Il dodicesimo conturbante dottore

Biondo, muscoloso, poco più che maggiorenne, l’ultima rigenerazione del Dottore era molto diversa dalle precedenti.

Più somigliante ad un divo del Cinema che ad un millenario Signore del Tempo, il dodicesimo Dottore amava vestire sportivo, con berretti messi alla rovescia, felpe e pantaloni larghi.

Il suo stile “Rap” avrebbe fatto inorridire sia il malinconico Doctor Ten, che lo sbarazzino Doctor Eleven.

Nessuno dei suoi nemici storici lo avrebbe mai riconosciuto sotto quelle sembianze. Eppure, malgrado l’aspetto da ragazzino, Doctor Twelve aveva due occhi che incutevano paura in chiunque li guardasse: azzurri e freddi come il ghiaccio, sembravano gli occhi di un vecchio pazzo.

Un’altra caratteristica che lo rendeva diverso dagli altri suoi alter-ego era la totale assenza di loquacità: Doctor twelve era un tipo taciturno. Ma l’aspetto più inquietante della sua natura era la sua insana voglia di combattere: caratteristica mai posseduta da tutti i Dottori che si erano succeduti negli anni, i quali si dichiaravano convinti pacifisti.

Inoltre l’ultimo dottore era un maniaco del sesso.

Mentre agli altri Dottori questo aspetto della vita non interessava minimamente, Doctor twelve impazziva per qualsiasi femmina, terrestre e non,  gli si presentasse davanti. In quei momenti sembrava più umano di quanto non fosse mai stato in tutta la sua lunga esistenza.

“Ti prego, fermati” lo supplicò la sua nuova compagna di avventure. In verità quella ragazza non era salita sul Tardis di sua iniziativa. Il dottore l’aveva sorpresa a fissarlo con insistenza e quando lui l’aveva guardata a sua volta,  la ragazza era improvvisamente arrossita.

“Come ti chiami?” le aveva chiesto malizioso.

“Veronica” aveva risposto lei  impaurita.

“Io sono il Dottore” La prese per mano e la fece salire sul TARDIS.

Quando la porta della cabina blu si  richiuse alle loro spalle, il Nuovo Dottore  diede alla ragazza a malapena il tempo  per accorgersi di quanto fosse essa più  grande all’interno, prima di  iniziare a baciarla.

La ragazza, sconvolta, lo respinse con tutte le sue forze e il Dottore, irritato per il suo rifiuto, buttò a terra il berretto blu dei “Giants” ed  andò a pilotare il Tardis.

Veronica, in preda al panico, cercò  invano di aprire la porta. Il dottore mise la sua prossima destinazione, come se intorno a sé fosse tutto silenzioso e immobile, mentre invece aveva a bordo una donna italiana che urlava “aiutatemi!” in preda al terrore.

“Sta un po’ zitta” le ordinò scocciato, continuando a guidare.

“Dove mi stai portando?” gli domandò la ragazza, facendo qualche passo verso di lui.

“Viaggerai nel tempo e nello spazio…” disse come se fosse ovvio.

“Tu sei pazzo. Riportami indietro, immediatamente!” gli urlò ad un palmo dal suo viso.

“No, dolcezza. Tu resterai con me fin quando lo vorrò io.” E le sfiorò la guancia con un dito, dolcemente.