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Autore: MaxT    26/03/2012    5 recensioni
Una Elyon esuberante e sorprendente torna a cercare le sue vecchie amiche, che si troveranno presto coinvolte in avvenimenti più grandi di loro. Che spaventosa profezia ha pronunciato la Luce di Meridian? Vera è…vera? Dove sono andate le gocce astrali delle W.I.T.C.H.? E’ una storia dove i personaggi assumono diversi ruoli contrastanti, si muovono nel segreto e nell’invisibilità, e le loro motivazioni autentiche si delineano a mano a mano che la storia si avvicina alla conclusione. Note: qualcuno potrebbe considerare OOC Elyon e le gocce astrali. Da parte mia, penso che siano una evoluzione plausibile dei personaggi visti nel fumetto. Aggiornamento: I primi sei capitoli sono stati riscritti nell'ottobre 2008.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le profezie di Meridian'
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Ad personam

Ciao Scarlettheart, grazie per la puntualissima recensione.
L'episodio in cui Elyon mette un incantesimo sull'ombrello non è mai stato narrato, sarebbe comunque stato insignificante. Possiamo supporre che in un giorno piovoso di qualche mese prima si siano trovate tutte assieme, che Cornelia abbia fatto qualche ironico complimento sul nuovo ombrello verde ranocchio di Will, che questa l'abbia preso come un complimento vero e abbia detto che avrebbe cercato di non perdere anche questo bell'ombrello com'era successo con il precedente, e che poi Elyon ci abbia messo una mano sopra, assicurandola che non sarebbe più successo.

Ciao Silvia G, grazie mille per la tua recensione, e non preoccuparti: quando arriva è sempre graditissima.
Per quanto riguarda l'atteggiamento di Will, questo è influenzato dalle raccomandazioni fattele dall'Oracolo nel cap.44, 'La guardiana del cuore', capitolo che ora si rivela essenziale per capire come mai non ha reagito emotivamente come Taranee, pur essendo stata molto più danneggiata di lei dal furto del cuore di Kandrakar. In effetti, una reazione rabbiosa alla sottrazione del Cuore l'avrebbe avvicinata molto più a Nerissa di quanto non sia con la linea pragmatica che ha fatto sua.
A proposito della parola 'incombevano': ho usato intenzionalmente il passato perché, nel momento in cui Will guardava dalla finestra, le nubi si stavano già diradando, perciò un termine così forte non era più adeguato. Trovo che l'uso della narrazione al presente dia il vantaggio di poter dare un significato più preciso all'uso di tempi passati e futuri.


Qualche parola su questo capitolo, che ho deciso di anticipare perché, per molte cose, è la logica continuazione del precedente, e si svolge pochi giorni dopo.
Qui ho tentato di dare una risposta a molte domande su Kandrakar e il ruolo delle guardiane, che nel fumetto sono sempre state evase o trattate in modo insoddisfacente. Ho preso qualche nome e qualche elemento dallo speciale 'Cinque', che però non forniva davvero una spiegazione né sul passato, né sulle finalità della congrega. Anche se non ho esplicitato tutto per non trasformare il capitolo in un trattato di kandrakarologia, da questo quadro si può anche capire perché l'Oracolo eviti quasi sempre di far interferire la sua congrega con i mondi osservati.
Per quanto riguarda il disegno, ho deciso di mostrare la scena iniziale tra Matt e Will un po' perché questo personaggio non era mai apparso prima nelle mie illustrazioni, un po' perché affascinato dall'idea di tentare di riprodurre il gioco di luci dato dalle lampade di salgemma di quel locale. Spero che il risultato risulti gradevole.
Buona lettura
MaxT
 

 

PROFEZIE
 

Riassunto delle puntate precedenti

 

