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Autore: cheekbones    26/03/2012    10 recensioni
[Sequel di NCIS - High School Version]
"Ziva?" sibilò Tony, nel buio.
"Che c'è?"
"Ti amo"
Si voltò verso di lui. "Ti sembra il momento?"
"Beh, si, mi sembra proprio il momento, in effetti"
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
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NCIS
NCIS 7x09 Child’s Play


- I envy your brain, sometimes!

Tony, to Ziva, 7x18




"E così..."
"Già. Ci siamo lasciati" Tony guardò la palla infilarsi nel canestro. "E' stata colpa mia, McGee. L'ho tradita e me ne pentirò per il resto della mia vita. Ma, per qualche perversa ragione, mi sento sollevato. Sollevato perchè non devo..."
"Sposarla?" McGee alzò un sopracciglio, vagamente divertito, mentre osservava Tony esercitarsi nei canestri, nel giardino di casa sua. "Non voglio essere polemico, Tony, ma... seriamente, avevi detto una grossa cazzata. Te l'avrei impedito. E avremmo impedito insieme a Ziva di tornare in Israele"
"Scusa" mormorò Tony e un pensiero volò anche alla ragazza sull'aereo, probabilmente diretta a Tel Aviv, o Gerusalmme. "Avrei dovuto fidarmi di te. Di voi. Avrei dovuto chiedere una mano e invece ho fatto tutto da solo. Ho sbagliato, lo so"
"Abby" sospirò McGee, guardando il display del suo cellulare. "Mi sta chiamando. Chi glielo dice di Zee?"




"Tu non sei una studentessa!" la accusò il ragazzo della radio. "Senti, non posso perdere tempo. Addio" le chiuse la porta sul naso, mentre Ziva cercava disperamente di trovare, nella sua testa, un'altra soluzione. La possibilità che la radio c'entrasse qualcosa con la cellula terroristica era altamente probabile e lei non voleva di certo perdere l'occasione di fare un impulso maggiore al caso; ma la notizia alla radio, di Tony, l'aveva talmente scioccata da non riuscire a trovare una scusa plausibile per giustificare il non avere un tesserino di riconoscimento come studentessa. Era stata stupida, si era fatta scoprire.
Non le restava che aspettare la fine del programma radiofonico e fare una foto al nuovo speaker.
Si sedette sulla mensola di una finestra, poco lontano dall'ufficio della radio. Ziva aveva finamente la prova che Tony non si era trasferito, ma era rimasto a Washington. Si chiese com'era diventato. Se pensava ancora a lei, giusto ogni tanto. Deglutì, cercando di fermare la bile che le risaliva lungo la gola; aveva sempre pensato che ci sarebbe stata lei, accanto a Tony, finchè la morte non li avrebbe separati. Ci aveva creduto, in una vita al di fuori del Mossad, ma aveva perso. Dopo tre anni era arrivata a concepire l'idea che le cose, nonostante tutto, non sarebbero potute andare diversamente. Lei apparteneva a quella vita, non sapeva fare altro se non l'agente operativo.
Ziva tremava: dentro di lei c'erano altre due Ziva; la prima desiderava ardentemente risolvere quel caso, mentre la seconda fremeva vedere Tony, prenderlo, picchiarlo, forse baciarlo, ma sicuramente almeno vederlo.
Non era stata una buona idea tornare negli Stati Uniti, solo in quel momento se ne rendeva conto. A parte tutto, rimaneva il problema di essere scoperta dai suoi vecchi amici ed era l'ultima cosa che avrebbe voluto. Lei non era Ziva David, ma Rachel. E Rachel era la fidanzata di Bedi, così come Ziva stava con Michael (sebbene nessuna ufficialità era stata data al rapporto) e faceva l'agente del Mossad. In questo quadro non c'era più spazio per la ragazzina del liceo.
Improvvisamente la porta della radio si aprì e ne uscì un ragazzo con un berretto rosso e la felpa di Star Trek. Ziva gli fece una foto veloce col cellulare, per poi riporlo nella borsa. Lo seguì.

