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Ok, è finita anche questa.
E l’ultimo capitolo, lo pubblico con la “benedizione” della
webmistress, Erika, che ringrazio.
Devo dire una cosa molto importante:
questo finale è puramente autobiografico.. insomma, biografico.
Con me attrice non protagonista.
E anche se non si parlava di Versailles, io ero quella che
contribuiva a riempire le fontane.
Le lacrime quel giorno si sono sprecate.. ^^
E
quando parlo di autobiografico parlo di realtà, di momenti realmente vissuti,
di frasi pronunciate davvero.
Ormai un anno fa, ma eventi i situazioni accaduti realmente.
Certo, non si parlava di una partita di Champions league e tanto
meno di un portiere del calibro del SGGK, ma quello dovete farmelo passare per
buono. Per cui desidero subito farvi notare una cosetta: anche la mia fanfic si
conclude nel solito, amato e sperato reparto maternità.
Nello stesso modo in cui si conclude “Scent of hearts” di Anjulie e nello stesso modo in cui si
concludeva quella splendida fanfic di Stormy
che tante tra le mie lettrici sono certa abbiano adorato.
Ebbene, per scrivere un simile finale avrei dovuto chiedere i
credit ad Angie.
E se non l’ho fatto, è stato solo per puri problemi logistici.
In ogni caso, non me ne vogliate per il pizzico di arroganza, ma
sono certa che lei me li avrebbe concessi.
Quindi la mia non vuole essere una copia sbiadita di un’opera
stupenda che ora non è più su questo sito.
Non lo farei mai, specialmente ad una persona magnifica quale è
sempre stata con e per me Angie.
È
solo grazie alla sua “So bad..” che ho
avuto il coraggio di pubblicare e rovesciare nella mia storia tutti questi
dispiaceri. Se lei non avesse fatto il primo passo, con quell’infintà di
incomprensioni, non sarei mai stata capace di pubblicare niente di simile. E se
lei non mi avesse spronato a pubblicare KuS, io l’avrei ancora sparsa tra i
floppy.
E voi non stareste qui a perdere tempo con tutte queste
giustificazioni.
E a
dirla tutta, spero di poter diventare una beta-reader nello stesso modo in cui
lei lo è stata per me.. semplicemente fantastica.
Detto questo, voglio ringraziare ancora una volta, tutte le
persone che hanno seguito “La strada verso la felicità” dei miei Genzo e
Kathrin.
A chi l’ha fatto con entusiasmo, a chi l’ha letta solo per
riempirsi un pomeriggio, a chi l’ha recensita con il cuore, ha chi mi ha fatto
notare dove sbagliavo, a chi mi ha fatto notare di aver colto e apprezzato dei
piccoli particolari, a chi mi ha emozionato con le sue mail, a chi l’ha fatto
con i suoi commenti.
A chi mi ha aiutato, a chi mi ha sostenuto.
A chi rimarrà deluso per questo finale.
A chi la leggerà e a chi non piacerà.
Menzione speciale per la mia piccola Gingi.. Abbi almeno metà della fiducia che ho io in te.
Hai ancora tempo.. non correre, non affrettarti.. e poi, il
giorno che pubblicherai, ti auguro di trovare dei lettori e dei recensori come
i miei, perché se così fosse, ti emozionerai per le loro parole.
Devo anche comunicarvi che
Mi sembra di aver detto tutto, di aver ringraziato tutti.
E se non l’ho fatto, grazi. Grazie di cuore.
Vorrei trovare una parola migliore per fare capire ad Ale Kanou,
in che modo la sua recensione mi abbia colpita. È stata l’onda che si infrange
sullo scoglio del “ti amo” di Genzo, in KuS.
Perché leggendola mi sono venute le gambe molle e mi sono messa
a piangere..
Perché la disperazione di Kathy, come lei ha intuito è stata la
mia disperazione, il suo dolore è stato il dolore del mio corpo, la sua bontà è
quella mia qualità che mi ha sempre fatto prendere delle clamorose facciate.
Perché… io punto e basta.
Vorrei dedicare questa storia a tante persone.. e come ho già
scritto qualche capitolo fa, soprattutto all’amore della mia vita, il mio tipo-nipotino (numero 10 – fantasista)
Francesco, chiedendogli scusa per aver sostituito il suo nome con mille
altri nomignoli piuttosto idioti come
Bumbi, Pinellino, Toporagno, Pincher, Frieskies, Fievel, Pinzipunzi, Bimbibello
e via discorrendo, perché spero che un giorno sorrida di tutto quel piagnisteo
che mi sono fatta, tanto da farmi sgridare anche dall’infermiera, quando l’hanno
portato in camera, e mi ci sono voluti venti minuti prima di metterlo a fuoco.
A lui che è diventato la mia ancora, a lui che mi ha fatto trovare la forza di
combattere a lui che mi ha dato il motivo di continuare a vivere. A lui che mi
manca e che comincerà a mancarmi sempre di più mano a mano che crescerà.
Ma
la dedico ad Alessandra.
E
prego per lei che presto possa scrivere un simile capitolo, nel libro della sua
vita.
Mentina*
~
Tutti i personaggi, etc di "CAPTAIN
TSUBASA" sono © di Yoichi Takahashi. All rights
reserved. First published in Japan in 1981 by SHUEISHA INC., Tokyo.