So di essere in ritardo per un commento, rispetto a quando hai postato la fic, ma spero tu possa leggerlo ugualmente.^^ Ho *adorato* questo racconto ed ancor più le due meravigliose creature cui hai saputo dar vita. Pura filosofia, avvolgente e mai noiosa. L’atmosfera è incantata, quasi “narcotica”… come se tutti i profumi delle infinite varietà di fiori, piante e giardini che hai descritto sprigionassero effluvi soporiferi che rendono onirico il tempo di quest’unica notte. Ho ADORATO Giulio, letteralmente. Ogni singola parola di Henka su di lui, il modo in cui lo descrive, in cui trasmette così bene tutto di lui al lettore, sia la sua anima che il suo corpo. Ho apprezzato moltissimo il breve dialogo sulla filosofia “giuliesca”, era tenerissimo; ed anche il punto in cui viene descritto l’incedere di Giulio “dritto come un fuso” (e tutto il passo successivo), dà una nota del suo carattere in modo breve ma efficacissimo. Riguardo ad Henka ed alla Finlandia… mentirei se dicessi che sono indifferente a quel paese: potrei dire di esserne appassionata (anche se non riuscirei mai ad accostarmi al suomi), e di aver avvertito più volte il desiderio di conoscere le sensazioni suscitate dal trovarsi su quelle terre proprio come le hai descritte tramite le parole di Henka, se trasmettano davvero quella pace trascendentale. E poi non faccio a meno di chiedermi quanto la mentalità finlandese, in generale, sia ossessionata da Dio (direi che quasi tre canzoni su cinque degli HIM nominino la parola “God”, o comunque qualcosa inerente all’ambito religioso, ed ho notato il tuo riferimento ad heros e thanatos, anche se non so se proprio loro ne fossero gli ispiratori). L’iniziale reticenza di Henka all’amore di Giulio non mi ha stupito, ma mi sarebbe incredibilmente dispiaciuto se infine l’avesse rifiutato. Il finale è perfetto, non poteva terminare in modo più preciso ed appropriato; ed anche per questo ti porgo i miei complimenti per come hai saputo tenere in pugno e dominare perfettamente la narrazione, specie trattandosi di una materia – a mio avviso – senz’altro difficoltosa. Scrivi benissimo. In modo complesso, è vero, ma credo non esista assolutamente nessun altro stile per trattare di filosofia, ed in questo senso nel tuo racconto “significante” e “significato” coincidono. Ci sono mille riferimenti che mi tornano in mente, ora che la lettura è ancora a caldo, come quello su Tristano e Isotta, sulle favole ed il castello di re Ludwig, e tutte le magnifiche citazioni letterarie (il francese non guasta mai, ovunque lo metti^^), ma impiegherei troppo per elencarle tutte, quindi termino qui il mio commento, sperando di non averti annoiato troppo. Baci. Susy^^

Si si, mi è proprio piaciuta la fine! BRAVA!!! ^__^ E soprattutto la tua vena tragica non ha fatto danni..! (Scusa il ritardo mostruoso, ma son stata via un mese e poi non ho avuto più tempo...)