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Autore: FabyWinchester94    26/03/2012    1 recensioni
Ero lì, in ginocchio, nel salone di casa mia, immobile, mentre le lacrime continuavano a scendere, fissavo il corpo di mio padre, inerme, immerso in una pozza di sangue, sentivo crescere dentro me il fuoco della vendetta.
Restai così immobile per un altra mezzora, mentre pensavo alle ultime parole che mio padre mi aveva detto, "Lux, hanno preso tuo fratello..." e con la voce strozzata dal dolore aveva continuato "trovalo, stai attenta... Io ti proteggerò... " e prima che il suo cuore smettesse di battere aveva sussurrato una frase di cui in quel momento non capii il significato... "In camera mia... Nel cassetto del comodino..."...
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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In quella notte, l'ultima notte con Dean, non tutto andò a buon fine,  o meglio, tutto andò fin troppo a buon fine.
Si perchè... Quella notte, io... Rimasi incinta.
Passarono due mesi da quel giorno. Avevo sperato con tutta me stessa che fosse solo uno sbalzo ormonale dovuto all'allontanamento da Dean.
Ma non era per quello. Quel pomeriggio di gennaio, la dottoressa mi confermò il peggio.
“Signorina, auguri... Lei è incinta!” Lei era felice. Oh si che lo era... Io... No!
Scoppiai a piangere. In quella situazione spesso si piange di felicità, ma le mie lacrime erano colme di dolore.
Way mi tenne la mano fino a quando arrivammo al motel. Avevo bisogno di lui, lo sapeva benissimo.
Nonostante in quei due mesi il nostro legame si fosse affinato, sapeva d'essere l'unico di cui avevo bisogno in quello straziante momento.
Non smisi di piangere neanche un minuto, e quando arrivammo al motel, mi portò in braccio fino dentro.
Si, perchè rischiavo di svenire.
Mi posò sul letto, ricordo soltanto che iniziai un pianto convulso, per poi addormentarmi esausta.
Il mattino seguente, mi svegliai pensando che quello che avevo vissuto il pomeriggio precedente, fosse solo un brutto incubo, ma sul comodino c'era ad aspettarmi la dura realtà. Le carte che dimostravano che aspettavo un bambino.
Way era già sveglio. Era preoccupato per me.
“Buongiorno Lux... Vuoi qualcosa da mangiare?” Chiese ansioso di ricevere una risposta. Che non arrivò.
Mi limitai soltanto ad un cenno con la testa.
“Penso tu debba smetterla di comportarti come una bambina... E iniziare a prenderti le tue responsabilità... Quella notte, sapevi a cosa andavi incontro...”
“Vaffanculo Wayne...””
“Ti sto solo riportando alla realtà... Se resti a piangere e a non mangiare tutto il giorno, non risolverai niente... Assumiti una volta per tutte le tue responsabilità ed andiamo avanti! Io ti sono vicino, e non ti lascerò affogare nel tuo dolore!”
“Ho già deciso cosa fare...”
“Cosa?”
“Abortirò... Più tardi chiamo per prenotare l'intervento...” Dissi rigirandomi sul letto.
Non riuscii a vedere l'espressione incredula di Way, ma intuii la rabbia e il dolore dal suo tono di voce.
“Abortire?? Tu vuoi davvero abortire? Sei sempre stata contro l'aborto... E adesso? Preferisci cancellare 'l'errore' piuttosto che mettere la testa a posto??”
“Sono io quella che decide della mia vita. Quindi evita di giudicare...”
“Sei solo un'egoista... Pensi solo a te stessa... Pensavo fossi diversa Lux... Ti reputavo una persona matura, e invece? Mi sbagliavo alla grande...”
“Egoista? Pensi sia meglio dare la possibilità a questa cosa, di nascere e crescere, per poi magari veder morire i genitori, ed essere costretto a vivere da solo in un mondo di mostri??” Esclamai o meglio urlai alzandomi dal letto e avvicinandomi a Way.
