Anime & Manga > Lady Oscar
Segui la storia  |       
Autore: oscar1755    22/10/2006    2 recensioni
“Oscar si svegliò di malumore anche quella mattina. Ultimamente, non riusciva a riposare che poche ore per notte. I pesanti turni di pattugliamento, ai quali erano sottoposti i suoi soldati, le impedivano di essere serena.
L'esasperazione del popolo parigino sembrava diffondersi senza controllo, ed il compito di prevenire disordini diventava sempre più arduo.”
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
capitolo 2

capitolo 2

Oscar si avvicinò al nobile inglese e, riprendendosi dalla sorpresa, si presentò a sua volta.
- Sono Oscar François de Jarjayes, comandante dei soldati della guardia metropolitana. Vi do il benvenuto in Francia, colonnello Stewart. Sua Maestà, la regina Maria Antonietta, mi ha appena esposto il vostro incarico – proseguì, con educata cortesia – e mi auguro di potervi essere di aiuto.
- Vi ringrazio, comandante – replicò l’ospite, pacato – mi affido alla vostra competenza. Non desidero intralciare le attività del vostro reggimento, pertanto, mi adeguerò alle disposizioni in essere.
Oscar ignorò le parole del colonnello, il quale aveva intuito, forse inconsapevole, la seccante verità.
- La vostra padronanza della lingua francese è impeccabile – apprezzò, cambiando discorso.
L’uomo sollevò impercettibilmente un sopracciglio.
- Il mio vecchio precettore, Monsieur Bonaud, purtroppo scomparso da qualche anno, sarebbe stato orgoglioso di udire queste parole, soprattutto se a pronunciarle è un perfetto gentiluomo quale voi siete, comandante.
- Vogliamo andare, colonnello? – gli propose Oscar, desiderosa di lasciar cadere quella conversazione.
Andrè aveva ascoltato il breve scambio di cortesie, osservando Oscar con attenzione. La piega severa delle labbra, gli suggeriva che il suo comandante era estremamente irritato per il compito affidatogli dalla regina.
Eppure, per un attimo, l’aveva vista perdere l’usuale atteggiamento controllato, e mostrare un sincero stupore alla vista dell’ufficiale inglese.
Li seguì verso l’esterno, con incedere risoluto.

Oscar camminava al fianco del loro ospite, inconsapevole dello sguardo ammirato di Andrè.
Rievocò, con amarezza, il terribile giorno in cui le aveva dichiarato di amarla, quando, esasperato dai lunghi anni accanto a lei senza poterla nemmeno sfiorare, l'aveva gettata sul letto e baciata con forza.
Il ricordo delle emozioni ardenti era ancora vivido, ed ogni volta che il pensiero si posava sulle immagini e sulle parole di allora, dal suo cuore saliva un dolore acuto che non si sarebbe mai placato.
Nonostante amarla fosse fonte di sofferenza, non l'avrebbe mai abbandonata.
Rammentò la sua collera, quando aveva scoperto che si era arruolato nei soldati della guardia. Calmatasi, aveva tollerato, in silenzio, la sua presenza discreta.
L’atteggiamento di freddo riserbo, dietro al quale Oscar si era trincerata, non lasciava trapelare i pensieri più intimi, e per lui, pur conoscendola da vent’anni, era molto arduo comprendere cosa celasse nel cuore.
Era certo che in lei fosse in atto una battaglia tra il voler vivere come un uomo, retaggio dovuto alla rigida educazione ricevuta, ed il suo essere donna.
Una lotta interiore il cui esito era un mistero anche per lui, che la conosceva meglio di chiunque altro.
Esiliò, innervosito, le sgradevoli riflessioni dalla mente, trasferendo la propria attenzione sul colonnello inglese.
Aveva avuto modo di osservarlo e, non poteva negarlo, era rimasto particolarmente sorpreso.
Di qualche centimetro più alto di Oscar, il colonnello Stewart aveva un portamento alquanto elegante e carismatico, frutto, indubbiamente, di un'ottima educazione, ma senza alcun eccesso di affettazione.
Lunghi capelli color del grano, trattenuti dietro le spalle da un fiocco nero, incorniciavano un volto di rara bellezza, illuminato da uno sguardo penetrante ed attento.
Gli occhi, di un caldo blu cupo, contrastavano con l’atteggiamento severo ed inaccessibile, e da essi, traspariva una sorta di quieto equilibrio, tipico di chi non è afflitto da scontri interiori.
La divisa militare, composta da giacca azzurra e pantaloni grigi, completata da un paio di stivali neri, metteva in risalto il fisico, piuttosto snello, ma asciutto e scattante. Sul fianco sinistro pendeva una spada, sulla cui elsa era cesellato uno stemma, che, senza dubbio, era l'emblema del suo casato.
Nel complesso, lo si sarebbe potuto definire un uomo molto affascinante.
Mentre ne esaminava il portamento, si rese conto improvvisamente, di averlo confrontato con l’eleganza aristocratica di Oscar.
Scosse il capo, perplesso, percependo nell’animo, per un brevissimo istante, una confusa diffidenza.

