Recensioni per
Break the silence
di lelle31

Questa storia ha ottenuto 24 recensioni.
Positive : 23
Neutre o critiche: 1 (guarda)


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Junior
06/01/12, ore 14:45
Cap. 1:

Ho letto tutti e nove i capitoli, e li commento tutti con questa recensione.
La tua storia ha del potenziale.
Inizialmente ero abbastanza scettico all'idea della ragazza che si inserisce nella vicenda di L e Light, però le spiegazioni che hai detto, unite agli accenni al passato di Selena, rendono il tutto credibile, e in una storia su Death Note è la cosa più importante. Quindi spero che la continuerai, perché può uscire qualcosa di molto interessante.
Detto questo, devo però fare delle critiche su alcuni passaggi:
1. Non è credibile che Selena, quando viene fermata da L in hotel, non sappia nulla di Kira; per quanto possa essere stata impegnata con lo studio e i preparativi del viaggio, stiamo comunque parlando di un evento che ha segnato tutto il mondo, visto che - in quella fase dell'anime - la percentuale di crimini e guerre era già crollato.
2. Posso capire che la protagonista abbia un intuito molto sviluppato che gli permette di capire se una persona merita fiducia o meno. Ma le reazioni che ha nei confronti di Light mi sembrano davvero eccessive, anche perché una delle caratteristiche di Light è proprio quella di saper ingannare gli altri e di celare bene la propria vera personalità (e infatti anche L sospetta di lui non perché ne percepisca l'aggressività o la mentalità distorta, ma perché insospettito dal suo essere "troppo perfetto"). Cercherei di mitigare un po' questo aspetto.
3. Un difetto minore è che tutti avessero consigliato a Selena di andare a Buenos Aires invece che a Tokyo. Se ho capito bene, lei viveva a Los Angeles, ed è quanto mai improbabile che negli USA (ma anche in Italia, del resto) qualcuno consigli a un giovane, per di più una ragazza, di andare a stare vari mesi da solo in Argentina, dove le università non hanno un grande prestigio internazionale e c'è una povertà diffusa, anche se oggi meno che nel 2001.