“Lux, non sempre va così! Non è detto che il bambino cresca da solo... Odio dirlo, ma forse prima dovresti parlarne con il padre...”
“No, meglio che Dean resti all'oscuro di tutto!”
“E' suo padre... Ha il diritto di decidere anche lui sulla vita di suo figlio...”
Way aveva ragione. Non volevo ammetterlo, ma era così.
Dean doveva sapere.
Ma ciò comportava anche la possibilità che non fosse d'accordo con la mia decisione.
Non avrei chiamato Dean. No.
“Wayne, non informerò Dean. Mai. Quindi, ti prego... Tutto ciò deve restare tra noi!”
“Mi dispiace Lux... Se non chiami tu Dean, lo farò io...”
“Non puoi farmi questo...”
“Devo farlo per il tuo bene e per quello del bambino...”
“Ma io non so neanche come si cresce un bambino!!!”
“Tutte le mamme imparano...”
“Va al diavolo Wayne!” Dissi dirigendomi in bagno.
Dovevi calmarmi e riflettere.
Riempii la vasca con dell'acqua calda e mi immersi dentro. Restai a fissare il soffitto e a piangere per mezzore. Vedevo su quel muro una serie di immagini future, di cui l'unico protagonista era solo uno, il bambino.
Non sapevo assolutamente che fare. Pensai anche al suicidio, ma eliminai velocemente l'opzione.
Immersi un'ultima volta la testa in acqua e poi uscii dalla vasca. Mi rivestii e ritornai da Wayne.
Mio fratello era ancora steso sul letto. A fissare il soffitto. Mi avvicinai al suo letto, e mi stesi con lui.
Lui mi abbracciò e mi diede un bacio sulla fronte.
“Supereremo anche questa sorellina...”
“Wayne... Io non lo voglio...”
“Sai già ch'è un maschio?” Sorrise.
“Smettila...”
“Okay... Chiami tu Dean o ci penso io?”
“Wayne ti prego...”
“No Lux, stavolta non posso assecondarti... Io vorrei decidere della vita di mio figlio...”
“Non riuscirei a dirgli addio una seconda volta!”
“Sei tu che hai scelto di lasciarlo...”
“Per il suo bene...” Replicai.
“Oh certo...”
“Sta zitto... Dov'è il tuo cellulare?”
“Nella giacca, perchè?”
“Gli mando un messaggio... Sul mio non ho soldi.”
“Finalmente...”
Mi alzai, raggiunsi il tavolo e frugai nelle tasche della giacca di Wayne. Lo trovai.
Non sapevo che scrivere, mi accontentai del necessario.
-Dobbiamo parlare. Dove e quando? Lux.-
Tornai a sedermi sul letto di Way. Tremavo.
Speravo non rispondesse. Ma dopo cinque secondi, il cellulare trillò.
-Ehi, finalmente! Tutto bene??-
-Si.-
-Dove siete? Vi raggiungiamo noi.-
-Princeton. Motel “Midnight dream”. Stanza 209.-
-Quattro ore e siamo lì...-
Non risposi all'ultimo messaggio. Diedi il cellulare a Wayne e mi stesi sul letto.
“Andiamo a mangiare qualcosa? Io sto morendo di fame!!” Esclamò Wayne.
“Non ho fame...”
“Lux, ma ti vuoi calmare??”
“Sono calma!!!”
“Certo, stai tremando e sei pallida...”
“Dovrei saltellare di felicità per tutta la camera?”
“No... Però... Dopo due mesi rivedrai Dean!”
“Appunto... E dovrò dirgli che sono incinta e che ho deciso d'abortire...”
“La prenderà bene... Lo vedo già con il bimbo in braccio...”
Presi il cuscino e lo buttai in faccia a Way.
“Wayne fottiti!”
“Stavo scherzando!! Dai...”
“Metti l'anima in pace... Questa cosa, non verrà mai al mondo!” Presi la bottiglietta d'acqua da sul comodino, bevvi e continuai,
“E se Dean non è d'accordo... Beh, non può obbligarmi...”
