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Autore: jarjar    25/03/2012    2 recensioni
Stefan ed Elena decidono di sposarsi, ma la ragazza dovrà fare i conti con i sentimenti e con l'attrazione che prova nei confronti di Damon che nel frattempo si dimostra pronto a tutto per conquistare la ragazza.
Non vi anticipo nulla, leggete e scoprite cosa succede, lasciando se volete anche una recensione!
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Farsa

Elena stava letteralmente soffocando, all'interno di quell'aeroplano.

L'ansia iniziale aveva, quasi immediatamente, lasciato il posto alla noia.

La giovane non credeva che su quel veicolo ci fossero tante poche cose da fare; fatto sta, che dopo aver letto per diversi minuti la rivista di bordo, dopo aver


giocato con l'iPhone e aver ascoltato un po' della sua musica, si era rassegnata a passare un'altra ora su quel “coso” senza fare assolutamente nulla di


costruttivo.

Dopotutto, il compagno di viaggio le era molto d'aiuto: aveva fin da subito rimorchiato una hostess che era passata a servigli del caffè, benché ad Elena la


cosa desse parecchio fastidio, il vampiro non sembrava affatto turbato, anzi! Con molta nonchalance l'aveva liquidata quasi subito facendole capire che non


aveva alcuna intenzione di andare con lei nella cabina del comandante per assecondaregli istinti della bella brunetta in uniforme.

Dopo essersi comportato, secondo Elena, in modo ancor più sorprendente rispetto alle ultime settimane, le aveva chiesto se servisse qualcosa e dopo la


risposta negativa, aveva infilato le cuffiette accasciandosi sulla poltroncina.

L'unica cosa capace di impedirle di crollare sul sedile cercando di dimenticare in qualche modo la noia, era la strana signora seduta accanto a lei.

I sedili erano tre, perciò quando avevano controllato il proprio posto, una donna sulla settantina, capelli grigi ricci, occhi vispi e svegli, era già seduta sul

posto vicino al finestrino. Così i due le avevano sorriso e si erano seduti a loro volta.

La tipa non aveva fiatato, oltre a chiedere un bicchiere di acqua frizzante e pronunciare un soave ma cordiale “grazie” ad Elena quando questa le aveva

passato la bevanda.

In quel momento aveva un libro in mano e benché la giovane riuscisse a scorgerne il titolo, non poteva sprecare l'occasione di parlarle.

“Cosa legge, signora?”

“Oh, nulla di interessante cara; il nome del libro è “Una fortuna pericolosa” ma è davvero interessante.” rispose l'anziana donna con voce calda e

rassicurante.

“Non volevo essere scortese, il mio nome è Elena Gilbert.”

“Molto piacere di conoscerti, io sono Susan Basy.”

La donna ripose il libro nella piccola borsetta accucciata sotto i piedi e tolse dal naso gli occhiali da lettura.

“Viaggio di nozze, dunque eh?!”

Chiunque sarebbe stato sconvolto dalla velocità con cui le guance di Elena si tinsero di porpora, ma non fece neppure in tempo a ribattere che subito la


strana vecchietta aveva ripreso la parola: “Oh, mi fate venire in mente me e mio marito alla vostra età... Sai, ci sposammo che non avevamo neanche

vent'anni e la nostra luna di miele fu a Santorini, in Grecia. Le settimane più belle della mia vita.

Non voglio sembrarti vecchia e strampalata, il mio Joseph è venuto a mancare molti anni or sono...”

“Oh, beh mi dispiace molto signora, però credo che lei abbia fraint...”

Proprio mentre cercava di spiegarle la situazione, ecco che veniva interrotta nuovamente:

“Su via, quale signora?! Sono ancora una ragazzina nel profondo, puoi chiamarmi Sue, cara. Devo confessarti che tuo marito assomiglia moltissimo al mio


Joe: capelli scuri, sguardo penetrante...deve essere un tipo assolutamente passionale immagino.”

Susan si sporse e diede un'occhiata a Damon che probabilmente scambiò per dormiente, ma al quale Elena avrebbe successivamente dato una scrollata di


capo per averla mollata in quella situazione imbarazzante e per aver ascoltato delle conversazioni private facendo finta di essere privo di sensi.


Nonostante tutto, la ragazza decise che a quel punto tanto valeva continuare quella farsa e far felice una povera vecchia signora.

“Beh si... insomma lui è...un tipo originale, si, diciamo originale.”

