Recensioni per
Broken Bones
di xNewYorker__

Questa storia ha ottenuto 16 recensioni.
Positive : 16
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
27/08/11, ore 16:45

Che bello!Questo capitolo è bellissimo.Mi è piaciuto tanto sai?Molto!Allora,parto con le mie noiosissime e lunghissime recensioni.
Prima di tutto,complimenti.E' un capitolo ricco,per quanto mi riguarda.Ben descritto nei minimi dettagli e in modo sublime,devo dire.Brava.Soprattutto le emozioni,si possono quasi sfiorare,se parliamo con figure retoriche.Comunque,brava davvero mlto brava!
Allora.
CITAZIONI PREFERITE.
< A suo malgrado, quell’assenza di parole servì alla dottoressa per riflettere sull’irrazionalità di tutto quello che stava accadendo. Si sentiva colpevole di quel troppo prolungato silenzio tra loro due, pur non c’entrando nulla. «Booth…» questa volta fu lei a richiamare la sua attenzione. Per un secondo le parve di essere ignorata, ma poi lo vide voltarsi in sua direzione con uno sguardo assente e privo di qualsiasi interesse. Sicuramente non era una cosa che le faceva piacere, niente affatto. «che ti succede?» domandò, appoggiandosi alla spalliera. «Niente, rifletto…» rispose, con la noncuranza di prima che faceva sentire Brennan una presenza assolutamente inutile. «Io ho riflettuto…» già, aveva riflettuto fin troppo, quella sera. Il silenzio gliene aveva dato modo. «non posso continuare così.» e diceva questo solo dopo neanche un giorno. Tecnicamente non stavano ancora neanche insieme. «Così come?» . «Così. Guarda…non c’è qualcosa di strano?» . «Cosa?» . «Il silenzio. Dove sono finite le nostre chiacchierate?» . «Adesso stiamo parlando…» . «Non fare lo stupido, sai cosa intendo.» . «Non darmi dello stupido.»
Inarcò un sopracciglio nel guardarlo. «Mi dispiace, ma non posso andare avanti così, non sono la persona giusta.» . «Giusta per cosa? Per sopportarmi in questi momenti difficili? Beh, grazie, Bones!» . «Io non…non volevo dire questo» . «So che volevi dire questo, smettila. Sappiamo entrambi che non sei “umana” e che non puoi capire come io mi senta in questo momento. Capisco che tu ti senta ignorata, ma ho altro a cui pensare, e non puoi farmelo pesare come tutte le altre cose!» Le ultime parole fecero spezzare qualcosa all’interno del “meccanismo” della Brennan. Il cuore, quell’insieme di pulsazioni e battiti, era come spezzato dall’interno. Tacque, non essendo in condizione di dire nulla, in quel momento.
Booth rifletté e smise di respirare per un istante. «Bones, io…io n – non…» provava a rimediare, in qualche modo. Infondo la Brennan era sempre stata lì per lui nei momenti più difficili, non gli aveva mai fatto pesare nulla, aveva sempre cercato al meglio di sollevarlo e di farlo andare avanti. Perché aveva detto quelle parole? Non se ne capacitava neppure lui stesso. Era fuori di sé. Beh, era anche comprensibile, la sua reazione. Aveva appena perso un figlio, mica una partita a scacchi.
«Non mi interessano le tue scuse» disse, quasi facendogli cadere le braccia a terra. E il suo lato umano era ritornato dentro la corazza, molto infondo, in modo che nessuno potesse dire che ne aveva uno. «Bones…non penso davvero quello che ho detto…mi dispiace. Non ho riflettuto, ho detto cose che non pensavo e ho sfogato la mia rabbia su di te come non avrei mai dovuto fare…ti prego, perdonami…» il suo sguardo cercava conforto più di come avesse mai fatto in precedenza. Non sarebbe riuscito ad andare avanti senza di lei.
«Non sono davvero la persona giusta, è a me che dispiace. Ho provato a comprenderti, ma sono dell’opinione che dovresti rimanere un po’ da solo a riflettere sulle tue parole e sulle tue azioni, prima di venire ad urlarmi contro» . «Non ho mai urlato contro di te!» . «Per caso hai misurato i decibel?» . «Booones!» . «Stai ancora urlando! Senti, ne riparliamo domani, va bene? Io vado a casa» stavolta non aveva avuto il coraggio di lasciarlo andare, e in quel momento realizzò che non lo avrebbe mai fatto. Lui se ne accorse, nonostante il tono di voce e la piega presa dalla discussione.
«Va bene…buonanotte, Bones…» rimase lì, fermo sul divano, mentre adocchiò qualcosa sul tavolo a poca distanza che non gli piacque affatto. «Aspetta, prima di andare…puoi controllare cosa c’è lì sopra?» Inarcò un sopracciglio. «Ti sembra il caso di chiedermi certe sciocchezze in un momento così?» . «Bones, ti prego!» . «Va bene, va bene!» si diresse al tavolo e prese in mano un bigliettino giallo. Sopra c’erano scritte, quasi incise, due parole in corsivo, inchiostro nero. “Qualcuno morirà”.
Istintivamente mollò la presa e il biglietto svolazzò a terra, mentre lei rimaneva bloccata e fissava Booth con aria decisamente spaventata.
«Cosa c’è?» immaginava qualcosa, nonostante non avesse letto. Un biglietto in casa sua senza che lui ce l’avesse messo era già una cosa strana di suo.
Brennan indicò il biglietto a terra, e lui si piegò a prenderlo e lo lesse. Nel leggerlo si alzò in piedi e andò verso la collega, abbracciandola. «Sta’ tranquilla, non accadrà nulla» . «Magari non a me, ma a te? Sicuro di voler rischiare?» . «Non iniziare con le tue supposizioni e le tue prediche, non adesso» . «Okay, non inizio, ma tu stanotte vieni da me. Sarai più al sicuro» . «D’accordo, se lo dici tu…» in certi casi era meglio non contraddirla, quello che aveva dato era un ordine.

Appena usciti dall’appartamento e poi dal palazzo, ad un chilometro di distanza, udirono un rumore che avrebbero preferito non udire più in vita loro. Di colpo, Booth si voltò e vide il fuoco divampare al di fuori delle finestre. Se non avesse ascoltato la collega…qualcuno sarebbe morto. Si voltò anche lei, in seguito, vedendolo non reagire più. «Porc…per fortuna siamo usciti in tempo» riuscì a dire, palesemente allarmata. «Bones…lì…ogni cosa mi ricordava P – Parker… e adesso…» gli occhi divennero lucidi in pochi secondi. Aveva perso tutto.
Fu lei ad abbracciarlo questa volta, provando a conferirgli quella sicurezza che non poteva più avere all’istante. La storia non sarebbe di certo finita così. Avrebbero trovato i responsabili: non l’avrebbero passata liscia.>>
Questa è la parte che ho preferito,mi è piaciuta molto di piùdel resto.E fidati che tutto il capitolo è stato qualcosa di veramente emozionante èh!Mi piace il modo in cui dici che "i respnsabili non l'avrebbero passata liscia".In queste parole ho avvertito l'odio,quell'odio che si prova solo in certe circostanze,e che per fortuna pochi provano nella loro vita.Davvero,hai descritto molto bene.Scrivi benissimo.Mi piace,è stupenda la storia.E' un adattamento sublime alla serie.Complimenti.
Vado a leggere il prossimo capitolo.
Baci.
Thalia_Socia_Grace