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Autore: martamatta    24/03/2012    4 recensioni
cari lettori vi ringrazio per spendere un po' del vostro tempo nel leggere questa storia. essa è ambientata subito dopo i fatti di resident evil 5 è una storia d'amore, di misteri d'azione e di segreti del passato e del presente che verranno svelati per dar luce ad un diverso futuro per il mondo. Forse è vero che una persona può cambiare grazie all'amore e affrontare l'oscurità che ha nel cuore.
di nuovo grazie e buona lettura a tutti. a e vi prego di esprimere le vostre opinioni scrivendo delle recensioni
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albert Wesker, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Albert rimase perplesso nel vedere una delle uniche persone al mondo che si sarebbe aspettato di incontrare, ma per non destare sospetti strinse la mano alla ragazza e disse –John Smith! Piacere di conoscerla-, Wesker non poteva correre il rischio di usare il suo vero nome mentre se andava in giro per il mondo;  si presentò mascherando la sua voce e in modo da sembrare calmo e distaccato. Mentre stringeva la mano ad Ada pensò “meno male che sono spettinato e non indosso gli occhiali da sole”.
Ada lo guardò più da vicino, lo stava squadrando dall’alto verso il basso con curiosità e dubbio e poi gli disse –mi ricordi qualcuno, un mio “amico”, gli assomigli davvero tanto, ma non puoi essere lui siccome è morto poco tempo fa…- Albert si irrigidì poi disse, in tono drammatico e curioso alla ragazza, -mi dispiace! Che tipo era questo tuo amico?- lei sorpresa dalla domanda rispose –ho solo avuto l’onore di conoscere il suo lato più freddo e lo sempre visto attraverso un monitor, eccetto una volta. Ma non voglio parlare di lui…!-, Albert in modo distaccato disse –mi scusi! Non volevo sembrare invadente- Ada gli sorrise e poi si mise a fissare il cielo notturno da un finestrino, poco lontano da lei.
Intanto Albert riprese a trafficare con il computer per le coordinate del laboratorio e così Ada, incuriosita scorse leggermente il monitor, ma ebbe modo di vedere solo il marchio della Umbrella che le fece svanire il sorriso e nascere il sospetto. Così domandò ad Albert –dove è diretto Mr. Smith? Che lavoro fa?- Albert si irrigidì nuovamente e poi rispose in modo da sembrare calmo ed indifferente alla domanda –sono un architetto, devo controllare delle strutture vicino a Trento, situate sulle montagne, e dare il via nuovi progetti per nuove costruzioni. Lei invece, signorina Wong?- Ada rispose in modo semplice, ma dal suo tono si percepiva una nota di sospetto, -io vado a Tokyo a trovare i miei parenti, infatti questo aereo fa una piccola fermata a Trento per il rifornimento e poi parte per l’Asia-.
Poi Ada si voltò e disse freddamente –è tardi, buona notte signor Smith!- lei sapeva che quell’uomo stava tramando qualcosa, ma indagare sull’aereo sarebbe stato troppo rischioso, avrebbe aspettato che fossero arrivati a destinazione.
I due non si parlarono per il resto del viaggio, solo quando l’aereo atterrò si strinsero la mano in modo indifferente, poi Albert si diresse verso il parcheggio per prendere un taxi.
Caricò la valigia sulla macchina e dopo essere salito ed aver comunicato la destinazione all’autista, si ritrovò immerso nei suoi pensieri “sono sicuro che avrà sospettato qualcosa, quella ragazza è molto furba quanto brava ed ostinata, di sicuro mi seguirà senza farsi notare, poi in albergo quando sarò distratto si intrufolerà nella mia camera e trafficherà ovunque. Sono stato molto imprudente, ma gli farò ottenere ciò che vuole”.
 
Le alte montagne, ancora coperte da un leggero velo di neve, si stagliavano imponenti ed aprivano il paesaggio. Dopo poco tempo il taxi si fermò davanti ad un lussuoso albergo a 5 stelle, dove Albert prese le sue cose, pagò il tassista e si diresse alla reception. Dopo qualche secondo che lui entrò nell’albergo, Ada lo seguì facendo attenzione a non farsi notare.
Wesker prese la chiave magnetica della sua stanza e salì fino al sesto piano. La stanza era enorme, un grande letto matrimoniale era collocato al centro, con davanti (attaccato al muro) un enorme televisore a schermo piatto. Alla destra del letto si trovava un grande balcone che si affacciava ad un panorama mozzafiato. Vicino alla televisione c’era una porta che portava ad un grande bagno con vasca e doccia.
Albert chiuse la porta d’ingresso a chiave, posò la valigia sul letto e l’aprì pensando “mi ci vuole davvero una bella doccia e poi passerò all’azione…” si preparò un cambio e poi guardò l’orologio e mormorò –sono le 11 e mezza per quando uscirò sarà piena ora di pranzo e sarò sicuro di non trovare nessuno in giro- detto questo entrò in bagno chiudendosi la porta alle spalle.
Sul balcone, al lato sinistro, si trovava una scala antincendio, dove scese Ada facendo attenzione a non fare rumore, per non farsi sentire.
Lo aveva seguito senza nessun problema e senza farsi notare. Entrò silenziosamente nella stanza, sentiva il fruscio delle doccia proveniente dal bagno. Velocemente cominciò a guardarsi in giro e rovistò un po’ ovunque, finché non notò una piccola valigetta metallica appoggiata vicino al letto. L’aprì con attenzione e notò un computer portatile acceso, Ada pensò “non è un tipo molto affidabile!”, poté scorrere molti file segreti della Umbrella e la ragazza mormorò sbalordita –chi sei realmente “Smith”?-. Purtroppo Ada non fece in tempo a leggere niente che sentì il fruscio dell’acqua spegnersi e dei passi calmi e sicuri si muovevano nell’altra stanza; di corsa fu costretta a mettere tutto in ordine, come l’aveva trovato, e uscì dal balcone.
Albert uscì dal bagno con indosso un accappatoio dell’albergo, si stava asciugando i capelli con un asciuga mano quando si fermò di botto e cominciò ad annusare l’aria; un dolce, costoso e selvatico profumo invadeva la stanza e la finestra del balcone era leggermente aperta. Sorrise leggermente e pensò “non mi deludi mai, il tuo profumo rimane inconfondibile, Wong!”
Si asciugò per bene tutto il corpo e si vestì, indossò il completo nero (che aveva preso in Africa dal suo armadio prima di partire). Prima di farsi la doccia aveva buttato le lenti colorate e le sue iridi gialle e allo stesso tempo rossastre, brillavano minacciose, ma subito le andò a coprire con gli occhiali da sole.
Dalla valigetta metallica prese la pistola , che la mise nella fondina della cintura del pantalone, e il coltello, che lo incastrò nell’anfibio sinistro.
Poi scese per la scala antincendio e si diresse verso la foresta delle grandi Alpi, che si apriva proprio sul retro dell’albergo, avevi molti chilometri da fare a piedi.
 
