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Autore: ichigo    20/04/2004    3 recensioni
Ciao! Questa fic e` un before. Si ritorna quindi al tempo dei Malandrini con una ragazza, come quinto. Lei e` Phaedra Halliwell, il personaggio che ho creato per un'altra fic che presto pubblichero`. Quindi questo e` un approfondimento. Spero vi piaccia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Severus Piton, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Tutti i personaggi qui sotto elencati, ad eccezione di Phaedra Halliwell che è un parto della mia mente, appartengono a J

Disclaimer: Tutti i personaggi qui sotto elencati, ad eccezione di Phaedra Halliwell che è un parto della mia mente, appartengono a J.K.Rowling e ai titolari dei diritti di Harry Potter. Io li utilizzo, non per fini lucrosi, ma per puro diletto letterario.

Tre metri sopra il cielo

3~

"Now what I wanna do is spread my wings and fly"

Quello che voglio fare adesso è spalancare le mie ali e volare.

Il giorno seguente, i Malandrini si erano alzati privi della solita vitalità, ancora abbattuti per i fatti della sera prima.

Sirius si rifiutava anche solo di muoversi. Era rimasto a letto, assolutamente determinato a non alzarsi, e aveva cacciato malamente Remus, che aveva aperto le cortine del letto per consolarlo.

La testa gli doleva e faticava ad aprire gli occhi, gonfi di pianto.

I ragazzi erano scesi a colazione in silenzio, lasciando a bocca aperta tutti presenti, abituati al solito fracasso.

Peter era l'unico che era riuscito a toccare cibo: James si era riempito il piatto ma ora giocherellava distrattamente con una strisciolina di bacon fritto, mentre Remus si rigirava tra le mani la bacchetta eburnea di Phaedra, con in testa la supplica della ragazza di aprire la porta e l'immagine di Sirius in lacrime.

Fu riportato improvvisamente alla realtà da Lily che era entrata di corsa nella Sala Grande dirigendosi trafelata verso di loro.

"Vi prego ditemi che Fede ha dormito da voi!" esclamò.

"No, perchè, non è tornata?" chiese stupito James.

"Se ve lo sto chiedendo..." ribatté la rossa guardandolo male.

I Malandrini si guardarono un secondo e poi scattarono in piedi, cominciando a correre come pazzi verso la torre di Grifondoro, lasciando Peter e Lily a fissare straniti il punto dove erano spariti.

Sirius fu svegliato dalla veloce incursione dei due ragazzi, sudati e sfiniti, che avevano ormai battuto tutta la scuola e ora ricorrevano in extremis alla Mappa del Malandrino.

Dopo un rapido sguardo alla pergamena, James si fece cadere sul letto con una mano sugli occhi "Porc...E' fuori dai confini!".

Remus profondamente preoccupato si guardò intorno in cerca di un sostegno ed incontrò lo sguardo di Felpato che si era tirato su dal letto e ora li guardava.

"Che succede Remi?" domandò.

"Non la troviamo! Lily ha detto che stanotte non è rientrata e la mappa indica che non è più a Hogwarts."

Sirius scattò immediatamente giù dal letto e, dopo essersi sciacquato la faccia, si era vestito rapidamente ed era partito alla velocità del fulmine, travolgendo Peter e Lily, che stavano attraversando il ritratto.

Rivoltò tutta la scuola, investì diversi studenti ma alla fine, dopo aver perquisito anche il parco, si era lasciato cadere sconsolato sui gradini dell'ingresso, quando ormai il sole stava tramontando.

"Buon pomeriggio Signor Black" Albus Silente avanzò alle sue spalle sorridendo gentile.

"'Giorno Professor Silente" gli rispose indifferente, prima di realizzare e scattare in piedi, cercando una scusa per la sua assenza dalle lezioni.

"Ecco...Io..."

"Oh, non si preoccupi Signor Black. So bene che ha cose più importanti da fare, e da cercare, che seguire le lezioni" gli disse il preside, mantenendo il suo piglio allegro.

