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Autore: Vals Fanwriter    25/03/2012    3 recensioni
I violini proseguirono in una musica coinvolgente, mentre Sebastian chiudeva gli occhi, concentrato, in sintonia col crescendo degli strumenti, e Blaine deglutiva per scacciare via quell’ammasso di bellissime sensazioni e di lacrime.
Per la Seblaine Week | 7th day – Future! Seblaine
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Seblaine Week 2012'
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Per la Seblaine Week

7th day – Future! Seblaine

 

Premessa: E con questa finisce la Seblaine Week *piango*. Boh, ragazzi, che dire? Io ce l’ho messa tutta, sia per questa fic che per tutte le altre (per questa particolarmente), scrivendo dovunque pur di rispettare i tempi – in macchina, in aula, sulle panchine, in autobus, in bagno (?) e in camera ovviamente xD. Spero comunque che quest’ultimo lavoro vi piaccia perché davvero ci voleva una “scena” del genere. Vi consiglio di leggere ascoltando questa quando giungete alla parte cantata, perché le emozioni che può trasmetterti una canzone sono vivide solo se ascoltate. *__*

Dunque vi lascio alla lettura. Grazie a tutti quelli che hanno recensito le fic di questa week. Non sapete quanto sono stata felice di leggere i vostri pareri. Ma soprattutto un grazie grande grande grande alla mia twintwin, Thalia, che mi ha sopportata (ci siamo sopportate) in tutti gli scleri possibili ed immaginabili che questa settimana ha comportato. I adore you! ♥

Vale

 

~

 

Back to you

 

 

 

Era ormai troppo tempo che si sentiva vuoto dentro, che tutto aveva smesso di avere un senso.

“Il mio cuore appartiene al McKinley” si era ritrovato a dire una volta, eppure adesso quella scuola non gli diceva più niente.

Lui non c’era più, lo aveva abbandonato come in quegli stupidi film d’amore dove il protagonista dice: “Se lo amo, devo lasciarlo andare”.

Il problema era che Blaine ora era perduto, fuori fase, senza un punto di riferimento…

 

Senza qualcuno a cui aggrapparsi.

 

 

 

Quella mattina era più triste del solito. Primo giorno di scuola, prime lezioni, delle quali non avrebbe ascoltato neanche una parola, primo incontro al Glee Club.

Ma tra una cosa e l’altra, non c’era nessuno ad avvicinarsi a lui e a sorridergli con fare radioso, perché era la persona che più riteneva importante.

Era tutto piatto e privo di vita.

 

 

 

Quando arrivò al Glee Club, c’era solo Tina nella sala canto, tutta affaccendata nel raccogliere un paio di violini per portarli chissà dove. Per la prima volta in tutta la giornata, Blaine si incuriosì nel vederla correre da una parte all’altra della stanza, tutta trafelata.

‹‹Che succede?›› chiese.

Tina gli rivolse un’occhiata frettolosa, mentre usciva dalla sala, dicendo: ‹‹Il professor Shue ci vuole tutti in auditorium››.

E Blaine avrebbe voluto saperne di più, ma la ragazza orientale era già sparita nel corridoio.

Dunque la seguì. Del resto, non aveva molta scelta.

Poco dopo, oltrepassò l’ingresso dell’auditorium e notò che tutti erano seduti sulle poltrone, come se stessero aspettando l’inizio di un’esibizione.

‹‹Come mai siamo qui?›› domandò, sperando stavolta di ricevere una risposta soddisfacente.

Il professor Shuester gli fece cenno di andarsi a sedere al posto libero accanto al suo ed il moro obbedì.

‹‹C’è… Uhm, un ragazzo che vuole fare subito il provino per entrare nel Glee›› farfugliò, una volta che Blaine si fu seduto.

‹‹Uno nuovo?›› continuò a chiedere Blaine, non molto interessato.

Shuester si accomodò meglio sulla sua poltrona e rispose, evitando di guardare il moro negli occhi e senza indugiare molto sui dettagli: ‹‹Si è appena trasferito››.

‹‹Capisco›› fece Blaine, non molto convinto dal tono di voce dell’insegnante, ‹‹E dov’è?››.

‹‹Tra un po’ dovrebbe iniziare… Oh, ecco!››.

Il palcoscenico, illuminato dalla luce fioca dei riflettori, fu inondato da una musica dolce e che man mano cresceva, e successivamente dal suono del pianoforte di Brad.

Una figura slanciata apparve da dietro le quinte e dischiuse le labbra per cantare.

 

‹‹Six on the second hand, two new years resolutions 
and there’s just no question… what this man should do?
Take all the time lost, all the days that I cost, 
take what I took and give it back to you.

All this time we were waiting for each other, 
all this time I was waiting for you 
we got all these words, can’t waste them on another, 
so I’m straight in a straight line running back to you.››

 

Quella voce risultò inconfondibile per Blaine, ma non poteva credere alle sue orecchie e così, quando le luci divennero più forti ed illuminarono il volto del giovane da cui essa proveniva, il suo cuore gli si fermò in petto e non poté non ascoltarlo, perché gli diceva esattamente cosa aveva percepito poco prima.

Era proprio lui, Sebastian, e gli stava sorridendo… e sembrava felice… felice di essere lì per lui.


‹‹I don’t know what day it is, I had to check the paper,
I don’t know the city but it isn’t home,
but you say I’m lucky to love something that loves me,
but I’m torn as I could be wherever I roam.››

Blaine si ritrovò a sorridere, perché era chiaro che mentre Sebastian pronunciava quelle parole, si stesse riferendo a lui. L’espressione che aveva in volto non aveva nulla di strafottente, come soleva essere normalmente, bensì era dolce, talmente dolce da riuscire a farlo innamorare, e la sua voce era così bella da farlo commuovere.


