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Autore: penguin    26/03/2012    7 recensioni
E ad Harry quasi gli si mozzava il fiato ogni volta che lo guardava. Vestito, nudo, con addosso una carota di gommapiuma, non importava.
[ Larry! ;)
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hello, hello. 
Chi vi parla, è ciò che rimane di desiish, in procinto di diventare penguin. Questa, se non si fosse ancora capito, è una Larry.
Devo ringraziare
zeroborine per questo, e tutto il nostro magnifco gruppo #THEGAYSHAVEGAYEDAGAIN. Quindi babies, questa è tutta per voi ;3
Questa shot nasce, essenzialmente, dalla mia nullafacenza più totale e, questo bisogna dirlo, dalla gayaggine di Louis ed Harry, che no, non si sanno trattenere in pubblico.
Come qualcuno direbbe, e perchè è palese, no?
Ringraziamento speciale a 
zeroschiuma per il betaggio notturno.




Come sarebbe bello potersi dire che noi ci amiamo tanto, ma tanto da morire.
E che qualunque cosa accada, noi ci vediamo a casa.


« Louis? »
« Mmmh. »
« Sei sveglio Louis? »
Harry era seduto lì, tra le lenzuola, con la schiena appoggiata al cuscino candido e la testa rivolta verso la finestra appena aperta.
« No Harry, sto dormendo. » mugugnò.
Louis, al suo fianco, dormiva beatamente con i capelli scompigliati, una mano sotto al cuscino e l'altra che tirava le lenzuola all'altezza delle labbra.
« Sei sicuro di dormire, Louis? »
« Sì, Harry. Sto dormendo. »
Louis cambiò posizione infastidito da Harry e dai primi raggi di sole che filtravano attraverso la finestra, dando le spalle ad entrambi.
Harry non riusciva a dormire. Pensò di aver dormito troppo – il che era impossibile con Louis nello stesso letto -, oppure semplicemente che la luce gli desse fastidio: fatto sta che all'alba delle sei e mezza del mattino Harry Styles era sveglio.
Si tirò su dal letto – rigorosamente nudo – e si recò trascinando i piedi in cucina. Aprì lo sportello del frigo, un brivido di freddo gli percorse la schiena e velocemente tirò fuori il cartone di latte da cui bevve un sorso. Si asciugò le labbra rosse con il dorso della mano, ed infine decise di andare a fare una doccia per spezzare il tempo.
Quando ebbe chiuso la cabina doccia, aprì l'acqua calda e prese il bagnoschiuma nella bottiglia verde – quello buono, come lo chiamava Louis -, chiuse gli occhi e si lasciò trascinare via dall'acqua che scorreva sul suo corpo, candido e liscio, nonostante gli ormai diciotto anni.
Si avvolse un asciugamano in vita, e dopo aver frizionato ancora un po' i capelli bagnati ma già con qualche abbozzo di riccio, si diresse nuovamente verso la camera da letto.
Louis aveva ormai preso possesso di entrambe le piazze del letto, arrotolandosi tra le lenzuola candide e poggiando il viso sul cuscino di Harry.
Harry infilò un paio di boxer – quelli verdi, che facevano ridere tanto Louis – e si sedette al suo fianco. Passò una mano delicata tra i suoi capelli di seta, e gli accarezzò il viso, sfiorando l'accenno di barba che lo rendeva – solo all'apparenza - più virile.
Lo guardava respirare regolarmente, con la bocca leggermente aperta ed i tratti rilassati, sembrava quasi fosse di plastica, tanto sembrava perfetto ai suoi occhi. Non aveva nessun dubbio sul perché si fosse subito innamorato di lui: più lo guardava, più era convinto che sarebbe sempre andata perfettamente tra di loro. Non riusciva ad immaginarsi adulto, con un Louis adulto, Louis!, assolutamente no. Come se nella sua mente avesse fermato la giostra, catapultando i loro corpi giovani ed innocenti – o forse non più così innocenti come credeva -, e vi avesse aggiunto quei vent'anni che bastavano per assimilare la sensazione del sentirsi una.. coppia.
Ad Harry piaceva accarezzare la pelle liscia e dorata di Louis. Era così perfetta, così tremendamente contrastante al blu oceano dei suoi occhi, che Harry, l'avrebbe sfiorata sempre, in pubblico come nel loro appartamento.
Delicatamente gli spostò un ciuffo ribelle da viso, per far sì che non gli solleticasse le gote appena arrossate, si avvicinò e gli donò un lieve bacio.
Louis respirò, con il naso attorniato dai ricci umidi di Harry.
« Hai fatto la doccia? » mugugnò lui, ancora con gli occhi chiusi e la voce più bassa del solito.
Harry annuì, facendo sfiorare la punta del suo naso con quello di Louis.
« Con quello verde? » respirò ancora, Louis, il buon profumo di Harry, che annuì sfiorandolo col naso nuovamente.
