Hmm diciamo che, di tutta la prefazione, mi è piaciuta davvero l'ultima frase. Diciamo che è mooolto descrittiva e a volte i periodi sono così lunghi e turgidi da farti attorcigliare gli occhi -e te lo dice una che vive di Decadentismo e poemi tardo Settecenteschi- , però se a te piace così è il tuo stile, non lo critico.
Quello che critico invece sono un po' tanti errori sparsi: nell'avere un periodare così tumido dovresti prestare molta attenzione alla punteggiatura, che invece spezza a metà i periodi principali...praticamente tutti sono tagliati, specie nella prima metà del capitolo, e questa è la cosa che più mi ha impedito di godermi il racconto...particolarmente brutto in quella frase che risalta così nel mezzo,
" Ma si dice che non fosse meno vulnerabile alla Gola, neppure il giovane rampollo che ..."
e anche prima "per la mia modesta esperienza, non sono queste" o "fatto sta, che "
Insomma, non è solo una svista momentanea ma ripetuto decine di altre volte; inoltre non si scrive "e come" dopo una virgola, giusto nella frase di apertura.
All'inizio hai scritto un "ad' un" -anche se credo sia un errore di battitura- e all'inizio del quarto paragrafo salti dal passato al presente per tornare al passato (nella stessa frase un occhio "irradia" e l'altro "rimaneva celato") , dopo il "chi" il verbo si usa al singolare -non al plurale- e una frase dall'inizio molto bello (quando descrivi il profumo della pasta sfoglia) purtroppo termina con un' accozzaglia di periodi che non riescono ad essere collegati tra di loro.
Quindi, mmmh, lo stile vuole essere ricercato ma finisce per risultare un tantino caotico per tutte queste "piccolezze" che finiscono per pesare tanto su questi periodi già complessi...io ti consiglierei di buttarci un occhio più attentamente o magari farti betare!
A parte questo, spererei di vederti andare avanti con i capitoli ^^
Bye bye,
Bea |
