“Ehi bevi qualcosa o hai deciso di fissarmi tutta la sera?” Allie schioccò due volte le dita davanti agli occhi verdi e vuoti del ragazzo seduto al bancone
“uhm? Qualcosa che mi uccida per favore” il ricciolino scosse la testa e si voltò facendo ruotare di mezzo giro lo sgabello
“ok, basta che poi per morire esci dal locale” ribattè lei voltandosi scocciata per afferrare un paio di bottiglie. Non era la serata giusta per Allie, la giornata era cominciata male e finita ancora peggio, l'acqua gelida, una multa, un richiamo sul lavoro, l'auto a secco, il ragazzo tornò a fissarla mentre rovesciava il contenuto di alcune bottiglie all'interno di un bicchiere
“ehi me ce l'hai l'età per bere?” chiese mentre allungava il bicchiere sul banco
“forse, ma dovevi pensarci prima” disse lui afferrando il cocktail e voltandosi nuovamente a fissare il locale che si stava riempiendo velocemente, bevve un sorso di quel liquido colorato e fece un piccolo colpo di tosse, non era un cocktail, era benzina pura. Si voltò di scatto, pronto ad aggredirla verbalmente ma si trovò faccia a faccia con un ragazzo dai capelli scompigliati
“qualcosa non va?” chiese il barista notando la faccia corrucciata del ragazzo
“no nulla” borbottò guardando verso i lati del bancone
“Sei il nuovo amichetto di Allie? Torna subito” aggiunse il barista con tono scocciato e sparendo a sua volta con un paio di bottiglie tra le mani. Il ricciolino tornò a fissare le persone che affluivano verso il bancone, ragazze di 20/25 anni accompagnate o sole, ma sempre sorridenti, sussultò quando si sentì toccare una spalla
“Ehi Adam mi ha detto che mi cercavi, hai deciso di morire e vuoi che ti accompagni fuori?” era tornata.
“no, io..” aveva appoggiato il bicchiere sul banco dopo aver fatto un lungo sorso e aveva cominciato a borbottare
“ti ha dato di volta il cervello?” una voce maschile stava sovrastando il rumore e aggrediva il ricciolino, che tornò a voltarsi cercando il suo interlocutore
“diamine è tutto il giorno che ti cerco, mamma e papà sono fuori controllo e Danielle sta dando i numeri insieme a loro, ti sei anche dato all'alcool?” un altro paio di occhi verdi, furiosi e minacciosi, si erano piantati sul bicchiere dietro la testa del ricciolino, in un lampo Allie, tra un cocktail e l'altro, fece sparire il bicchiere incriminato
“forza Kevin, andiamocene” il ragazzo lo afferrò per il braccio e lo trascinò verso l'uscita senza nemmeno dargli il tempo materiali di rispondere. Allie sbuffò scocciata mentre fissava i due uscire dal locale, non aveva pagato il cocktail e quindi toccava a lei risarcire la cassa.
