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Autore: scheggia18    25/03/2012    3 recensioni
Allison è la protagonista di questa storia. Una ragazza interessata allo studio, alla lettura e alla sua amica Francine. Ma è proprio nella monotonia di tutti i giorni che accade qualcosa di inaspettato che può cambiare il corso dei giorni. Sarà allora che dovrà scegliere tra il “tenere i piedi per terra” o vivere una vita diversa, piena di avventura, emozione e passione. Ma si tratta realmente di una scelta? Forse in cuor suo Allie l’ha sempre saputo da che parte stare…
“Francine prese il quaderno degli appunti e copiò alcune cose sul suo quaderno e io uscii il mio piccolo album dove racchiudevo alcuni schizzi.Mi piaceva stare seduta li, con la mia migliore amica e racchiudere in un disegno le scene che vedevo […] Ma in quel momento mi colpì in particolare una scena: c’era un ragazzo in lontananza che stava steso su una panchina, con dei fogli che gli coprivano il viso e il fodero di una chitarra appoggiata addosso a lui. Alcuni piccioni gli giravano intorno, come se fosse un corpo abbandonato. Così presi il mio gessetto e decisi di raffigurare quell’immagine…”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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III CAPITOLO

La mattina mi svegliai con un gran mal di testa. Il suono della sveglia era assordante. Mia madre entrò in camera e mi guardò arrabbiata.
“Che hai combinato ieri sera?”
La cacciai malamente e mi misi il cuscino in faccia. Il sole entrava attraverso i buchi della tapparella e mi infastidiva molto. Alzai le coperte e accesi il telefono per vedere l’orario.. erano le 7:43! Mi alzai di corsa e mi diressi verso la cucina, dove stavano gia i miei. Erano seduti intorno al tavolo e stavano bevendo il caffè. Mio padre mi fece un sorriso secco
“Buongiorno bell’addormentata, ti stiamo chiamando da mezz’ora”
Ero immersa in un sonno così profondo che non avevo sentito niente. Avevo un gran mal di testa e la stanza sembrava ruotasse intorno a me. Mia madre mi guardava da sopra la tazza del caffè con aria cupa.
“Allora che hai combinato?”
“Mamma e lasciamo stare per favore”
Le risposi con voce meno seccata di prima. Lei guardò mio padre come a dire “Prova a chiederglielo tu”. Mio padre inizialmente non capiva il suo sguardo poi si girò verso di me e non fece in tempo a dir nulla che io mi alzai.
“Credo proprio che prenderò qualcosa dalle macchinette, altrimenti faccio troppo tardi”.
Mi alzai lasciandoli con il dubbio e mi diressi per prepararmi. Quando fui fuori di casa tolsi la suoneria e alzai il passo per raggiungere la scuola. Il cortile era vuoto.. Entrai nell’aula, la prof non era ancora arrivata e mi sedetti vicino a Francine che mi salutò con un raggioso sorriso.
“Come stai? Hai dormito bene?”
Le feci cenno con la testa e presi dalla tracolla il quaderno con gli appunti.
“Hai davvero un brutto colore”
“Devo riprendermi ancora, il risveglio è stato un po’ traumatico stamattina”
Francine soffoccò un risolino
“I tuoi se ne sono accorti che eri ubriaca?”
“Ma che dici? Io non ero ubriaca, ho solo bevuto qualche bicchierino..”
“Si ma dato che era il primo della tua vita, l’effetto che ti ha fatto è comprensibile”
Continuava a ridere contenuta, sembrava mi nascondesse qualcosa. Ma io davvero non ricordavo nulla di ciò che era accaduto ieri sera. Avevo voglia di chiederglielo ma ero troppo scocciata per farlo. Appena la lezione finì Francine mi propose di pranzare fuori, così per poter parlare della meravigliosa serata trascorsa. Accettai, anche perché non avevo intenzione di tornare a casa prima delle 17. Andammo in un locale e ci prendemmo degli aperitivi e qualche cosa da mangiare in fretta. Ero piuttosto affamata, cosa che succedeva raramente. Fu lei a rompere il silenzio e iniziò con le suo paranoie
“Mi sento di doverti chiedere scusa”
“Riguardo cosa?”
Le dissi mirando delle noccioline
“A ciò che è successo ieri sera, a volte dovrei farmi gli affari miei e non intromettermi dei fatti tuoi”
Annuii precisandola
