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Autore: Jenni Skeletron    26/03/2012    1 recensioni
Una ragazza che senza rendersene conto si è intrappolata in ciò che una volta era un sogno, fino al quel fatidico incontro. Un ragazzo biondo dallo sguardo triste, uno sconosciuto in grado di farla sentire nuovamente viva ed amata. Il tutto comincia con la notte di San Lorenzo...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Cloud Strife, Kadaj, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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4 Settembre

Cloud non si è ancora svegliato.
Continua a dormire profondamente; è meraviglioso mentre dorme.
Mi chiedo cosa stia sognando, quali siano i pensieri che lo turbano in quel momento.

Delicatamente mi alzo dal letto per non svegliarlo. Gli ultimi pensieri del giorno prima continuano ad essere un informe groviglio di informazioni alle quali ancora non sono totalmente in grado di trovare un senso.
Lascio da parte le varie domande che continuano a frullarmi in testa per dirigermi verso la cucina facendo il minor rumore possibile.
Ricordo ancora la richiesta che mi aveva fatto il giorno del suo compleanno e che non avevo mai esaudito. Ogni volta che mi ospitava pensava lui alla colazione portandomela a letto. Finalmente era arrivato il mio turno.
Aveva bisogno di riposo ed avrei fatto di tutto per aiutarlo, a cominciare dalle piccole cose.

Necessito di qualche minuto prima di trovare qualcosa che possa essere commestibile, infondo nessuno entrava in quella casa da ben tre giorni…
Mi arrendo all’evidenza di non poter fare granché, se non qualche misero toast ed una tazza di caffè.

xoxoxoxox

Il dolore al fianco è lancinante, non pensavo che quei due sarebbero stati in grado di ridurmi in questo modo.
Ancora assonnato distendo il braccio alla ricerca della sua presenza trovando solo vuoto.
Mi alzo di scatto incurante della ferita preoccupato dal pensiero che aveva immediatamente preso posto nella mia mente per trovare una qualche spiegazione alla sua assenza. Non sopporterei la sua perdita, non di nuovo.

Mi sento rincuorato non appena vedo le sue scarpe a fianco del letto. Non è andata via.
La paura di perderla, non riesco ad allontanarla dal mio cuore, eppure ieri avrei fatto di tutto perché accadesse. Non voglio che venga coinvolta in questa assurda guerra eppure non riuscirei a sopportare la sua mancanza.

Vedendo le sue lacrime ieri mi sono sentito un mostro; aveva la stessa espressione di allora.
Più rimaneva al mio fianco maggiore era la sua sofferenza eppure non era andata via, era rimasta. Non lascerò che succeda ancora, Virginia non merita tutto questo.

Un’ ennesima fitta mi costringe a rimanere a letto. Un unico pensiero mi impedisce di ignorare tutto questo ed è lei. Se lasciassi riaprire la ferita rischierei di turbarla nuovamente. So bene che il sangue non le fa impressione, ma quando aveva avvicinato la mano al taglio sanguinante tremava.
Nonostante quello che le avevo appena fatto continuava a preoccuparsi per me. L’avevo costretta a baciarmi essendo consapevole di quanto odiasse essere messa alle strette, di ciò che aveva dovuto passare in precedenza eppure non si era mossa di un centimetro in direzione della porta. Sentivo di amarla sempre di più.

Non appena riesco a mettermi in una posizione più comoda compare nella stanza con in mano un vassoio ed un sorriso imbarazzato sul volto.
- So che non è un granché, ma spero comunque che…
Non la lascio finire e la interrompo tirandola a me.
- Sono certo che è deliziosa.

xoxoxoxox

Mi siedo al suo fianco in attesa di un qualche commento su ciò che gli ho appena preparato.
-Allora? Che ne pensi?
Mi sento come una bambina, il che diviene alquanto imbarazzante non appena da via libera alla sua risata cristallina.
- Lo sapevo, non ti piace.
- Dovresti avere più fiducia in te stessa; lo trovo delizioso.
- Davvero? Non mi stai prendendo in giro?
- Davvero, davvero.


