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Autore: Adhara92    24/03/2012    2 recensioni
-Shahrazad domandò al Re:
“Mi permettete di raccontarvi una storia?”
“Si” disse il Re
Tutta presa dalla sua gioia segreta Shahrazad si rivolse a lui.
“Ascoltate…”disse.-
Shahrazad racconta la storia di Altair e di Malik e l'intrecciarsi delle loro vite dopo l'arrivo dei fratelli A-Sayf a Masyaf, la nascita di una forte amicizia.
Dal 9°capitolo: “Altair tolse la cappa superiore, poi si spogliò completamente. Mise le mani a coppa e prelevò dell’acqua per lavarsi il viso poi prese un panno e dopo averlo bagnato cominciò a strofinarlo delicatamente sul tutto il corpo, sentiva la stanchezza lentamente defluire dalle spalle, passò il panno sul petto muscoloso,sugli addominali, sulle gambe e sulle braccia cercando di liberarsi dalla polvere del deserto. Piccole gocce d’acqua precipitavano lentamente verso il basso carezzando la pelle brunita dal sole."
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Al Mualim , Altaïr Ibn-La Ahad , Kadar Al-Sayf , Malik Al-Sayf
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Le Mille e una Notte cap8



“Molto bene ragazzo, ora prova a saltare quella cassa, prendi la rincorsa e slanciati in avanti, nell’atterrare devi assorbire l’impatto facendo una capriola, ricorda di non appoggiare il collo ma le spalle. Questa caduta ti sarà utile nel caso dovessi saltare da luoghi sopraelevati”.

Malik prese una lunga rincorsa, si slanciò verso la cassa, ma all’ultimo momento ebbe un ripensamento, saltò, mentre era in volo si rese conto che la sua esitazione l’aveva distratto dal salto e che sarebbe caduto rovinosamente, cercò di assorbire l’impatto appoggiando le mani, curvò il collo in modo che la testa non toccasse terra ma sbatté con violenza la schiena, emise un lungo sibilo di dolore.
Il Maestro Rauf si avvicinò di corsa, Malik si rialzò in fretta.
“Stai bene?” chiese preoccupato l’uomo.
Malik sorrise cercando di nascondere il dolore.
“Ho sbagliato il salto. Mi dispiace Maestro.”
Il più anziano lo guardò negli occhi. “In verità non hai sbagliato il salto, ragazzo. Non hai creduto nelle tue capacità; quando ti sei slanciato in avanti hai dubitato, così facendo hai perso il controllo dell’ambiente e, cosa più grave, hai perso il controllo di te stesso. Devi avere fede!”
Malik annuì pensieroso, il maestro aveva ragione “Vorrei ritentare, questa volta non esiterò Maestro.” Affermò sicuro.
L’uomo gli appoggiò una mano sulla spalla “hai fatto abbastanza per oggi, il tuo corpo inizia a risentire del lungo allenamento e se dovessi cadere di nuovo rischieresti seriamente di farti del male alla schiena, hai subito un bel colpo prima, sarebbe preferibile che tu non ritentassi”.
Malik ebbe un moto di ribellione che venne però immediatamente bloccato da una fitta molto intensa ai muscoli della schiena. “Farò come ordinate Maestro” si arrese.
L’uomo lo fissò con un sorriso strano, sembrava essere in grado di comprendere tutti i moti che pochi attimi prima avevano animato la mente di Malik. “Torna alla fortezza e cerca di non affaticarti fisicamente, almeno per oggi.”
 
