Ricordo di aver provato anche io sentimenti affini; succede spesso quando stai con una persona da tanto tempo... inevitabilmente ti chiedi cosa ti stai perdendo, ma diviene una mancanza quando poi, per questi tuoi dubbi, decidi di tentare, come dici tu, ad assaporare la libertà.
Ma ci si conosce tra amanti: non mi biasimerei per aver ceduto alla tentazione, se il mio partner sapesse cosa faccio e perché. Se una persona si sente oppressa, anche il rapporto stesso, e l'amore di conseguenza, rischia di venire danneggato dall'oppressività (motivo per il quale c'è stato un certo tira e molla, purtroppo); credo che potrebbe addirittura fortificarlo, a dirla tutta, ma queste sono solo mie terrificanti speculazioni.
Ad ogni modo, forse i passaggi temporali mi hanno mandato in confusione; non ho capito, in effetti, perché hai preferito suddividere la storia in capoversi così piccoli. Ho capito che volevi simpatizzare il protagonista maschile al lettore, ma avresti dovuto usare sempre lui come soggetto (il rimorso che prova fa capire entrambi i punti di vista, mi sembra)
Ad ogni modo, la conclusione aperta lascia un po' di amarezza... un amore che continua in questo modo (a meno che un evento catastrofico non sovvenga, dubito che due persone adulte così vigliacche deciderebbero di unirsi in maniera completa) non trova mai un appiglio ferreo, finisce per essere dimenticato, per affievolirsi.
Perché non c'è niente a cui appigliarsi, e i dubbi sembrano sopraffarli.
Sembra tu descriva un amore che muore, attimi sfuggenti che in realtà sono schegge di uno specchio già rotto.
Spero di non averti annoiato con queste dilungazioni assolutamente fuori luogo... l'amore comunque è un argomento su cui non si spendono mai abbastanza parole; o forse è meglio stare zitti, 'che in realtà non c'è nulla da dire. Chi lo sa.
Congratulazioni per il terzo posto, ad ogni modo: è stata comunque una piacevole lettura! |