( Per questa scena vi consiglio di leggerla ascoltando almeno in parte questa canzone http://www.youtube.com/watch?v=tn4rkuzNmJw&feature=fvst per entrare meglio nell' atmosfera; almeno fino ai dialoghi ^^)

Mi bacia delicatamente sulla fronte quando il mio cellulare comincia a squillare.
Non posso crederci. Deve esserci una qualche legge della fisica a me sconosciuta secondo la quale quell’ affare debba cominciare a suonare in simili momenti.
Cerco di fare come se niente fosse aspettando che il mittente riattacchi, ma quest’ ultimo sembra non demordere; mai prima di allora avevo odiato così tanto la mia suoneria e dire che ero una fan dei Nightwish…

- Virginia forse dovresti…
Non gli lascio terminare la frase alzandomi sgarbatamente ed attraversando l’ intera stanza a grandi falcate per recuperare il telefono pensando a come distruggerlo una volta risposto.
- Pronto? Martina giuro che se sei te ti distruggo!
- Virgi!!!!! Sei contenta?
Mi sarei aspettata qualsiasi voce tranne quella di Miriam.
- M-miriam?
- Ehi, Virgi. Non sei contenta di sentire la mia voce? Guarda che se è così abbasso subito.

La rabbia svanisce immediatamente. Avevo sentito la mancanza del rassicurante suono che emettevano le sue corde vocali, le sue conversazioni ed ora potevo nuovamente sentirle.
- Miriam, non sai quanto sia bello sentirti!
- Ho una fantastica notizia.
- Di cosa si tratta?
- Sto tornando a casa.
La felicità si fa incontenibile tanto da non rendermi nemmeno conti che ho cominciato ad urlare nel telefono mille domande che io stessa non riesco a seguire.
Gentilmente Cloud mi porge un taccuino ed una penna per appuntare l’ ora del suo arrivo, il binario al quale arriverà ed altre informazioni utili.

Finita la conversazione sento un’incontenibile eccitazione farsi strada nel mio petto; fra meno di due ore ci rivedremo.
Solo dopo aver riposto il cellulare nella tasca interna della borsa mi rendo conto che il ragazzo dietro di me aveva cominciato a vestirsi, sebbene con una certa fatica.
- Cloud cosa hai intenzione di fare?! Devi rimanere a riposo altrimenti…
- La ferita potrebbe riaprirsi; lo so. Tranquilla non ho intenzione di saltare sui tetti.
-Poi sarei io quella che minimizza…- il mio tono di completo disappunto non ottiene l’ effetto che volevo facendolo scoppiare a ridere.
- Tranquilla, a quanto ho capito la tua amica arriverà alla stazione alle tre quindi tra meno di due ore. Hai detto di voler andare a prenderla ed io ho intenzione di accompagnarti. Sbaglio o dovevi farci conoscere?
Aveva ragione e non potevo far niente per contraddirlo. I suoi occhi erano pieni di determinazione, forse avevo lasciato trasparire eccessivamente quanto il suo ritorno fosse importante per me. Cercare di convincerlo sarebbe stato impossibile; aveva vinto su tutta la linea.
- In tal caso credo che dovremo prendere la mia auto.

Non aveva nemmeno insistito per guidare e, quando glielo avevo proposto, aveva risposto:
- Tua l’auto, tuo l’ onore di guidarla.
Non potevo dire niente per contraddirlo eppure mi sembrava così strano guidare con lui al mio fianco.
Aveva acceso la radio lasciando partire il disco al suo interno cominciando a chiedermi informazioni su Miriam.

( http://www.youtube.com/watch?v=6Ejga4kJUts&ob=av3n altra canzone per il viaggio, spero vi piaccia >.<)
Il modo migliore per definirla era: “semplicemente fantastica”.
Non smetteva mai di sorridere, anche se le cose non andavano nel migliore dei modi. Era stata il primo volto conosciuto al liceo, colei che insieme ai propri amici si era presa cura di me quando ero rimasta sola.
Anche quando giocavamo a pallavolo era l’unica che non se la prendesse con me.
Grazie a lei e alla sua compagnia riuscii a superare l’incidente senza sentirmi esclusa dal resto del mondo. A quel tempo loro erano diventati l’ unica cosa in grado di non farmi impazzire.