“Ooooh, conosco gli uomini come lui...Joseph per esempio, era davvero una furia al letto!”

Ridacchiò la donna.

“Ah. Si, voglio dire...no....ehm...”

“Tranquilla, ho già capito dal modo in cui sei arrossita mia cara.

Comunque mi fa piacere sapere che al giorno d'oggi c'è ancora qualcuno che si ama e si rispetta davvero. Voi due mi date speranza.”

“Cosa? Cioè, noi due...si...forse...”

La situazione stava diventando insopportabile perfino per una doppleganger e questo è dire tutto.

“Come si chiama?” chiese la donna evidentemente incuriosita da Damon.

“Damon.”

“Che insolito nome...si, davvero un bel nome. Beh, sai io sto andando dai miei nipoti. Mia figlia abita in un paese vicino Las Vegas ed è davvero molto che

non li vedo. Suo marito l'ha abbandonata con due figli parecchio tempo fa...”

“Mi dispiace molto signora, deve essere stato difficile, voglio dire...”

“Beh, ormai è passato molto tempo e comunque lui non mi era mai piaciuto.

Credo di averti angosciata anche troppo, torno al mio libro.”

Così dicendo, Susan ritirò fuori il testo e seguitò nella sua lettura.

Proprio in quel momento, Damon fece finta di rinvenire dal “lungo sonno” e levò dalle orecchie le cuffie del suo iPod.

“Tutto okay principessa?”

“Altro che tutto okay...non appena saremo fuori da questo affare vedrai tu, come non sarà tutto okay per qualcuno.” Sussurrò di rimando la giovaneaffinché

la vicina non li udisse.

Elena slacciò la cintura, scavalcò le gambe di Damon e si diresse verso una delle estremità dell'aereo.

“Ehi, dove stai andando?” le urlò il vampiro prima che sparisse dalla sua vista.

“Bagno, Damon! Quello che tu dovresti usare più spesso.”

***

Questa farsa dei finti sposini potrebbe addirittura farmi comodo...Immagino di dover ringraziare la vecchia.

Damon si spostò di soppiatto sul sedile di Elena.

“Gran bel libro! L'ho letto al liceo...Tenga d'occhio Augusta, mi raccomando!”

“Mi sorprende, non è molto famoso. Comunque è la terza volta che lo leggo mio caro e Augusta è uno dei personaggi più interessanti, io credo.”

Rispose pacatamente la donna.

“Io preferisco Micky Miranda, ma sono gusti naturalmente. Damon Salvatore, molto lieto di conoscerla.”

“Lo so, mentre dormivi stavo appunto dicendo a tua moglie quanto vi trovi perfetti. Sono Susan, comunque.”

Il ragazzo le strinse la mano cercando di contenere la propria forza.

“Magari dovresti raggiungerla...Sembrava un po' arrabbiata, forse sono solo sensazioni di una donna anziana...”

“No, beh magari ha ragione. Dovrei andare da lei. Mi scusi.”

Così dicendo Damon si alzò e si avviò verso il bagno.

La porta non era chiusa a chiave e senza neppure pensare a bussare, il vampiro entrò.

“Ma che cavolo?! Damon, VAI VIA!”

Elena si stava sciacquando la faccia piegata sul piccolo lavabo del microscopico bagno, nel quale a mala pena entravano loro due contemporaneamente ed

era senza maglia, che probabilmente aveva tolto per darsi una rinfrescata.

“Oh cazzo! Mi dispiace!!” urlò il vampiro girandosi e dando modo alla ragazza di infilarsi la maglietta.

“Senti, non manca molto all'arrivo perciò le reggiamo il gioco e facciamo felice una povera donna anziana, d'accordo?” propose lui per sdrammatizzare.

“Si, ma adesso ESCI DA QUESTO BAGNO.”

“Si, hai ragione, scusami ma pensavo fossi arrabbiata e non volevo rovinare il viaggio ma non pensavo che tu...”

“DAMON!!!”

Dopo essersi chiuso la porta alle spalle, Damon tornò a sedersi al suo posto.

La vecchia signora sedeva tranquilla con il libro fra le mani e non sembrava intenzionata a distogliere lo sguardo.