Dopo un incontro misterioso con la Luce di Meridian, Vera ha convinto le Gocce a sostituirsi a Elyon a Meridian, impersonando la regina e le guardiane.
A Meridian, la controfigura di Elyon e le finte guardiane esiliano Miriadel e Alborn, mentre Caleb sfugge alla cattura; pur avendo assunto il potere, si rendono conto di non essere convincenti, e inventano la storia che le guardiane sono a palazzo per proteggere la Luce di Meridian da un complotto.
A Heatherfield, Elyon spiega che quella che si sta realizzando è una sua profezia, che prevede che la tirannia duri un anno, che a Meridian dura diciotto mesi. Elyon è decisa a non tentare niente prima di questa scadenza.
Il nuovo piano di Vera prende rapidamente forma, basandosi sull'ambiguità del termine di un anno: prima simuleranno che Elyon diventi sempre più tirannica, screditandola, poi Vera la spodesterà dopo un anno terrestre di dodici mesi, facendo finire apparentemente la tirannia e realizzare la profezia; poi, dopo aver guadagnato il consenso della gente, si prepareranno per affrontare Elyon e le Guardiane al loro ritorno dopo diciotto mesi, un anno di Meridian.
Vera crea venti copie di Wanda, dette Nemesis, che avranno l'incarico di impersonare le guardiane e di sorvegliare la città restando invisibili o sotto falsa identità, o con l'aspetto di aquile.
Come dal piano di Vera, le false Guardiane imprigionano Galgheitha e altri personaggi importanti, che potrebbero rendersi conto che la sempre più tirannica Regina e le Guardiane sono state impersonate da controfigure; la principessa Vera fa la parte della buona, facendo fuggire questi prigionieri dalla città.
Infine, si arriva allo scadere dei dodici mesi dall'arrivo delle Gocce e da quello che a molti appare come l'inizio della tirannia. La montatura arriva al suo culmine: Vera parla in consiglio criticando Elyon, poi affronta le false guardiane e infine la falsa Elyon, sconfiggendoli tutti e venendo proclamata Regina.
Informata da Caleb, la vera Elyon decide di proseguire col piano iniziale, aspettando altri sei mesi per intervenire; inoltre preannuncia alle guardiane che intende farlo da sola. Queste, preoccupate, si chiedono se dovranno intervenire in qualche modo per aiutarla.
Nel frattempo Vera fa sperimentare nuove armi segrete, come fruste capaci di iniettare narcotici e sistemi per materializzare armi pesanti in vista del confronto finale.
Cinque mesi dopo, la situazione precipita improvvisamente per un casuale ma burrascoso incontro di Taranee con le gocce a Midgale. L'Oracolo acconsente a chiudere la muraglia per precauzione e ne fa dare preavviso a Elyon, che però decide di dover assolutamente parlare con Vera al più presto.
Elyon, quindi, decide di teletrasportarsi immediatamente nel suo mondo. Preoccupato per la sua sorte, L'Oracolo convoca immediatamente le Guardiane, inviandole a recuperarla. Queste intervengono in tempo per sottrarla a due Nemesis che stavano cercando di catturarla. Ma nel trasportarla a Kandrakar, inaspettatamente trascinano con loro una delle due, Dora.
A Kandrakar, Elyon viene costretta a rivelare che il colpo di stato di Vera era stato frutto di un loro accordo per far realizzare la profezia della tirannide nel modo meno dannoso possibile. Vera aveva assunto una pozione per dimenticare questo accordo, ma la sua memoria sarà ripristinata pronunciando in sua presenza
una frase concordata, che comunica a Dora che viene rimandata a Meridian come messaggera.
Dora ritorna e ripristina i ricordi di Vera, aggiungendo che Elyon vuole parlarle, ma riferisce anche che a Kandrakar sia lei che la ex-regina sono state minacciate.
Quando Elyon viene condotta al cospetto di Vera, questa rifiuta di tirarsi in disparte e ammettere pubblicamente la montatura, con la scusa che Elyon non ha mantenuto una vecchia promessa, e che non può comunque garantirle dalle vendette di Kandrakar; tuttavia mantiene la promessa di riportarla a casa, libera, in attesa del confronto finale.
Le WITCH apprendono da Cornelia l'esito di questa missione. Taranee è fortemente risentita sia verso Cornelia, che ha sempre spalleggiato Elyon pur avendo intuito i suoi piani, sia verso Will, accusata di essere sempre più simile all'Oracolo.
 

 

 

Capitolo 72  
Il peso di un’antica profezia



"L'ignoranza è più forte di qualunque muraglia"
 Tibor

 




Heatherfield

‘The secret place’, si legge sull’insegna dai riflessi bronzati che riflette, rimpiccioliti a chicchi di luce, i lampioni e i fanali delle auto di passaggio.
“Sembra davvero carino”, conviene Will osservando l’esterno del locale dalle vetrate brunite, “ha un aspetto…. come dire.. intimo?”.
“Peter mi ha detto che è una chicca”, le risponde Matt, e ammicca: “A patto di essere con la compagnia giusta, naturalmente”.
“La migliore!”, asserisce lei, stringendo il braccio che il suo ragazzo le offre. “E poi, avevo tanto bisogno di cambiare aria!”.

Appena varcata la porta che Matt le tiene galantemente aperta, Will si guarda attorno con curiosità. Allineate lungo le pareti, le tavolate sono in parte celate da panche con alti schienali che fungono quasi da separè. Appliques di salgemma alle pareti proiettano attorno a sé aloni tenui dai caldi colori rossicci e rosati, simili a fiamme immobili. I colori del rame, del bronzo e del legno scuro predominano sul mobilio elegante e lineare.
Sulle pareti ai lati, due rampe di scale portano a un soppalco con altri posti a sedere, quasi tutti vuoti.
Matt la scruta, studiando le sue reazioni. “Ti piace?”.
“Decisamente diverso dal solito”, annuisce Will, “L’ideale per questa serata!”.