Sirius rimase spiazzato: come faceva a sapere sempre tutto?

"Sa" continuò il preside "Credo che la signorina Halliwell si sia nascosta dove sia sicura di non venir trovata. O forse dove spera che qualcuno la trovi."

Detto questo il vecchio mago se ne andò facendogli l'occhiolino, lasciandolo a decifrare il messaggio.

E la risposta arrivò immediatamente. "La Stamberga Strillante!" strillò, battendosi il pugno sul palmo aperto, e si diresse rapido verso il Platano Picchiatore, mentre grosse nuvole nere si addensavano minacciose e nascondevano il tramonto agli abitanti del castello.

Il temporale giù impazzava, scuotendo i vetri della Stamberga con forti folate di vento e grigie gocce di pioggia, mentre il ragazzo si richiuse la botola alle spalle senza far rumore.

Percorse la stanza semidistrutta da Lunastorta durante le trasformazioni e salì la scala scricchiolante che portava al piano di sopra.

Aprì la porta della stanza che si trovò davanti e la vide: raggomitolata come un gattino e illuminata solo dalla grigia luce del temporale, stava Phaedra, accoccolata sul copriletto di velluto rosso del letto a baldacchino.

"Meno male!" sospirò sollevato avvicinandosi al letto e sedendosi a terra di fronte alla mora.

A lungo la guardò dormire, osservando quel corpo perfetto, quelle labbra dolcemente socchiuse, che da tanto desiderava.

Lo aveva capito la sera del litigio, quando era rimasto solo a fissare il fuoco.

Era quello il problema: lui non odiava Piton per quello che aveva fatto a lui; lo odiava per come guardava lei e per come Fede lo difendeva. Temeva che lei lo vedesse solo come amico e che guardasse Mocciosus come desiderava essere guardato lui stesso.

Paura.

Era stata la paura a fargli dire quelle cose, a farli litigare ormai tutti giorni. Aveva rischiato di perderla, o forse si illudeva; forse l'aveva già persa.

Immerso com'era nei suoi pensieri, non si accorse degli occhi neri che lo guardavano, finché un fulmine non li illuminò.

Phaedra lo osservava con odio.

"Ah...Ti sei svegliata" esordì imbarazzato.

Lei non rispose ma continuò a fissarlo gelida.

"Ehm, ecco...ero preoccupato e sono venuto a cercarti" disse semplicemente, cercando di ignorare quello sguardo scuro, quel viso contratto, così diversi da quelli che amava.

"Bhè, sono viva quindi te ne puoi andare" rispose asciutta, rabbrividendo poi per un gelido spiffero che li aveva raggiunti.

Sirius prontamente si diresse verso il camino e con un leggero movimento di bacchetta, accese un fuoco azzurrino, che scoppiettava allegro; non si aspettava un grazie ma almeno che lo sguardo perforante di lei cessasse, ma sperò invano.

"Senti io non volevo..." iniziò, afferrando il coraggio a due mani ma fu interrotto.

"Zitto! Finiscila! Mi hai già ferito abbastanza, non ti permetterò di farlo di nuovo. Hai detto che non possiamo più essere amici e adesso vuoi rimangiarti tutto? Potevi pensarci prima!" urlò tirandosi seduta "Vattene! Fuori di qui!" concluse indicando la porta.

"Fede..."

"No! Fuori!"

"D'accordo me ne vado. Ma prima devi ascoltare le mie ragioni" iniziò debolmente, e, poiché il secco "NO" che seguì fu coperto da un tuono, continuò "Ieri sera tu hai detto che rivolevi il tuo migliore amico e io ti ho risposto che non era possibile. Ma con questo non ho voluto dire che non potevamo più essere amici, solo che nulla può più essere come prima."

"Ma perchè?" gemette lei mentre le lacrime tornavano a rigarle il viso.

