Mia. Questa è /assolutamente/ mia.
Non ci sono santi.
-mette bollino-
...
Posso dirti che il nome /La cozza/ è qualcosa di terrificante che, no, non aiuta affatto a venire a mangiare lì? x° Ad ogni modo.
Io... io li amo. Li amo in ogni loro forma, amo come hai reso Jeannot anche qui, con la sua dolce ingenuità e caparbietà, capace di far crollare anche il più grande dei giganti.
E Carmine... nh. Carmine è così dannatamente vecchio eppure giovane allo stesso tempo, sembra appartenere ad un'altra dimensione dove di primo impatto non è consentito avvicinarcisi, ma basta davvero poco per incrinare il portone, aprirvi una crepa ed entrare.
Come ha fatto Jeannot.
Devo dire che ha il sapore dello shoujo, sai. Quei primi incontri casuali, il biglietto da visita, la promessa di tornare. Eppure ha un retrogusto diverso. Perché Jeannot non vuole tornare solo per vederlo, ma per parlargli, come se la voce e il timbro di Carmine riuscisse a rilassarlo come null'altro prima d'ora.
Mi piace.
Mi piace tantissimo.
Come mi piace anche la cornice: è... fantastico rivedere i luoghi che io ho creato a suo tempo così ben dipinti su uno schermo dalle tue parole, devo dire che... nh. Mi sono commossa.
Mi è sembrato di tornare a quei tempi, te lo ricordi?
Ai tempi dove ci scapicollavamo per rispondere entro breve termine, sempre vogliose di veder continuare la loro storia.
Ora è uguale.
Io aspetto che tu continui a scrivere, poiché io non ne sono in grado su di loro, non saprei come fare.
Attendo di vedere come il rapporto si evolva, di come riescano in questa storia a provare lo stesso sentimento che /noi/ abbiamo fatto provare loro.
Mi piace.
Perché c'è quell'atmosfera di un momento magico che in realtà non esiste, l'attimo tra il crepuscolo e la sera dove i loro sguardi si sono incrociati.
...
Non smetterò mai di dirti grazie.
Beccaio.