Accompagnati da un cameriere in livrea, prendono posto a un tavolo quasi in fondo al soppalco, sedendosi fianco a fianco.
“Belle scelte”, conviene Will sfogliando il menù illustrato a colori, “Non è solo una pizzeria. E anche i prezzi non sono male”.
“Hanno appena aperto, devono farsi conoscere”, risponde Matt, “Ma non preoccuparti, anche quando aumenteranno potrò permettermeli comunque, con il mio ingaggio”.
Will annuisce, appoggiando la testa allo schienale e rilassandosi, mentre il tenue sottofondo musicale la invita ad accostarsi a Matt; gli prende la mano nella sua, godendo del delicato contatto con i suoi polpastrelli.
“Sai, caro, avevo proprio bisogno di una serata così. L’ho desiderata per settimane”. Sospira a fondo. “Mi sai mancato moltissimo durante il tuo tour”.
“E’ stato impegnativo”, conviene lui, “E non è certo finita. Karmilla dice che come suo chitarrista potrei fare anche meglio di Josh, col tempo. Se mi confermerà l’ingaggio anche al prossimo giro, sarò sulla buona strada per realizzare i miei sogni”.
“Sono orgogliosa di te, Matt. Ma mi manchi. Mi manchi tanto, sappilo!”.
Il ragazzo non risponde, ma appoggia delicatamente la guancia ai capelli di Will. “Anche tu. Non ti dimenticherò, stanne certa”.
“Lo spero tanto. Per me è un brutto periodo, questo. Ho litigato con mia mamma anche ieri. Ho preso un’altra insufficienza in fisica, e mancano poco più di due mesi all’esame finale. E come se non bastasse, questa storia di Meridian sta in qualche modo minando il gruppo”.
Lui sospira combattuto. “Cercherò di dedicarti tutte le sere almeno questa settimana, poi ricomincerò a essere davvero sotto pressione . Parlerò con gli altri, vedrò se è possibile ridefinire qualche impegno. Forse se…”.
Lei si volta a guardarlo gravemente negli occhi. “Non buttare via i tuoi sogni, Matt”, gli dice facendosi forza, “Queste occasioni non tornerebbero facilmente. Per quanto riguarda me, stringerò i denti finché sarà necessario”. Gli sorride di nuovo. “Avremo tempi migliori, tutti e due. Vorrei solo che fossero tempi assieme”.
“Lo voglio anch’io”, risponde lui sempre sfiorandole i polpastrelli.
“Vedi, Matt, io spero con tutta me stessa che tu riesca a realizzare ciò che hai sempre sognato. Ma devo essere sincera”, aggiunge quasi con un groppo alla gola, “Temo che possano allontanarti sempre più da Heatherfield… e dalla possibilità di avere una vita con me”. Gli stringe la mano più forte, come se avesse paura di lasciarlo andare.
Lui le porta l’altra mano a coprire la sua, come per infonderle forza. “Will, ora io non posso tirarmi indietro, devo dare il massimo. Ma quando sarai libera, in prospettiva… ti piacerebbe viaggiare un po’ con me?”.
Il viso di lei si illumina in un largo sorriso. “Mi piacerebbe tanto, Matt. Vorrei davvero prendermi un po’ di libertà, finita la scuola superiore”. Poi aggiunge amaramente: “Kandrakar permettendo”.
Lui annuisce piano. “Sembra che ti stia dando non pochi pensieri”.
“E’ vero”, ammette amareggiata Will. “Kandrakar e Meridian. Anche lasciando perdere che ci ha costrette tutte a saltare impegni scolastici, che mi ha fatto litigare con mia madre e con le mie amiche, ciò che mi preoccupa di più è il futuro: riuscirò mai ad avere una vita mia? A sposarmi, a trovare un lavoro, ad avere dei figli, se dovrò restare disponibile a partire da un momento all’altro per le loro missioni? Così all’improvviso, senza riguardo per gli impegni della mia prima vita?”.
Matt la prende per le mani, e la guarda deciso. “Non dovrai fingere, con me; ormai io so del tuo impegno di guardiana, e ti faciliterò in tutti i modi che mi saranno possibili. Ti coprirò davanti agli altri, se sarà necessario. Anzi: se avrò il successo che spero come chitarrista, non dovrai neppure preoccuparti di trovare un impiego: fare la Guardiana sarà il tuo vero lavoro, e io ti lascerò ogni libertà per questo”.
Will lo ringrazia con un mesto sorriso, e ci pensa sopra. “Però… anche rinunciare a una mia indipendenza economica non mi piacerebbe. E poi, come potrei essere libera se dovessi avere dei bambini?”. Si volta verso di lui, sperando che possa dissipare questi dubbi con una risposta rassicurante.
Lui, invece, le rimanda un’altra domanda: “Cos’hanno fatto le guardiane che vi hanno precedute?”.
Will ci pensa un attimo. “Una è morta da giovane. Quella che l’ha uccisa è finita anche peggio. Due hanno lasciato. Che io sappia, solo Yan Lin ha avuto un figlio restando una guardiana fin alla fine”.
“Dunque non è impossibile”, constata Matt pacato.
“No. Però spesso, parlando con le altre del nostro lontano futuro, lo abbiamo fatto come se il nostro impegno di guardiane fosse destinato a finire con la nostra adolescenza; insomma, come se il nostro gruppo fosse destinato a dividersi per far seguire a ciascuna la sua vita, e rincontrarci ogni tanto per qualche rimpatriata nostalgica. E oggi mi sto chiedendo se questi disaccordi tra di noi non siano già le avvisaglie della fine di quest’avventura”.
