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Autore: Baude    25/03/2012    10 recensioni
Nick Duvall e Jeff Sterling sono oramai due uomini adulti e felici. Hanno una bella casa,un buon lavoro e una figlia adolescente. Il loro problema,come al solito,si chiama Sebastian Smythe. Dovranno organizzare un matrimonio e tenere il più lontano possibile da Smythe la loro innamoratissima figlia. Malintesi,litigi e stoviglie che volano. Quando ci si rende conto che,sì ,il Liceo è finito,ma infondo non si è maturati così tanto da allora e che vivere insieme spesso riserva molte sorprese...
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come promesso,sono tornata.
 
Storia un po' diversa dalla precedente,diciamo che è un "Genere" che può piacere e non. Non è per forza la continuazione della scorsa long. Potrebbe anche essere vista come una storia a parte.
 
Ho deciso di scrivere di loro in queste vesti,perchè ero davvero curiosa di vedere come se la sarebbero cavata con un'adolescente,per di più donna( genere con il qual hanno avuto poche occasioni di approcciarsi,dal momento che alla Dalton- come ben si lamenta Trent- ci sono solo ragazzi.)
 
 
Come al solito nessuna pretesa. Solo quella di passare e di farvi passare del tempo.
 
Ringrazio chi mi ha sostenuta nella scorsa storia e chi aspettava con ansia questo nuovo delirio,spero di non avervi delusi e di non deludervi.
 
 
 
 
Buona Lettura
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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-Papà,lasciami.-
 
Nick Duvall uscì dalla cucina,tenendo in mano una tazza di caffè ed un giornale ordinatamente piegato.
 
Si portò al centro della sala e tentò di capire che cosa stesse accadendo al piano di sopra.
 
Jeff si era caricato in spalla la loro figlia diciasettenne nel tentativo di cacciarla dal bagno.
 
La ragazza però aveva afferrato gli stipiti della porta e in quel momento stava scalciando come una forsennata.
 
-Abbiamo due bagni.- suggerì annoiato Duvall sedendosi sul divano ed aprendo il quotidiano.
 
-Ma io voglio questo.- risposero in coro padre platinato e figlia.
 
-Tu?.- continuarono insieme.- No,io.-
 
Duvall sorrise tra se.
 
Se non avesse avuto la certezza di essere il padre biologico di Ellie,avrebbe come minimo scommesso sulla condivisione dell'intero corredo cromosomico dei due.
 
Erano inspiegabilmente identici.
 
-Sbrigatevi.- sbuffò.
 
Quel giorno dovevano andare all'aeroporto,Sebastian e Thad tornavano a Lima.
 
Smythe aveva tanto insistito per andare a vivere nella francesissima Parigi,ma oramai era troppo americano per sperare di sopravvivere in quell'infernale città-delle-baguette.
 
Era stato difficile stare senza di loro. Comunque avevano trascorso insieme,l'adolescenza e gran parte del periodo Universitario.
 
Jeff non l'aveva granchè presa bene. Inizialmente minacciò di recarsi in Francia e riportare quei due,in America, a calci.L'alternativa era quella di riportare solo Thad,annegando nell'Atlantico Smythe.
 
-Papà?- e quel forte odore di shampoo che c'era,quando Ellie era nei paraggi.
 
-Hai ceduto il bagno a tuo padre?- domandò Nick ripiegando il giornale.
 
-Ho dovuto.- sbuffò contrariata.-Papà.- e quel tono.
 
Quel tono da Bambi.
 
Quel tono da "Tu che sei il mio super-papà e puoi tutto,potresti prendere la luna e portarmela qui?".
 
Quel tono che lo faceva alzare dal divano,strapparsi di dosso la camicia e mostrare una tutina blu,con una "S" da super-eroe sul petto.
 
-Dimmi,Ellie.- si preparò Duvall.
 
Forza Nick.
 
-Ma devo proprio venire?.-
 
Eccolo lì.
 
Nick,non ha tre anni. Non puoi dirle sempre di si. Rispondile come devi.
 
-Ovvio.-strillò Sterling dal piano di sopra.
 
Jeff. Duvall si annotò di ringraziare a dovere il proprio marito.
 
-Ma io_-
 
-Niente"ma" signorina.- la difficoltà stava nell'iniziare a dirle di "No". Superata quella fase,poteva argomentare il tutto molto tranquillamente.- Sono i tuoi zii.-
 
-Ma li ho visti che potevo avere quattro anni.-
 
-E ringrazia il cielo.- intervenne ancora Jeff.
 
-Sterling!-  sgridò Nick.- Appunto per questo.- tornò a rivolgersi ad Ellie.-Verrai con noi. Si tratta di poche ore. Saluti,fai due sorrisi.- le riavviò una ciocca corvina dietro l'orecchio.- e poi torniamo a casa. Nulla di insostenibile.- la rassicurò.
 
Ellie appoggiò la testa contro la sua spalla  sbuffò.- e va bene. Anche se i vostri amici sono sempre così noiosi.-
 
 
 
 
 
 
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Non c'era molto gente quella mattina.
 