Fece diversi passi quando una voce femminile, fredda e frustata, gli disse –fermo “Smith”! Si vede che non sei un architetto!- Albert si fermò e ascoltò con attenzione ciò che la ragazza aveva da dire, mentre un sorriso crudele e soddisfatto gli dipinse il volto. La ragazza continuò –che cosa sai della Umbrella? Quali sono i tuoi scopi?- Albert rispose freddamente –non sono affari tuoi Wong!- Ada rimase paralizzata, aveva già sentito quella voce fredda e crudele, ma allo stesso tempo forte e autoritaria, così con voce tremante disse –chi sei tu veramente…?-, Albert si voltò abbassò leggermente gli occhiali da sole per mostrare le iridi rosse.
Ada si paralizzò e sentì un enorme vuoto allo stomaco, non riuscì a proferire parola e Wesker ne approfittò –vai a casa Wong! Tu non hai più niente a che fare con me!- Ada si riprese, poi scosse la testa e con rabbia ma anche insicurezza disse –WESKER!!! Non voglio che la tua follia costi la vita a qualcun altro! Quindi ti devo fermare!- Albert la fissò negli occhi e vide la sua determinazione e poi disse con compassione e dolcezza –sei davvero una ragazza straordinaria! Farai di tutto per impedire che la mia anima venga macchiata ulteriormente di sangue innocente. Io lo sempre saputo, in fondo, ciò che provavi nei miei confronti- Ada rimase a bocca aperta, aveva notato che i suoi occhi erano diventati azzurri e sembravano guardare il suo cuore. E disse con voce soffocata –io ho sempre sperato che tu capissi ciò che comportavano le tue azioni, avevo un forte dolore al cuore e ciò che facevo lo facevo solo per te, ma a me faceva davvero male; Sentire le urla di disperazione e dolore di quelle persone, a Racoon City e poi in Spagna. Ma non ti ho mai abbandonato perché ti ho sempre amato…- Wesker abbassò lo sguardo e disse con affetto e calore –grazie per essermi stata vicino! Ho avuto una seconda occasione, grazie ad una persona speciale cerco di rigare dritto e mi sono fissato un nuovo obbiettivo, trovare la “cura definitiva”!- Ada rimase perplessa poi se lo ritrovò a pochi centimetri di distanza e la sua mano le stava accarezzando il viso dicendole –ho fatto un grande casino per trovare il mio “cuore”, ora tocca a te! Penso che tu l’abbia già trovato, dopotutto Leon è un bravo ragazzo!-.
Ada non riuscì a dire niente, lo vedeva davanti a lei che sorrideva, non l’aveva mai visto sorridere, e riusciva a capire che qualcosa in lui  era cambiato.
Poi Albert si voltò e mentre scompariva nell’oscurità della foresta disse –pensa alla tua vita adesso! Fai ancora in tempo per quel volo diretto a Tokyo-.
Ada rimase a fissarlo finché non scomparve dalla sua vista e pensò “l’unica cosa di cui mi dispiace e di non essere stata io a farti cambiare, Wesker! Chiunque l’abbia fatto ti merita davvero e sono certa che ti ama con tutto il cuore. Non so come spiegarlo, forse dipende dal fatto che ho visto il tuo cuore tramite i tuoi occhi azzurri, ma sento che l’aria sta cambiando”.

nota dellautrice:
so che state pensando "ma che ce lo hai fatto a fare questo incontro?" l'ho fatto perchè secondo me una ragazza come Ada non può stare agli ordini di Wesker solo per profitto e quindi ho pensato di aggiungerci un po' più di condimento!
va be adesso ragazzi al prossimo capitolo...che vi ho combinato...quindi dico: cosa troverà Wesker nel laboratorio? e voi dite "e che ne so scrivilo sto' undicesimo capitolo" mi dipiace ma dovrette aspettare la prossima settimana.
va be come al solito un grazie a chi mi segue e per dimostrarvi che ci tengo a voi vi dedico questo e il prossimo capitolo. E ricordate che una recensione fa sempre piacere.
Baci, martamatta  
  
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