Recensioni per
Rip the earth in two with your mind.
di Sorella_Erba

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
15/10/11, ore 14:03
Cap. 1:

Questa drabble. Devo recensirla da un po’, ma non ho mai trovato cosa dire di preciso che non sia già stato detto. Comunque *-* questa drabble mi ha impressionato e colpito molto, proprio dritta al cuore. La prima lettura è stata un “wow”, poi l’ho riletta e mi è entrata sottopelle... ogni cosa è perfetta, a partire dallo stile, così pieno di una poesia forte, che incide come Sherlock e John incidono Londra dei loro passi, i loro casi, le loro corse da un lato all’altro della città; uno stile capace di descrivere senza scendere nello stucchevole i sentimenti, le paure, le preoccupazioni di John – non so come tu abbia fatto, lo reputo qualcosa di eccezionale, partire da un’immagine e crescerci su un personaggio, partire da dei colori e renderli ombre negli occhi del personaggio, Sherlock, e da lì sviluppare questo tema così tradizionale in modo evocativo – come se ogni cosa ne richiamasse un’altra, dal paesaggio di Londra, alla bandiera, a Sherlock, a John, tutto si specchia, tutto ritorna alle vie di Londra piene di ombre agli angoli, e dai colori passiamo all’incolore del panico. Non so se si capisce quello che voglio dire -.-“ al solito la mia parlantina insensata non è molto logica xD
Comunque. Ogni parola è precisa e non lascia scampo, non lascia sfuggire la mente del lettore: la realtà della drabble è viva e pregnante. I due sono IC all’ennesima potenza. Il tutto gira sul perno del lessico e dello stile, punto forte della fic. E insomma, bella, bella davvero *__* mi ha molto emozionato. Brava Crì, che sei bella <3 *sparge amore*

Recensore Junior
24/09/11, ore 13:15
Cap. 1:

Io ultimamente ho iniziato a trovare pallose le fanfic poetico-introspettivo ma la tua drabble è... bella. Davvero bella.
I colori di Londra che si riflettono negli occhi di Sherlock: questa mi è piaciuta particolarmente come immagine.

(Ah, sto aspettando con enorme impazienza il secondo capitolo di "E poi, d'un tratto, esplode"! No, te lo dico così sai per certo che scrivendolo faresti la gioia di ALMENO una persona **)

Recensore Junior
23/09/11, ore 19:19
Cap. 1:

Punto numero uno: anche io ascolto i mumford.
Punto numero due: anche io ho pensato mille volte a quella canzone come colonna sonora per qualcosa su questo fandom.
Punto numero tre: hai beccato una maniaca delle drabble pure.
Punto numero quattro:
gli occhi che si sporcano di colore, di quel mischione incredibile dato dalla bandiera sciolta, dal grigio di Londra e dai suoi luccichii arcobaleno, nascosti in qualche angolo della città e piacevoli come un fuoco d'artificio inaspettato. 
Le ombre a cui Sherlock non può rinunciare, colmo di sfacciato entusiasmo, quello proprio di un bambino che scopre il mondo. E di chi può essere la mano che lascia, se non quella di John?
E quella scia di serpeggiante panico e sempre lui, vero? Sempre la sua spalla, il suo Boswell.
La poesia nelle fanfiction è qualcosa che può avere due effetti, entrambi ben marcati e visibili. Può essere pesante e fuori luogo, o può essere delicata e discreta, curiosona che s'impiccia delle vite degli altri, che ti lascia sul cuore un peso confortante.
Questa drabble fa decisamente parte dell'ultima categoria.  

Nuovo recensore
23/09/11, ore 17:03
Cap. 1:

Ehilà, ti ricordi di me? Quella dal nick strano che ti ama alla follia per aver scritto su Wonder Boys? Se la risposta è no, piacere di conoscerti di nuovo.
Comunque, sappi che io sono stata attirata qui da due fattori: in primis il tuo nick -piccolestalkercrescono- e poi il titolo.
Mi ricordava terribilmente Sherlock, e mi ha fatto piacere sapere che non è un mio vaneggiamento ma anche tu hai avuto la stessa sensazione xD.
Evitando di divagare ulteriormente -cosa che faccio spessissimo, perdono (_ _)- passerei a rassicurarti.
Ora, io non so (o almeno non ancora -piccolestalkerdue, la vendemmia) come prima scrivessi le drabble, ma fammi dire che questa è proprio un gioiellino.
1)"Londra ha le loro orme incise come cicatrici, sulle strade." e io già ti amo dalla prima frase, anche perchè è terribilmente vera. Londra sa di Sherlock Holmes e di John Watson. Loro ci corrono, ci camminano, ci respirano, ci litigano (LOL) e... e bho <3 è una cosa irrazionale, quasi come ogni sentimento, ma mi piace troppo. Poi la scelta della parola "cicatrice" è stata perfetta, perchè imprime con forza l'idea che il loro passaggio non è vano, non sono impronte sulla sabbia, ma cicatrici. Poi aggiungici il fatto che questa parola può essere intesa sia con una connotazione negativa che positiva e io.... *-* (parli con una amante dell'angst velato <3)
2)"I colori della bandiera di Gran Bretagna si perdono nel turbinio caotico del traffico – un bianco-rosso-blu che, fra il grigiore del cielo coperto e dell'asfalto sporco, si mescola come vernice diluita in un bicchiere d'acqua." Allora, anche qui, vaneggiamo un po' perchè non solo sei stata bravissima a fare questa similitudine protratta, ma in sè da molta nostalgia e comunica. Questo senso di conoscenza, ma al tempo stesso di incontrollato, di caos e anche di -come dire- contaminazione. Così partendo da una bandiera tanto conosciuta si arriva a un colore indistinto, sconosciuto. E questo discorso penso che sia perfetto per descrivere Sherlock da gli occhi di John. Una persona che conosce benissimo, eppure... eppure sembra sempre coperto dalla nebbia. Stavo per dimenticare, non so se centri, ma mi è venuto in mente il cuscino delle Union Jack! *ama il detto cuscino*
3)"A sporcarsi di quei colori, gli occhi di Sherlock. John tenta di catturarne le sfumature. A volte stringe le palpebre per poter cogliere tutto." Ecco, qui si torna un po' sul discorso che facevo prima, anche se in verità esisterebbe una specie di "contro discorso", cioè che Sherlock non riesce a vedere chiaramente ciò che vede John. E' come se entrambi avessero un difetto visivo e John non riuscisse a vedere il rosso e Sherlock il blu. Ora, separati possono fare sì grandi cose, ma non straordinarie perchè avranno sempre bisogno l'uno dell'altro e non solo perchè "non vedono" i colori, ma anche perchè "non sanno" cosa siano o come siano questi colori, non riescono a comprendere. Insomma, prova a spiegare a qualcuno che non ha mai visto il blu cos'è il blu. Arduo, vero?
AAAAAH mi son persa di nuovo, tornando in tema, tu hai presentato una di queste "mancanze" cioè quella di John visto che -mi pare, dimmi se sbaglio- tutta la drabble sia pervasa dal suo punto di vista.
4) La paura di John è perfetta, irrazzionale. Ciò che non mi piace più di tanto (scusami sono sempre sincera, ma son gusti personali non voglio offenderti) è Sherlock paragonato a un bambino. Ora, ripeto, sono gusti e supposizioni personali ma un bambino è incosciente del pericolo, Sherlock invece lo sa e anche bene, quasi lo fa apposta a scegliersi certi incarichi, un po' come John cerca l'adrenalina nella sua forma più pura. I bambini non hanno paura perchè non sanno, Sherlock non ha paura perchè non vede motivo di averne, ha paura della noia, perchè quella è una delle poche armi in grado di distruggerlo.
Poi ti dico, nel complesso ho capito l'idea che volevi dare e che aveveva John in testa, perchè per una madre vedere il proprio figlio scivolargli dalle mani senza poter far nulla è terribile, come lo è per John che sa di non poter far niente (o quasi), quindi sì capisco, ma non apprezzo del tutto >< scusami.
5) Altra mia para: la parola "esile" con Sherlock Holmes non va bene, no no no. Vedo le tue sopracciglia aggrottate e ti do ragione, è una pura para mentale, di quelle brutte anche, ma non posso farci niente, a parte spiegarti il perchè.
Dunque, "esile" è una parola che denota debolezza fisica e Sherlock non è debole fisicamente, ci mancherebbe! Se fosse debole come farebbe a correre dietro a mezza Londra? Invece, secondo me l'aggettivo che volevi inconsciamente usare tu è "sottile", "spalle sottili" in questo caso, per dire che sono magre. E ok, tu dirai che tra esile e sottile non corre alcuna differenza, e invece -o almeno per me- no. Nel senso che se "esile" denota debolezza fisica, "sottile" invece fa più su una fragilità interna. E comunque se ci pensi "esile" è più femminile, richiama la grazia femminile, mentre "sottile" è più neutro. Basta, ora la finisco, tranquilla, non chiamare la neuro!
Anche se mi ha incantata "la scia incolore di panico". Sul serio, riuscivo a vedermi John che osservava le spalle di Sherlock mentre il colore sbiadiva ad ogni suo passo. Terribile ed affascinante. Anche perchè questo "incolore" dice moltissimo sulla vita di John e di quello che sarebbe senza Sherlock.

Ora ho veramente finito e spero di non averti troppo rotto le scatole, chiedo venia, ma quando una cosa mi piace così tanto parto per la tangente *___*
Spero di rivederti presto sul fandom!
Continua così!