Harry Potter
e il canto del lupo
Capitolo
2 - Ritorno al quartier generale
Era disteso sul letto, morbido e soffice, che lo accoglieva
con un materno abbraccio...la finestra era aperta, ma sentì
qualcosa... come un ululato, sì, era sicuro di aver sentito
un ululato. Si rizzò appena sul letto, che diventava
sempre più caldo, come un gran focolare.
E la vide: una sagoma scura, lunga e fulva stava correndo per
vasti spuntoni rocciosi scuri, neri come la pece; non seppe
dire bene cos'era. Sentiva che diventava tutto sempre più
caldo. Alzò lo sguardo: una luce rotonda e argentea lo
buttò a terra...
Adesso non era più coinvolto in quell'abbraccio materno,
ma ero disteso lungo sul pavimento della camera, un piede era
ancora a mezz'aria, legato da un nodo della coperta...alzò
il viso, ansante, e vide delle goccioline cadere per terra...erano
sempre di più...aveva il volto madido di sudore. Con
una mano, cercò di ricominciare a sentire un po' di fresco,
ma sembrava ci fosse solo caldo ad accoglierlo. Si avvicinò
e si sporse oltre il davanzale della finestra...non seppe perchè:
forse per vedere una sagoma fulva ululare, o per riprendere
un po' d'aria fresca...invece, quello che vide, fu davanti a
sé, di fronte una mezzaluna brillante in cielo, due ali
dispiegarsi al vento.
Il volatile, scuro a quella distanza, man mano che si avvicinava
si vedeva sempre meglio la tonalità e le piume, come
un disegno che viene colorato. Era un bel gufo marrone, con
occhi gialli a mandorla marcati, sotto le piume marroni delle
ali c'erano delle piume gialliccie, e portava con sé
un grosso pacco. Per quanto il pacco non doveva sembrare affatto
facile da trasportare, sembrava che il gufo non avesse problemi.
Il gufo cominciò a frenare e si imbucò così
in fretta nella stanza dalla finestra, che Harry ebbe appena
il tempo di spostarsi. Quello appoggiò con delicatezza
il pacco sulla vecchia scrivania scricchiolante, e si appoggiò
sulla vuota gabbia di Edvige.
"Grazie..." disse Harry, guardando il gufo con sospetto.
Vide che quest'ultimo lo osservava di sotto in sù, come
se si attendesse qualcosa di speciale.
Harry raggiunse il grosso pacco. Non vi erano biglitti assieme,
e pervaso dalla curiosità decise di aprirlo alla svelta.
Snodò lo spago che lo legava, sfilò l'incarto
e scoprì che conteneva quella sembrava una piccola bilancia
d'argento, ma era piuttost bizzarra.
I due piatti non erano sostenuti da fili di ferro da una delle
estremità di una sbarra posta sullo strumento, ma si
reggevano l'un l'altro su una sbarra inclinata che passa per
la sbarra verticale, perpendicolare alla base, che li divideva.
Harry controllò nel pacco: non c'era altro. Nessuna informazione
del mittente, nessuna spiegazione, niente di niente...poi gli
balenò in mente un'idea: si girò verso il gufo,
per chiedergli da dove veniva, ma rimase a bocca aperta: il
gufo era sparito, e con lui quelle poche piume che erano sparse
sul tappeto da parte sua.
Tornò alla finestra: non c'erano gufi fuori, non poteva
essere così veloce!
Guardò di nuovo la bilancia e vide incisa una frase:
"7 Maggio 1988 - Joineau 24, Surmeyt". Le incisioni
risplendevano di un argento opaco alla luce della luna...Harry
afferrò un quadernett e lo posò sui piattelli.
Non successe niente.
Non sembrava riuscire a capire, ma poi gli venne un'altra idea.
Quando Edvige sarebbe tornata, avrebbe mandato una lettera ai
Weasley, o all'Ordine, per chiedere se ne sapevano qualcosa.
*
La mattina seguente,
non ebbe il tempo di mandare una lettera con Edvige. Un brusco
Zio Vernon, coi baffi all'aria e un cipiglio contrito aveva
fatto intrusione nella sua camera.
"Ragazzo, spero proprio per te che non ne avrai combinata
una delle tue" disse, con voce pigra, ma con gli occhi
perfidi.
"Non ho fatto niente!" protestò Harry, anche
se gli venne il sospetto: e se si fossero accorti del gufo di
quella notte?
"Vedremo, vedremo... c'è la signora Figg che ti
vuole vedere. Vestiti in fretta, e niente scherzi."
