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Autore: Dreamer In Love    25/03/2012    6 recensioni
Una ricerca. Un tormentato bisogno di sapere e capire. Sentimenti contrastanti che ti dilaniano il cuore. Sarà il cuore o la mente ad avere la meglio? All'amore non si comanda, dicono. Ma quando in ballo c'è un importante amicizia non è più l'amore ad avere la meglio. Dominano la paura, il dubbio, l'incertezza. E Fine è fin troppo brava ad avere paura ...
FXS con accenni a RXB e altre coppie ...
Un Bacione
Ele
Genere: Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fine, Shade, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti! Mi scuso per l'enorme ritardo, ma ho avuto qualche problema con la scuola e ovviamente...con il  cuore. Per questo mi mancava l'ispirazione. Mi spiace di avervi fatto aspettare ma spero che grazie a questo capitolo possiate perdonarmi. Come già anticipato entrerà in scena Shade e per questa volta vedremo le cose dal suo punto di vista. Spero di non deludervi. Io amo quel ragazzooooooooo #.#
Dedico questo capitolo alla mia migliore amica Giorgia, che ignara di quello che avrei scirtto, mi ha comunque sostenuto e ispirato.  Poi lo dedico anche a tutte coloro che hanno recensito. I vostri commenti mi han fatto molto piacere. Fatemi sapere ancora la vostra opinione. GRAZIE DI TUTTO. Ok ora basta divagare... vi lascio leggere in pace. :D
Un bacione
Ele


2.

POV. SHADE
Milky era corsa incontro a Fine senza nemmeno salutarmi.
Mi alzai per raggiungerle quando una serva mi fermò e mi mandò da mia madre.
“ E’ arrivata, vero?”, mi chiese quando entrai nel suo studio. Annuii sorridendole. Mamma continuò:
“Sento la sua presenza. E’ come se una folata di allegria al sapore di fragola fosse arrivata a castello”.
Sorrisi di nuovo. Mi piaceva quella metafora. Rispecchiava perfettamente Fine.
Mi diede una montagna di scartoffie da compilare, sorridendo beffarda. Si stava prendendo gioco di me la mia stronz …. Adorabile mammina![O:D]!
Sapeva che avrei preferito fare altro e invece mi costringeva a rimanere chiuso in camera per l’intera mattinata.
Dopo aver passato una buona ora a far conti e leggere rapporti, decisi di prendermi una pausa.
Camminavo tranquillo per i corridoi, per sgranchirmi le gambe.
Chissà che stanno facendo quelle due pasticcione?
Non l’avessi mai detto.
Ero nei pressi della cucina. Dall’interno si sentivano risate e urla; le loro risate, e le loro urla. Mi venne un gran gocciolone sulla testa.
Poi una voce si fece più alta e burrascosa; doveva essere il cuoco.
La porta della cucina si spalancò.
Fine e Milky erano coperte da capo a piedi di farina, uova e glassa al cioccolato. Inizialmente le ragazze si guardarono stupite, poi cominciarono a ridere.
“ Hai visto la faccia di Chef?  AHAHA”.
“Fantastica! Ahah! Sono curiosa di sapere come toglierà le uova dal soffitto!”.
Avevano entrambe le lacrime agli occhi e si tenevano la pancia.
Fine mi dava le spalle ed io mi avvicinai di soppiatto per farla spaventare.
“Ehi Maschiaccio! Che ci fai qui?Che avete combinato te e Milky?”.
La vidi sobbalzare, emanando, con quel gesto, un po’ di polvere bianca attorno a se.
Si girò stupefatta e imbronciata, non voleva che la chiamassi “maschiaccio”; ma appena mi vide le sue labbra s’inarcarono in un bellissimo sorriso: dolce, rassicurante e pieno d’affetto.
“Ciao Shade!”, mi disse guardandomi dritto negli occhi.
I suoi  occhi cremisi nei  miei cobalto.
 Non riuscivo a distogliere lo sguardo dai suoi magnifici occhi.  Per qualche strano motivo sentii il mio stomaco stringersi e il cuore accelerare.
Un colpo di tosse ci fece sobbalzare. Guardai in aria e arrossii.
“Fine è venuta a trovarmi! Ti sei perso una battaglia memorabile; abbiano distrutto la cucina … “
“ Dovreste darvi una ripulita – dissi, cercando di nascondere l’imbarazzo-.  Tra poco si pranza.”
 “Fine! Che ne dici di fare il bagno INSIEME?” .
Milky mi guardava  maliziosa. Aveva notato fin troppo il nostro scambio di sguardi e il mio imbarazzo.
Ora mi stava provocando. E lo stava facendo nel modo giusto.
Arrossii ancor di più. Come si permetteva quella mocciosetta di parlare in quel modo? Dopo mi sarei vendicato. Con una scusa banale mi allontanai con la promessa di vederci a tavola.
Girato l’angolo mi appoggiai al muro. Che diavolo mi stava succedendo? Perché il mio cuore batteva così forte?
 Scossi la testa violentemente, perché la mia immaginazione non mi permetteva di ragionare razionalmente; scacciai così pensieri poco casti su Fine che faceva il bagno.
Da quando Fine mi faceva quell’effetto? Cos’era stato quello scambio di sguardi? E perché la trovavo così dannatamente bella?
Volevo stringerla tra le braccia, baciarla …
CHEEEE? BACIARLA?? Oh Shade! Ora calmati cavolo! Tutte quelle scartoffie ti han fatto male al cervello! Non è possibile che volessi ba – baciarla …
Mi diedi due schiaffetti sulle guance. Mi ricomposi, e mi diressi il più velocemente possibile in camera.
Mi ci voleva una doccia fredda.
 


