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Autore: Scar_    26/03/2012    2 recensioni
La carriera di Tom Felton sembra precipitare improvvisamente, quando, nello stesso giorno, riesce a farsi lasciare dalla sua ragazza e beccarsi un'accusa per aggressione. La sua immagine ha subito un duro colpo e, per farsi bello agli occhi dei paparazzi, servirebbe un piano... Ma cosa succederebbe se il bastone fra le ruote di questo ritorno alla popolarità fosse il suo caro amico Matt Lewis?
[...]
- Perché dovrei farlo? -
- perché questo posto cade a pezzi, e io potrei irrobustirne la struttura, comprare qualche nuova attrezzatura… e fare tanta pubblicità -
- Tom! La stai comprando! – non riesco a trattenermi, questa volta ha superato i limiti
- io lo definirei “dare un incentivo” – ribatte, rivolgendosi poi a Scar – a te la scelta, io non ti obbligo -
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Tom Felton
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno a tutti! Scappo a pranzo, però prima vorrei scusarmi per non aver aggiornato ieri (giornata impegnativa, scusatemi) e soprattutto vorrei ringraziare ancora una volta hermione59 e MadameTussauds per recensire sempre la mia storia. Grazie, veramente (L). E vorrei ringraziare anche polila per averla inserita fra le preferite (:
A presto :*
Scar

