).
Mi piace come stai inserendo i vari personaggi di Sailor Moon in questa tua storia: Taiki che è un chirurgo e fidanzato di Ami che è psicologa in quella stessa clinica, Makoto che cucina come suo solito e che è sorella minore (!) di Ami. Ho trovato il discorso sulla possibile raccomandazione di Makoto realistico, in fondo pensare un po' male può capitare :)
Per quanto riguarda la scena di Minako e Yaten, al momento non riesco a immedesimarmi nel loro dolore più che altro perché non conosco Seiya. Quello che racconti in merito alla sua vicenda è molto triste in sé ma abbastanza tipico; al momento Seiya mi appare come 'quello che ha scoperto un tumore tardi ed è morto chiedendo alla sua amata di andare avanti', il che, nella realtà, è una cosa struggente, il problema è che a livello narrativo, a meno di non approfondire, è una vicenda tipica. Cercando di spiegarmi meglio, se avessi un'impressione di Seiya come ragazzo che era vivo e sano o comunque potessi leggere ricordi in cui lui agiva in un suo particolare modo e con un suo carattere, come d'altronde dovrebbero essere i ricordi di qualcuno che ha tanto amato una persona, allora potrei immedesimarmi nel dolore provato dai personaggi.
Sai, naturalmente non so come tu scrivi questa storia, la mia è un'ipotesi ... so che spesso percepisco problemi simili in ciò che scrivo; quando è così di solito è perché non sto ragionando come fa il personaggio, ma cercando di farlo ragionare in un certo modo, mentre la prima ad immedesimarsi totalmente nei suoi pensieri, senza riserve, dovrei proprio essere io come autrice.
Magari non è un consiglio di cui hai bisogno, volevo solo cercare di farti capire che le critiche che ti sto facendo non sono fini a se stesse. A tutti i problemi vedo infatti soluzioni che penso siano a portata di mano (lo dico spesso e può sembrare una frase fatta, ma non lo è).
Un'ultima perplessità (e questa è di natura tanto personale da essere quasi un'opinione, per cui è da prendere come tale): da del personale specializzato non mi aspetterei un atteggiamento di ... non so, condiscendenza nei confronti dei bambini. Lo percepisco quando usano parole come 'prelievino' o 'piccina'. Ripeto, forse è un'opinione personale perché di sicuro non frequento l'ambiente, ma verso i bambini mi aspetterei un linguaggio più normale, per quanto semplificato, più che altro perché in determinate situazioni i bambini sono i primi che non si lasciano ingannare da un linguaggio/tono dolce. Anche se dipende dal bambino :D
E finalmente, per concludere, do un'opinione del capitolo in generale: partire in quel modo con Mamoru, come già dicevo, è stata una buona idea. Far interagire Usagi con Ami pure; abbiamo conosciuto meglio un'altra persona che lavora nell'ospedale (e il suo carattere)e attraverso di lei pure Usagi. La scena con la bambina è funzionale alla storia e forse aveva l'unico difetto di essere poco 'vivace' (nel senso che il suo svolgimento era facilmente immaginabile fin da quando ha avuto inizio; una lieve eccezione la fa la madre di Kira); più o meno la penso in modo uguale sulla scena Minako/Yaten, comunque inserirla è servita a far sapere di più al lettore sulla vicenda Usagi/Seiya e visti i continui rimandi nei pensieri di Usagi, a questo punto era indispensabile.
Questo è tutto :) Provo un po' il desiderio di scusarmi per le critiche (non sempre è bello sentirle) però ... davvero, non te le farei se pensassi che non ne vale la pena. E sottolineo che ogni volta che ti leggo c'è sempre un miglioramento; come lettrice è un piacere vedere una cosa del genere.
Ciao ciao, ellephedre |