‹‹Hear me say…
All this time we were waiting for each other, 
all this time I was waiting for you, 
we got all these words, can’t waste them on another, 
so I’m straight in a straight line running back to you.
Yeah, all, running back to you…
Yeah, all, running back to you…
Yeah…››

 

I violini proseguirono in una musica coinvolgente, mentre Sebastian chiudeva gli occhi, concentrato, in sintonia col crescendo degli strumenti, e Blaine deglutiva per scacciare via quell’ammasso di bellissime sensazioni e di lacrime.


‹‹Oh, every time is so far… It’s just so far to get back to where you are.
All this time we were waiting for each other,
all this time I was waiting for you,
we got all these words, can’t waste them on another,
so I’m straight in a straight line running back to you.
››

 

Le luci si affievolirono ed era strano come Blaine fosse in pace con sé stesso, in quel preciso momento.

 

 

 

Sebastian si avvicinò a Blaine, in piedi davanti al suo armadietto, e gli sorrise in maniera avvenente.

‹‹Salve. Sa che è proprio un bel ragazzo? Le andrebbe di prendere un caffè con me?››.

Il moro nascose una smorfia divertita dietro una mano.

‹‹Che ci fai al McKinley?›› gli chiese.

Il ragazzo dagli occhi verdi distolse lo sguardo da Blaine, ora serio, ed appoggiò la schiena alla superficie di metallo degli armadietti.

‹‹Mi mancavi››.

Il moro inarcò le sopracciglia, stupito da quella rivelazione, e arrossì leggermente.

‹‹Volevi che ti dicessi questo, eh?›› continuò poi Sebastian sornione, al che Blaine aggrottò le sopracciglia offeso.

‹‹Non sono stupido. Non puoi prenderti gioco di me ogni volta›› protestò.

‹‹Un po’ stupidotto lo sei, invece›› ribatté Sebastian, ridendo.

Blaine chiuse l’armadietto, gli voltò le spalle e fece per andarsene, ma l’altro lo seguì e gli si parò davanti.

‹‹Sul serio. Nemmeno un caffè?›› insistette.

‹‹Scordatelo›› rispose il moro, sorpassandolo.

‹‹Che palle, Blaine. Mica il tuo ragazzo è un veggente, avanti! Non lo verrà mai a sapere!››.

Blaine arrestò il passo e strinse i pugni.

No, quella era una ferita che gli faceva ancora troppo male. Non poteva giocarci così…

‹‹Kurt mi ha lasciato››.

Il ghigno sul volto di Sebastian si spense ed i suoi occhi ricaddero sulle spalle tremanti di Blaine. Un moto di rabbia si fece strada nella sua mente.

‹‹Blaine…››

‹‹Lascia perdere… Sto bene››.

Riprese a camminare, ma Sebastian lo seguì, gli afferrò un braccio e lo costrinse a voltarsi.

I suoi occhi color caramello erano lucidi e il suo petto andava su e giù, mentre respirava faticosamente per riuscire a calmarsi.

‹‹Non stai bene!›› esclamò Sebastian.

Blaine fissò il pavimento, mentre le lacrime cominciavano a scorrere sulle sue guance. Iniziò a singhiozzare e si coprì gli occhi con una mano, vergognandosi di essersi lasciato andare all’angoscia.

‹‹Cavolo…›› imprecò il castano e dopo si guardò attorno. Parecchi ragazzi presenti in corridoio li stavano fissando curiosi.

‹‹Che si fottano, gli omofobi!›› aggiunse, poi tirò a sé il ragazzo e lo abbracciò così forte che quasi avrebbe potuto togliergli il respiro.

‹‹Piangi quanto vuoi, okay? Io sono qui›› gli sussurrò e Blaine lo strinse forte, aggrappandosi a lui con tutto sé stesso.

Sebastian gli accarezzò la testa incerto e a disagio per quella situazione. Insomma, Blaine era così vicino a lui ed il cuore di entrambi batteva inspiegabilmente forte. Sentiva il calore farsi vivo sulle sue gote ed una stretta allo stomaco rendere più concreta la sua ansia.

‹‹Non ho mentito… Mi sei mancato veramente›› fece, dettato da tutte quelle emozioni, ed il ragazzo che stava tra le sue braccia si allontanò da lui, per poter riconoscere la sincerità sul suo viso.

Sebastian lo guardava serio.

Blaine abbozzò una smorfia che somigliava ad un sorriso e poi si sporse verso di lui, per baciarlo.

Le loro labbra si toccarono in maniera estremamente delicata, sotto gli sguardi attoniti dei ragazzi del McKinley. Il vociare degli stessi crebbe, mentre i due si scambiavano quella tenera effusione.

Il moro avvicinò di più Sebastian a sé e quest’ultimo lasciò che il ragazzo approfondisse il bacio, ma dopo pochi secondi si allontanò da lui. Il brusio degli studenti era diventato troppo fastidioso per poter essere ignorato.

Gli rivolse un sorriso.

‹‹E dunque, questo caffè me lo concedi?›› gli soffiò sulle labbra e Blaine temette di stare per svenire, nel sentire il suo respiro caldo sulla pelle.

Si asciugò gli occhi col dorso della mano e si costrinse a sorridergli, nonostante la sua espressione apparisse ugualmente malinconica, poi annuì.

Sebastian sciolse l’abbraccio e gli prese la mano, iniziando a camminare a passo lesto e a trascinarselo dietro.

‹‹Stavolta non mi faccio fregare dalle checche, sappilo›› mugugnò e fu allora che ogni traccia di infelicità scomparve dal volto di Blaine, mentre serrava le dita sulle nocche dell’altro.

 

Fine.

   
 
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