Il vampiro non riusciva a capire cosa fosse preso alla ragazza. Pensava fosse solo nervosa per tutta quella storiella che la donna li aveva costretti ad

inscenare, o magari dal fatto che lui aveva fatto finta di dormire lasciandola in una situazione a dir poco imbarazzante; inoltre aveva fatto irruzione nel

bagno trovandola in solo reggiseno ma a giudicare dalla tensione all'interno di quel bagnetto, c'era qualcos'altro.

Non fece in tempo a continuare le proprie riflessioni, che Elena lo scavalcò per tornare al proprio posto.

***

Il resto del volo passò rapidamente.

Elena prese esempio da Damon e si immerse nella musica del proprio iPod.

Almeno non avrebbe dovuto sopportare un'altra imbarazzante chiacchierata né con il vampiro, né con l'anziana signora.

L'unica cosa che sperava, era di non dover parlare con Damon del fatto che l'aveva vista in reggiseno. Non sapeva proprio come affrontare l'argomento visto che era la seconda volta in meno di tre mesi.

Ciò che più la preoccupava era il fatto che in qualche modo non era dispiaciuta che fosse entrato proprio in quel momento nel piccolo bagno.

***

L'aeroporto di Las Vegas era senza dubbio enorme e pieno di vita in confronto a quello da cui erano partiti: c'era un incredibile via vai di gente, negozi di ogni genere, per non parlare degli addetti alla sicurezza e degli impiegati.

Quello si, che era uno di quei luoghi che aveva spesso immaginato.

“Da questa parte.” disse Damon conducendola in un'ampia sala bianca e lucente dove erano presenti i nastri per i bagagli.

C'erano più di 10 nastri trasportatori e una quantità strabiliante di persone che aspettavano o che, riconoscendo la propria borsa, si accingevano a prenderla e ad avviarsi verso l'uscita.

“Io vado a dare un'occhiata. Non credo che le valigie del nostro volo siano state già scaricate. Mi vuoi aspettare qui?” chiese il vampiro indicando delle panche non molto distanti dal nastro 8.

“Si, credo che ti aspetterò seduta qui. Se ti serve una mano chiamami.” rispose Elena accomodandosi.

“Si, tranquilla. Credo ci vorrà un pò.”

Damon si avviò e si confuse con tutte le altre persone.

Nel frattempo Elena scrisse un messaggio a Jenna che sicuramente era già in iperventilazione per non aver ricevuto notizie dalla nipote.

Tutto ok.

Siamo arrivati, fra poco saremo in hotel.


 

Dopo aver inviato, chiamò Stefan per rassicurarlo e soprattutto per farsi rassicurare.

“Elena, tesoro! Siete già atterrati?” chiese dall'altra parte il fidanzato.

“Si, proprio ora. Pensavo che ti facesse piacere saperlo.”

“Ma è ovvio che mi fa piacere. Come è andato il volo? Voglio sapere tutto.”

“Niente male, sul serio. Forse un po' noioso ma sono cose che capitano, alla fine ho ascoltato un po' di musica...”

“Mio fratello?”

“Tutto apposto. Anche lui ha ascoltato l'iPod.”

Scusami tesoro mio ma non ho proprio il coraggio di dirti che mi ha visto in biancheria...di nuovo.

“Bene, spero che non torni a comportarsi da animale visto che ultimamente sembra così...versione gentiluomo ottocentesco.”

“Puoi dormire tranquillo. Invece come va con Samantha?”

“Oh, parecchio bene direi. Sapevi che è un'appassionata di letteratura russa?! Dico sul serio abbiamo talmente tante cose in comune che è davvero divertente passare del tempo con lei.”

“Ah. Beh.. sono contenta. Molto.”

“Va bene amore, adesso ti devo lasciare perché mi stavo dedicando a curare il giardino; a proposito, sapevi che Sam ha frequentato un corso di giardinaggio in California?! Che coincidenza, pensa un po'...”

“Si, interessante. Ti amo.”

“Ti amo anch'io, a stasera. Chiamami tu quando puoi. Un bacio enorme.”

Chiusero la telefonata ma ad Elena rimase l'amaro in bocca sapendo che quella troie.. ehm, brava ragazza stava di sicuro flirtando con il suo fidanzato.

Certo, riconosceva lei stessa di non comportarsi come una monaca nei confronti di Damon, ma quelle cazzate degli interessi in comune proprio non se la beveva.

Mentre pianificava un modo convincente di uccidere Samantha, facendolo passare per un incidente, Susan si sedette accanto a lei.