Attraversavano la città,avvolta in un silenzio quasi innaturale.
 
Nick sollevò gli occhi,guardando attraverso lo specchietto retrovisore il riflesso di Ellie.
 
Era leggermente imbronciata,avrebbe sicuramente preferito spendere tempo in altro.
 
Si perse qualche secondo nel guardarla.
 
Aveva diciassette anni ed il mondo ai suoi piedi.Lui stesso si era sentito così alla sua età.
 
Tornò a concentrarsi sulla strada.
 
Aveva comprato quella casa a Jeff,si erano sposati ed era arrivata quella meravigliosa ragazza.
 
 
Sebbene Nick ritenesse di essere al colmo della felicità,Ellie gli aveva donato una gioia differente,come se l'avesse completato.
 
Era un uomo,era un marito,era un padre.
 
Guardò con la coda dell'occhio Sterling.
 
Utilizzando lo specchietto del passeggero stava facendo delle smorfie ad Ellie.
 
La ragazza inizialmente sbuffò,guardando il cielo. Ma poi tornò a osservare quel buffo papà che si ritrovava e scoppiò a ridere.
 
Si,Nick Duvall era felice.
 
 
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-Ohio.-annunciò Thad,respirando a pieni polmoni.
 
Erano appena atterrati.
 
-Sento già la puzza di mandrie.- rispose Smythe sperando che almeno questa volta i loro bagagli non fossero chissà in quale aeroporto del mondo.
 
-Non troppo entusiasmo,Smythe.- lo schernì seguendolo.
 
Quella decina di anni a Parigi avevano dimostrato quanto in realtà Sebastian fosse diventato americano.
 
Aveva iniziato lui stesso,dopo nemmeno una settimana, a chiamare i propri connazionali mangia-rane.
 
Anche se a Thad non era ancora ben chiaro il motivo della loro partenza. Dopo tutti quegli anni,sperava che il compagno si fosse reinserito nell'alta società parigina. E invece,aveva deciso di andarsene.
 
Alla fine,dopo varie peripezie,era riuscito ad ottenere un ottimo incarico nella diplomazia.
 
Per quanto Sebastian Smythe potesse essere qualsiasi cosa,tranne che diplomatico.  commentò mentalmente Thad.
 
Attraversarono l'aeroporto.
 
-Sei taciturno,Harwood.- notò Sebastian guardandolo di traverso.- Non sei contento?-
 
Thad gli si avvicinò di più e gli afferrò una mano.- Per essere felice,mi basti tu.-
 
L'altro sbuffò,sorridendo tra se.
 
Oramai ci era abituato,erano anni che stavano insieme.
 
E ne avrebbero passati ancora molti altri. 
 
Sebastian aveva deciso di legare a se anche legalmente Thad. Ma di questo piccolo particolare, Harwood non ne era ancora a conoscenza.
 
Avrebbe trovato un modo per dirglielo,scendendo a patti con il proprio orgoglio.
 
Perchè se c'era di mezzo Thad Harwood,bisognava sempre prendere a calci l'orgoglio e confinarlo in un angolo angusto della mente.
 
 
 
 
 
 
 
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-Sono in ritardo.- notò Ellie annoiata.
 
-Grazie tesoro,è la quarta volta che ci fai notare questo dettaglio.- commentò sarcastico Jeff.
 
Padre e figlia si guardarono in cagnesco,per poi offendersi con una smorfia.
 
-Alle volte mi chiedo chi sia l'adolescente,tra voi.- commentò Nick oramai rassegnato.
 
-Non io.- risposero in coro i due.
 
Quella cosa  di parlare insieme doveva finire,il prima possibile. Rischiava l'insanità mentale.
 
 
-Comunque.- cercò di far passere il tempo Duvall.-Arrivano da Parigi,Ellie.-
 
-Perfetto.- alzò le mani al cielo la ragazza.- Vostri amici storici.- elencò -sono una coppia e arrivano da Parigi. Parleremo di giardinaggio tutto il tempo.-
 
-Ellie.-la sgridò Nick.- Sembri la figlia di due Repubblicani.-
 
-Repubblicani del Texas.- specificò Sterling.
 
Si domandò per quale regione i suoi papà avevano deciso di coinvolgerla in quel comitato di benvenuto. Sapeva a malapena chi fossero questi due zii. Anzi,se non ricordava male,uno di loro non aveva un ottimo rapporto con papà Jeff,e allora perchè tutto quel siparietto?
 
Si alzò in piedi e si voltò sbuffando.
 
E lo vide.
 
L'uomo più bello sul quale avesse mai posato gli occhi.
 
Più bello dei suoi due papà.
 
Alto,elegante,sicuro.
 
Bello. la sua mente continuava a ripetere quell'aggettivo.
 
Sebastian Smythe.
 
-Ehi,ragazzine.-
 
Ed una voce da far sciogliere.
  

   
 
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