Ero sdraiato sul letto a petto nudo dopo una bella doccia. (sbavo  *.* n.d. autrice)
L’acqua ghiacciata mi era servita per liberarmi la mente e pensare razionalmente. Non so che mi stava succedendo. Erano emozioni nuove; il cuore che accelerava, sentirmi il viso in fiamme … tutto nuovo.
Fine era molto importante per me.
C’eravamo conosciuti mentre vestivo i panni di Eclipse; “misterioso e scorbutico”, così mi aveva definito. In effetti, aveva ragione. Eclipse rappresentava la mia parte più fredda e razionale.  Quella stupida ragazzina era entrata nella mia vita come un boomerang. Esuberante e pasticciona, aveva subito cercato di fare amicizia con me. Non la sopportavo. Era troppo spensierata e ingenua, mentre a me toccava prendere in mano le redini del mio regno. Ero troppo orgoglioso, non avrei mai ammesso che in realtà era grazie a lei che ero diventato ciò che ero adesso.
Grazie alla sua dolcezza avevo sorrido per la prima volta da mesi; grazie alla sua ingenuità avevo riso; grazie alla sua sbadataggine avevo riscoperto cosa vuol dire essere gentile e generoso. La sua energia mi aveva rincuorato e ridato la speranza. Il suo sorriso aveva sciolto il mio cuore di ghiaccio.
La conoscevo da tre anni, ormai.
Eppure queste nuove emozioni …
“Aah! Non ci capisco più niente!”, sbottai alzandomi dal letto.
M’infilai una camicia bianca e uscii dalla camera.
Ormai era arrivata l’ora di pranzo. Mi avviai verso la sala, accompagnato dai rintocchi del grande orologio a pendolo, che si trovava nella sala del trono.
Mia madre, Milky e Fine erano già a tavola.
“Oh Tesoro! Finalmente sei arrivato. Hai fatto aspettare la nostra ospite. Forza siediti che iniziamo a mangiare.” Mi accolse amorevolmente mia madre.
Mi sedetti accanto a Fine, cercando di non guardarla. M’investì un dolce profumo di fragola che mi fece voltare verso la rossa.
Aimè! Perché ti sei girato!? Stupido Shade!
Era inevitabile arrossire di nuovo.
Era bella, bellissima. Indossava una canottiera e un paio di pantaloncini. Semplici, ma le stavano benissimo.
I capelli erano sciolti e le scendevano morbidi sulle spalle. Erano ancora un po’ bagnati ed erano scompigliati. La sua pelle morbida era lucente e le sue gote erano ancora arrossate dal calore del bagno.
Come vorrei infilare le mie dita tra i suoi capelli e accarezzarle dolcemente le guance. La mangerei di baci …
Arrossii stralunato. Bevvi in un sorso l’acqua che mi era stata versata nel bicchiere e cercai di calmarmi.
A parte i commenti imbarazzanti di mia madre, gli attacchi di cuore alla vista di quella creatura celestiale e i soliti pasticci che combinava mia sorella, fu un pranzo piacevole. Le due donne e mezza (che sarebbe Milky) chiacchieravano amorevolmente del più e del meno. Finito ciò che avevo nel piatto mi alzai e mi congedai.  Avevo parecchie cose su cui riflettere. Dovevo fare alcune ricerche su quello che definivano “amore”. Pensavo di averla scampata quando mia madre mi rimise nel panico.
“Shade che ne dici di portare Fine a vedere il giardino? Sai che le piacciono molto i girasoli, e tu coltivi i più belli del regno, figliolo. Dovresti mostrarglieli.”
Avrei potuto anche trovare una scusa ma lo sguardo di mia madre non ammetteva repliche. Non che mi dispiacesse stare con Fine, le volevo molto bene, ma diciamo che ero confuso … giusto un pochino né!
Presi coraggio. Se non volevo rovinare il nostro rapporto con il mio comportamento, avrei dovuto continuare a fare finta di niente. Ero sempre stato bravo a nascondere quel che provavo. Ci sarei riuscito anche stavolta. E poi, stando col lei, sarei riuscito a capirne di più su queste palpitazioni di cuore.
Sorrisi a mia madre, mi avvicinai di nuovo a Fine.
“Va bene, madre. Fine, andiamo?”
Le porsi la mano aspettando la sua risposta. La rossa mi prese la mano sorridendo dolcemente.
