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Fantasmi
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Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
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Recensore Junior
05/11/12, ore 23:10
Cap. 1:

Storia partecipante al FLASH CONTEST! “…l’amor che move il sole e l’altre stelle”: solo Epiloghi, editi ed inediti indetto da jakefan sul Forum di Efp

L’idea di base per questa conclusione non sarà originalissima (il lettore crede che i personaggi siano umani finché non scopre che in realtà sono loro a essere le creature sovrannaturali, un po’ come La sentinella di Friedrich Brown), ma è un po’ un evergreen, funziona sempre. Nel tuo caso il colpo di scena era un po’ telefonato; fin dall’inizio è chiaro che i tuoi personaggi non sono proprio esseri umani normali, perché nessun genitore direbbe mai ai propri figli di “non disturbare le creature dell’altro universo”.

Il problema principale di questa conclusione è lo stile narrativo.

La struttura narrativa che hai scelto (cioè il lettore crede x ma poi in realtà è y) ha bisogno di un interruttore che faccia montare la tensione. Per creare la tensione servono atmosfera, ritmo e/o avvenimenti a contenuto adrenalinico. Dico e/o perché in realtà uno può creare suspense anche in una scena dove qualcuno si sta semplicemente facendo la doccia (tipo Psycho). Nel tuo caso abbiamo avvenimenti adrenalinici (i ragazzi stanno facendo qualcosa che sanno essere pericoloso e che il lettore sospetta che non finirà bene), ma mancano l’atmosfera e il ritmo. L’atmosfera manca perché la parte descrittivo-narrativa è un po’ carente, visto la predominanza dei dialoghi. Il ritmo manca perché i dialoghi sono strutturati in maniera un po’ goffa. Per creare ritmo nei dialoghi bisogna scrivere prima di tutto belle battute, poi piazzare sapientemente i tag di dialogo e infine inserire bene il tutto nella struttura narrativa.

I tuoi dialoghi hanno due problemi, sostanzialmente: i tuoi personaggi parlano in maniera artificiosa e i tag sono sistemati in maniera meccanica. È chiaro che il gioco è far credere ai lettori che i protagonisti siano dei bambini che stanno facendo un giochino spaventoso per Halloween, ma i bambini non parlano così. Ma in realtà neanche gli adulti. Chi mai commenterebbe “sembra un misto tra cibo avariato e sangue”? Che odore è il misto tra cibo avariato e sangue? Okay, ammettiamo che il bambino, essendo una creatura sovrannaturale, riesca a distinguere l’odore del sangue da quello del cibo avariato, ma in ogni caso mi sembra una battuta un po’ forzata.

I tag di dialogo sono un altro paio di maniche. I tag di dialogo sono tutte quelle formule tipo “chiese B”, “bisbigliò K”, “piagnucolò B” ecc. ecc., cioè tutte quelle formule che identificano chi parla e come parla. Tu hai impostato TUTTI i dialoghi in questo modo:

«Bla bla» disse X

«Yadda yadda» rispose Y

mettendo sempre il tag di dialogo dopo ogni battuta, il che a lungo andare risulta statico e macchinoso. È come se ci fosse qualcuno, con la telecamera, che riprende prima una faccia, poi l’altra, prima una faccia, poi l’altra, così all’infinito, ogni volta che qualcuno apre bocca.

Guarda la differenza:

«Sembra la stanza di un castello,» bisbigliò K. «Guardate! È piena di ragnatele e di candele.»

B si tappò il naso con le mani. «Ma cos’è quest’odoraccio?»

«Sembra... sembra un misto tra cibo avariato e sangue.» J sembrava incapace di smettere di tremare.

B aveva le lacrime agli occhi. «Cosa facciamo ora?»

K sospirò e la abbracciò, per cercare di tranquillizzarla. «Usciamo dalla stanza.» Voltò la testa verso la porta. «Magari di là ci sono dei Grandi. Non sentite delle voci?»

Vedi anche tu improvvisamente il dialogo sembra movimentarsi leggermente. Devi far fare delle cose ai tuoi personaggi, anche per caratterizzarli e mostrare al lettore i loro stati d’animo. Non basta puntare tutto sul tag di dialogo (piagnucolò, balbettò, sospirò, dichiarò, esclamò...), serve anche un po’ di azione. Tu, quando parli, non resti certo con le mani in mano e con gli occhi fissi sul tuo interlocutore: giochi con i capelli, ti distrai e guardi via, ti mordicchi il labbro, ridi, ti alzi, aggrotti le sopracciglia, ecc. ecc. Insomma, il dialogo non è fatto di sole battute.

Un altro suggerimento è quello di scegliere un punto di vista. Scegli uno dei bambini e rendilo la “telecamera” della situazione. Non sei costretta a entrare troppo nella sua testa, se usi una terza persona limitata, quindi la sorpresa finale non rischia di essere rovinata; guadagnerai in stabilità, chiarezza e anche in caratterizzazione dei personaggi.