Ciao! Non so come io sia approdata alla tua pagina né il perché, ad essere sincera, però vi sono rimasta, catturata dal titolo di questo componimento.
Penso che per parlare d’amore, di religione e di sentimenti celati in fondo al cuore ma palesati dagli occhi, occorra solo possedere minime capacità cognitive, perciò ritengo che chiunque sia in grado di farlo, chi più chi meno. Tuttavia, per affrontare determinati temi abbastanza inflazionati e riuscirci in modo davvero significativo, sono convinta che si debba esser dotati di grande profondità e capacità di riflessione. Ebbene, ti faccio i miei complimenti per l’egregio lavoro che hai fatto.
Sei riuscita a far raggiungere a Sakura la comprensione di sé attraverso un lungo e travagliato percorso mentale, nel quale ha rivissuto a ritroso nel tempo le sue esperienze, scardinando le convinzioni in lei radicate che l’hanno indotta a giudicare persone e rapporti in una maniera precisa che, alla fine, si è rivelata superficiale, addirittura mendace.
La ragazza, con questa difficile e dolorosa indagine di se stessa, ha acquistato consapevolezza della sua umanità e dei propri limiti, ma è pervenuta alla rovina di sé, di tutto ciò che si era sempre fregiata di essere: l’intelligente, profonda e intellettualmente sensibile Sakura, colei che si poteva permettere di ergersi a giudice e mettersi sul pulpito, la grande e concreta Sakura.
Non c’è niente di peggio che avere rivelazioni sconcertanti su se stessi attraverso la presa di coscienza di quanto si abbia sbagliato con qualcun altro, maggiormente se l’altro è una persona cara. Sakura ha capito di aver tessuto rapporti poco concreti e fondati su delle sue presuntuose convinzioni e, in particolare, si è resa conto – ed è stato un pugno nello stomaco – di quanto male abbia fatto a Sai, poiché su di lui ha riversato tutta la frustrazione per l’allontanamento di Sasuke. Adesso che il compagno è morto, ella non può più rimediare ai propri errori, tutto è perduto e i suoi sensi di colpa non la porteranno mai a niente di rilevante.
Sakura ha aperto gli occhi e da quel che ha visto è uscita distrutta; a questo proposito, devo complimentarmi ancora con te per la scelta del finale, poiché hai lasciato una ragazza – che prima era sicura di sé e credeva di avere il mondo in pungo – in balia delle sue frustrazioni e delle sue colpe, una condizione misera e pietosa questa, in grado di suscitare nel lettore lo sgomento e l’angoscia. Sì, perché leggendo questa storia viene naturale sperare che la ragazza trovi la forza di risollevarsi e soprattutto che riesca a perdonare se stessa, invece fino alla fine non lo fa e così, quando la shot si conclude, si rimane allibiti e con l’amaro in bocca: eccezionale. Scelta appropriata e di grande impatto emotivo la tua! Brava! Non lo dico per essere disfattista e pessimista, ma perché trovo che il finale sia rispondente alla realtà, nella quale ognuno di noi ha bisogno di tempo per somatizzare i colpi ricevuti e tempo per perdonarsi. Sakura perdonerà se stessa, forse, ma questo per lei è il momento di fare ammenda degli errori fatti e di accettarne le conseguenze.
Un finale azzeccato!
Complimenti ancora, non so più come esprimere quanto io abbia apprezzato il tuo lavoro e la veridicità dei suoi contenuti, trattati con maestria e profondità veramente notevoli.
Non so davvero come sia capitata nella tua pagina, però sono felice di averlo fatto e di aver avuto la possibilità di leggere un elaborato di tal pregevole valore. |