“Si a volte dovresti farti gli affari tuoi…”
Le dissi facendole una smorfia
“Però poi non ti vorrei bene come te ne voglio ora se non lo facessi, perché non saresti più tu”
Mi sorrise con un po’ di sollievo, ma era evidente che si sentiva ancora in colpa. Io non c’e l’avevo affatto con lei. Non ce l’avevo con nessuno a dire la verità, perché non mi aspettavo niente da Tom e in più ho avuto modo di passare una serata diversa.
Quando finimmo di mangiare andammo al parco, ci sedemmo sulla nostra solita panchina. Lei prese il quaderno degli appunti e copiò alcune cose sul suo quaderno e io uscii il mio piccolo album dove racchiudevo alcuni schizzi.Mi piaceva stare seduta li, con la mia migliore amica e racchiudere in un disegno le scene che vedevo. Alcune erano molto scontate, di studenti che passavano per il parco o dei piccioni che volavano facendo spavenntare i bambini. Ma in quel momento mi colpì in particolare una scena: c’era un ragazzo in lontananza che stava steso su una panchina, con dei fogli che gli coprivano il viso e il fodero di una chitarra appoggiata addosso a lui. Alcuni piccioni gli giravano intorno, come se fosse un corpo abbandonato. Così presi il mio gessetto e decisi di raffigurare quell’immagine, certo non era chissà che ma per quella giornata andava più che bene. Inizia a fare uno schizzo della sua sagoma, poi cercai di disegnare i particolari delle robe che indossava, ovviamente le inventai perché non riuscivo a vedere bene. Indossava sicuramente una felpa e aveva il cappuccio alzato, perché non si riuscivano a vedere i capelli. Dopo un po’ Francine ripose i fogli nello zainetto e sbruffò
“Ma che studio a fare?! Vorrei tanto andarmi a fare una vacanza”
Io sorrisi, distratta. Lei continuò a lamentarsi di una ragazza che le sta antipatica e del suo lavoro che vorrebbe licenziarsi. Notò che io non le risposi ed ero concentrata su altro. Così spiò il mio disegno e seguì con il mio sguardo la panchina.
“Ehi artista, ma non mi stai ascoltando proprio.. che disegni?”
“Ma non è vero, ho ascoltato ogni tua parola”
Nascosi quasi gelosamente il disegno e feci con aria disinvolta la vaga. Le dimostrai che avevo ascoltato i suoi discorsi, anche non sapendo dire con precisione i particolari. Lei sembrò quasi soddisfatta poi guardò il ragazzo.
“Ok diciamo che ci sai fare, comunque credo che la tua musa ispiratrice sta scappando via”
Mi girai rapida verso il ragazzo, notai la panchina vuota e più in la c’era un tipo incappucciato che camminava a passo svogliato, quasi stanco. Lanciai uno sguardo perfido verso Francine e mi alzai in piedi.
“Ecco hai visto?! E’ andato via! Una volta tanto che avevo trovato qualcosa su cui sfogarmi, tu lo fai scappare”
Francine prese la borsa e mi seguì alzando il passo divertita
“E che ho fatto io? Mica ci ha sentite parlare”
Disse con aria piuttosto confusa.
“Certo che no! Però se non mi distraevi avrei finito il mio disegno, infondo mi mancava poco”
Le risposi afflitta. Ci incamminammo verso casa, lei doveva prendere il turno alla pizzaria e io mi sarei letta qualche appunto.Ci salutammo a metà strada e mi avviai verso casa…

Ciao a tutte! Scusate il ritardo ma non sono stata molto bene in questi giorni...
Mi sono collegata per postare questo nuovo capitolo sperando che vi piaccia! 
Sinceramente avevo qualcosa da dirvi ma mi sono completamente dimenticata, forse non mi sono ripresa del tutto!!
Quindi se qualcosa non vi è chiaro e volete domandarmela fatelo pure, sono a vostra disposizione.
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo è importante per me confrontarmi con voi.
Per il resto, davvero non mi viene niente più in mente!
Al prossimo capitolo che arriverà presto (salvo imprevisti)
Colgo l'occasione per ringraziare le ragazze che mi seguono diciamo di nascosto, che non lasciano un commento ma mi aggiungono tra le seguite e preferite.
E anche a quelle che mi mandano i messaggi in privato!
Mi fa davvero tanto piacere, grazie!
Un bacio scheggia ;)
   
 
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