Beads and Flowers,cosa pensi della storia?
Be', EFP, credo che non ci sia molto da dire. La storia in sé è molto bella, con una ottima proprietà del linguaggio ricco e variato dell' autrice, che riesce ad immergersi totalmente nel personaggio introspettivo dell' io narrativo in questione. Parliamone, caro EFP dall' aria così stanca e neutrale (sarà perché sto scrivendo alle 23:11 dell sera e sono sveglia dalle cinque del mattino), parliamone di questa storia. Ci piace? Sì, ci piace, ed anche tanto. Ma perché? Be', adesso le cose si complicano, caro EFP dalle domande e dall' aspetto neutrale e sobrio, le cose si complicano.
Forse mi piace perché il titolo è lo stesso di una canzone dei The Doors (che, voglio precisare, non sono affatto emo per il semplice fatto che ai loro tempi gli emo non esistevano). No, cosa a che fare questo con la storia? Assolutamente nulla.
Forse perché l' autrice è così franca con sé stessa. Si diefinisce 'emo' e 'bimbominkia'. Forse crede che così facendo qualcuno potrà pensare meglio di lei, o forse pensare semplicemente a lei. Ma no, che dico? Un' autrice è un' autrice. Lei non parla, lei scrive, lei non è autrice in quanto tale. Lei esiste solo in ciò che scrive, non per come si definisce. Questa è una vera autrice, ed è forse ciò che apprezzo di più in una scrittrice o in uno scrittore.
Parliamo dunque della grammatica perfetta e dell' ottima sintassi? No, non è certo per questo che la storia è molto bella. Certo, questi fattori sono essenziali ed aiutano molto, ma non rendono una storia una storia.
E allora, si tratta forse di quella piccola parolaccia a fine capitolo? In fondo, dona un senso di potenza all' intero racconto, equilibria lo stile e colpisce in maniera incredibile. E' una parola forte, in fondo.
Sì, forse è anche questo. Ma...
Beads and Flowers, cosa ne pensi della storia?
EFP, credo di non saperlo. Credo che le parole di quest' autrice vogliano trasmettere determinati concetti, eppure mi giungono in maniera totalmente diversa da come lei stessa se le aspettava. Credeva di rendermi scocciata con il suo tono lagnoso? E perché? Cosa c' è di male in questo stile, nel tono delle parole? E' un modo come un altro per mettere le parole sulla carta, ma per esprimere dei concetti molto più profondi ed interiori di quelli apparentemente immaturi e forse anche sciocchi.
Non parlo di tristezza. Ne' di brutte esperienze.
Parlo di vita.
Ecco ciò che mi ha trasmesso il racconto.
Un disperato bisogno di vivere, di esistere, di continuare a guardarsi attorno e scoprire che vi è un mondo. Forse è bello, forse è brutto, forse è un pantano nero in cui siamo stati gettati per affogare a poco a poco. Ma è un mondo. E questa l' autrice l' ha capito, in fondo. Forse l' ha capito nel più profondo del suo animo, forse nella superfice, abbastanza vicino alla bocca per poter vomitare questa conoscenza.
Ma lei sa.
E lei scrive.
Questo è scrivere. Tu sei una scrittrice incredibile. Credi di non esserlo, credi di esserlo. Ma non lo sei per ciò che trasmetti o per il suono che hanno le tue parole. Scrivere è anche questo.
Ma lo scrivere va oltre.
Ed anche tu vai oltre
Beads. |