La
testa aveva iniziato a farmi molto male. Il colpo che mi avevano dato per
stendermi non era di certo paragonabile ad una carezza, probabilmente sarebbe
restato il livido … ma sentitemi! Se qui ci fosse stato quell’acido di Neji
sicuramente mi avrebbe dato della donnetta. Poco male, non è di lui che mi devo
preoccupare adesso. Devo capire dove mi trovo, di sicuro non all’accampamento,
che senso avrebbe avuto altrimenti tramortirmi per poi lasciarmi lì anche se
però sento che c’è qualcosa che dovevo ricordarmi … ma non so cosa diamine sia.
Cerco
a fatica di aprire gli occhi, ma vengo improvvisamente investito da una forte
luce, potrei dire quasi accecante. Cerco di alzarmi seduto ma il mio corpo e
troppo debole e perdo le forze, sono pronto all’urto con il terreno quando
sento qualcosa afferrarmi per le spalle e riadagiarmi lentamente disteso. Gli
occhi non si erano ancora abituati alla luce o forse ero io che ero troppo
debole anche solo per mettere a fuoco la visuale. Tutto ciò che riusii a
percepire furono solo poche parole:
“N-non
affaticatevi, siete ancora d-debole per muovervi. R-riposatevi sereno, qui
siete al sicuro.” Era la voce di una ragazza. Sono stato salvato da una ragazza!
Con
questo pensiero scivolai ancora in un profondo torpore.
Non
so per quanto tempo io abbia dormito, l’unica cosa certa era che ormai la luna
aveva preso il posto del sole nel cielo.
Cautamente
iniziai a guardarmi intorno. Girando pigramente la testa mi resi conto che mi
trovavo all’interno di una capanna, non era grande ma disponeva di tutto ciò
che serviva per viverci: cibo, acqua, legna per il fuoco, coperte e molto altro
ancora.
Improvvisamente
sentii un rumore che mi fece sussultare, mi girai verso l’ingresso della
capanna e notai un’ombra che si avvicinava piano, ma era solo un’ombra e non
riuscivo ad identificare chi fosse.
La
figura si avvicinò con passo titubante, entrò nella capanna e la luce del fuoco
che scoppiettava rivelò un’esile corpo di ragazza. Tra le mani teneva una cesta
contenente diverse radici e piante a me sconosciute. Iniziai a guardare con
molto sospetto quei curiosi vegetali, quando la sua voce vibrò cristallina
nell’aria: “Non vi preoccupate, non sono piante velenose. C-che senso avrebbe
salvarvi la vita, p-per poi avvelenarvi io di persona? A-avrei potuto lasciarvi
morire d-dove eravate e sarebbe stato un peso in meno n-non trovate?”
La
ragazza aveva ragione: un’azione simile sarebbe stata a dir poco inutile. Una
domanda però in quel momento balenò spontanea nella mia mente:
“Allora
perché?”
La
ragazza, che nel frattempo aveva aggiunto dell’altra legna sul fuoco per
ravvivarlo, si voltò di scatto verso di me scrutandomi con uno sguardo
interrogativo.
“P-perché
cosa?”
“Perché
mi avete salvato? Nessuno vi obbligava a farlo.”
“Il
nostro popolo è molto ospitale e si prende cura degli stranieri … se loro sono
gentili con noi, a nostra volta lo siamo, ma se ci sono ostili e ci puntano
contro delle armi, noi rispondiamo allo stesso modo.”
“Il
tuo popolo … sei una selvaggia?” mi
rese immediatamente conto della gravità del guaio in cui mi ero cacciato: ero
caduto nelle mani del nemico. Stranamente non ne ero turbato, anzi, la presenza
di quella ragazza mi infondeva una stana sensazione di protezione.
“T-ti
prego di non chiamarmi così. A-anche io potrei d-dire lo stesso di te. M-ma ti
sto portato rispetto. E comunque i-io ho un nome.”
La
ragazza si era messa in posizione di difesa … ero stato uno stupito non avrei
mai dovuto insultarla così, era l’unica persona con cui potevo parlare e
offenderla non era di certo un buon modo per iniziare un rapporto di amicizia.
“Perdonami,
sono stato irrispettoso nei tuoi riguardi non avrei dovuto chiamarti così … mi
dispiace tantissimo.” Mio sentivo in colpa … lei era stata così gentile con me
ed io ho iniziato subito a giudicarla, tutto per degli stupidi pregiudizi, che
ora scoprivo non avevano alcun fondo di verità.