Altair si era allontanato da Masyaf e già da molte ore percorreva le strade del regno al galoppo, iniziava a sentire che il cavallo era affannato e stanco, rallentò l’andatura, l’animale sembrò essergli grato.
Proseguì sulla strada principale ancora per una ventina di minuti, poi prese una piccola deviazione, un sentiero quasi cancellato, ricoperto di erba, smontò dalla sua cavalcatura e condusse l’animale per le redini fino ad arrivare a uno spiazzo erboso in cui s’intravedeva una pozza di acqua sorgiva, portò il cavallo sul bordo del laghetto, gli levò il morso e la sella in modo che potesse bere e riposare. Fatto ciò si sedette appoggiando per terra le bardature dell’animale, prese dalle sacche la colazione che gli avevano portato Malik e Kadar e iniziò a mangiare con gusto.
La prima parte del suo viaggio era stata facile, non aveva incontrato drappelli armati né guardie nemiche eppure sapeva che ben presto avrebbe dovuto attraversare zone estranee all’influenza di Al Mualim e degli Assassini. Si concesse ancora del tempo per riposarsi, prelevò dalla sella una mappa di Damasco e iniziò a studiare il modo migliore per accedere alla città senza destare scompigli e senza attirare l’attenzione. Osservò attentamente la pergamena, decise di accedere dalla porta a nord est, il cancello di ingresso al distretto povero, più fatiscente e meno sorvegliato. Una volta entrato avrebbe dovuto semplicemente dirigersi verso sud ovest e avrebbe raggiunto la dimora.
Attese ancora qualche momento, poi accarezzando il cavallo gli rimise le bardature, montò in sella e spronò dolcemente l’animale al trotto rimettendosi in marcia.
Il sole era alto nel cielo, il giovane Assassino osservava il paesaggio che iniziava a diventare più brullo e secco.
Il vento freddo sollevava nubi di polvere, il ragazzo cercò di coprirsi il volto per non respirare la sabbia e spronò il cavallo, doveva raggiungere una zona più ospitale prima del calar della sera o entrambi avrebbero rischiato di imbattersi in una tempesta di sabbia.
 
Malik rientrò alla fortezza e andò in cerca del maestro Karim per potersi dedicare allo studio ma una volta giunto in biblioteca non lo trovò, la sala infatti era deserta eccezion fatta per un ragazzo poco più grande di lui, il giovane alzò gli occhi dal manoscritto che stava esaminando.
“Hai bisogno di qualcosa fratello?” chiese con tono gentile, i suoi occhi verdi contrastavano intensamente con la pelle brunita.
Malik si guardò intorno come a sincerarsi che il ragazzo stesse parlando proprio con lui, poi rispose timidamente “Ho finito di allenarmi, cercavo il Maestro Karim affinché mi affidasse qualche incarico.”
Il ragazzo gli sorrise “mi dispiace ma il maestro è partito, Al Mualim ha ordinato che si recasse in missione, credo che tu possa approfittare di questa occasione per fare ciò che vuoi.”
Malik osservava la pergamena che l’altro ragazzo stava studiando, era coperta di segni irriconoscibili, lettere che non era in grado di leggere, erano forse scritti in una lingua a lui sconosciuta?
L’Assassino lo fissò con un espressione divertita sul volto.
“Immagino che tu non conosca questo tipo di scrittura”
Il ragazzo arrossì come un bambino che viene scoperto a compiere una marachella, non si era reso conto che si era fissato ad osservare il documento, si riscosse  “N-No, mi dispiace, non la conosco.” Abbassò lo sguardo.
L’Assassino scoppiò in una fragorosa risata, “Non ti preoccupare, non ti mangio, se hai bisogno di qualcosa non esitare a chiedere. Ah dimenticavo il mio nome è Bassam” Lo osservò con i suoi occhi luminosi, vide ancora dell’incertezza sul suo viso allora disse: Siedi un momento al mio fianco.”
Il ragazzo obbedì.                                    
“Il testo che sto studiando è stato cifrato in modo che i nemici non possano essere in grado di tradurlo o che perlomeno siano rallentati dalla ricerca della chiave di lettura, lo abbiamo sottratto questa mattina ad un uomo, è un documento di due pagine, questa è la seconda.” Malik annuì interessato. “Il codice che hanno utilizzato però è un codice alfabetico quindi è abbastanza semplice decifrarlo, i nostri nemici non disponevano di un cifratore abile a quanto pare. Ad ogni segno è associata una lettera, ho già ricavato la chiave.” Detto questo mostrò un piccolo pezzo di pergamena su cui aveva riportato i segni e le lettere ad essi corrispondenti, vuoi provare a decifrarla tu?”
Malik sorridendo raggiante annuì, l’altro ragazzo tagliò con la lama una parte del documento e glie la affidò insieme alla pergamena con il codice; “prova!” lo incoraggiò.
Malik si mise al lavoro, era però rallentato dal dover continuamente confrontare i simboli con il codice.
“Ti darò un consiglio per fare più veloce” lo interruppe dopo qualche minuto il più grande “ogni volta che decifri un simbolo, cercalo nel rimanente testo e trascrivilo, così a poco a poco sarai in grado di intuire le parole senza dover cercare ogni volta tutte le lettere.”
Malik si concentrò sulla sua parte di foglio, dopo una decina di minuti era in grado di comprendere in modo impreciso il significato del documento, in breve tempo consegnò al giovane il testo tradotto; i nemici avevano annotato la posizione e il cambio delle guardie sui bastioni della fortezza di Jaffa.
Bassam dopo aver controllato il documento gli sorrise, “sei un ottimo allievo, impari molto in fretta. Hai svolto un ottimo lavoro.”
 “Vi ringrazio” sussurrò Malik abbassando gli occhi.
 
