L'idea alla base dell'intera storia è buona; un argomento finora poco trattato, nonostante l'ingente numero di persone che si siano poste, almeno una volta, qualche dubbio circa le origini del cuoco.
E' lo sviluppo che, purtroppo, lascia particolarmente a desiderare.
Anzitutto lo stile.
E' elementare, poco curato in certi tratti ed appena abbozzato in altri.
I termini, in primis, il più delle volte sembrano avere davvero poco a che vedere con le azioni che dovrebbero illustrare.
Faccio un esempio "Per prima cosa buttarono Sanji nella sua camera e lo ricoprirono di libri di cucina"; dà l'idea di un sacco di patate preso dalla stiva e buttato sul ponte. Senza cura e senza accortezza per un paziente che, nelle condizioni di Sanji, dovrebbe esser trattato con il massimo riguardo.
Inoltre, trovo che l'idea di lasciare il cuoco da solo, in un ambiente totalmente estraneo, sia forse una delle peggiori che i mugi avessero mai potuto escogitare.
Senza legami e ricordi, la scelta più ovvia per Sanji, e per chiunque nel suo status suppongo, sarebbe stata quella di andarsene e non, piuttosto, restare a bordo di una nave pirata.
Ma queste son ovviamente scelte personali, d'autore, su cui né io, né tantomeno nessun altro, posso abbrogarmi il diritto di sentenziare.
Torniamo quindi al problema di fondo, la sintassi.
Altra grave pecca della stesura è l'uso smodato di segni d'interpunzione.
Per esprimere stupore, tanto per farti un esempio, è più che sufficiente un solo punto esclamativo. Lo stesso si potrebbe dire per una domanda fatta in un momento di particolare tensione.
Leggere esclamazioni con tre o anche quattro punti esclamativi, almeno alla sottoscritta, dà l'idea di dover seguire la storia dal punto di vista di un isterico e non da quello di un personaggio, fondamentalmente, pacato come Sanji.
Ennesima nota dolente son le considerazioni personali, quelle inserite fra parentesi.
L'autore, in una narrazione simile, dovrebbe svolgere un ruolo estraneo all'intero susseguirsi degli eventi. Esprimere opinioni personali è sbagliato, almeno fatto in questo modo.
Il miglior stratagemma per lasciar trapelare una propria considerazione è lasciarla intuire nella stesura stessa, magari anche per mezzo dei personaggi.
E' un escabotage che io stessa uso frequentemente.
I nomi dei personaggi, poi, non dovrebbero essere abbreviati.
Messi all'incipit di ogni battuta, con tanto di due punti e virgolette, privano la stesura di uno dei suoi punti forti.
Si può fare davvero tanto anche semplicemente introducendo il discorso di un personaggio; descrivere il suo stato d'animo, ad esempio, o lasciar trapelare un particolare sentimento con il modo in cui si pone con gli altri.
Impostare le conversazioni così invece, con un susseguirsi di botta e risposta, priva i caratteri di questa particolare profondità.
Il mio consiglio a riguardo è sempre quello di rivedere.
Altro consiglio che posso darti è quello di non forzare troppo i caratteri dei personaggi.
Sempre volendoti portare un esempio, nel primo capitolo, nonostante la rivalità che in qualche modo continua a sostenerli, dubito che Zoro, alla vista di un Sanji svenuto e coperto di sangue, si limiterebbe a scrollare le spalle e delegare a qualche altro il compito di aiutarlo.
Tralasciando la questione coppia o meno - che ai fini della storia è irrilevante, trattandosi di una SaNa - devi anche considerare la questione "Nakama".
Non è una parola che il Maestro usa così, tanto per riempir ballons.
E' un credo che nei Mugi ha trovato la massima forma di espressione, unendoli e spingendoli ad andare avanti.
Nonostante le divergenze, l'aiutarsi a vicenda è alla base di ogni cosa a bordo della Sunny.
Per quanto riguarda Nami, francamente, non mi sento di giudicarla OOC o IC.
Innegabile è che, alcuni comportamenti, in uno stato di normalità, non verrebbero mai alla luce.
Ma direi che, nei caratteri generali, sei riuscita a farla rimanere aderente all'originale, escludendo la scena del bacio.
Troppo, anche per una donna sfrontata come la navigatrice.
Inutile precisare che, ovviamente, la recensione non nasce con l'intento di danneggiarti o offenderti.
Nel caso in cui volessi rispondermi, sentiti pure liberissima di contattarmi nell'account autore.
Buona Serata. |