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Autore: ausel dawn    28/02/2012    1 recensioni
Deve semplicemente scalare quel muro.
Anche se probabilmente dovrebbe abbatterlo, scalarlo non servirà mai a nulla.
Con le sue insicurezze non andrà molto lontano.
Se non mangia non sarà mai quel che vuole.
Se muore sarà una stronza.
Ma chi è lei?
Genere: Malinconico, Slice of life, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Five to one

 
 
 
 
 
 
 
Acqua che consumava lentamente
le mie braccia.
Non erano più state offese, da
troppo (troppo) tempo.
Potevo sentire la mancanza di quella
scongiura, mi invogliavo a riprenderla,
a farmi possedere, di nuovo, per poi smettere.
Tanto sapevo che non mi sarei più
fermata.
Sentivo un dolore al braccio,
il braccio consunto, addomesticato
in malo modo.
Pulsava.
Proprio sulla ferita,
ormai aveva lasciato la sua vita tempo addietro,
ma sentivo, sentivo quella vena pulsare,
consumarmi un’ultima volta.
Volevo (dovevo) riprendere il mio amico
fidato, mi serviva sarebbe stato l’unico modo
per placare la mia instancabile vita.
Appesa ad un filo,
fu lei a placarmi.
Uscì, rigidamente, il sangue riempiva i vetri
appannati della doccia.
Schizzava, trasudava da fuori il sangue
che volevo placare, o dissanguare.
Mi si attorcigliava,
il respiro mi mancava, nuova vita sarebbe sorta,
da una morta.
Bianca, ero bianca.
Erano forse quelli i miei ultimi respiri?
Un nodo alla gola, quella vena diventò la corda della mia
salvezza (o almeno così pensavo tempo addietro).
Stringeva, il pallore non cessava.
Perché?!
Cos’avevo fatto di tanto sbagliato.
La mia vita doveva arrivare al termine,
voluttuosamente, ma pur sempre destreggiandosi
nel suo più grande compito:
dovevo soffrire.
Perché!?
Chi me l’aveva fatto fare?!
Dov’era, lo desideravo, con tutta me stessa.
Lo volevo, tra le mie braccia,
lo dovevo possedere.
«Basta! Lasciami vivere!
Oh, anti-ausel, fammi vivere!
Basta!»
Urla soffocate da quel nodo,
sempre più stretto.
Doveva finire.
Urla, urla tempestate
dalle mie lacrime,
ancora più amare.
Si placò.
La doccia mi possedeva ancora,
animava ancora la mia anima, inquieta.
Un sogno, un preavviso.
Sarebbe arrivata?
Mi avrebbe fatto male?
Chi può dirlo se non la mia stessa
Vita?
   
 
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