Il suo viso si rabbuia durante il racconto come se stesse pensando a qualcosa di spiacevole, ma non ho il tempo di chiedergli niente che vengo interrotta da poche sue parole che paiono preannunciare una qualche tempesta.
- Riguardo a ieri, non siamo riusciti a finire il discorso. Non è semplice da spiegare quindi dovrai concentrarti.
- Ti ascolto.
Non ero pronta a quella conversazione, non al momento.
- Come ti ho detto ieri sia io che Kadaj lavoriamo per la società chiamata Shin-Ra. Mi segui?
- Sì, ma ancora non riesco a spiegarmi come ciò abbia provocato il coinvolgimento di chi ti ha ridotto così.
- Vedi, se noi siamo stati chiamati è stato solo per tenere a bada Loz e Yazoo. Stavano interferendo con gli ultimi lavori, il che ha decretato la nostra partenza.
- Comincio a capire, ma c’è una cosa che ancora non mi hai detto. Di cosa si occupa questa società?
- Potremmo definirle fonti di energia alternative. Sfruttano una cosa chiamata lifestream; l’ energia del pianeta.
- Com’ è possibile che non ne abbia mai sentito parlare?
- Solitamente quello che fanno non è eticamente corretto perciò preferiscono non farsi molta pubblicità. Non posso spiegarti altro, rischierei di tirarti troppo in ballo. Spero che tu possa perdonarmi.
La conclusione della nostra conversazione coincide con la fine del nostro viaggio. Ormai siamo nel parcheggio della stazione e, dopo aver fermato l’auto, gli getto le braccia al collo lasciandomi trasportare da un suo bacio.

Stiamo attraversando il sottopassaggio per dirigerci verso il binario n° 3 dal quale dovrebbe arrivare quando odo una voce, che non sentivo da anni, chiamarmi.
- Eric..
Mi volto di scatto e, con le lacrime agli occhi, corro incontro alla fonte di quel suono.
- Allora, non si saluta più?
- Scusa.
- No che non ti scuso. Sono offeso.
- Uffa, non cambi mai tu.
- Come vanno le cose? Sono quasi due anni che non ci vediamo. Potresti anche spiegarmi chi è quel ragazzo che ci sta guardando; sembra voglia uccidermi.
- Quasi dimenticavo. Eric questo è Cloud, il mio ragazzo. Cloud lui è Eric, uno dei miei migliori amici.
- No, aspetta. Vorresti forse dirmi che hai finalmente lasciato quel verme?
- Esatto. Avevi ragione, stavo commettendo l’ errore più grosso della mia vita.
- L’importante è che tu lo abbia capito, mi dispiace solo di non averlo preso a pugni.
- A quello ci ho pensato io. Ad ogni modo credo sia meglio avviarci verso il binario; la vostra amica dovrebbe arrivare a momenti.
- Questo ragazzo mi sta simpatico, dove diavolo è stato tutti questi anni?
- Me lo sono chiesta anch’ io comunque no credi sia cresciuta? Potresti anche smetterla di fare così l’apprensivo e poi Cloud è due anni più grande di te.
- Lo sai che rimani sempre la più piccola.
Con fare fraterno mi scompiglia i capelli. Non era cambiato niente.
- Sono contenta di averti rivisto.

La giornata si preannunciava come la più felice dopo anni. Finalmente Miriam tornava, avevo rivisto Eric e le cose con Cloud si stavano risolvendo.
Ripenso al passato, agli anni del liceo e con amarezza a quel maledetto giorno di due anni fa.

Stavo con Alan da circa due mesi e quest’ultimo aveva già dato segni di essere una persona poco raccomandabile quando ci fu quella rottura.
Quella volta aveva esagerato e lo aveva fatto davanti ai miei amici. Eric si era infuriato ed aveva cercato di allontanarlo insieme a Roberto, ma a quel tempo ero ancora troppo stupida ed avevo lasciato che se ne andasse trascinato dal vecchio compagno di scuola.
Da allora non lo avevo più sentito.
Due anni di completo silenzio. Inutili i miei tentativi di rappacificarci; non poteva accettare il mio comportamento. Credevo che non mi avrebbe mai più rivolto la parola eppure mi sbagliavo.
Non era cambiato niente, era rimasto lo zio Eric.

