Perplessa. Lo stile è molto bello, per l'amor del cielo, ma quello che mi perplime è la storicità, che mi pare assente. Mi spiego: sarebbe sufficiente sostituire barbaramente i termini utilizzati con quelli di una qualsiasi altra dittatura o affine per ottenere una storia che rimane assolutamente coerente. (esempio: ideologie social-comuniste con ideologie naziste, gulag con confino,  K.O.M.S.O.M.O.L. con balilla e via dicendo – anche senza parlare di nazi-fascismo basterebbe andare indietro, a periodi molto antecedenti in cui comunque regimi di questo genere esistevano e in cui, soprattuto, v'era chi viveva la sua esistenza nella condizione e nel clima che tu narri, specialmente nel Disagio che tu narri.). Per quanto è vero che le dittature tendono ad avere moltissimi elementi in comune, mi pare che qui ci sia un po' troppo calcare sul concetto della 'dittatura', quasi generico, con perdita sul contesto storico, che più leggo più trovo assente. Mi da' anzi quasi l'impressione che tu abbia scelto a caso nel mucchio un regime da usare per raccontare le sensazioni di un reazionario, ma la scelta mi sembra sia stata veramente molto casuale. Certo dai termini utilizzati si vede che ti sei informato/a, ma gli elementi presenti hanno ben poco di caratterizzante se non il vocabolario.

Privjet!
Non sai che gioia leggere anche solo il titolo della tua storia! Mi sono sempre sentita una delle pochissime a scrivere di questa Russia, quella del periodo comunista. Ormai disperavo dal trovare altre storie su questo argomento ed invece oggi…sorpresa!
Molto, molto interessante! Ho letto con vero piacere. La narrazione in prima persona rende il tutto molto simile ad un quaderno di memorie, molto fluido. L’argomento non è dei più leggeri o semplici e sono davvero molto curiosa di sapere come lo svilupperai, per ora sul prologo non posso esprimermi troppo, ma già solo per l’argomento che hai scelto di affrontare hai la mia approvazione! :D
Posso solo darti qualche piccolo consiglio, anche se non richiesto? Dovresti rileggere il capitolo e sistemare alcuni errori di distrazione (ad alcune parole mancano delle lettere e vi sono un paio di parole ripetute), e poi, sempre che tu abbia voglia, magari potresti inserire anche delle brevi note a fine capitolo così che un lettore non pratico di termini russi si trovi più a suo agio. Spero tu non prenda questi suggerimenti come una critica o un’intrusione, non è questo che vogliono essere.
Comunque continuerò a seguire, quindi alla prossima
Auf Wiedersehen!

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