Sinceramente, questa storia mi ha attratta per una cosa siocca: per Angela che "si sveglia da un incantesimo" e "diventa un'altra persona" il giovedì e "freme, allegra ed euforica come non mai", perché può tornare a casa dai suoi amici, dove si sente in pace e se stessa. E mi ha colpito tanto, perché io mi sento alla stesso modo, perché nel fine settimana posso tornare a casa ed incontrare le persone che amo (okay, in particolare LA persona che amo). Angela invece non si sente a suo agio con l'amore, lo guarda sospettosa, non ci crede, non si fida. Angela però sogna e inventa storie sugli altri, ama i suoi amici e la sua famiglia, vuole un lieto fine per sé. In qualche modo, a qualche cosa, spera.
Federico non si fida nemmeno di se stesso, ha paura di farsi guardare dentro e forse di guardarsi dentro egli stesso, non si guarda negli occhi allo specchio, costruisce maschere su maschere -quasi costumi di scena- con i suoi abiti eccentici, intraprende viaggi su viaggi quasi per scappare da se stesso, per non avere il tempo di afforntarsi, di pensare a come poter cambiare le cose che pure lo fanno star male.
Eppure, e se ne accorge lui stesso, può anche essere bello scoprire una parte di sé.
Mi piace che queste due anime, che si incontrano per caso in un momento con le difese abbassate, siano riuscite ad aiutarsi a vicenda incontrandosi senza finire banalmente insieme.
Mi piace che tutto sia così indefinito, perché in questo modo Angela e Federico possono essere chiunque, persone ordinarie, alla ricerca di sé e di una qualche felicità, intraprendendo quei gesti apparentemente semplici eppure talvolta così difficili come chiedere "come stai?" ad un amico, per reinventarsi e poter trovare un lieto fine.
Mi sarebbe piaciuto forse vedere qualche parola in più dai due, ma ho apprezzato il finale vago ed indefinito, e tutta la poesia nel cuore di Angela; il cui nome, tra l'altro, mi sembra molto apporpriato al contesto ed al ruolo della ragazza nella vita di Fede :) |