Matt si rabbuia a queste parole. “Parli di queste vostre fantasie come se fossero una profezia. Ma è veramente quello che voi tutte volete?”.
“No… credo di no”.
“Se voi vorrete continuare, riuscirete a portare avanti questo impegno per tutta la vita, come Yan Lin. E per quanto mi riguarda, farò di tutto perché tu possa onorare il tuo incarico. E’ la cosa più importante che tu abbia fatto in vita tua, al servizio degli altri; avete già salvato persone, città, forse interi mondi da qualche minaccia, ed è giusto continuare a farlo. Anche se tu dovessi restare a combattere da sola”.
Will prende fiato, lasciando le mani di Matt, e risponde cupa: “All’inizio anch’io la pensavo così. Le prime vittorie mi erano sembrate il trionfo del bene sul male, perché credevo ancora che il mondo si dividesse in buoni e cattivi. Poi ho cominciato a pensare, invece, che le persone sono troppo complesse e variegate per poter essere classificate, ma piuttosto che siano i comportamenti a essere buoni o cattivi. Che dal bene nasce il bene, e dal male il male”. Si stringe nelle spalle, e conclude amara: “Ma ora non ho più neanche questa certezza”.
Matt la guarda attentamente. “Cosa te l’ha tolta?”.
Will cerca le parole per esprimere con ordine l’enormità della sua confusione.
“Prendi quella Vera, per esempio. Nel momento stesso in cui ha accettato da Elyon quel suo ordine strampalato, lei si è sacrificata per il bene della sua creatrice e forse di Meridian: ha lasciato il suo uomo e il mondo in cui aveva vissuto la sua breve vita. Ha rinunciato ai suoi ricordi veri, e ha indossato i panni della cattiva. Ha mentito alle sue compagne, forse senza sapere di mentire. Mi ha rubato il Cuore di Kandrakar, ed è andata a sostituirsi alla regina con l’incarico di farsi odiare”.
“Tu vuoi dire che queste azioni cattive sono state fatte per una sorta di malinteso altruismo?”.
“Proprio così. Ma andiamo avanti. A un certo punto è successo qualcosa: forse era stanca di farsi odiare. Allora si è mostrata con il suo viso e il suo nome, bella e sorridente, dissociandosi dal personaggio cattivo; ha cominciato a liberare i prigionieri e a mostrarsi premurosa, e alla fine si è presa il trono facendo contenta la gente della sua città. Ma tutte queste belle cose le ha fatte per egoismo: perché aveva deciso di diventare regina, o forse solo perché voleva essere amata”.
Matt annuisce. “Insomma, ha indossato le vesti della cattiva per altruismo, e poi quelle della buona per egoismo”.
“Sì. E poi, tutta questa storia sembra scritta da un autore crudele che si diverte a giocare con il nostro buon senso”. Enumera sulle dita: “Elyon ha complottato contro sé stessa, facendo creare una tirannia proprio perché non voleva diventare un tiranno. Tutto ciò per sua libera scelta, sentendo che altrimenti, nel lungo termine, la sua libertà di scelta non le avrebbe impedito di diventare davvero così. E ci ha ingannate, a suo dire, per salvarci dal destino che avremmo dovuto condividere con lei”.
“E’ sempre stata molto strana”, conviene il ragazzo.
“Poi l’Oracolo, che ha sempre sostenuto che Kandrakar non deve intromettersi negli affari degli altri mondi, ora ci manda a Meridian per fiancheggiare Elyon che pure non lo vorrebbe; inoltre andremo lì a combattere per impadronirci di un talismano che forse non esiste ancora; e non perché quest’oggetto sarà usato per minacciare la Terra, ma per salvare Meridian da un’ipotetica futura invasione terrestre”.
“Qui, forse, l’Oracolo ci ha dato sotto con la fantasia per convincere Elyon”, risponde Matt con una vaga smorfia di scetticismo.
Senza ascoltarlo, Will riprende a enumerare: “Poi le nostre gocce, che dovrebbero essere uguali a noi, fanno tutto il contrario: la mia, ora, è mia acerrima nemica, ma almeno so perché. E io, ogni volta che penso a lei, a quanto è simile e quanto è diversa da me, mi sento morire, e mi chiedo cos’avrei fatto al suo posto, o come sarei ora se non avessi più il Cuore di Kandrakar a darmi forza. E non riesco a togliermi il dubbio che noi stesse, quando indossiamo i nostri bei costumi sgargianti, non stiamo in realtà agendo al servizio di qualche finalità oscura”.
Il ragazzo resta in silenzio, colpito profondamente da queste parole.
Dopo qualche secondo Will, preoccupata, lo scrolla. “Dimmi qualcosa, Matt!”.
Lui si riscuote. “Certo, il fatto che l’esistenza di Kandrakar sia ammantata dal segreto non aiuta a togliersi questi dubbi. Ma tu devi guardare alle azioni che siete state chiamate a fare: non c’è dubbio che avete reso più sicura e felice la vita di numerose persone innocenti. Se questo non è un bene, cos’altro lo è?”.
Will resta in silenzio, riflettendo confusa. La pausa di silenzio si prolunga, e lei torna cosciente della delicata musica di sottofondo, e dal vago brusio proveniente da altri tavoli distanti. Solo ora si rende conto di avere le posate e i bicchieri delle bevande appoggiati di fronte a sé. Quando li hanno portati?

