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Autore: _Milla3    26/03/2012    3 recensioni
E se, sette anni dopo, Felì tornasse a Fairy Oak? Magari per fare da fata-tata, stavolta, proprio ai figli di Jim e Vaniglia? Cosa succederebbe?
UltimoCapitolo.
Vaniglia e Jim, orgogliosi, sedevano in prima fila, vicini a Leòn e Violetta. Accanto a loro, c'era Pervinca - Grisam, il sindaco, era dietro le quinte - , con una bambina in braccio. Sun, la sorellina di Stella, era nata qualche mese prima. E il nome era stato la cosa più semplice. «Abbiamo già la nostra stella» aveva detto semplicemente Pervinca «Quindi ora manca il sole della casa.». Tomelilla non aveva obbiettato, ed aveva iniziato, tutta contenta, a riempire la casa di girasoli.
Accanto a loro sedevano Stella e Willow.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Fairy Oak..Dopo.[Camelia's and Stella's adventures]'
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Dal diario di Vaniglia
 

Certo, avrei potuto punirla, ma con che coraggio? Mi ha fatto prendere un bello spavento, è vero, ma in fondo a fin di bene. Si è messa nei guai, esatto. Ma nel momento in cui ho guardato Camelia negli occhi, ho visto qualcosa. Ho visto il legame che ha con Cassia, e ho rivisto me da bambina con Shirley. Avrei fatto qualsiasi cosa per la mia amica, e capisco come lei si sia messa in gioco fino a questo punto per Cassia. Come se noi non ci avessimo provato! Che legge stupida, quella sull'Infinito Potere ... Ma tanto, quella è la legge e quella rimarrà. L'abbiamo spiegato a Cassia, con le lacrime agli occhi. Probabilmente la bambina era l'unica che non piangeva, in quel momento. Tommy stava male, si vedeva.
Cassia, invece, ci ha guardati con i suoi occhi neri, che mi ricordano tanto quelli di Shirley, e ha parlato. Ha detto che lei non si sarebbe mai arresa, che voleva abbracciare la mamma, voleva farle capire quanto fosse forte l'amore per lei. Voleva vedere suo padre felice. Stella e Violetta singhiozzavano, ma Camelia era pietrificata. Ha abbracciato forte Cassia, dicendole che avrebbe fatto di tutto. In quel momento, anche se sapevo che era impossibile, le ho creduto anche io. Vorrei tanto che si potesse davvero fare qualcosa. A domani diario. Vaniglia.

 

Camelia
 

Non ci potevo credere. Non mi avevano punita. Mamma mi aveva abbracciata, e papà aveva mormorato, quasi commosso, qualcosa che somigliava ad un 'La mia bambina...' Insomma. Mi hanno perdonata. Però so che il perdono implica che io non faccia più nulla. E invece no. Vedrò George domani, e gli dirò che dovremmo trovare un altro modo di vederci. Ma io voglio continuare. Una promessa è una promessa, e dopo il discorso di Cassia è ancora più importante per me mantenerla.
Il giorno dopo mi svegliai di buon ora. Niente cose di nascosto, Mely, mi ripetevo. Feci colazione e mi vestii. 
«Buongiorno, Camelia...» mi salutò papà, seduto sulla poltrona in soggiorno. Sembrava di buon umore, e colsi l'occasione. «Buongiorno papà. Senti, io esco...Torno per pranzo.» Sorrisi, cercando di sembrare più naturale possibile. Lui era tranquillo, non pensava sarei andata di nuovo da George: «D'accordo, stai attenta.» Ce l'avevo fatta, nessuno poteva dirmi nulla, ero libera di fare quello che volevo. Uscii sorridendo e raggiunsi il luogo d'incontro, quasi nervosa. L'idea che avrei visto George meno del solito mi sconvolgeva, più di quanto avrebbe dovuto. Ma lui non c'era. Strano, di solito era sempre quello che mi veniva incontro, ed io la ritardataria. Dopo cinque minuti di attesa, vidi un uomo sulla cinquantina che si avvicinava. Ero spaventata, ma restai dov'ero. Lui venne accanto a me. «Camelia Burium?» mi domandò. Io annuii, e l'uomo mi strinse la mano: «Mi chiamo Howe Milton, e sono a capo dell'assemblea dei saggi. Mi spiace di non essere venuto prima, spero che George non le abbia dato fastidio in questi mesi. Comunque mi sono liberato, ora, mi presenti la sua richiesta.»
Oh. Lui era l'uomo con cui dovevo vedermi all'inizio. Abituata com'ero a George, mi ero anche dimenticata di lui. Qualcosa nel mio stomaco si mosse, ero delusa. Avrei voluto vederlo almeno un'ultima volta. 
«Beh..» Iniziai, balbettando. Con gli estranei non ero spigliata come mio solito «Io...Ho fatto richiesta per abolire la legge sull'Infinito Potere.». L'uomo mi guardò. «E come mai?» «E' una legge stupida!» Risposi, con tono ovvio, quasi senza pensarci. Nel momento in cui mi resi conto di quello che avevo detto cercai di correggermi, ma il signor Milton rideva. Arrossii violentemente, portandomi una mano alla bocca, ma lui continuò: «Bene, piccola, potrei sapere per quale motivo proprio tu sei interessata a far abolire questa legge? Cosa ti spinge a farlo?» Senza nemmeno rifletterci, la risposta mi apparve nella testa. Cosa mi spingeva a farlo? «Gli occhi di Cassia...» Sussurrai «Se, almeno una volta, lei avesse visto Cassia Corbirock negli occhi, capirebbe cosa mi spinge a fare questo.» L'uomo sembrò colpito. Rimase in silenzio.
 

