Questa storia é davvero interessante.
Inizialmente - appena avevo letto la parola Pottermore nell'introduzione - avevo evitato questa storia, perchè temevo avrebbe ripreso fedelmente la trama della Rowling, che non amo particolarmente. Poi, la storia mi é stata consigliata da una fanwriter che stimo, l'ho letta e ne sono stata contenta.
Iniziamo dagli aspetti positivi: gli spunti sono molto interessanti e la storia promette bene. Spero che anche in futuro continuerai a distaccarti in parte dalla versione della Rowling.
In più, condivido la tua rappresentazione di Minerva da bambina, molto IC. È così che me la sono sempre immaginata e i commenti degli abitanti del villaggio sono molto credibili.
Ora veniamo al punto dolente: lo stile.
Tieni conto che sotto questo aspetto sono particolarmente pignola e che uno stile scorrevole si acquisisce naturalmente con la pratica.
Ecco ciò che ho notato:
-"che era l'unica che quei fantasmi li vedeva." La frase diventerebbe molto più scorrevole se scrivesse "che era l'unica a vedre quei fantasmi", soprattutto perchè eviteresti di ripetere il che.
-"Il reverendo proprio non lo so come fa con quelle due in casa" Il verbo fare va coniugato al congiuntivo (direi che questo è l'unico errore grave della fic). In più ti consiglierei di eliminare il "lo", per non appesantire la frase. Il risultato sarebbe "non so come faccia con..."
-"hai sentito che discorsi che fa?". Stessa storia: il segreto per uno stile fluido è non usare mai 4 parole quando ne puoi usare 2. Eliminerei il secondo che.
-"affezionandosi al padre, che l'amava teneramente e parlando a lungo con la madre". Manca la virgola di chiusura dell'inciso dopo teneramente.
-"non aveva il tempo di star dietro anche a Minerva". Forse questo è più un gusto personale che un errore, ma io userei il verbo "occuparsi di", è un italiano più corretto e meno colloquiale.
-"Così la piccola prese ad girovagare le campagne circostanti". C'è una ripetizione del verbo "prendere a", già utilizzato alla frase precedente. Come ripetizione non è grave, ma sarebbe meglio sostituirlo. In più hai scritto ad invece di a e, soprattutto,il verbo girovagare regge la preposizione per.
-"Sveglia. Lavoro. Pranzo. Riposo. Lavoro. Cena. Letto." Questo elenco mi è sembrato un'inutile ridondanza, dal momento che avevi già espresso efficacemente il concetto della monotonia.
-"...le emozioni dell'animo umano. Paura, rabbia, stupore, gioia, terrore, infine una strana calma. Quadri di una vita che cambiava." In teoria - anche se è una pratica piuttosto diffusa - le frasi senza verbo non sono ammesse. Ti suggerirei di inserire i due punti dopo umano. Per la conclusione, invece, potresti anche lasciarla com'è, oppure utilizzare il punto e virgola o scrivere "Erano quadri di una vita..."
Come ultimo consiglio, vorrei invitarti a sviluppare maggiormente le emozioni dei personaggi. Per il momento la tua narrazione mi è parsa un po' distaccata. Le emozioni si colgono, si intuiscono, ma non sono approfondite.
Per farti un esempio, quando i genitori iniziano ad ignorarla, mi sarei aspettata che Minerva fosse gelosa e offesa, invece non hai parlato dei suoi sentimenti al riguardo.
Spero che i miei consigli ti siano utili in futuro, soprattutto per lo stile. Se qualcosa non ti fosse chiaro o volessi discutere di questa recensione con me, ti prego di contattarmi. |