Finalmente il treno è arrivato, ma non siamo ancora riusciti a trovarla tra la sterminata marea di gente che ci circonda.
Quando una figura avvolta in un candido cappotto ricurva per il peso di due enormi valigie appare alla mia destra. Quest’ ultime vengono poggiate a terra ed in men che non si dica la soffoco in un abbraccio. Non l’avevo riconosciuta immediatamente poiché aveva cambiato colore di capelli; dal suo splendido color mogano era passata ad un meraviglioso rosso  scuro con ancora qualche riflesso marrone.
- Come sta la mia cantante preferita?
- Meravigliosamente. Non indovinerai mai cos’ è successo.
- Vediamo, hai rivisto Eric ed avete fatto pace?
- Come non detto, hai organizzato tutto. In ogni caso, dovevi proprio portarti tutta questa roba? Sei partita da meno di un mese, ma le tue valige sembrano dire “sono appena tornata da un anno sabbatico”.
- Virgi mi conosci. O mamma chi è quel ragazzo da urlo che parla con Eric?
I due si stavano avvicinando per aiutarci con i bagagli. Abbasso lo sguardo imbarazzata prima di rispondere a Miriam.
- Ecco lui è la persona che dovevo presentarti. Miriam lui è Cloud, il mio ragazzo.
- Molto piacere.
- Il piacere è tutto mio. Virgi, credo che tu mi debba qualche piccola spiegazione.

Alla fine Miriam mi aveva trascinato in disparte con una scusa lasciando gli altri da soli con le valigie. Sprigionava allegria da tutti i pori. I suoi fantastici occhi marroni ne erano la prova. Non faceva altro che complimentarsi, sebbene ammettesse di essere un po’ gelosa.
- Quindi era lui che rideva quella volta in sottofondo.
- Sì.
- Ed era con lui che eri questa mattina.
- Sì, ma ecco non cominciare a farti strane idee.
- Troppo tardi. Forza, voglio sapere tutto.
Inutili i miei tentativi di sfuggire alle sue domande ed evitare che la sua fantasia vagasse libera. La mia unica chance era prometterle di raccontarle tutto in seguito, cosa della quale sentivo me ne sarei pentita amaramente.  

Infine eravamo andati via tutti insieme per dirigerci in un ristorante.
Non appena ci sediamo nella tavola calda proposta da Eric comincio a sentire una certa agitazione. Per me loro sono come dei fratelli maggiori e comincio a preoccuparmi per ciò che potrebbero pensare di Cloud. So bene quanto possano essere protettivi.
Cominciamo chiedendo a Miriam di parlare del suo viaggio e di come sia andato il lavoro. Era sempre stata appassionata di scavi archeologici ed ora che era divenuta giornalista di un’importante rivista trattante quest’argomento metteva anima e corpo nel proprio lavoro.
Mi aveva sempre incoraggiato in tutto ciò che facevo e quando era arrivato il mio turno avevo fatto di tutto perché non smettesse di credere nel proprio sogno; glielo dovevo.
- Comunque, basta parlare di me. Piuttosto vedo che durante la mia assenza ci sono stati grandi cambiamenti; racconta!
Il momento che avevo tanto temuto era arrivato. Non riuscivo ad immaginare la loro reazione davanti al racconto di come ci eravamo conosciuti. Io stessa mi consideravo una stupida; ERO SCAPPATA AFFIDANDOMI AD UN COMPLETO SCONOSCIUTO!
- Ci siamo conosciuti la notte di San Lorenzo anche se il nostro più che un incontro potremmo definirlo “scontro”.
- Cosa intendi?
- Sono inciampata finendogli addosso.
Cloud sembrava divertito dal mio imbarazzo nel rispondere. Doveva aver intuito il mio stato d’ animo e di conseguenza faceva di tutto per sdrammatizzare.
Gli altri avevano cominciato a ridere fino alle lacrime. La situazione era davvero così comica?
- Dovevo immaginarmi qualcosa del genere. È tipico di te.
- Ero convito che il tuo equilibrio fosse migliorato, invece… Non sei cambiata per niente.
- Potreste smetterla di prendermi in giro? Non sono più una ragazzina ho vent’anni…
- Diciannove.
- Uhm?
- Miriam voleva ricordarti che fino al 25 di Novembre hai ancora diciannove anni ergo sei ancora una ragazzina.
- Uffa.
Erano nuovamente scoppiati a ridere per la mia reazione coinvolgendomi in quell’ allegria; erano anni che non mi divertivo così.
Il tempo era passato in un baleno giungendo alla fine della giornata.  
Avrei ospitato Miriam per qualche giorno e ci eravamo promessi di risentirci. Dopo tanto tempo mi sentivo nuovamente libera ed ora che avevo ritrovato coloro a cui volevo bene non avrei permesso a nessuno di portarmeli via.

