Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: akachika    26/03/2012    6 recensioni
Sequel della one-shot 'I will [never] let you go'  
“Cosa avresti fatto se avessi potuto scegliere? Avresti rispettato il contratto, dando a Sebastian ciò che le spetta o avresti scelto la vita eterna come demone?”
 Cosa sarebbe disposto a fare Ciel per far tornare da lui il suo demone?
 
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'in the end, can we stay together?'
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~Come back to me~
Don’t leave me

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Se tu lo sai allora perché, perché mi hai aiutato? Perché non hai semplicemente divorato la mia anima?

….

Mi stringo la testa tra le mani, per la prima volta nella vita le lacrime bruciano come gocce di fuoco nei miei occhi ma, non le lascio cadere:  non voglio, non posso! Se lo facessi non sarei più io, non sarei più quello che desideravi tu …
Capisco solo ora che, senza nemmeno accorgermene, ho trasformato me stesso in ciò che tu volevi; perché, perché non lo capisci?
Se non lo capisci da solo allora te lo farò capire io! Solo allora ti permetterò di prendere la mia anima!
Non posso più permettermi di essere così orgoglioso, lo sono stato per troppo tempo , non ne vale più la pena ormai. Porto una mano all’occhio marchiato, caccio indietro definitivamente le lacrime e raccolgo tutte le energie e il coraggio che mi sono rimasti in corpo
“Sebastian! Vieni qui!” urlo.
Non mi importa se Lola mi ha sentito, non mi importa nulla di niente, non più. Sto in silenzio attendendo il tuo arrivo …
Passa una manciata di minuti ma non accade nulla, una forte angoscia mi attanaglia il cuore rendendomi faticoso pure respirare.
Perché non sei ancora arrivato? … Mi hai abbandonato? No!! Non voglio e non posso crederci!
Respiro profondamente cercando di calmarmi
“Sebastian! Vieni immediatamente qui! È UN ORDINE!!”  urlo con tutto il fiato che ho in corpo.
Ancora niente.
Sono completamente in preda al panico ma non solo, mi sento solo, abbandonato , tradito da te: l’unica persona di cui mi sia mai fidato veramente, l’unica persona che abbia mai ... NO! Non sono come Alois! Non sono come lui … non lo sono … non lo sono.


Ora voglio piangere, ne ho bisogno.
Ho bisogno di sfogarmi, ho bisogno di sfogarmi con qualcuno ma, tu non sei qui.
La tua sola presenza ora mi farebbe stare meglio, mi farebbe sentire protetto , ma tu non sei qui.
Mi alzo in piedi barcollando e tenendomi al muro scendo di nuovo nel salone dove, appena entro,  vedo Lola seduta ad un tavolo che legge il giornale.
Quando sente la porta cigolare al mio ingresso mi guarda e, come se riuscisse a leggermi dentro, si alza, mi si avvicina e, senza alcun preavviso, mi abbraccia stringendomi a se.
Io resto immobile, silenziosamente grato di quell’affetto offertomi dalla donna; appoggio la testa alla sua spalla, sei si appoggia a me e la sento singhiozzare.
Lei che nemmeno conosco sta piangendo le lacrime che io non posso e non voglio versare.
Avrei preferito essere tra le tue braccia ma, sono davvero, profondamente riconoscente nei confronti della locandiera che, senza chiedermi nulla, mi ha dato ciò di cui avevo bisogno: l’abbraccio di una madre, un abbraccio sincero.
Restiamo così ancora qualche istante poi, lei si allontana e mi guarda con gli occhi ancora lucidi e arrossati dal pianto.
“Cos’hai Ciel? Cosa c’è che non va? Dimmi tutto per favore …”
Non posso risponderle anche se in fondo vorrei, vorrei buttare tutto fuori: tutta la mia angoscia, tutta la mia rabbia, tutta la mia solitudine; quella solitudine che solo tu, solo e soltanto tu, puoi guarire.
“Nulla, sto bene. È solo un’influenza” le rispondo fingendo di non aver compreso la sua domanda
“Cosa ti turba? Leggo l’angoscia nei tuoi occhi, se mi dici cosa ti preoccupa posso aiutarti” quelle parole, non so perché, mi fanno montare su tutte le furie
“NO!  Chi ti credi di essere?! Tu non mi conosci, non puoi nemmeno immaginare quali siano i miei problemi! Tu non puoi aiutarmi!” urlo tutto d’un fiato, mi rendo conto di aver esagerato quando vedo altre lacrime rigarle il viso.
Di nuovo troppo orgoglioso per chiedere scusa mi giro ed esco dal salone.