“Non vedo l’ora! I girasoli sono i miei fiori preferiti.”
Milky scesa dalla sedia per seguirci, ma venne fermata.
“Milky dove credi di andare?”
“Mamma voglio vedere anche io i fiori!” disse con il broncio.
“No signorina, tu i fiori li vedi tutti i giorni. Ora devi fare il pisolino. Saluta Fine, ringraziala e fila a letto!”.
 Milky cominciò a fare i capricci.
Ancora una volta, però, lo sguardo di mia madre non ammetteva repliche.
“Grazie Fine! Mi ha fatto molto piacere vederti. Vieni a trovarmi più spesso, però.” disse cantilenando la piccolina.
“ Certo, Milky. Te lo prometto”
Fine sorrise dolcemente a Milky. A vedere quel sorriso, la rosa scoppiò a piangere e andò ad abbracciare l’amica.
“One-chan! Ti voglio tanto bene!”
“ Anch’io, Milky.” E le diede un bacio sulla guancia.
La bambina venne presa in braccio da Maria che, dopo aver salutato la sua ospite,  la portò nella sua cameretta.
Ero rimasto colpito da quella scena. Fine era molto cresciuta negli anni. Niente piagnistei, niente abbracci passionali. Solo un casto bacio sulla guancia. Era maturata così tanto; anche se rimaneva la principessa meno principesca di tutto il pianeta Wonder.  (-.-)
La portai nella serra, mentre mi chiedeva continuamente spiegazioni sul perché la chiamassi maschiaccio.
Non avevo certo intenzione di risponderle.
Dovevo forse dirle che la trovavo bellissima quando arrossiva e faceva quella buffa smorfia da offesa? Direi proprio di no!
Arrivammo davanti all’aiuola. Vidi i suoi occhi illuminarsi e le sue labbra aprirsi in un magnifico sorriso. Il mio cuore accelerò di colpo.
Ora ho un infarto, me lo sento. O.o
Arrossi violentemente. Il mio corpo iniziò a muoversi da solo. Mi avvicinai piano a lei.
Voglio tenerla stretta a me, baciarla, sentirla mia …
Le stavo per prendere la mano per trascinarla a me ma quella scema inciampò nella canna dell’acqua cadendo rovinosamente a terra.
Te pareva?! Atmosfera romantica rovinata
Mi venne un gran gocciolone sulla testa, anche se poi scoppiai a ridere. Era troppo buffa, a terra, che si massaggiava il suo bel sederino.
Si mise a ridere pure lei.
“ Dopo questo hai ancora il coraggio di chiedermi perché ti chiamo “maschiaccio”?” dissi ancora ridendo porgendole una mano per alzarsi.
“Io non sono un maschiaccio, sono solo un po’ sbadata”
“ Si certo, MASCHIACCIO. Scommetto che non impiegherai molto ad avere di nuovo le gambe all’aria.”
“Ma che dici? Era da almeno tre settimane che non cadevo a terra … evidentemente sono migliorata nel mio portamen …”
Non riuscì a finire la frase che inciampo, di nuovo, nella canna dell’acqua, stavolta finendomi addosso.
Cademmo entrambi.
Sentivo il suo corpo caldo, e prosperoso, su di me. Ma c’era qualcosa di strano.
Le nostre labbra … si erano incontrate. Per sbaglio, ci stavamo baciando.
Spalancammo entrambi gli occhi. Ci guardammo stupiti. In quel momento il tempo si fermò. C’eravamo solo io e lei, nel nulla. Di nuovo i suoi occhi fissi nei miei. Provai una profonda sensazione di pace e felicità, anche se il mio stomaco era in subbuglio e il cuore batteva forte. Le nostre labbra non si volevano allontanare, come gli occhi non volevano spostarsi da quelli dell’altro. Una scia di consapevolezza attraversò i rubini di Fine. Si stacco da me e  ci rialzammo immediatamente, entrambi rossi come dei peperoni.
“Sc-scusa ora devo andare. Grazie di avermi fatto vedere i tuoi fiori. Ciao”
Scappò via, confusa e imbarazzata più che mai.
Rimasi a guardare la sua figura che si allontanava e infine la mongolfiera, che era stata riparata, alzarsi nel cielo.
Portai la mano alla bocca. Avevo ancora sulle labbra il suo sapore. Quello era stato il mio primo bacio
Il mio primo bacio sapeva di fragola. Sorrisi. Mi ero innamorato.
 

 
  
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