"Perchè ormai niente è più come prima. Io credevo di poter resistere, credevo di riuscire a fingere ma è stato tutto inutile. Credevo di esserne capace, di riuscirci con il tempo, pur di non perderti. Ma a quanto pare ti ho persa comunque." Il fuoco si spense, schiacciato da uno spiffero, o forse spento dalle lacrime del suo creatore, che ora stringeva i pugni, incapace di andare oltre.

Quando tutto sembrava perduto, Sirius fu riportato alla realtà da una voce dentro di se, che ormai gridava forte in fondo al suo cuore, la voce di Phaedra "Non lasciarmi da sola!".

Ma la preghiera di Phaedra fu coperta da un'altra voce, stavolta la sua "Vattene! Ormai l'hai persa".

Il suo corpo si mosse da solo.

Il loro abbraccio fu illuminato da un fulmine, ma il tuono che ne seguì non riuscì a coprire la voce di Sirius.

"Io ti amo! Ma se per questo devo perderti, schiaccerò questo amore perchè il suo prezzo è troppo alto!"

Nessuna risposta.

Solo le labbra calde di Phaedra che si posarono sulle sue, esprimendo i suoi sentimenti meglio di mille parole.

Le sue mani si muovevano insicure, come l'uccellino impaurito che spalanca le ali malferme la prima volta che deve lasciare il nido.

"E' come imparare a volare" le tornò in mente la voce di sua sorella.

Le carezze e i baci di Sirius, il suo sorriso, vorticavano con mille emozioni: paura, gioia, insicurezza ma amore sopra ogni cosa. Nell'ultimo abbraccio Phaedra poté sentire chiaramente il battito del cuore di Sirius sopra di lei, accelerato come il suo, e finalmente qualcosa scattò.

L'uccellino chiuse gli occhi, prese un profondo respiro e saltò nel vuoto, per scoprire quanto é bello essere sostenuti dal vento.

Quanto è bello divenire una cosa sola con il vento.

Sua per sempre.

Ora lo sapeva: era nata per appartenere al vento.

La mattina seguente, finalmente il sole lacerò le nubi e fece capolino, dispettoso, tra le tende strappate della Stamberga Strillante, illuminando il viso del ragazzo, strappandolo dai suoi bellissimi sogni.

Sirius si stropicciò gli occhi con la mano libera, per un attimo dimentico della notte precedente. Era convinto fosse stato solo un sogno.

Presto però si dovette ricredere. Phaedra si mosse al suo fianco, spostando la testa sulla sua spalla, ancora nelle braccia di Morfeo, e il suo cuore riprese a battere rapido.

"Non era un sogno" pensò "Lei è qui davvero. E' davvero diventata parte di me" arrossì violentemente e poi la strinse più forte, quasi temendo che potesse sfuggire dal suo abbraccio.

"Dio, quanto sei bella!" sussurrò scostandole un boccolo dal viso e posandole un tiepido bacio sulla fronte di porcellana.

"Mhh. Come sei caldo" sussurrò Phaedra, spostando il viso nell'incavo della spalla di lui, che le rispose con un altro bacio, stavolta sulla tempia.

Rimasero così per alcuni minuti, cullati da quel dolce silenzio, accoccolati l'uno nelle braccia dell'altra, quasi sperando che il tempo si fermasse in quell'istante.

"Io ti amo" sussurrò il ragazzo cercando gli occhi dalle iridi viola di lei.

Nel dolce sorriso di Phaedra, lesse la risposta che più al mondo desiderava. "Anche io ti amo" gli bisbigliò all'orecchio, tirandosi su e baciandolo teneramente "Tantissimo".

"Sono felice. Non sono mai stata così bene in tutta la mia vita. E tu?"

"Io?" Sirius l'abbracciò forte. "Sto benissimo."

"Da arrivare a toccare il cielo con un dito?"

"Non, non così"

"Come, non così?"

"Molto di più. Almeno tre metri sopra il cielo."

Fine

  
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