Capitolo 13


- buongiorno amore -
- buongiorno amore mio -
E’ la mattina di Natale, sono ancora a letto, mi guardo intorno e ritrovo la mia vita da adolescente, dalle lenzuola al poster dei Leeds Rhinos. Mia madre, felicissima di riavere il suo tesoruccio a casa, mi ha fatto trovare sul comodino un vassoio stracarico di cibo. Io e Scar ci siamo separati neanche 24 ore fa, ma gran parte di questo tempo lo abbiamo passato incollati al telefono, in molti hanno tentato di scoprire il misterioso mittente dei messaggi, che arrivano a raffica, ma ovviamente ho tenuto la bocca ben chiusa.
- ce ne hai messo a svegliarti – mi fa notare
- sta parlando quella mattiniera – la prendo in giro sistemandomi a sedere e attaccando le leccornie di mia madre
- io sono sveglia da due ore – ribatte con tono saccente, sento delle voci infantili prenderla in giro e dirle frasi smielate, poco dopo una porta che si chiude – e sono assalita dai parenti – aggiunge velenosa, a giudicare dai rumori di sottofondo dev’essere uscita in giardino
- cristo, ti sei svegliata all’alba! – le dico, fra un boccone e l’altro
- stai facendo colazione mentre io sgobbo in cucina e nel frattempo tento di tenere a bada quei mostriciattoli dei miei cugini?? -
- sto facendo colazione, al caldo, comodamente stravaccato nel mio letto – la correggo – e probabilmente non uscirò da sotto le coperte almeno fino all’ora di pranzo -
- ti odio. -
- certo, se ci fossi anche tu qui sotto starei decisamente meglio… -
- ah sì? Così potremmo fare colazione assieme? -
- eeeehm… non pensavo proprio alla colazione… - rido, riesco ad immaginare la sua faccia in questo momento, quella da finta scandalizzata che fa sempre quando faccio allusioni
- a casa dei tuoi genitori? Ma non ti vergogni?? – appunto.
- si perché adesso vorresti farmi credere che tu non l’hai mai fatto quando vivevi lì! -
- mai! – ribatte immediatamente – avevo troppa paura che mi scoprisse mia madre! E adesso che hai da ridere? -
- niente, sto pensando alla faccia che farebbe mia madre se entrasse e mi trovasse a fare sesso con la ragazza del mio migliore amico -
 - senti Matt… a questo proposito… - la sento sospirare, come quando si prepara a qualcosa che non vuole dire, o perché non piace a lei… o perché sa che non piacerà a chi la sentirà
- è successo qualcosa? – mi azzardo a chiedere, visto che rimane in silenzio per lunghissimi secondi, ho veramente paura di quello che potrebbe dirmi
- io ho… detto a mia madre tutto quanto. Di noi due, insomma… Di Tom, di come stanno andando veramente le cose -
- ma sei sicura che non lo dirà a nessuno? – le chiedo, mi sento preoccupato, ma al tempo stesso sollevato, mi immaginavo molto peggio
- è mia madre. – ribatte con tono fermo, evidentemente non ammette repliche
- scusami… come l’ha presa? -
- oh, è stata molto contenta… non le sono mai piaciuti i biondi – si apre in una risata – non aveva presente chi fossi, le ho fatto vedere una tua foto e il commento è stato decisamente positivo – sottolinea la parola e ride di nuovo
Mi racconta dei regali che ha avuto, di tutti i dolci che ha mangiato stanotte, delle partite a carte coi suoi parenti, dei fuochi d’artificio, della processione con le candele che sua zia li costringe a fare… Mi rendo conto che è in lacrime, non me lo dice esplicitamente ma la sento tirare su col naso tra una frase e l’altra. Ride, mi dice che solo adesso si rende conto di quanto le sia mancata la sua famiglia, di quanto le sia costato stare lontana da loro
- stai cercando di dirmi qualcosa? – le chiedo senza mascherare la mia preoccupazione, se dovesse dirmi che vuole rimanere lì probabilmente prenderei il primo volo per l’Irlanda
- ma figurati, torno a Londra… non potrei mai lasciare i ragazzi -
- ah. I ragazzi. Giusto. -
- stupido – ride di nuovo, per fortuna ha smesso di piangere – comunque mia madre voleva ringraziarti. Le ho detto che ho intenzione di andare agli incontri degli alcolisti anonimi e lei ovviamente mi ha chiesto cos’è stato a farmi cambiare idea -
- e tu cos’hai risposto? -
- “Matt.” – risponde semplicemente, davanti ai miei occhi riesco a vederla che fa un sorriso dolce ed arrossisce – solo… “Matt” – a quelle parole nascondo il viso fra le mani e sorrido
- ma com’è che mi fai quest’effetto? – chiedo dopo un po’, in un sussurro
- è esattamente quello che mi chiedo io ogni volta che ti penso… - ammette con una vocina piccola piccola, rimaniamo in silenzio per qualche istante, a crogiolarci nelle parole dell’altro
- senti ma… che cos’hai addosso?? – chiedo col tono più depravato che mi riesce, sicuro di farla ridere
- Matt… - mi ammonisce, ma ridacchia
- oddio ti prego dimmi che hai la maglia di Save The Children… sai che mi eccita… -
- sei proprio un porco depravato, quando torno faccio sciopero ad oltranza! -
- no, momento. Stai scherzando, vero? – mi tiro a sedere di botto, sono sinceramente preoccupato!
- allora, ancora auguri Matthew… - si schiarisce la voce con qualche colpo di tosse e cambia completamente tono, mi dice queste parole in tono formale, sicuramente non è più sola – scusami, ma adesso devo chiamare Tom… passa delle buone vacanze -
- il messaggio è stato decriptato. Ti amo, buon Natale anche a te -
Chiude la chiamata senza rispondermi, probabilmente è stata di nuovo assalita dai cuginetti. Ora che ci penso, nemmeno io ho ancora fatto gli auguri a Tom, la prima cosa che ho fatto dopo aprire gli occhi è stata, ovviamente, chiamare Scar. Prima che riesca anche solo a comporre il numero, però, vedo il suo nome lampeggiare sul display
- che tenero, chiami la tua personcina speciale per farle gli auguri? – gli chiedo con un tono tutto zucchero
- Matt pochi scherzi, siamo nella merda! -
- di che stai parlando? -
- si può sapere come cazzo t’è venuto in mente di baciare Scar in mezzo alla strada? – il suo tono è aggressivo, sembra fuori di sé per l’ansia – non potevi resistere cinque minuti ed evitare la catastrofe? Che cazzo ti dice il cervello? -
- Tom calmati! Ci hanno fotografati? -
- i siti di gossip ne sono pieni! – mi alzo dal letto e prendo il portatile – nemmeno ti dico che storie c’hanno ricamato sopra! La migliore di queste comprende una morbosa relazione a tre, che tra l’altro implica una nostra latente omosessualità. – dopo questa frase si concede una risata
- ma… non si vede niente! – finalmente mi trovo davanti la tanto incriminata foto. È stata sicuramente scattata da un cellulare, a giudicare dalla bassa definizione, e soprattutto da una pessima angolatura, praticamente si vedono solo le mie spalle. Certo, si notano le nostre teste vicine, e il fatto che io sia chinato su di lei, ma potrebbe benissimo sembrare un semplice abbraccio – mi hai fatto prendere un colpo! Non possono dimostrare che si trattasse effettivamente di un bacio, a meno di non trovare qualche testimone, ma la strada era deserta – tento di tranquillizzarlo, so bene cosa potrebbe significare per lui uno scandalo del genere
- non lo so Matt, è da quando l’ho vista che non riesco a calmarmi… sarebbe una catastrofe – ripete
- senti, la cosa si sgonfierà nel giro di qualche giorno… parla coi giornalisti e spiega che io e Scar siamo ottimi amici, non è la prima volta che passeggiamo assieme, e che il nostro era un semplice abbraccio che è stato frainteso da un occhio poco attento -
- si, mi sembra la soluzione migliore. Mi farò vedere più spesso in giro con Scar e tutti si scorderanno di questa foto… - sento un suo sospiro di sollievo – ora viene la parte difficile… -
- ovvero? -
- Matt non devi tornare a Londra. – mi dice secco, non posso fare a meno di ridere… sta scherzando, vero? – la stampa deve assolutamente dimenticarsi di te. Se sapessero che vivi ancora a casa mia o se ti vedessero con Scarlett alimenterebbero le voci che stanno girando… no, ascoltami – mi blocca non appena capisce che stavo per interromperlo e protestare – c’ho pensato a lungo, far passare tutto per un malinteso è l’unico modo per non far scoppiare uno scandalo! Se rivelassimo che era tutta una montatura, faremmo la figura dei bugiardi, e se ammettessimo che voi due state assieme… bè, se la prenderebbero tutti con te, e nemmeno questa mi sembra un’ottima soluzione -
- e quindi io dovrei smettere di vedere Scar, per… quanto? – chiedo, sento un nodo alla gola al solo pensiero
- non lo so, Matty, fino a quando non sparirà la foto, forse un po’ di più… magari ce la caviamo con un mese -
- un… mese? – credo di essere senza fiato – Tom, io la amo! Come potrei stare lontano da lei per un mese?! -
- ti prego Matt riflettici, è per il bene di tutti… -
- senti, puoi… puoi dirglielo tu? Io in questo momento non ce la faccio, veramente. Dille che mi faccio sentire io appena me la sento… scusami – chiudo la chiamata e mi stendo a letto, rimango inerme a fissare il soffitto.
Un mese. Trenta giorni. Senza di lei?
Mi perdo nei miei pensieri, arriva l’ora di pranzo, mia madre mi chiama dalle scale, il mio telefono squilla, è proprio lei. Fisso il suo nome, il suo dolce e meraviglioso nome, lampeggiare sullo schermo… Dopo attimi che sembrano secoli rifiuto la chiamata e scendo. 
  
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