"Dottoressa Stevens?" Gerald bussò lievemente alla porta dell'ufficio di Shannon, che lo fece entrare con uno sguardo perplesso. Il loro appuntamento non era quel giorno e lei aveva messo in conto di tornare presto a casa, invece di portare in giro il suo pancione.
"Dimmi Gerald! In che cosa posso esserti utile?" 
Il ragazzo si sedette davanti a lei e si tormentò le mani. "Mi hanno chiamato dalla centrale di polizia e vogliono che vada per il riconoscimento" alzò lo sguardo su di lei. "Non credo di potercela fare. Davvero, se lo denuncio dovrò andare in tribunale per testimoniare e..."
"Ma Gerald!" lo rimproverò. "Quella persona deve finire in prigione! Puoi testimoniare, devi!, anche per coloro che sono morti"
"Lo so, dottoressa! Ma io... io... fa parte di una banda, questa persona fa parte di una banda"
"I poliziotti possono proteggerti. Non puoi lasciare che salti il processo..." la campanella interruppe il suo discorso e il ragazzo ebbe una scusa per correre via. Shannon guardò affranta il posto dove si era seduto, consapevole di essere riuscita a fare ben poco per lui: la mano tramava ancora, la facoltà di Medicina si allontanava e probabilmente un assassino sarebbe rimasto in libertà. Si sentiva parecchio inutile.
Si sa che in gravidanza gli ormoni solo a mille, ma Shannon pensava che a lei non sarebbe potuto accadere. Era una terapista, lei. Una psicologa. Le emozioni da controllare erano il suo pane quotidiano. Si ritrovò a piangere come una bambina con la guancia appoggiata sul freddo legno della scrivania, tenendosi la pancia, mentre un numero eccessivamente alto di pensieri negativi le affollava il cervello.
"O mio dio, stai male?" Gibbs entrò di corsa in ufficio e la obbligò a guardarlo. "Shan... !"
"Sto bene, Jethro!" lo allontanò per asciugarsi il viso e tirò su col naso. "Sono stata presa da un momento di sconforto ma sto bene, davvero. Niente di grave"
"Lo sapevo che lavorare non ti avrebbe giovato" digrignò i denti. "Ora ce ne andiamo a casa e non voglio sentire..."
"Devi farmi un favore" gli prese la mano. "Ti prego" sussurrò, guardandolo supplichevole.
Non mi fa bene amarti così tanto, pensò Gibbs, già sconfitto. "Dimmi"

Lo speaker della radio andava veloce: Ziva ringraziò il suo buon senso, che la spingeva ad andare a correre tutte le mattine, altrimenti l'avrebbe perso entro poco. Fare slalom tra gli studenti le tolse ogni energia e si beccò parecchie parolacce per aver rovesciato il caffè addosso a qualcuno. Il ragazzo arrivò in un corridoio ed entrò in un alloggio per studenti. Ziva guardò la porta così male, sperando che si aprisse per una sorta di strano incantesimo. Ma la porta rimase chiusa.
"Accidenti!" pestò i piedi per terra e si guardò in giro, in cerca di una soluzione. Poco lontano, alla fine del corridoio, vide la biblioteca. Ed ebbe l'ennesimo lampo di genio.
Pochi minuti dopo, bussò alla porta e il ragazzo le aprì, guardandola di sbieco. "Ciao" lo salutò e picchiettò sul badge appeso alla sua giacca.
"Sono un'addetta della biblioteca e..." sorrise accondiscendente. "Abbiamo bisogno di un libro che tu hai prelevato, ehm giovedì!" inventò su due piedi.
"Impossibile" si accigliò il ragazzo. "Non ho preso libri nell'ultima settimana"
"Bè, la firma sl registro è proprio la tua" arricciò il naso. "Voglio quel libro" lo spinse indietro ed entrò in stanza.
"Ehi! Sta calma, eh!"
La camera era nel caos più totale, tanto che la ragazza dovette tapparsi il naso per la puzza di chiuso. C'erano fumetti sparsi in giro, libri, afferrò alcuni appunti per la radio, ma lo speaker non aveva nemmeno il computer. Come poteva fare ed essere vagamente un terrorista? Forse si era sbagliata, forse utilizzavano un altro metodo per falsificare le loro voci. Ma cosa? Non era molto brava in fatto di tecnologie. "Mentre tu cerchi il tuo fottutissimo libro, che non troverai" disse il ragazzo, infastidito. "Io vado a sciacquarmi, che devo uscire. Non prendere niente" le puntò il dito contro e si chiuse in bagno.
Ziva lo guardò con un sopracciglio alzato. Se solo sapessi, piccolo e insulso americano... aprì tutti i cassetti, prima che il ragazzo uscisse dal bagno. Frugò tra i libri sulla mensola in alto, parallela al letto; guardò sotto il materasso, sotto il cuscino, perfino tra i vestiti e nell'armadio. Si sedette sul letto, col fiatone.
Un altro buco nell'acqua. Venne distratta da un leggero bussare alla porta. "Puoi aprire?" urlò il ragazzo.
"Mi hai preso per la tua cameriera?!" borbottò, ma il senso di colpa per essere piombata in camera sua era ancora vigile, perciò si affrettò ad ubbidire.
Mossa sbagliata.
"Scott, dai... O mio Dio. Ziva!"