Il cameriere arriva con due piatti di pizza fumanti. “Signori… per chi la Quattro stagioni?”.
“A me, grazie”.
“Ecco, signorina. Signore, a lei la capricciosa”.
Subito dopo, si porta al tavolo successivo, rivolgendosi a mezza voce agli avventori nascosti dallo schienale alto. “Ancora qualcosa, signorine?”.
“Il conto, grazie”, risponde una voce che a Will sembra di riconoscere.
“Ma questa…”.

Taranee fa capolino da oltre lo schienale. “Ciao, Will. Ciao, Matt”.
Esitando, anche Hay Lin si fa riconoscere. “Ciao ciao”.
“Ma… voi qui?!?” esclama Will incredula. “E… e come…”.
“Siamo solo noi due”, risponde Hay Lin imbarazzata, aggiustandosi gli occhialoni da sci che usa come fermacapelli. “Stasera volevo parlare a quattr’occhi con Tara… dei problemi del gruppo”.
“Non volevo farlo in casa mia”, aggiunge Taranee, “E per non incontrare nessuno, ho chiesto consiglio al mio fratellone per un locale fuori dal giro”.
“Da quant’è che ci avete riconosciuti?”, chiede Matt, cercando di non sembrare irritato.
“Da parecchio”, risponde Taranee. “Non avremmo voluto disturbarvi perché era chiaro che volevate stare da soli”.
La cinesina aggiunge, con un sorrisino di scusa: “Avevamo già ordinato, quindi non potevamo neppure andarcene”.
“Avete ascoltato i nostri discorsi!”, rimprovera Will. “Che cosa avete sentito?”.
“Niente…”, le risponde Hay Lin mettendo le mani avanti.
“Invece abbiamo sentito l’ultimo discorso, anche non volendolo”, la contraddice Taranee, “Tutto quello che hai detto sulle guardiane e i paradossi di questa situazione”. Si alza e si porta a sedere al loro tavolo, seguita dall’esitante Hay Lin.
“Avreste dovuto farvi riconoscere prima”, protesta Will un po’ risentita.
“Non volevamo disturbarvi…”, rispose esitante la cinesina, “Anzi, abbiamo taciuto appena abbiamo riconosciuto le vostre voci. Ma pensa che coincidenza, ci siamo dette…”.
Matt allarga le mani, conciliante. “Non c’è problema. Spero che abbiate potuto risolvere qualcosa, nonostante la nostra presenza”.
“E’ meglio parlare chiaro, Will”, riprende Taranee, “Abbiamo sentito tutto, fin quasi dall’inizio. E mi sono resa conto che ti devo delle scuse…”.
“Fa niente”, risponde lei imbronciata.
“Lasciami parlare. Ti devo delle scuse per quello che ti ho detto domenica: che sempre più spesso parlavi come l’Oracolo, e sai bene che non era un complimento. Ascoltandoti oggi, invece, mi sono resa conto che non è affatto vero. E soprattutto ho capito di essermi intestardita per orgoglio sul fatto di non essere stata informata. Invece i dubbi su tutta questa storia vanno molto al di là di questo, e coinvolgono tutte le altre e mille altri aspetti paradossali. Insomma, mi dispiace di aver contribuito a renderti le cose difficili, negli ultimi giorni”.
Will l’ha ascoltata stupita. “Beh… che dirti? Se il mio sproloquio ha risolto qualcosa…”.
“Ha risolto alcuni dubbi, e ne ha aperti altri più grossi”. Taranee fa un cenno al cameriere, arrivato con il conto al tavolino accanto, ed estrae il portafogli per pagare.
Quando l’uomo se n’è andato, lei accenna ad alzarsi. “Ora vi lasciamo  tranquilli. Scusate per l’intrusione”.
Anche Hay Lin si alza e raccoglie la sua vistosa giacca rossa. “A domani. Ciao ciao!”.

Mentre guarda le sue amiche imboccare la scala e scendere verso l’uscita, Matt dice: “Forse il tuo problema con Taranee si è risolto da solo”.
“Almeno quello”, sospira Will. “Ma ora, voglio una serata tutta per noi!”.


Heatherfield, strada verso casa Cook.

