In this white night fantasy.”
Era
mattino. La pioggia era cessata e i deboli raggi del sole filtravano
attraverso la finestra, posandosi sul viso dell'artista.
“..
Mmhhh...” Si lamentò appena lui, rinvenendo dal
breve – e
scomodo – sonno. Aveva passato la notte su quella sedia e,
con le
braccia conserte sul tavolo, era crollato poco dopo. Si tirò
lentamente su, passandosi le mani sul volto ancora segnato da quel
sonno terribilmente scomodo e tormentato. Tormentato perché
aveva
sognato, sognato di lui.
A
proposito di lui... Si alzò e raggiunse il retro della
bottega,
trovò Ezio ancora nel letto che dormiva. Sorrise e si
avvicinò per
rimboccargli le coperte, in quanto completamente a terra. Lo
osservò
in silenzio, quando dormiva sembrava ancor più un angelo di
quando
era vestito di bianco. Il suo angelo.
Leonardo non resistette così allungò una mano e
gli sfiorò la
tempia e la guancia in una lenta e dolce carezza: era caldo.
“...
Leonardo..?!” Rinsavì lui, aprendo piano gli occhi.
L'artista
sussultò, ritirando la mano. “Ti deve essere
salita la febbre,
scotti.. Sto andando dal dottore a prenderti qualcosa.
“...
Mhh...” L'Assassino richiuse gli occhi.
“Torno tra poco...”
Disse prima di tornare di là a prendere il cappello rosso.
Il suo
sguardo cadde sui vari disegni sul tavolo, molti dei quali
riguardanti Ezio. Sospirò e si curò di rigirarli
tutti dalla parte
bianca e, dopodiché, messo il capello in testa
uscì.
Ezio
non riuscì a riaddormentarsi, si girò un paio di
volte nel letto ma
poi decise di alzarsi. Sentiva la ferita al basso ventre tirare
tutta. 'Che male..'
Pensò.
Raccolse la camicia dalla sedia ma la riscoprì sporca di
sangue. Sospirò e si guardò intorno, grazie al
cielo Leonardo ne
aveva qualcuna così ne prese una bianca e la
infilò, chiudendola
solo per un paio di bottoni. Si portò una mano al viso,
stropicciandosi gli occhi, poi raggiunse la grande tavola: vi erano
un paio di bicchieri e una bottiglia. Si versò un po'
d'acqua e si
mise seduto, in attesa che Leonardo tornasse. Gli venne la geniale
idea di buttar l'occhio sui vari fogli sul tavolo e di curiosare tra
i suoi progetti così cominciò a scostare i fogli
bianchi da sopra
quelli scritti. Capiva ben poco gli appunti dell'artista, era davvero
un genio quell'uomo.
Gli cadde per sbaglio uno dei tanti fogli
'bianchi' a terra. Imprecò e si sporse dalla sedia per
raccoglierlo
quando notò il disegno che vi era sopra: raffigurava un
Assassino.
Raffigurava lui, Ezio. Lo tirò su e lo osservò
per qualche istante,
il suo sguardo lesse veloce le poche righe scritte accanto. 'Vorrei
un angelo per un momento d'amore. Vorrei essere il tuo angelo
stanotte.'
L'Assassino
rimase interdetto, sentì per un'istante un'ondata di
imbarazzo
pervaderlo, non capì bene cosa quel disegno e quella frase
significassero... Probabilmente stava viaggiando troppo con la
mente.
'Ora si è messo a fare anche il
poeta..?!'
Pensò,
sdrammatizzando...
Eppure il suo cervello non riusciva a elaborare una spiegazione meno
contorta di quella che poteva essere di Leonardo che avesse una cotta
per lui. Inspirò e si guardò intorno, poi
tornò ai fogli sul
tavolo e a curiosare tra gli altri. Quel che scoprì lo
sconcertò:
quel disegno non era l'unico che lo riguardava, ve ne erano molti
altri. Com'era possibile? Tutti seguiti da frasi più o meno
come
quella del primo.
L'Assassino cominciò a sentirsi realmente a
disagio. Si alzò, raggiungendo il retro della bottega e
raccattando
le sue cose. Non stava decisamente bene, aveva bisogno della medicina
ma dopo ciò che aveva visto si sentiva strano... Non aveva
mai
pensato a Leonardo come un possibile 'amante'. Mai.
Si avviò
all'uscita proprio quando la porta della bottega si aprì e
si
ritrovò l'artista davanti.
“Oh, Ezio.. Ma dove stai andando,
devi riposare! Non sei in condizioni per andartene in giro da solo
conciato a quel modo.”
Ezio trattenne il respiro per qualche
istante, scrutando nei suoi occhi.
Leonardo riuscì a trattenere
il suo sguardo tranquillamente, certo che i suoi sentimenti erano ben
nascosti agli occhi dell'Assassino.
“Ezio??” Gli appoggiò una
mano sul braccio, facendo per condurlo nuovamente di là, ma
il
fiorentino scostò in malo modo la sua mano.
“Non toccarmi
Leonardo.” Mormorò.
“Ma che.. Stai dicendo? Che ti prende?”
Gli domandò, preoccupato. Che era successo?
L'Assassino fece per
passargli accanto, per uscire, ma Leonardo lo fermò
nuovamente.
“Ti
ho detto di lasciarmi!” Disse, alzando appena la voce e
facendo per
spingerlo via. Tuttavia, una forte fitta al basso ventre, lo blocco.
Il dolore gli percorse velocemente l'intero corpo, fino a provocargli
una tremenda scarica nel cervello. Si inginocchiò a terra,
piano,
mentre l'artista si accovacciò piano con lui,
accompagnandolo.
“Te
l'ho detto che non devi fare di testa tua, in queste
condizioni!”
Alzò la voce anche il biondo, questa volta, canzonandolo.
I due
si ritrovarono praticamente a terra, Ezio tra le braccia di
Leonardo.
L'Assassino incrociò nuovamente lo sguardo
dell'artista, per lunghi ed interminabili istanti.
“Perché non me
l'hai mai detto?” Chiese allora, interrompendo il
silenzio.
“C-cosa..?” Domandò il biondo, alzando
le
sopracciglia, mentre il suo sguardo iniziò a tremare appena,
sentendosi incapace di sostenere quello di Ezio ulteriormente.
“Non
hai proprio nulla da dirmi, Leonardo?” Insistette allora
l'altro.
“N-non... Non credo, cosa..?”
“Quei disegni,
Leonardo... I disegni.” Mormorò appena.
L'artista sentì un
colpo al cuore. Li aveva visti? Dio santo...
“I-io...”
“Vado.”
L'Assassino cercò di alzarsi ma non vi riuscì.
Gemette di dolore,
con le braccia di Leonardo che ancora lo sorreggevano.
“Ezio io
ti amo.” Sputò fuori, il biondo, tutto d'un fiato.
L'altro
sentì un vuoto allo stomaco, poi sgranò gli occhi
non appena si
ritrovò le labbra dell'artista premere contro le sue. Gli
strinse le
braccia, per qualche istante, prima di rilassarsi e socchiudere gli
occhi. Sentì un'invadente ondata di imbarazzo pervaderlo ma,
insieme
ad essa, anche una sensazione piacevole che, da una parte, lo
spaventò.
“C-credo... Che anche tu mi piaccia..”
Sibilò
l'Assassino, confuso.
“Non andare via, Ezio... Hai bisogno di
cure, lascia che io ti possa stare vicino..”
Sussurrò, prima di
schioccargli un bacio sulla fronte.
Fine.