Zio Vernon uscì, lasciando Harry dubbioso. La signora
Figg era una maganò, e abitava nella stessa via della
casa dei Dursley. Aveva scoperto solo un anno prima che anche
lei, in un modo o nell'altro, conosceva il mondo della magia.
Forse la sua visita quella mattina era dovuta allo strano arrivo
di quella notte, pensò, mentre si infilava i jeans.
Bussarono alla porta, e Harry fece: "Avanti!" mentre
con un calcio ributtava la coperta sul letto.
Il volto vecchio e rugoso, ricco di pieghe come fosse una ragnatela,
della pallida signora Figg, entrò a piccoli passi. Si
appoggiava a un bastone di legno con un pomo d'oro su cui era
scritto qualcosa che Harry non riuscì a vedere.
Era vestita di tutto punto, come se doveva presentarsi a un
appuntamento importante, anche se al solito, qualcosa non andava:
aveva due calze diverse ai piedi e alle orecchie c'erano in
una un orecchino e in una no.
"Buondì, ragazzo" gracchiò, sostenendosi
sul bastone "Non penso che tu sappia perchè sono
qui, vero?"
"Ehm...no" borbottò Harry.
La signora Figg si avvicinò, gli diede un paio di gomitate
e sussurrò nell'orecchio di Harry, come se si aspettase
che qualcuno li stesse spiando: "Devo portarti in un luogo
molto importante...oh sì, Potter, proprio importante.
Si chiama Grimmauld Place, al numero 12..."
Harry senti lo stomaco esibirsi in una capriola degna di nota
"Ma come ci andiamo?" chiese. La signora Figg era
una maganò, non poteva certo smaterializzarsi o creare
passaporte.
"Con questo" disse la vecchietta, e con un colpetto
del pollice destro, tolgese il pomo del bastone, rivelando uno
strano anello rosso "Si chiama passaporta, l'ha creata
Silente per spostarsi in quel posto quando lo si desidera...mi
pare che l'unico problema di essa sia tornare indietro"
osservò vaga la stanza, anche se non sembra vederla,
poi aggiunse "Dobbiamo toccarla nello stesso istante, ragazzo.
Capito? Al mio tre..."
"Un attimo" esclamò Harry "Ma quanto devo
stare a Grimmauld Place? Forse devo portare anche la mia roba"
La signora Figg inarcò contrariata un sopracciglio, come
se fosse stata appena interrotta durante qualcosa di molto importante.
"Non serve. Mi hanno detto di portarti a Grimmauld Place
normalmente. Al mio tre..." Harry tese la mano, sperando
che avesse ragione "...due..." un occhio saettò
sulla signora Figg. Le labbra della vecchia si incurvarono taglienti,
gli occhi e il viso prese una forma a Harry molto familiare...senza
accorgersene rimase a bocca aperta "...tre" toccarono
l'anello rosso, e ancora una volta Harry sentì staccarsi
da terra, sentì uno strappo in un punto imprecisato dietro
l'ombelico, poi cadde a terra.
Ma non era più al numero 4 di Privet Drive: si trovava
su un gradino di pietra piuttosto sporco. La signora Figg, vicino
a lui, chiuse col pomo la passaporta, e si rialzò sostenendosi
col bastone "Da questa parte" disse, indicando la
gradinata.
Erano tornati nell'antica dimora dei Black. Percorsero gli ampi
gradini di pietra e raggiunsero una tenda scarlatta, che scostarono.
Davanti a loro si stagliò un grosso salone quasi completamente
ricoperto da un enorme tappeto verde smeraldo. Le tende erano
tirate sulle pareti, e Harry si chiese se custodivano ancora
i quadri.
Come entrarono, si udirono tre rintocchi di una campana che
fecero trasalire Harry. Si guardò in giro, ma non c'erano
campane. Poi sentì uno strusciare dalla direzione in
cui, a quanto ricordava, c'era la cantina. Si voltò in
tempo per vedere la signora Weasley scivolare verso di loro,
con delle pantofole blu, la pettinatura scompagnata e distratta.
"Oh, Harry caro, ti attendevamo! Gli altri sono in cucina
a fare colazione...avrai fame, suppongo, vieni vieni...scendi
anche tu, Arabella, sarai la benvenuta!" disse la signora
Weasley, afferrando Harry per le spalle e conducendolo giù
per la scalinata della cucina.
Prima che Harry potesse fare domande, arrivarono nella cucina,
dove tutti sembravano attenderli -probabilmente dopo i rintocchi
della campana-. Divisi in due tavoli di legno, c'erano Lupin,
intento a terminare di leggere un articolo sulla gazzetta del
Profeta, con un pezzo di pane in bocca, Tonks, alle prese col
caffè, per trasformarlo in un saporito tè alla
frutta, Kingsley Shacklebolt, Malocchio Moody e un mago che
Harry parve di riconoscere come Sturgis Podmore, il signor Weasley
e, nell'altro, Ron, Bill, Charlie, Ginny, e un altro mago che
pareva essere l'unico a non essersi accorto dei nuovi arrivati.
