È una delle storie più spassose che abbia mai letto.
Devo ammettere di aver letto e di aver apprezzato il primo capitolo della saga del romanzo in rosso, nero e pezzi degli scacchi inopportunamente scomodati: alla fine, c'era qualcosa di nuovo che sradicava le seghe mentali del malvagissimo Lestat e del pio Louis (che mi stava debitamente sulle bolas). Insomma, come satira e presa per il culo garbata del genere, ci poteva stare. il problema è stato il dopo. Un gioco al rialzo in cui il vampiro (masculo) vuole sposare la fanciulla da coercire e sedurre e vuole aspettare il giorno delle nozze per consumare (con conseguente ribaltamento comico che vede protagonista un'infoiatissima fanciulla in ambasce che salta al collo del vampiro ogni, Cinque. Minuti.). A quel punto tu capisci che la signora (aka La Cinghialona) ci ha preso tutti per il culo (e ha incassato una quantità indecente di moneta, nel frammentre...). Quindi, se le rendiamo la pariglia, che male c'é?
Ho adorato entrambi i personaggi, sia Aden il licantropo (che no, non è un cucciolo festoso colto da un improbabile imprinting alla rovescia), sia il povero Tamos, che ancora spera che, da qualche parte, ci sia ancora una preda da terrorizzare colla propria presenza, prima di infliggerle il colpo fatale (la carne marinata è più buona, disse la vegetariana).
E mi sono piaciuti, così inermi, così stanchi ma non domi, così disperati ma non sconfitti. È una moda. Passerà. Tutto passa, sono le paure dell'uomo che restano; e sono quelle stesse paure a rendere più sopportabile un'esistenza che esistenza non è (o non è più). E a rendere così umani (giuro, ho rischiato di strozzarmi con l'acqua quando ha letto del proposito di Aden di pisciare sul faccione abbronzato alzando la gamba manco fosse un cane a passeggio!) due mostri che popolano quel buio che è la radice delle nostre più recondite paure.
Chapeau.
*qui si stan preparando i crostoli, ne vuoi un piattino tanto per assaggiare?* |