xoxoxoxox

Avevo riaccompagnato Virginia e la sua amica a casa.
Ero stato inizialmente geloso del rapporto che aveva con quei due, ma alla fine ne ero stato felice. Quando l’ avevo incontrata quella notte mi era sembrata così sola ed il senso di colpa per aver lasciato che ciò fosse accaduto mi stava divorando ogni giorno di più, ma sapere che in quei tempi difficili aveva avuto simili persone al suo fianco mi faceva sentire meglio.

La ferita continua a darmi ancora qualche fastidio, ma si sta rimarginando molto in fretta; troppo in fretta.
Durante il viaggio mi ero liberato di un peso enorme. Non mi rimaneva che sperare; sperare che riuscisse a capire da sola e che riuscisse a non essere coinvolta negli ultimi eventi.
Il mio telefono comincia a vibrare, ma la voce che sento è l’ ultima con la quale avrei voluto parlare.
- Cloud.
- Cosa vuoi Tseng?
Non sopporto quell’essere. Il giorno precedente avrei voluto farlo fuori con le mie mani; come poteva comparire ancora in sua presenza dopo ciò che era successo? Come poteva anche solo fissarla dopo ciò che le aveva fatto?
Sento ammontare la rabbia e con essa la felicità di non averla vicino in questo preciso momento.
- Dobbiamo parlare di ciò che sta succedendo; la loro presenza può voler significare solo una cosa.
- Impossibile.
- Abbiamo ragione di credere che V…
- Non osare pronunciare il suo nome se non vuoi che ti chiuda quella bocca per sempre!
In preda alla furia ho distrutto la porta alla quale ero appoggiato, ma in questo momento non mi importa.
- Insomma, potrebbe esserne lei la causa.
- Cane! Se il mondo ha rischiato e rischia tuttora di essere distrutto è solo a causa vostra! Non osare proferire simili insinuazioni! Lei non può essere…
- E se invece lo fosse?
- Non vi permetterò di avvicinarvi a lei, in passato le avete fatto del male. NON PERMETTERO’ CHE ACCADA DI NUOVO!

Avevo distrutto il cellulare. Si sbagliavano, DOVEVANO sbagliarsi! La sola idea che lei potesse essere una di loro era insostenibile.
Come avrei potuto difenderla da qualcosa di simile?
Al solo pensiero di ciò che potrebbe accaderle mi sento scuotere da un ennesimo moto di rabbia.

Mi accascio allo stipite della porta ormai in frantumi crollando sotto il peso di ciò che si rivelava ovvio.
Sarebbe tornato e questa volta mi avrebbe fatto di tutto per privarmi di ciò che mi era più prezioso.



 



Angoletto schlero:

finalmente sono riuscita a scrivere anche il quindicesimo capito. E' stata dura, ma penso di aver scritto qualcosa di buono o almeno lo spero. Ringrazio Sweety Lover e lauretta97 per le loro gratificanti recenzioni. Spero di non avervi deluso ^-^
Non vedo l' ora di leggere i vostri commenti :3
Baci, Jenni <3
   
 
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