Mi fermo nel corridoio, appoggio la schiena al muro e mi lascio scivolare sino a sedermi a terra.
Perché devo sempre allontanare tutte le persone che provano ad amarmi e amare colui che invece non ha mai provato nulla per me?
Ripercorro mentalmente i miei pensieri e cerco di non urlare alla confessione che avevo appena fatto a me stesso.
No io NON amo Sebastian! Io … cosa provo?
Mi alzo e torno nella mia stanza.
Apro la porta e mi butto sul letto.
Mi giro per guardare fuori dalla finestra e vedo quella sagoma nera a pochi metri da me. Mi guardi con quei tuoi occhi rossi come il sangue, continui a fissarmi senza dire niente; mi alzo a sedere senza sapere cosa fare, sono confuso.
Fai un passo avanti accorciando la distanza che ci divide io, indietreggio, per la prima volta ho paura di te.
“Avete chiamato bocchan?” mi chiedi avvicinandoti ancora.
Indietreggio di nuovo finche non poggio la schiena al muro mentre continuo a guardarti senza sapere cosa rispondere.
Fai un altro passo, ora se davanti al letto, ti pieghi in avanti portandoti troppo vicino a me; il mio cuore manca un colpo tra i battiti ormai accelerati.
“Bocchan qualcosa non va?” chiedi nuovamente, questa volta con un accenno di sorriso sul volto che, per quanto solo un accenno, mi fa sentire meglio.
“Perché te ne sei andato?” chiedo io guardandoti negli occhi
“Lei mi ha detto che potevo andare” mi rispondi subito ma, senza allontanarti
“Allora perché sei tornato ora?” chiedo ancora.
Ti avvicini ancora di più il tuo naso ormai sfiora il mio; abbasso lo sguardo incapace di sostenere quella situazione.
Per una frazione d’istante mi sembri contrariato dalla mia mossa poi mi rispondi
“Perché me lo domanda bocchan? Lo sa benissimo, mi avete chiamato” non so cosa dire, ha ragione ho fatto una domanda stupida e ora non so più cosa dire:
“Perché mi avete chiamato” Di nuovo non rispondo, non potevo rispondere.
“Mi allontano per un po’ e guardatevi vi siete preso l’influenza” mi dici rialzandoti dal letto.
Questa volta sono io contrariato per la tua mossa
“Perché te ne sei andato?” chiedo nuovamente con una voce così debole che non pensavo mi avessi sentito
“Volevo mettervi alla prova, ma ora sono qua, non si preoccupi” 
“Come posso non preoccuparmi?!” raccolgo tutto il coraggio che ho per completare la frase:
“Perché non hai ancora preso la mia anima?” Ti avvicini di nuovo, questa volta, con un unico rapido movimento , sei a pochi centimetri da me
“Non so di preciso cosa le sia successo in questo poco tempo ma, so che la scelta non sta a me” mi sembri quasi sollevato da questo fatto e io per questo lo sono ancora di più.
Fuori il sole è ancora alto ma sarà per la febbre o qualsiasi altra cosa mi sento davvero stanco.
Fai per alzarti ma, prendendoti per la manica della giacca ti tiro a me portandoti tanto vicino che a sfiorarsi questa volta furono le nostre labbra.
Dopo quel breve contatto mi sento avvampare il viso che ritraggo giusto quanto basta per poter parlare
“Sono stanco, voglio dormire” dico cercando di nascondere l’imbarazzo.
Tu non rispondi; con un movimento del braccio mi sollevi mentre ti alzi in piedi, per non perdere l’equilibrio avvolgo le braccia intorno al tuo collo. Sento le tue mani afferrarmi le cosce e allora mi accorgo di avere le gambe avvinghiate attorno alla tua vita ; tu sembri non badarci e dopo qualche secondo mi poggi a terra e cominci a svestirmi e noto che hai dipinto sul volto il sorriso di un tempo.
Mi lasci con solo l’intimo addosso, salgo sul letto e una volta sotto le coperte mi tolgo anche l’ultimo indumento che ho addosso.
Mi sdraio e vedo che ti incammini verso la porta; mi tiro su a sedere scoprendo le mie gambe nude, mi guardi, sorridi, non è più il solito sorriso.
“Resta qua” senza smettere di sorridere ti avvicini al letto e ti siedi sul bordo, io mi sdraio dandoti le spalle
“Con piacere” mi sussurri all’orecchio facendomi rabbrividire.
Mi giro per guardarti, tu mi guardi a tua volta; ti tiro nuovamente vicino a me costringendoti a sdraiarti al mio fianco e, questa volta, sono io a sussurrarti all’orecchio, come se fosse il più segreto dei segreti:
“Non lasciarmi …”  
Non so come ho fatto a trovare la forza per dirti questo.
Non mi rispondi ma con piacere noto che non ti muovi, resti qui, sdraiato affianco a me; mi giro dandoti nuovamente le spalle e cercando di riprendere il sonno che avevo prima.


Passano pochi minuti prima che ti alzi, vorrei fermarti ma non lo faccio.
Ti da così fastidio starmi vicino?
Mi stringo a me stesso sotto le lenzuola. Sai che sono sveglio.
Sento il tuo sguardo sulla schiena mentre sta fermo al centro della stanza; sento un passo:  ti avvicini alla finestra.
Non te ne andare, te l’ho detto di non lasciarmi ancora!
Un altro passo ti affacci alla finestra e … chiudi le persiane facendo calare il buio nella stanza; senza nemmeno accorgermi tiro un sospiro di sollievo e rilasso i muscoli che tenevo in tensione
“Forse così riuscirà a riposarsi meglio bocchan”
Ne ero sicuro che sapevi che non dormivo!
“Uhm ok” rispondo senza girarmi.
Ti avvicini nuovamente al letto; mi giro e ti guardo mentre ti togli la giacca rimanendo solo con la camicia bianca e i pantaloni, ti slacci la cintura e lasci cadere anche quelli ti guardo in un misto di ammirazione e stupore poi ti sdrai nuovamente al mio fianco guardandomi negli occhi, non so bene come comportarmi
“Perché mi guarda così bocchan? Me l’ha chiesto lei di-”
“Si si d’accordo ora stai zitto che ho sonno” taglio corto io, non era ciò che volevo dirti ma è quello che ho detto.
Mi giro e chiudo gli occhi, sapendo però che, con te nel mio letto, non riuscirò a dormire.


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Angolino di Marty (:
Eccomi di nuovo qua!
Spero vi sia piaciuto anche questo: diciamo che è adesso che inizia la vera storia ;)
spero anche di non deludervi con i prossimi capitoli!
Grazie mille a chi ha messo questa storia tra seguite/preferite/ ricordate e chi ha commentato ^-^ grazie di cuore davvero!!
Alla prossima!
Un bacione
 

Marty 
  
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