Ok, io te la devo commentare.
Cioè, devo, capisci?
In ogni tua riga, in ogni tua parola, ho ritrovato me stessa.
E non lo sto dicendo perché non ho nient'altro da dire, ma perché è così.
Io non ho amici, o, per dirla tutta, ne ho pochi, un po' reali, un po' virtuali (nel senso che ci chatto ogni tanto e sembrano comprendermi molto più delle persone che conosco di vista), ma sto bene così. E non sento nessun bisogno di andarmi a creare un circolo immenso di ragazzine con cui spettegolare, o un gruppo di ragazzacci con cui fare la maschiaccia.
Per quanto riguarda l'essere accettati... nemmeno io lo sono... completamente. Ossia: dai miei (che mi considerano comunque una poco normale) e da quelle poche amiche (che, essendo anche loro poco normali, non hanno problemi se io sono simile a loro).
E' un particolare ridotto rispetto agli altri pensieri esposti nella tua one-shot, ma sento il dovere di citarlo: "Ci vado perché devo, niente più". E' esattamente così. Anche io mi reco in chiesa perché lo sento più un dovere della mia famiglia, che qualcosa sentito da dentro.
Per il resto... io lo sento, il bisogno di un uomo.
Sento che mi manca qualcosa, che potrei intrerpretare appunto come la presenza di un'entità maschile.
Ma, chissà, forse non è nemmeno così.
Ma che diamine!
Io dovevo recensire la tua storia, non raccontare la storia della mia vita!
Scusa, l'ho ritenuto d'obbligo, viste le somiglianze così evidenti.
Per quanto riguarda l'aspetto puramente stilistico, lo sai che mi piaci come scrivi e come esponi quello che pensi (o, in altri casi, quello che pensano i personaggi), quindi non mi perdo in altre chiacchiere.
Alla prossima! |