NCIS 7x17 Double Identity

- We are the lucky ones

Ziva, 9x03



"Ti voglio bene!"
"Me l'hai già detto!"
"Ti voglio bene!"
"Abby!" rise Tony, accarezzandole la schiena. "Devo prendere un aereo, davvero! Tra cinque minuti devo imbarcarmi..." la allontanò delicatamente da sè.
La ragazza si asciugò gli occhi, sporcandosi le mani di trucco. In un angolo, Anthony DiNozzo Senior fingeva di non essere commosso, mentre Kate lo guardava con un vago senso di orgoglio. Wendy gli teneva la mano e, di tanto in tanto, lo baciava.
"Mi fate partire?" scherzò il ragazzo.
"Ma dov'è McGee?" Abby digrignò i denti, irritata. "Mi aveva promesso di esserci!"
Tony finse di non aver accusato il colpo, anche se il mancato saluto di quello che oramai considerava il suo migliore amico, pesava parecchio. Non voleva partire senza averlo salutato. "Non fa niente, Abbs, avrà avuto da fare"
"Vieni qui, dai..." Wendy lo attirò a sè per abbracciarlo. "Sarai ancora più bello con la divisa e non farò altro che vantarmi, lo sai?"
Tony la baciò lievemente. "Mh, lo so. Anche io mi vanterò, a Baltimora, con la tua foto appesa in camera"
"Neanche se andassi in prigione!" rise. "Ti aspetto"
"Fatti salutare, figlioccio!" Kate gli fece l'occhiolino e lo abbracciò. "Ci sono passata anche io, gli anni d'accademia sono i migliori. E, ricorda, se ti stanchi della polizia, nei federali ci sarebbe un posto per te!"
"Grazie, mammina" la prese in giro, beccandosi uno scappellotto. "Tienimi d'occhio il vecchio" indicò con un cenno del capo suo padre, poi si avvicinò leggermente a lei: "Grazie, Kate. Davvero"
"La famiglia è molto di più che semplice DNA" accennò la donna, indicando Abby e il suo compagno. "Dovrei essere io, a ringraziare voi"
"Posso salutare mio figlio?" borbottò Senior, spingendo via le donne. Si abbracciarono e Tony sentì il petto di suo padre alzarsi e abbassarsi velocemente.
"Dai, papà... !"
"Sono fiero di te, Tony"
"Non volevo sentire altro" Senior gli strinse una spalla, sorridente.
"Su, vai! La polizia aspetta solo te..."
Tony lanciò un ultimo sguardo in giro, sperando di scorgere McGee. Ma il ragazzo non c'era. Sospirò, stanco, e decise di non poter aspettare oltre.