Poco dopo, mentre percorrono gli ultimi quartieri residenziali prima di casa sua, Taranee cerca di rompere il silenzio di Hay Lin, che si sta facendo imbarazzante. “Hay, guarda che siamo libere di parlare, ora”.
“E’ vero”, risponde questa distrattamente.
“Eravamo uscite per parlare assieme, ricordi?”.
“Certo. Parla pure”. Poi, rendendosi conto che l’altra tace, dice: “Sono contenta che hai risolto almeno il tuo problema con Will. E per Cornelia? Sono due giorni che siete fredde, a scuola”.
Taranee fa una smorfia indecifrabile. “Domani farò qualcosa per spezzare il ghiaccio. Parola mia”, conclude disegnando una crocetta nell’aria con le dita. “Ma tu, invece? Ora sei tu che sembri turbata”.
Hay Lin nicchia. “Non devi preoccuparti per me. E’ che non avevo mai pensato prima ad alcune delle cose che Will ha detto stasera. Sai, mi dava tanta più sicurezza quando parlava, come dicevi tu, come fosse l’Oracolo. Non mi ero mai resa conto che avesse tanti dubbi, e su aspetti importanti per i quali non ho un’ombra di risposta. Se non fosse stato per le risposte di Matt, credo che mi sarei messa a piangere”.
“E’ un ragazzo d’oro”, conviene l’altra.
Ormai, camminando, le due sono arrivate quasi di fronte a casa Cook. Attraverso la parete di vetrocemento, la luce ambrata del soggiorno si sparge nel giardino ben curato.
“Eccoci arrivate”, dice Taranee. “Vuoi entrare? E’ ancora abbastanza presto”.
Hay Lin fa un cenno di diniego. “Magari domani. Scusami, Tara, ma questa sera sento il bisogno di riflettere da sola”.

Dopo un rapido saluto, la Guardiana dell’Aria si incammina a passo rapido  verso il centro, schivando gli sguardi insistenti di un gruppo di ragazzi chiassosi dal forte accento ispanico. Ma a un incrocio prende una svolta che non conduce a casa sua. Correrà il rischio di fare tardi ed essere rimproverata, ma non si sente di aspettare fino al giorno dopo, e si dirige verso il luogo da dove può contattare l'unica persona in grado di spiegarle qualcosa di più.

“Ye Olde Bookshop”, legge infine Hay Lin alla luce dei lampioni.
Quante vicende ha visto quest’insegna, pensa. Lei ha esperienza diretta solo delle ultime, ma sua nonna Yan Lin le ha raccontato molto di più durante i loro segreti incontri notturni, quando il rimpianto per la sua assenza da casa si faceva più struggente. Così, nel corso di lunghe ore passate allo specchio a parlarsi di tutto e di niente, la nonna le ha raccontato che, prima di essere usato da gente come Cedric per tendere insidie ai nemici di Phobos, questo negozio è stato la base da cui i reali di Meridian si muovevano alla nostalgica ricerca di esperienze nel mondo dal quale erano arrivati i loro capistipite. E poi, quale copertura migliore di una libreria per l’insaziabile sete di conoscenza della regina madre?
Hay Lin ha sempre ascoltato rapita i racconti della nonna, e il suo tono rasserenante ha disciolto ogni volta le sue ansie. Ma c’è un argomento sul quale è sempre stata vaga, proprio quello sul quale vertono angosciosi i nuovi dubbi della giovane Guardiana dell’Aria.