“Okay, basta! Se ordiniamo una pizza, mangi?”
“In che lingua ti devo dire che non ho fame??”
“Va bene... Io la ordino lo stesso...Vediamo... Diavola con patatine?”
“Vado a fare un giro qui fuori...” Dissi alzandomi dal letto.
Presi la mia giacca di pelle ed uscii fuori.
Mi guardai intorno, il motel era circondato da un'immensa distesa verde, piena di papaveri rossi.
Quale posto migliore per riflettere?
Mi inoltrai nel prato, dirigendomi verso un albero. Quando arrivai al tronco, mi fermai ad osservare i rami pieni di foglie e fiori che salivano verso il cielo. Era uno spettacolo meraviglioso. Mi sedetti con la schiena poggiata al tronco, e iniziai a giocherellare con i fili d'erba. Alzai la testa e mi persi nel cielo infinito.
Gli occhi di Way erano dello stesso colore, un azzurro chiaro, puro. Dopo pochi minuti, decisi di stendermi nell'erba. Come facevo quand'ero piccola con Wayne, nel giardino di casa mia, passavamo le ore distesi su quel prato ad attribuire una forma alle nuvole, finché nostra madre veniva a chiamarci. Qualche volta si stendeva anche lei. Questa tradizione è continuata anche dopo che la mamma è morta, era un modo per estraniarci dal mondo che ci circondava.
Rivedevo quelle scene davanti agli occhi come se stessi guardando un film.
Poi presi un papavero e iniziai ad osservarlo. Amo i fiori, mi caricano di felicità. Tutti colorati e profumati. Se potessi rinascere e scegliere un lavoro, farei la fioraia. Sorrisi a quel pensiero. Poi, senza neanche accorgermene, mi addormentai.
Quando mi svegliai, presi subito il cellulare per vedere che ore fossero, avevo dormito per tre ore, e Way sicuramente si era preoccupato, dato che mi aveva chiamato una centinaia di volte.
Mi sentivo molto “Alice nel paese delle meraviglie”. Ero felice. Per un po' mi ero dimenticata di tutto.
Si era alzato un leggero venticello.
Mi alzai, presi il papavero, e mi diressi verso il motel.
Aprii la porta, e con mia sorpresa, Dean e Sam erano già arrivati.
La felicità che avevo dentro pochi secondi prima, fu immediatamente spazzata via dalla tristezza che mi accompagnava dal giorno precedente.
Ricominciai a tremare, le mie mani, persero sensibilità, e allentarono la presa, lasciando cadere per terra il papavero.
Evidentemente tutto ciò che stavo provando, era fin troppo visibile, visto che Way si avvicinò a sorreggermi, e mi accompagnò fino al letto.
Dean rimase immobile. In silenzio.
Fu Sam a rompere il ghiaccio.
“Lux! Sono passati solo due mesi, ma sei sempre più bella!”
Non so con quale forza, ma sorrisi.
Poi mi girai verso Wayne.
“Way... Devo parlare con Dean... Tu e Sam potete andare a fare un giro?”
“Sicura?” Mio fratello era preoccupato per me. Molto.
Annuii. Non riuscivo neanche a parlare.
“Se hai bisogno di qualcosa chiamami...” Disse facendo segno a Sam di seguirlo.
Aprirono la porta ed uscirono.
Rimasi in silenzio. Anche Dean, ch'era in piedi davanti al tavolo a fissare il vuoto.
Dopo qualche minuto, finalmente parlò.
“Di cosa dobbiamo parlare?? Stai bene?”
“Si... Più o meno... Siediti...”
Dean si avvicinò al letto di Wayne e si sedette.
“Lux, mi stai facendo preoccupare!”
“Io... Quella notte...”
“Quale notte?”
“L'ultima notte che abbiamo passato insieme...”
“Ah si!”
“Tu... Noi... Non siamo stati attenti...”
“Non siamo stati attenti? Non sto capendo niente Lux!”