“Kevin, stai bene? Dove sei stato? Ti prego non farlo più! Dobbiamo ultimare un sacco di cose!” appena mise piede all'interno del salotto, la ragazza mora che passeggiava nervosamente avanti e indietro gli saltò al collo quasi in lacrime
“scusate, vado a dormire” riuscì solo a borbottare lui, non aveva voglia di parlare, discutere e dare spiegazioni, diede un bacio sfuggente alla ragazza e salì di corsa le scale. Si distese nel letto e cominciò a fissare il soffitto per un tempo interminabile, poi improvvisamente scattò in piedi, non aveva pagato la sua consumazione. Si rinfilò velocemente le scarpe e scese le scale
“esci ancora?” Nick lo afferrò per un braccio agli ultimi scalini
“mi hai trascinato fuori e non ho pagato” ribattè lui liberandosi dalla presa
“Sono errori da principiati Allie, che ti succede?” Adam la prendeva in giro per la consumazione mancata, faceva la barista da una vita ormai e sapeva benissimo che con persone confuse, moleste o ubriache il pagamento andava preteso in anticipo
“piantala, è una giornata di merda” sbottò lei lanciando una fetta di limone in un bicchiere
“forse migliora” la pizzicò lui mentre indicava un ammasso di ricci scomposti farsi largo tra la folla
“ciao” disse avvicinandosi al bancone e abbozzando un sorriso
“sentivi già la mia mancanza? Non ci conosciamo nemmeno” disse Allie continuando ad affannarsi tra bottiglie, bicchieri e foglietti di carta
“mi piacciono le sconosciute, ma sono qui a saldare i miei debiti, non ho pagato” disse sorridendo nuovamente, Allie rimase ipnotizzata, aveva denti bianchissimi come quelli delle star di Hollywood
“meno male, altrimenti dovevo rimetterli io” rispose realmente sollevata mentre afferrava la banconota che le stava porgendo
“scusami, è che mio fratello è un po' impulsivo e molto teatrale” disse decidendosi finalmente a sedersi, Allie vide con la coda dell'occhio Adam e Jade preparare file di piccolo bicchierini di vetro, fece lo stesso e li riempì con un liquido verde smeraldo
“sei scusato solo se bevi con noi” piazzò uno shot davanti alle mani di Kevin e fece lo stesso con tutti i clienti appostati al bancone
“io non..” cercò di ribattere
“non si può dire di no” lo stroncò subito lei, stringendo a sua volta un bicchierino tra le dita.
“Andiamo non puoi guidare in queste condizioni” forse avevano esagerato un pochino, forse doveva dire a Kevin che non tutto quello che beveva in realtà finiva nel suo stomaco. Allie era sobria, Kevin un straccio.
“dai dimmi dove abiti ti accompagno io” tra gli sbiascichii del ragazzo cercava di captare una via, un numero civico, un quartiere ma fu tutto inutile
“di la, no forse di la, al 518 o forse è 815” Kevin indicava a caso vie e direzioni, Adam li guardava divertiti
“ti conviene portartelo a casa e rispedirlo al mittente domattina Al” disse mentre appoggiato al cofano della sua auto fumava una sigaretta
“fantastico, non vedevo l'ora di portarmi a casa un ubriaco semi incosciente” sbuffò lei sorreggendo il ragazzo che si stava accasciando per vomitare
“conclusione perfetta di una giornata di merda, dammi una mano per favore” Kevin stava riproducendo sull'asfalto tutto l'alcool che aveva ingerito, Adam sparì all'interno del locale e ne riuscì con un pacco di tovaglioli e delle bottigliette d'acqua, Kevin aveva smesso di vomitare ed ora stava appoggiato alla ruota di un enorme SUV in stato comatoso
“Kevin, ci sei? Ti sei ripreso?” Allie accovacciata davanti a lui gli stava ripulendo la faccia, in condizioni pietose
“non voglio andare a casa” riuscì a dire finalmente
“fai i capricci? Dai dimmi dove abiti che ti riaccompagniamo” tentò nuovamente la ragazza
“non voglio andare a casa” ribadì il ricciolino mentre si frugava nelle tasche, il suo iPhone aveva cominciato a vibrare insistentemente
“Kevin, decidiamo cosa fare perchè non possiamo stare qui tutta la notte” la moretta si mise seduta di fronte a lui mentre Adam guardava incuriosito l'amica
“fanculo” borbottò il ricciolo rimettendo il telefono in tasca senza rispondere
“non voglio andare a casa, questa è la mia auto, posso dormire qui” aggiunse battendo un pugno sulla portiera del SUV“perfetto, andiamocene” sbottò Allie stufa di discutere, si alzò da terra e saltò sull'auto di Adam, che la imitò qualche secondo dopo
“sei sicura? Vuoi mollarlo li?” avevano fatto solo qualche metro, Allie buttò la testa all'indietro, sbuffò e scese dall'auto salutando l'amico con un grugno, poi si diresse a passo spedito verso l'auto e Kevin
“dammi le chiavi e salta in macchina, ti porto a casa mia” disse secca tendendo la mano verso il ragazzo ancora seduto a terra.