Rompendo gli indugi, estrae una chiave dalla borsetta.
Una volta entrata nel negozio, attende un attimo perché la sua vista si abitui alla poca luce aranciata che filtra attraverso la vetrina, poi si dirige a passo prudente verso la porta del seminterrato.
Scende con prudenza le scale nella penombra, fino a trovarsi di fronte al portale incastonato nella nuda parete di fondo. Questo è il dono meraviglioso che l’Oracolo ha fatto loro dopo che hanno sventato la minaccia della rivincita di Jonathan Ludmoore, secolare prigioniero del Libro degli Elementi.
Hay Lin pensa intensamente a sua nonna; quasi subito la superficie, simile a uno specchio, comincia a rilucere di una fosforescenza azzurrina e s’increspa di onde concentriche, finché l’immagine della persona amata appare al di là  della cornice. Immagine… E’ davvero un’immagine, poi, o è proprio lei in carne e ossa, quasi a portata del suo braccio?
“Nonna!”.
Yan Lin la saluta con un sorriso dolce e composto, mantenendo le mani giunte infilate nelle ampie maniche della sua veste biancazzurra. “Cara rondine mia, che notizie mi porti?”.
La giovane prende fiato prima di parlare, mesta. “Tutte noi siamo confuse, nonna. Perfino Will, che per me è sempre stata un riferimento, questa sera ha ammesso i suoi dubbi. L’unica novità positiva è che Taranee si è riconciliata con lei, e ha promesso che proverà a farlo anche con Cornelia”.
Yan Lin annuisce grave. “Sai, ciò mi ricorda tante cose del mio passato. Elyon è tanto simile a sua madre Adariel, anzi, ha in comune con lei molto più di quanto chiunque potrebbe sospettare. Vedi, cara, qualche volta il nostro ruolo ci porta a qualche incomprensione con le regine di Meridian. Comunque è un’ottima cosa che tutte voi conserviate la vostra amicizia per lei”. Le sorride. “E di Irma, cosa mi racconti?”.
La giovane risponde: “L’ho catechizzata bene, e mi ha promesso che la guardiana dell’acqua non soffierà sul fuoco”. Al doppio senso, increspa le labbra quasi divertita. “Continua a pungolare Cornelia quando può, ma questo è un segno di normalità”.
Yan Lin ricambia con un sorrisino enigmatico. “Il tempo è un grande giustiziere. Dissolverà i malumori futili, lasciando tutte voi libere di giudicare la situazione con obiettività”. Per un breve istante, scruta intensamente sua nipote. “Ma vedo altre nuvole che macchiano l’orizzonte dei tuoi occhi. Parlami dei tuoi dubbi, rondine mia”.
Hay Lin prende fiato, e inizia: “Nonna, a nessuna di noi è ben chiaro né perché stiamo servendo Kandrakar, né dove ciò ci porterà. All’inizio tu ci hai detto che noi difendevamo una muraglia che divide la parte buona dell’universo da quella cattiva, e noi ti abbiamo creduto. Ma ora… ecco, non ci convince più. Avevamo già capito che il Metamondo non è sempre stato un mondo malvagio, anche se malvagia è stata la tirannia di Phobos. E poi, l'altro giorno l’Oracolo ha detto che la muraglia potrebbe anche proteggere il metamondo dalla Terra! E poi, altre minacce sono nate tra le mura stesse della fortezza: l’ambiguità di Luba, il tradimento di Nerissa, la vendetta di Phobos attraverso Endarno… Com’è possibile che dei saggi s'ingannino in questo modo? Che si facciano prendere così da passioni e invidie? Da che minaccia stiamo davvero difendendo i mondi? E soprattutto, perché ci dite sempre così poco?”.
Per un attimo Hay Lin abbassa il capo, temendo di avere osato troppo, poi torna a guardare l’anziana.
A due passi e un universo di distanza, Yan Lin ha ancora lo sguardo chinato a terra. Sta riflettendo, o si è risentita per quest’esplosione di domande a lungo represse?
Infine alza lo sguardo, e in esso vi è sempre l’usuale amore, unito a un velo di rammarico. “Hay Lin, anch’io mi sono fatta domande simili a queste per gran parte della mia vita, e ora che so le risposte, ho capito perché non mi furono date prima. Quando vi consegnai il Cuore di Kandrakar, vi diedi la stessa spiegazione che fu offerta a me e alle mie compagne sessantacinque anni prima. Sapevo già che era inadeguata, però allora non ne avevo alcun’altra da offrire. Solo dopo ho potuto sapere esattamente a cosa ho dedicato la mia vita, e sono stata orgogliosa di averlo fatto”. Tace un attimo mentre un lembo di una nuvola le passa davanti, mascherando parzialmente la sua sagoma. Poi riprende: “Per quanto riguarda la fallacia dei saggi di Kandrakar… vedi, piccola mia, io capisco che a volte ti possano essere sembrati inadeguati. Ma ‘garantire l’equilibrio tra i mondi’ ha un significato molto ampio.  Le minacce non arrivano solo da streghe e tiranni assetati di potere. Potrebbero anche essere delle minacce di tipo biologico: la diffusione di epidemie, o di specie viventi endemiche destinate a sconvolgere l’ecosistema del mondo che le riceve. O ancora, di conoscenze o idee a cui un mondo non è preparato. D’altra parte, non è neppure un bene chiudere per sempre tutti i portali naturali fra i mondi, perché questi hanno contribuito alla loro coevoluzione. La decisione di quali interazioni consentire e quali impedire è molto delicata. Perciò Kandrakar ha cooptato molti dei massimi esperti in diversi saperi, in modo da valutare minacce di generi diversissimi. E così, accanto a maghi e sacerdoti ci sono guerrieri, biologi, fisici ed esperti in discipline così estranee che nella nostra lingua non hanno neppure un nome. Molti sono dei sommi luminari nel loro campo, ma non tutti hanno una mentalità volta a comprendere al volo inganni e giochi di potere”. S'interrompe un attimo, mentre un altro sbuffo candido attraversa lento la visuale, poi riprende: “Quanto al nostro Oracolo, egli è stato anche un guerriero, ma non fu scelto per la sua abilità nelle arti marziali. Ciò che impressionò favorevolmente i saggi che lo cooptarono, piuttosto, fu la sua capacità come diplomatico, e nel valutare con attenzione ed equilibrio tutti gli aspetti di qualunque questione. Credo che solo Nerissa non lo avesse apprezzato: quando Himerish fu eletto Oracolo, lei era già a capo del nostro gruppo di Guardiane da più di vent’anni, era un’abile maga, e aspirava a quella carica. Però non era ancora a conoscenza del… di quello che  nessuna di noi ancora sapeva”, completa Yan Lin, come rendendosi conto che stava per lasciarsi sfuggire qualcosa di troppo segreto. “Ora ti ho detto tutto quello che potevo dirti, rondine mia”.
La giovane resta un attimo a riflettere su quanto ha sentito, poi prende coraggio e insiste: “Nonna, perché non spiegarci di più? Se Kandrakar agisce nell’interesse di tutti i mondi, perché c’è qualcosa che resta ostinatamente avvolto nel segreto? Perché l’esistenza di Kandrakar non viene resa nota? Perché dobbiamo celare il nostro ruolo anche ai nostri famigliari? Questo ci porrà, prima o poi, davanti a scelte dolorose sulla nostra vita. Perché non ci dite almeno il motivo di tutto questo? Saperlo potrebbe aiutarci a restare unite in questo momento di crisi”.
Finito di parlare, Hay Lin attende ansiosa una risposta.
L’anziana annuisce. “Mia luce, purtroppo la vita di una Guardiana è fatta di sacrificio, ma non ho mai rimpianto la mia scelta. Abbi fiducia in me, dolce brezza, e credimi: voi state agendo per una causa nobilissima. Non rinunciare. Io spero tanto che un giorno arriverà per te il momento di prendere anche il mio posto quassù a Kandrakar. E allora saprai, e sarai orgogliosa della tua vita”.
Hay Lin ascolta, colpita, poi accenna a un inchino. “Mi fido di te, nonna. Terrò duro a qualunque costo, e farò sì che tu possa essere sempre fiera di me”.