Fortunatamente
la situazione si era tranquillizzata e la ragazza, che prima era tesa e a
disagio, adesso era ritornata leggermente più rilassata.
“Potrei
sapere allora il nome della mia salvatrice?” azzardai calibrando bene il peso
delle mie parole.
La
ragazza sorrise dolcemente, sembrò che il suo viso avesse iniziato a brillare di
luce propria e solo allora mi accorsi dei suoi meravigliosi occhi di un lilla
che aveva un non so che di spettacolare, e della sua pelle liscia e nivea,
priva di imperfezioni.
“H-hinata.
Mi chiamo Hinata.” Disse lei con quella sua voce così delicata da sembrare una
Hinata”
“Piacere
mio Hinata. Io mi chiamo Naruto. Naruto Uzumaki.”
“Na-ru-to” iniziò a osservarmi attentamente, devo
ammetterlo iniziavo a sentirmi leggermente a disagio … c’era qualcosa che non
andava? Questo silenzio era quasi inquietante, ad un certo punto Hinata iniziò
a sghignazzare sommessamente per poi scoppiare in una risata
“Che
c’è da ridere ho detto qualcosa che non va?” iniziavo a sentire una vampata di
calore percorrermi tutto il corpo … stavo arrossento come un femminuccia.
“N-no
no non ti preoccupare, è solo la tua faccia … hahaha … è troppo buffa … hahaha”
Fantastico,
chissà cosa si dirà di me se questa cosa viene a galla quando tornerò
all’accampamento … sarei lo zimbello di tutti. Io Naruto Uzumaki preso in giro
da una ragazza era il colmo!
Il
viso di Hinata aveva iniziato ad assumere una leggera sfumatura di rosso sulle
guance e i suoi occhi si erano nascosti dietro la frangetta che gli calava
sulla fronte … anche quando arrossiva era bellssima.
“Scusami
non avrei dovuto farlo … è s-stato poco gentile riderti in faccia, è solo che
mi sono lasciata prendere troppo dalla situazione, era da tanto che non vedevo
qualcosa di così divertente che…”
“Non
ti preoccupare” la interruppi “anche i miei amici ogni tanto si mettono a
ridere quando tengo certi comportamenti … dicono che sono un burlone nato!”
“B-bhe
non hanno tutti i torti, s-se ti riesce così naturale significa che hai un bel
talento, i-io trovo che sia meraviglioso far ridere le persone, gli permetti di
dimenticarsi subito di tutte le cose brutte che sono successe e anche se per
pochi secondi, si possono sentire libere dagli affanni…”
Quell’affermazione
mi scosse dalla testa ai piedi … nessuno aveva mai visto questa mia
caratteristica come un pregio … tutti la ritenevano un atteggiamento poco nobile e irrispettoso, Hinata era proprio
una ragazza speciale in tutti i sensi.
Dopotutto
che fretta c’è di tornare all’accampamento? qui si sta molto bene ed il posto è
tranquillo, e poi …
la compagnia non era poi così
male.
My
little corner
Buon
pomeriggio a tutti!
Per
prima cosa vorrei scusarmi per l’immenso ritardo nell’aggiornare …
PERDONOOOOOO!!!! È solo che la scuola mi sta letteralmente uccidendo! Sono praticamente
lunga distesa sui libri e non ho mai un momento per scrivere un capitolo
decente per continuare!
Seconda
cosa ecco finalmente il capitolo NaruHina che vi ho promesso! Spero che vi sia
piaciuto! * Pio, leggermente alterato, sventola una gigantesca bandiera con sopra
scritto “NARUHINA POWER! <3” *
Oh
accipicchia Pio quante volte te lo devo dire che mangiare troppi zuccheri ti fa
male guarda come ti sei ridotto! Mi va anche bene la bandiera ma la danza del
ventre è oscena!!! Vabbè con questo e tutto gente! Ci vediamo al prossimo
aggiornamento! Che spero di riuscire a pubblicare presto anzi
prestissimooooo!!!
Dedico
questo capitolo a SunliteGirl, FuyuShounen e vale_hina che mi seguono dall’inizio
di questa fic! Grazie mille di tutto!
Byeee!!
Bani
chan e Pio