Sentivo le forze abbandonarmi. Non sapevo come arrivare al dunque.
“Dean... Io sono incinta!” Le parole uscirono senza che me ne accorgessi.
Dean scoppiò a ridere. Cosa che mi fece innervosire ancora di più.
“Lux, ci stavo quasi per credere!!” Esclamò sbellicandosi dalle risate.
“Non c'è niente da dire deficiente! Non è uno scherzo!” Cercai di calmarmi.
“Dai no... Lux, sii seria...”
“Cazzo Dean! Ti sembra stia scherzando??
In quel momento Dean comprese davvero la situazione.
Abbassò la testa verso le ginocchia, e si portò le mani sul viso. Restò così per qualche minuto.
Poi alzò la testa e si fermò a guardarmi. Il suo viso era pallido.
“Sei sicura??”
“Si... Ieri sono andata dalla dottoressa e l'ha confermato...”
“Ma non c'è nessuna possibilità che si sia sbagliata?”
“No...”
Si zittì per un po' e poi continuò,
“Ma sei  sicura... Si insomma... Che sia mio?”
“Dean vaffanculo!!!” Esclamai alzandomi.
Volevo spaccargli la faccia. Era colpa sua se mi trovavo in quella situazione, e aveva anche il coraggio di chiedermi se fosse suo.
“Stavo solo chiedendo!”
“Io non sono come una delle tue puttanelle, che se la spassano con tutti!!!”
“Dai... Calmati...”
“Calmati?? Ti prego Dean... Esci da questa camera o rischi di morire...”
“Smettila...” Sussurrò alzandosi, e cercando di abbracciarmi.
“Non mi toccare... Allontanati ti prego!”
“Cazzo, Lux! Io sono sconvolto quanto te!” Mi prese la mano.
“Io non posso crescere questa cosa...”
“Non so cosa dire...”
“Tranquillo... Ho già deciso cosa fare!”
Mi svincolai dalla sua presa e mi diressi verso la porta del bagno.
“Cosa?”
“Abortire...”
“Abortire? Forse dovremmo rifletterci un po' su... Insieme...”
“E' l'unica opzione plausibile...”
“Ma dobbiamo considerare ogni possibilità!”
“Ah si? Come pensi di crescere questa cosa Dean?”
“Lux, questa cosa, come la chiami tu, è un bambino!!! Non puoi abortire, senza neanche pensarci!”
“Rispondi alla mia domanda... Come pensi di crescerlo?”
“Me l'hai detto solo da dieci minuti!! Non lo so! Dammi in tempo d'incassare la botta...”
“Io non ho intenzione di far nascere questa cosa, per poi farla crescere come hanno fatto i nostri genitori con noi... No... Non voglio che mio figlio cresca così... Quindi... L'unica scelta ovvia è l'aborto.”
“Poi, più in là, te ne pentirai...”
“No, io avrei preferito non nascere, piuttosto che crescere così...”
“Va bene... Uccidi nostro figlio... Senza neanche pensarci... Ma con me hai chiuso...”
“Dean... La vita è mia... E decido io...”
“Ma il bambino è anche mio Lux! E' nostro figlio cazzo!”
Non risposi. Mi sedetti di nuovo sul letto. Infondo aveva ragione. Non potevo privargli d'avere suo figlio.
“Ci devo pensare... Ma... Non ti assicuro niente...” Sussurrai.
“Okay... Chiamami se decidi di far nascere nostro figlio... Se no... Addio.”
Dean aprì la porta ed uscì.
Fissai la porta per dieci minuti, mentre nel mio cervello si scatenava l'inferno.
Non potevo crescere un bambino. Ma non potevo neanche decidere da sola.
Come faceva Dean a pensare che saremmo riusciti a crescere il bambino? Proprio noi?
Due cacciatori dannati per il resto della loro vita?
No. Non ci sarei mai riuscita.
Ma... Non potevo perdere Dean un'altra volta...




 
   
 
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