Louis sorrise.
« Mi piace. » Louis si morse il labbro inferiore, ed Harry, avrebbe voluto morderlo anche lui quel labbro roseo ed invitante.
Louis aprì piano gli occhi, mostrando ad Harry due pozze di acrilico blu, ed Harry - poteva giurarci - ci si sarebbe potuto perdere ed affogare ogni benedettissima volta che il loro sguardo si incrociava.
« Buongiorno.. » gli sussurrò Louis a fior di labbra.
« Buongiorno a te. Ti ho svegliato? » Harry distese le labbra in un sorriso sincero.
Ancora sonnecchiante, Louis scossè la testa in senso di diniego e sorrise nuovamente ad Harry, abbagliandolo con i denti candidi e lucidi, che ricambiò baciandolo sulle labbra morbide.
Un contatto veloce, il tempo esatto per ricevere la solita scarica elettrica che pervadeva il corpo di entrambi, faceva tendere i muscoli, e rendeva più bella una giornata grigia e nuvolosa.
« Hai fame, babe» sussurrò Harry sulle labbra di Louis.
« Mmh, un po'. Tu hai già mangiato? »
« No, solo un po' di latte. »
« Andiamo a cucinare? » propose Louis.
« Andiamo? » Harry alzò un sopracciglio, consapevole del fatto che lui avrebbe cotto i pancakes, lui avrebbe fatto saltare la pancetta nella padella, lui avrebbe strapazzato le uova e, sempre lui, avrebbe tostato il pane.
Louis si giustificò con uno di quei suoi sorrisi innocenti ed angelici, ma allo stesso tempo dannati e perversi: esattamente quelli a cui Harry non sapeva dire di no.
Sospirò, chiuse un attimo gli occhi in segno di rassegnazione e si allontanò da Louis, ancora con il sorriso sulle labbra.
Tese una mano al biondino, ancora coperto dalle lenzuola, come un invito ad alzarsi. Quando la coperta leggera scivolò dal corpo di Louis, ad Harry parve di morire.
Morire, come ogni dannata volta che il corpo di Louis si mostrava ai suoi occhi.
Morire, come ogni volta che il suo odore gli pervadeva le narici e si insinuava tra la sua carne. Morire, come ogni volta che si sistemava i capelli distrattamente e le sue labbra si stendevano in un sorriso.
Morire, morire, morire ad ogni gesto, sentire lo stomaco sottosopra ancora ed ancora ad ogni passo, e poi rinascere e morire insieme, quando la loro pelle si sfiorava, anche solo per un istante.
E ad Harry quasi gli si mozzava il fiato ogni volta che lo guardava. Vestito, nudo, con addosso una carota di gommapiuma, non importava.
« Che c'è? » chiese Louis, ad un Harry quasi ipnotizzato.
Harry scosse i ricci ribelli ormai asciutti in segno di diniego, facendo intendere al suo ragazzo che non c'era nulla di cui preoccuparsi, che era solo rimasto incantato, come ogni mattina.
Si alzò del tutto dal letto, lasciando che Louis lo seguisse con addosso solo un paio di pantaloncini neri, oramai scoloriti.
Lo stomaco di Louis brontolò, facendo voltare divertito Harry che gli sorrise teneramente. Entrambi, amavano quelle piccolezze.
Amavano sentire i rumori dei loro corpi costantemente, amavano potersi sfiorare in ogni momento della giornata, amavano curarsi l'uno dell'altro.
Louis, per esempio, amava coprire le spalle di Harry con la coperta: quando per dormire si voltava dandogli le spalle, accoccolandosi al suo petto caldo e spesso sudato dal sesso – o dall'amore -, lasciava scoperta sempre una porzione di spalle che lui prontamente copriva per far sì che non si infreddolisse. E ad Harry piaceva sentirsi coccolato così, nei piccoli gesti, quelli che potevano farsi solo tra le mura di casa.
« Louis, mi prendi il pane? » chiese Harry avvicinandosi al tostapane.
« Dov'è? » rispose Louis, grattandosi un fianco.
« Ma fai solo finta di vivere qui? » Harry allungò un braccio sulla testa di Louis, per raggiungere ciò che aveva chiesto.
« Io sono specializzato nella camera da letto, dovresti saperlo! » si difese Louis, tirandogli una leggera pacca su quel culo sodo che tanto bramava, giorno e notte, a casa o sul palco, da soli oppure in mezzo a diecimila fans, da sveglio ed in sogno.
Non poteva vederlo, ma era sicuro che Harry avesse alzato gli occhi al cielo, ridendo.
« Louis? »
« Sì? »
« E se ti vestissi ed andassimo da Sturbucks a fare colazione? »
Harry si voltò verso Louis, che lo guardava dal basso verso l'alto, con quel solito ghigno a tratti demoniaco, sicuramente portatore di perversione e lussuria.
« E se invece tu ti svestissi e tornassimo in camera da letto? » 
 

 
  
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