Ci fu una serie di applausi, molti volti sorridenti. Ron si
avvicinò e gli battè un pacca sulla spalla:
"Harry, ti aspettavamo tutti! Siediti, siediti!" gli
fece spazio tra lui e Ginny, di fronte al mago ignaro che leggeva
quello che sembrava un quotidiano, ma che non gli pareva la
gazzetta del profeta.
"Allora, Harry, tutto ok?" chiese Charlie, vicino
a Ron, mentre finiva di gustare il suo caffè.
"Sì, tutto ok" mentì Harry.
"Charlie è stato convocato dal Ministero dopo che
hanno accettato il ritorno di Tu-Sai-Chi. Gli servono esperti
di draghi, sia per utilizzarli come difesa, sia per combatterli
se nemici."
"E gli altri, dove sono? Cioè, Hermione, Fred e
George, e Percy?" chiese Harry.
"Hermione non è ancora tornata qui. Quest'estate
la passa coi suoi genitori. Forse adesso sono in vacanza, a
spassarsela chissà dove... anche se penso sia più
probabile che Hermione sia tutta china su libri di tre secoli
fa. Bèh...Fred e George, invece, hanno il loro negozio,
lo sai...adesso si occupano solo di quello. Sembra vadano a
gonfie vele, hanno giù surclassato le vendite di scherzi
da maghi, qualche via lì vicino. La mamma e papà
ne sono un po' dispiaciuti, ma alla fine hanno realizzato che
qualche commercialista in famiglia ci voleva."
"E Percy? Cos'è successo, dopo che si sono convinti
della verità, al Ministero?"
"Percy non ci ha detto niente. In effetti, ne ha già
combinate troppe con la sua fissa del Ministero...è sempre
impiegato come segretario del Ministro, ma non parla con mamma
e papà...è una situazione ferma."
"Comunque...come mai questa convocazione improvvisa? C'è
qualcosa di nuovo?"
"Pensiamo che Silente volesse farti stare un po' in compagnia
dell'Ordine" stavolta fu Ginny a rispondere "Dopo
che l'estate scorsa ci sei rimasto un po' nervoso...sembra che
ci siano delle riunioni che ti interessano, e a cui devi partecipare.
Un po' ti invidio...sei l'unico tra noi che trattano come un
grande."
"Riunioni?"
"Sì, ma noi non sappiamo di che roba si tratti..."
disse Ron scrollando le spalle "Comunque, domani avevamo
in programma di andare a Diagon Alley a prendere gli strumenti
per quest'anno, e ne approfittiamo per fare un salto dal negozio
di Fred e George, che ne dici?"
"Ma non è ancora arrivata la lista dei libri di
studio" disse Harry.
"Sì, ma lo sai, al Ghirigoro hanno le liste per
ogni anno. Potremo prenderli in anticipo."
"Bella idea!" esclamò Harry, che non aveva
mai visto il negozio di Tiri vispi Weasley ed era molto desideroso
di vederlo.
Finirono di mangiare alcune deliziose portate di Porridge, poi
Ron portò Harry nella loro usuale camera da letto per
fargli vedere quello che appariva come un nuovo gioco.
"Ecco" Ron aprì quello che sembrava un libro.
Dentro ad esso, c'erano grosse tabelle dove erano attaccate
magicamente le figurine di Maghi & Streghe famosi. Sotto
a ognuna, in grosso, c'era scritto il nome, e sotto, più
piccolo, una descrizione. Harry si soffermò su una figurina
chiamata "Arnold Shuzaker - Battitore che con il bolide
mandò la pluffa nell'anello avversario vincendo la quart'ultima
edizione della coppa del mondo di Quidditch".
"Il dipartimento per i Giochi & gli Sport magici del
Ministero della Magia ha da poco tempo rilasciato un regolamento
con cui giocare con queste figurine. Ora ti faccio vedere: ogni
mago o strega hanno 4 valori: attacco, difesa, velocità
e effetto.
Quando voglio attaccare, devo vedere il valore d'attacco. Ad
esempio, questa -e afferrò Guendalina La Guercia- ha
25 di attacco. E' un po' scarsa. Se voglio attaccare un mago
o strega avversario disposto in attacco, devo sottrarre ai valori
di attacco del mio mago quelli del tuo. Se il mio mago ne esce
con 1 o più, il tuo viene eliminato e perdi tanti punti
gioco quante le stelline sul tuo mago, che indicano la potenza
e rarità. Quando scendi a 0 punti gioco, hai perso.