"Ciao, Tobias!" Gibbs fece entrare in casa il suo amico. Era vestito comodo, segno che l'aveva sicuramente disturbato, a casa. "Scusa per l'ora, ma non sono riuscito a calmare Shannon. Dovevo chiamarti, altrimenti non se ne sarebbe andata a dormire!"
"Immagino" ghignò Tobias. Si sedettero sul divano, con le solite due birre che Gibbs aveva precedentemente prelevato dal frigorifero. "In cosa posso esserle utile?"
"Ha uno studente, Gerald. E' stato coinvolto in una sparatoria e adesso si rifiuta di testimoniare. Ha paura"
"Fammi indovinare! Ha bisogno di un avvocato che non chieda nessuna parcella" prese un sorso di birra.
"Beh... si. Però, tranquillo, alle spese possiamo pensarci noi..."
"Non dirlo neanche per scherzo! Ti devo ancora un favore, ricordi? Mi hai tenuto la bambina quando dovevo uscire con la mia collega, certe cose non si dimenticano, Jethro!" risero entrambi. "Per me va bene" fecero cozzare i colli delle bottiglie.
"Siamo pari, adesso"
"Già. Tony è partito?"
"Si, credo qualche ora fa, con l'aereo. Sarà un buon poliziotto" mugugnò Gibbs, con la mente altrove.
"E tu?" sussurrò Tobias, guardandolo con la coda dell'occhio.
"Io cosa?"
"Tu come stai? ... come stai per davvero. Sai che non puoi mentirmi"
Gibbs si prese qualche secondo, prima di rispondere: "Non so come sto. Davvero, non lo so"
"Ma non sei felice... "
"No"

"Sono ancora sotto shock" McGee scosse la testa e si massaggiò le tempie. Nemmeno la pizza l'aveva attirato, tanto che era rimasta illesa nel suo piatto.
"Immagino. Non credere che mi abbia fatto bene, vederti sulla soglia della porta dello speaker della radio" biascicò Ziva, spezzettando il cornicione del suo calzone.
"Si chiama Scott, ed è mio amico!" ringhiò Tim. "Come... mio Dio."
"Lo so. Ma te l'ho spiegato, Tim. L'unica cosa di cui mi pento è di non avervi salutato"
"Sai come ci è rimasta Abby?" si accorse di urlare e, in pizzeria, tutti gli sguardi erano puntati su di lui. "Sai quanto è stata male? No, non lo sai! Ho dovuto consolarla per mesi e quando è stata meglio mi ha lasciato! Per andare dove? In Europa!"
Ziva si fece piccola e scivolò sulla sedia. Si disse che era stata stupida, che il rischio c'era, che doveva aspettarsi di doverne incontrare uno. Eppure non se ne era andata, aveva voluto rischiare, forse sperando inconsciamente di essere riconosciuta. Alla fine era accaduto, McGee l'aveva vista ed era giusto che riversasse tutto il suo dolore addosso a lei; se lo meritava, in fondo.
"Merda" commentò il ragazzo, guardando l'orologio. "Me ne sono completamente scordato! Tony..." mormorò, passandosi una mano sul viso.
"Dovevate vedervi?" chiese con voce tremante. La sola idea di Tony la scombussolava, anche se il rancore era onnipresente.
"No, lui.." McGee fu tentato di non dire niente. "E' partito per Baltimora, l'hanno preso per l'accademia di Polizia"
Ziva sorrise, senza poterlo impedire. "Ce l'ha fatta"
"Già. Ce l'ha fatta"































Maia says:


Ma lo sapete che questo capitolo mi ha fatta piangere? XD Non so perchè, in fondo non è commovente xD Sarà che da quando sono tornata dalla gita non faccio altro che piangere, T_T. Mamma mia quanto mi so divertita!! T_T Non sto qui a raccontare se no vi annoio e io piango ancora di più xD hahaha
Allora, che ve ne pare? Tony è ufficialmente partito, Ziva è stata scoperta da McGee. Nel prossimo capitolo vedrete il confronto tra loro due e, FORSE, con Abby (ancora non ho deciso). Intanto la storia di Gerald ha ripreso il suo corso: il ragazzo ha paura, ma chi può biasimarlo?
Fatemi sapere :D



Semper Fi, team!

Amalia





 
P.s.: devo chiedervi una cosa >.< come vedete, ho l'abitudine di mettere foto e frasi dal telefilm. Ora, mi POTREBBE capitare di metterne qualcuna di puntate non andate ancora in onda in Italia... quindi Spoiler a go a go xD voi siete d'accordo? Ecco, non vorrei rovinare niente a nessuno, perciò fatemi sapere :)
  
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