Altair cavalcava ormai da molte ore, il sole iniziava a calare, il vento trascinava con sé molta sabbia rallentando l’andatura del cavallo, il giovane aveva provveduto a schermare gli occhi dell’animale per evitare che venisse accecato dalla polvere. Avrebbe preferito continuare a cavalcare alla volta di Damasco ma purtroppo le condizioni del tempo impedivano di proseguire durante la notte, se avesse continuato a viaggiare si sarebbe certamente perso.
Decise di deviare leggermente dal percorso principale, si allontanò dalla strada in cerca di un riparo per la notte. Trovò un masso che avrebbe potuto utilizzare per creare un rifugio di fortuna, il vento continuava ad aumentare sollevando ancora più sabbia, ben presto sarebbe arrivata la tempesta.
Il giovane scese velocemente da cavallo, prese un grande telo e lo fissò alla roccia in modo da poter riparare se stesso e la sua cavalcatura. Fece coricare il cavallo e sistemò la tenda di fortuna in modo che lo riparasse, notò nelle vicinanze dei vegetali che crescevano spontanei nei pressi della roccia, ne colse in abbondanza per nutrire la sua cavalcatura, poi corse al riparo.
Il vento soffiava in modo molto intenso producendo fischi acuti nelle cavità rocciose, la sabbia, sebbene in piccole quantità penetrava nella tenda.
 Altair nutrì il cavallo e gli diede da bere prendendo l’acqua dalla sua borraccia, poi mangiò in modo frugale e si coricò rannicchiandosi sotto un telo più piccolo, si strinse il più possibile per conservare il calore; il cavallo avrebbe provveduto a mantenere tiepida la temperatura all’interno della tenda ma sarebbe stata comunque una nottata lunga e fredda.
 Il vento gelido del nord avrebbe trasportato la neve a Masyaf, il suo pensiero prima di addormentarsi volò a Malik e a Kadar che aveva lasciato soli alla fortezza.
Gli tornarono in mente le parole che Al Mualim gli aveva rivolto: < > Pensò a tutto quello che Malik aveva fatto per lui, lo aveva difeso apertamente davanti a tutti gli Assassini perdendo la possibilità di essere accettato a pieno come un fratello, aveva rischiato tutto per lui, un ragazzo che nemmeno conosceva e che tutti gli Assassini disprezzavano, per la prima volta da molto tempo Altair si sentiva grato nei confronti di qualcuno, Malik lo aveva salvato dal deserto che si era creato con le sue stesse mani.
Si addormentò con un leggero sorriso sulle labbra, anche se si trovava ormai molto lontano da Masyaf non era solo.
Malik e Kadar rientrarono velocemente nella loro camera dopo la cena, il fratello maggiore era stanchissimo per il duro allenamento, si coricò velocemente. Il piccolino ne seguì l’esempio e tremante per il freddo si strinse sotto la coperta.
“Malik ho tanto freddo.”
Il ragazzo strinse forte a sé il piccolino per infondergli più calore possibile, il bambino lo abbracciò stretto e si lasciò cullare dal suo respiro regolare.
“Altair…” sussurrò…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Riuscirà Altair a compiere con successo la sua missione? Cosa accadrà a Masyaf?
 
Ciao a tutti,
Chiedo umilmente perdono per avervi fatto aspettare così tanto, mi dispiace moltissimo ma ho avuto molto da fare e poco tempo per scrivere qualcosa che si potesse definire un “capitolo” spero che vorrete concedermi la vostra indulgenza.
Dopo le scuse passiamo alla storia, beh la caduta di Malik all’inizio del capitolo è particolarmente autobiografica (e buffa!), dovevo fare una caduta per evitare un ostacolo ad arti marziali ma ho preso male le misure, fortunatamente non mi sono fatta nulla!!!      ^.^
Purtroppo anche questo è un capitolo di passaggio ma vi assicuro che è assolutamente fondamentale ai fini della storia.
Spero non ci siano gravi errori grammaticali e di sintassi, nel caso fatemi sapere
 
                                                                                                                                                                                Adhara92
 
 P.S. Il nome Bassam significa Sorridente, mi è sembrato molto adatto al personaggio.

  
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