Se metti un mago o una strega in difesa, e vieni attaccato,
io devo vedere se il mio valore d'attacco è superiore
al tuo valore di difesa. Se così è, il tuo mago
viene scartato ma non perde punti gioco. Se invece il tuo mago
resiste, io perdo tanti punti gioco quanti la metà delle
stellina sul tuo mago.
La velocità conta poco: se hai 100 in più del
tuo avversario, puoi attaccare due volte.
Gli effetti invece sono importanti: ogni mago e strega ha la
descrizione del suo attacco. Se io uso, ad esempio, un mago
che utilizza in particolar modo l'incantesimo di incendio, e
il mago attaccato ha come effetto 'particolare attinenza con
incantesimi d'acqua', l'attacco avversario dimezza i suoi valori.
Capito, Harry? Hai qui le tue figurine?"
"Penso di sì" disse Harry, frugando nel suo
baule "Sì, eccole qui!" ne riemerse trionfante,
con un pacchetto di molte figurine.
"Bene, non c'è un limite a quante metterne. Si cominciando
mettendo il mazzo coperto ed estraendo le prime 5 figurine.
Poi prendi la sesta e la giochi in difesa -scoperta-, la figurina
che ha velocità maggiore determina il primo dei due che
comincia a giocare. Ogni turno si pescano tre figurine"
disse Ron, eccitato "E' la mia prima partita contro un
vero avversario. Cominciamo!"
Harry estraè le prime 5 figurine. Aveva preso Tommy Il
Fachiro, Billy Il Ghiro, Sebastian Caramell, Guendalina La Guercia
e Viktor Krum. I suoi occhi focalizzarono nella descrizione
di Krum: 'Giovane cercatore che all'ultima edizione della coppa
del mondo di Quidditch ha dimostrato il suo grande talento'.
Mise la 6^ figurina in campo: Zolly Il Postino, che aveva ben
250 di velocità.
"Che fortuna! Zolly è velocissimo!" guardò
imbronciato la sua "Invece, io ho Nemus, è una lumaca"
Si divertirono molto. Erano partiti da 30 punti gioco. Negli
ultimi turni Harry ne aveva ancora 4 e Ron 7. Ma quest'ultimo
trionfò, quando gioco la figurina di Albus Silente contro
Viktor Krum.
"Non potevi sperare di vincere giocando quel musone in
attacco" ghignò Ron soddisfatto "Comunque,
ci sono dei bari. A Caramell hanno assegnato valori più
alti di quelli di Silente. Scommetto che li ha costretti lui."
*
"Assolutamente
no!" sbottò Moody quella sera, a cena.
Ron e Ginny avevano appena comunicato il programma di andare
a Diagon Alley il giorno dopo, ma non c'era verso. Il volto
di Moody si era contratto in una spiacevole smorfia, che aveva
evidenziato le pieghe, le cicatrici e i solchi del suo volto
più che mai.
"Lo sapete cos'è successo negli ultimi tempi, eh?"
ringhiò sputacchiando un po' di saliva "Fredric
Taylor, uno dei nuovi Auror ammessi, è stato soggiogato
da una maledizione Imperius! Nessuno si era accorto di nulla,
probabilmente era soggiogato da settimane!"
"E chi è stato a soggiogarlo?" chiese Harry.
"Pensi che il mago che l'ha fatto si presenti tranquillamente
il giorno dopo alla porta, pulendosi le scarpe sullo zerbino
e dicendo 'scusate, ho scagliato una delle 3 maledizioni senza
perdono, per cui c'è il condanno a vita ad Azkaban, su
uno dei vostri Auror', ragazzo?"
Harry lasciò perdere, ma Ginny a quanto pareva non voleva
demordere.
"La prego, signor Moody! Ci lasci fare un giro! Potrete
tenerci d'occhio!"
"Coi tempi che corrono, figliola, sarà meglio che
vi divertiate anzi ad Hogsmeade. E adesso basta" aggiunse,
quando Ron aprì bocca a sua volta "quando dico no
vuol dire NO."
sbottò infine.
Per ingannare meglio il tempo, Ron, Harry, Ginny, e anche Bill
e Charlie decisero di organizzare un piccolo torneo di figurine
di Maghi & Streghe famosi, a cui si iscrissero anche Mundungus
e il mago della colazione che Harry non aveva ancora conosciuto,
e decisero di fissarlo l'ultimo giorno delle vacanze.
Fine del 2° capitolo