Nel tragitto che li separava dall’esterno della Reggia, Oscar studiò l’ospite straniero, seguendo, inconsapevole, i pensieri di Andrè.
Come il suo attendente, giunse alla conclusione che il colonnello inglese era davvero un uomo molto attraente, garbato e perspicace, anche se nutriva più di un dubbio sulle sue reali competenze militari.
L’educata impassibilità, con cui pareva osservare i propri simili, suscitò in lei una singolare emozione. Scorgeva in lui, qualcosa di vagamente familiare, che, al momento, le appariva alquanto indistinta.
Infastidita da una incomprensibile esitazione, lo invitò a salire a cavallo, apprezzandone, suo malgrado, il perfetto dominio sull’animale scalpitante.
Gettò un’occhiata fugace ad Andrè e, premendo i talloni sul ventre di César, lanciò il cavallo al galoppo.

Dopo la doverosa parata di benvenuto, Oscar scortò il colonnello nel proprio ufficio.
- Presumo siate ospite a Versailles – esordì, osservando l’inglese annuire – la Reggia è piuttosto lontana da questa caserma e ritengo che sia oltremodo incomodo percorrere ogni giorno un tragitto così lungo. Se lo desiderate, potete dimorare nel palazzo della famiglia Jarjayes, colonnello.
Gli occhi chiari lasciarono trapelare una sincera sorpresa, accentuando il fascino dell’uomo – non vorrei abusare della vostra cortesia, imponendovi doveri di ospitalità che esulano dall’incarico affidatovi dalla regina Maria Antonietta – replicò, calmo - inoltre non sono solo, ma ho condotto con me il mio attendente.
Oscar abbozzò un sorriso – non è affatto una costrizione, colonnello, ribadisco che sarei felice di ospitarvi.
- In tal caso, comandante, vi ringrazio ed accetto con piacere.
– Molto bene, colonnello. Andrè! Precedici a casa ed avverti i domestici di preparare le stanze per i nostri ospiti.
- Agli ordini, comandante.

* * *

Scorse in lontananza Andrè, immobile, ad attenderli. Accanto a lui, sua nonna gesticolava, dando disposizioni ai domestici.
Ogni volta che lo sguardo smeraldo si posava su di lei, percepiva un’inquietudine martellante che minacciava la sua decisione di vivere come un uomo.
Scrollò le spalle, come se quel semplice gesto potesse cancellare la confusione che albergava nella sua mente.
Scese da cavallo, lentamente e con eleganza. Andrè afferrò le redini, fissandola in silenzio.
- Grazie – si costrinse a dire.
- Madamigella Oscar, bentornata – chiocciò Nanny, gioiosa – è tutto predisposto per gli ospiti. La cena sarà servita tra un’ora.
Notando lo sguardo assorto posato su di lei, Oscar si rivolse, diffidente, al colonnello Stewart.
- Qualcosa vi turba?
- La regina Maria Antonietta ha decantato il vostro talento militare, dipingendovi come un soldato leale e valoroso – spiegò, senza nascondere la sorpresa - ma non mi ha detto che siete una donna.
Sorrise amabilmente, rivelando uno sguardo dolce e comprensivo, che irritò Oscar.
- Colonnello Stewart, vi rammento che sono innanzitutto un soldato! – esclamò, cercando di dominare la collera.
- Vi prego di perdonarmi, comandante. Non era mia intenzione provocarvi – si scusò l’inglese.
Aveva scelto le parole con cura, per non urtarla ulteriormente.
Era certo che il colonnello de Jarjayes celasse, dietro un atteggiamento cortese, ma distante, una natura femminile e conciliante.
Socchiuse gli occhi, scrutando il suo attendente, che, silenzioso, aveva seguito l’evolversi della loro conversazione. Lo sguardo penetrante brillava di luce rabbiosa. Gelosia, forse?
Sorrise impercettibilmente, riconoscendo che la natura umana non contemplava distinzioni di ceto.
- Perdonate il mio ardire – azzardò, accingendosi a seguire i domestici – ma ho sospettato che voi foste una donna non appena vi ho visto, perché, madamigella Oscar, siete troppo bella per essere un uomo.
Lo sguardo azzurro scintillò in segno di sfida, prima di posarsi, contrito, sul suo attendente.
- Andrè, conduci i cavalli nelle stalle, per cortesia – disse, ostentando una calma che era ben lungi dal provare.
- Come desideri – mormorò il giovane, prima di allontanarsi.
Capì, conoscendola molto bene, che lei aveva deliberatamente ignorato l’accaduto, e la richiesta di occuparsi dei cavalli esprimeva la volontà di non discuterne con lui.
Serrò la mascella, cercando di contrastare il crescente risentimento verso il colonnello inglese.

 

continua

 

Grazie lazarus34, anche se, a differenza di quanto avevo previsto inizialmente, sto modificando, e di parecchio, la versione originale….questione di ..."ispirazione"
Giuly93: beh, Andrè geloso? Ma certamente!
Nisi, un grazie particolare per le belle parole. ^^

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: oscar1755