“Ci rivediamo cara. Dov'è il tuo Damon?”

“Sta prendendo le valigie signora. Vuole che prendiamo anche le sue? Insomma, cioè magari lei...”

“Oh, no tranquilla. C'è mia figlia che le sta aspettando lì.”

“Capisco. Dunque passerà i prossimi giorni in famiglia eh?!” cercò di attaccare bottone la giovane donna.

“Non sai quanto sia entusiasta. Vorrei davvero farti conoscere i miei nipoti, sono così terribilmente scalmanati...”

“Dove abitano?”

“Boulder City, non è distante da qui a dire il vero.”

Elena cominciò a guardare assorta verso il nastro trasportatore. Sperava soltanto che Damon facesse presto, per poter uscire da quella situazione imbarazzante ed inverosimile che si era creata intorno a loro.

“Ora che ci penso, perché non venite anche voi due?”

La ragazza, resasi conto della parole pronunciate dalla signora, la guardò sbalordita e balbettò: “Non si preoccupi, davvero...voglio dire di sicuro saremo in città in men che non si dica e...”

“Oh, insisto mia cara. Per favore, rendimi felice un' ultima volta.”

“Mi scusi tanto signora ma non possiamo proprio...”

La donna era diventata triste e malinconica e per quanto la cosa dispiacesse alla doppleganger, non poteva far altro che declinare l'invito.

Alcuni minuti dopo, trascorsi in rigoroso silenzio, Elena scorse Damon che si avvicinava a passo svelto.

“Ecco qui principessa. Possiamo andare a prendere un taxi.” disse il vampiro che si era fatto carico anche del bagaglio della ragazza.

“E' stato davvero un piacere Sue, spero di sentirla presto.”

“Oh, certo ragazzi...mi raccomando siate felici insieme, io ormai sono solo una povera vecchia, ma voi giovani dovete godervi la vita.”

Dopo aver salutato Susan, la coppia si diresse verso la fermata dei taxi.

Mentre il vampiro si dava da fare per fermare un veicolo libero, una donna sulla quarantina, capelli color carota, non troppo alta e dai lineamenti familiari, si avvicinò ad Elena.

“Ciao. Mi chiamo Bette, sono la figlia di Susan.”

“Oh, salve io sono Elena; ho conosciuto sua madre sull'aereo, è davvero una brava persona.”

“Scusami se sono invadente, Elena, ma probabilmente mia madre non ti ha detto che è molto malata.”

“Cosa? No, cioè non ne ha parlato...mi dispiace tanto, davvero.”

Elena non sapeva cosa aspettarsi. Era davvero una bruttissima notizia, ma cosa poteva fare lei per quella stramba famiglia appena conosciuta?

“Soffre di leucemia, i medici non le danno più di quattro mesi di vita. Lo so che può sembrarti strano ma prima mi ha parlato di voi due e sembrava così...speranzosa ecco.”

“Si, beh...scusami ma non capisco proprio cosa intendi.”

“Volevo solo chiederti se vi va di passare due o tre giorni a casa nostra. Non è un hotel, questo è certo, ma il posto c'è e so fare degli ottimi pancakes.”

“Oh, Susan mi aveva fatto la stessa proposta ma non possiamo, sul serio.”

“Capisco. Mi dispiace molto perché, beh sai, erano anni che non vedevo gli occhi di mia madre brillare in quel modo.”

Detto questo, la donna strinse la mano di Elena e si avviò verso il parcheggio dell'aeroporto.

Andiamo Elena!! Quanto sei egoista. Andando lì faresti felice una povera donna che sta per morire e invece preferisci non darle questa ultima gioia piuttosto che fingere di stare con Damon per tre miseri giorni.

La sua coscienza prese il sopravvento e la giovane Gilbert si trovò a rincorrere Bette per dirle che lei ed il suo “maritino” avrebbero accettato volentieri l'invito.

 

*Angolo dell'autrice*

Eccomi...FINALMENTE
Questo capitolo è un pò introduttivo ancora, ma potete immaginare cosa potrà succedere nei prossimi con Elena e Damon che devono fingere di essere sposati ;)
Chiedo scusa per il megaritardo e ringrazio tutti quelli che ancora non hanno piene le tasche di questa fic.
P.S. Il libro "Una fortuna pericolosa" è di Ken Follett, ve lo consiglio e i nomi come Micky ed Augusta appartengono a personaggi del libro
jarjar

  
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