Violetta
 

Se non ne fossi già stata sicura, quando guardai negli occhi Leòn ne ebbi la conferma. Sapevo che era stato lui a farmi quel regalo, sapevo di piacergli. La mattina dopo mi diressi verso casa Burium senza indugi. Per fortuna era estate, eravamo molto più liberi. Bussai e mi venne ad aprire la signora Vaniglia. Mi piaceva quella donna, profumava sempre di buono, ed aveva un sorriso che illuminava. Si diceva, per la città, che fosse stata parte dell'Antica Alleanza, ma a quell'età ero troppo piccola per sapere cosa volesse dire. Mi rendevo conto, però, che lei e sua sorella erano qualcosa di speciale.
«Ciao Vaniglia!» Mi aveva detto lei di chiamarla così. «Ciao Violetta.» Sorrise «Cerchi Camelia?». Mi feci rossa dalla punta dei piedi fino a quella delle orecchie. «Ehmm, ecco, io...» Balbettai, senza riuscire ad arrivare al punto. «Capisco.» Mi disse lei, per poi urlare «Leòn, scendi! Ci sono visite per te.» Arrossii ancora di più, quando Leo scese, Vaniglia lasciò la stanza. Non sapevo cosa dire, quindi semplicemente, istintivamente, lo abbracciai. «Grazie del regalo...» Sentii le sue braccia che mi circondavano, e sorrisi inconsciamente. Avrei voluto che quel momento non finisse mai, ma lui si staccò, guardandomi nell'incavo del collo, per poi sorridere. Gli occhi gli brillavano. «L'hai messa...».
Avrei voluto dirgli tante cose. Che l'avrei messa anche fosse stato uno pneumatico da appendere al collo, anche se fossero state due incudini con il gancetto per gli orecchini, che l'avrei messa anche se fosse stata la cosa più brutta del mondo, perché era stato lui a regalarmela. Invece sorrisi, e annuii. 
«Bene.» Disse lui, deciso, anche se sembrava non sapesse che fare «Adesso siamo fidanzati.» Forse un'altra si sarebbe arrabbiata per quel modo di fare sbrigativo. Io mi sentivo solo tanto felice.
 

Stella
 

Ero passata per casa di Mely e Leo, ma avevo trovato solo lui e Iole, che se non si stavano sbaciucchiando poco ci mancava, quindi avevo tolto il disturbo. Avrei tanto voluto sapere dov'era andata Camelia, senza mia cugina mi sentivo persa. Camminavo, e riflettevo su quello che mi aveva detto la mamma qualche giorno prima. Un fratellino o una sorellina. Che bella notizia. Risi piano, pensando a tutte le volte che Camelia aveva maledetto suo fratello, mentre io avrei volentieri fatto a cambio, per avere qualcuno con cui dormire la notte, o giocare quando tutti gli amici stanno studiando.
Iniziai già a pensare ad i nomi, sapendo che, tanto, alla fine non avrei scelto io. Se fosse stato maschio mi sarebbe piaciuto Ash. E se fosse stata femmina...Hm, qui era difficile, nella mia mente si facevano strada tanti di quei nomi! Rose, Daisy, Heater. Mentre pensavo caddi addosso a qualcuno o qualcosa. Abbassai lo sguardo. Ero finita sopra a Willow Green! Scusandomi mi alzai, e vidi che lui non sembrava arrabbiato. 
«Ciao Stella.» Sorrise. Ero sorpresa. Lui aveva dodici anni, era un 'ragazzo grande', e mai avrei pensato che potesse conoscere il mio nome. «Hei Willow. Scusa ancora..» Mi grattai la testa, imbarazzata. «Chiamami Will. E figurati, sono cose che succedono.» Ero colpita, non aveva la fama del ragazzo gentile, di solito chi gli dava fastidio veniva trattato malissimo. Vidi la mia amica Olive venirmi incontro, e lo salutai con un cenno della mano. Iniziai a parlare con Oli, e mi dimenticai di lui. Me ne ricordai solo quando, venti minuti dopo la mia amica mi disse: «Stè..Spiegami perché Willow Green ti sta fissando da mezz'ora circa.».


Spazio dell'autrice:

Hei! Perdonatemi, ieri non ho aggiornato. Qualcuno ha sentito la mia mancanza? Nessuno? Vabbè fa niente. Parliamo del capitolo. Sentite io ci ho provato. Ho  provato a immaginare che George fosse in realtà cattivo, ho provato a pensare che lui tradisse la fiducia di Camelia, che succedesse qualcosa. Ho fatto di tutto per non farla innamorare di lui. Ma i miei personaggi decidono da soli cosa fare, e non scherzo. Sono una romantica, non è colpa mia! E da brava romantica ho fatto incontrare anche Stella con qualcuno, vi piace la cosa?
Beh, come avrete notato - o no D: - manca il punto di vista di Felì. Oggi non mi andava di farlo, in compenso vi ho dato quello di Vaniglia. Ditemi quali sono i vostri preferiti, così li faccio di più. Un bacio, e alla prossima <3

 

  
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