...woo, che squallido amore di plastica.
No, cioè, in senso positivo.
L'immagine mi giunge terribilmente nitida, uno di quegli amori falsi, sbagliati e storti da morire, fatti di pesante trucco sbavato su un viso troppo giovane, di striminziti tubini di paillettes dall'orlo scucito, di stivali in pelle lucida ormai logori e troppo grandi, per non dire troppo alti.
Una bambolina rotta ed un vecchio fallito dall'occhio lucido per il troppo alcol ed i pensieri tristi.
Magari una volta era stato una "brava persona", peccato la vita l'abbia abbruttito e miseramente deriso. Che brutta fine.
Ma è sempre così,no?
L'uomo, nella disgrazia, invece di reagire, finisce per scavarsi la fossa da solo, adagiandovisi sul fondo.
L'ultima goccia...la morte interiore? Ipotesi poetica, ma il fatto che dentro di lui non vi sia più traccia di nulla di spirituale o filosofico, mi sorge il dubbio che, alla cocretezza dell'ultima goccia di porto si accompagni qualcosa di molto più tangibile come la morte vera e propria, concreta, fisica.
Magari con un bell'infarto.
Scusa il delirio, ma la tua poesia mi ha ispirato curiosi ragionamenti, a te giudicare se sconsiderati o forse non del tutto folli.
Sei brava, molto, e l'argomanti mi cattura...merito anche du questa scenografia di versi brutalmente appropriati.
...e poi io adoro Bukowski. |