Ieri sera c'ero anch'io.
E si, è stato qualcosa di indescrivibile.
L'attesa al freddo, e poi la calca, le mosse strategiche per cercare di vedere meglio, perchè quando sei alta un metro e uno sputo è sempre più difficile.
Ne è valsa la pena, e sarei restata anche tutta la notte lì, nell'arena vuota, a respirare ancora le note di cui le pareti, il pavimento, le casse ed il palco erano ancora impregnate. Ne è valsa la pena, per vedere quell'uomo che ha cambiato tutti, perchè è difficile che nel mondo tu possa trovare qualcuno che non ha mai sentito Let It Be, o Hey Jude.
Non ci credevo, quando è salito sul palco, eppure lui era lì, a nemmeno 10 metri da me che cantava CON noi, prima che PER noi. Tre ore di concerto e quasi quaranta canzoni non mi sono bastate. Ma sono rimaste in me come una promessa, perchè Paul McCartney rappresenta tutta la musica che conosco, perchè è da lui, è dai Beatles che sono partita per conoscere tutto il resto.
Mi sono resa conto che, per quanto possano piacermi di più altri gruppi che ho scoperto più tardi, non proverei mai la stessa emozione che ho provato ieri sera. Ho amato Paul e i Beatles più di quanto potro mai amare altra musica. Sono stati i primi, e li amo ancora per quello che hanno rappresentato, per quello che mi hanno raccontato, per quello che mi hanno insegnato: prima di tutto, l'amore per il rock. E' perchè sono stati il mio primo amore, che ho sentito quell'emozione salirmi dentro, fin infondo alle punte dei capelli.
Mi sono commossa quando ha ricordato John, con quella faccia che diceva tutto quello che con le parole non era riuscito ad esprimere, con quella canzone che tante notti lontana da casa mi ha fatto sentire bene, mi ha fatta addormentare. Mi sono commossa a vedere le foto di Janis, di Jimi Handrix prima dell'inizio, e quelle del piccolo Georgie durante Something. Avrei voluto urlare che George era lì, anche lui, insieme a noi a cantare sugli accordi dell'ukulele.
Mi sono commossa quando ha attaccato con Maybe I'm Amazed, mi sono sentita davvero nel posto giusto, quando insieme abbiamo intonato Hey Jude.
Ho rischiato l'infarto quando ha fatto Live and Let Die (ma non c'era abbastanza caldo?????) e stavo per morire quando ha attaccato con Helter Skelter.
Adesso sono a casa, con le tonsille grosse il doppio e nel cuore ancora tanta emozione. Nelle orecchie l'eco della sua buonanotte, e della sua promessa. Io sarò lì, perchè ieri sra ci ha raccontato la sua storia, la storia di 50 anni di musica, la storia dei Beatles ma non solo.
Ieri sera abbiamo avuto un'opportunità che ringrazio il cielo di avermi concesso.
L'ultima frase, rispecchia quello che ho pensato per tutto il concerto. Non aveva 70 annni, ieri sera. Forse solo venti.
un bacio, A. (Recensione modificata il 27/11/2011 - 10:41 pm) |