Kandrakar, alloggio di Yan Lin

Mentre l’immagine della nipote tremola e svanisce a mezz’aria, l’anziana Yan Lin si avvia, meditabonda, verso una porta che si apre su di un alto salone sottostante.
Discende con la dovuta attenzione la scalinata costituita da piastre fluttuanti. Passa accanto alla fantasiosa vasca di ninfee, la cui superficie è increspata da una fontanella a forma di roccia traslucida che orna il pavimento del locale.
Da lì s’incammina verso il Terrazzo delle Memorie: un lunghissimo, splendido camminamento coperto, delimitato a sinistra da un colonnato aperto sul vuoto. La parete sulla destra, invece, è ornata da una lunghissima fila di affreschi dai quali questo luogo mutua il suo nome: fedeli copie di quelli dipinti, a partire da trentamila anni prima, sulle pareti a picco del Passaggio della Memoria, che però ha la sgradevole caratteristica di essere un ampio baratro verticale i cui muri affrescati scorrono lentamente verso il basso, in mistico omaggio all’irreversibilità del tempo.

Arrivata lentamente sul terrazzo, guarda le maestose nuvole che nascondono la vista del suolo, alcune miglia più in basso. 
Poi si volge, pensierosa, alla sua destra, osservando la prima immagine: cinque figure femminili  che volteggiano in cerchio nel niente, leggiadre e maestose. Sono le cinque principali divinità della religione di Basiliade: Xin Jing, Oneide, Tea, Erla e N’Ghala.
Proseguendo lentamente, Yan Lin osserva la seconda immagine: è una vista a volo d’uccello di un paesaggio agreste costellato di case ed edifici sparsi, compresi alcuni grandi templi piramidali. I due soli che splendono nel cielo identificano inequivocabilmente quel mondo: Basiliade.  Tutt’attorno vi sono numerose nuvole a forma di anello, attraverso le quali si intravedono piccoli scorci di altri mondi: sono portali naturali, come quello che esiste sull’Atlantico al largo di Heatherfield. A Basiliade, questi erano già conosciuti dai saggi fin dall’inizio della loro civiltà.
Pensierosa, prosegue fino all’immagine successiva.
Una donna dal cranio rasato, dal cui viso traspare una profonda saggezza, siede al centro di un congresso di sacerdoti che l’ascoltano con espressioni preoccupate. Yan Lin sa che è l’antica Sibilla del tempio dei Due Soli, che la tradizione vuole essere l’incarnazione in terra di N’Ghala. E quello che sta rivelando ai sacerdoti costernati è La Profezia Segreta.
Prosegue lenta, osservando l’affresco successivo nella serie che si snoda senza soluzione di continuità.
Al disopra di nubi altissime, la prima forma della fortezza di Kandrakar aleggia nell’alta atmosfera di Basiliade. La ninfa  N’Ghala è rappresentata come un amorevole e gigantesco spirito semitrasparente che si fonde con lo spesso mantello di nubi che cela e sostiene l’edificio. Secondo il mito, la fortezza stessa è il corpo della ninfa che ha assunto  tale aspetto mantenendo la sua coscienza, la sua volontà e il suo potere divino.
Lei ha già visto e rivisto molte volte queste prime immagini: non è la prima volta che sente il bisogno di saperne di più su una storia che si snoda attraverso trenta millenni. Decide di saltare le successive per arrivare fino al punto dov’era rimasta la volta precedente,  e s’incammina lentamente lungo il maestoso portico che gira tutt’attorno a un’ala della fortezza.

Dopo la prima svolta, Yan Lin vede il saggio Tibor assorto nella contemplazione del mare di candide nuvole.
L’anziano la nota subito, rivolgendole un affettuoso cenno di saluto.
Lei gli si accosta e accenna a sua volta un inchino. “Ti ho trovato spesso in questo luogo, Tibor”.
Lui annuisce. “Là, sotto quell’eterno mare di nubi, c’è Basiliade. Te l’ho già detto, amica mia, che anch’io vengo da lì?”.
“Sì, me l’hai detto”. In effetti, quasi ogni volta che si sono incontrati lì. E’ la lunghezza del tempo che lo porta a ripetere spesso gli stessi discorsi, o forse la sua memoria che svanisce lentamente, o il bisogno di parlare comunque?
“Ho lasciato quel mondo da moltissimi anni. Probabilmente tutti quelli che ho conosciuto laggiù ormai sono morti”. Tibor continua, pensieroso, lo sguardo sempre rivolto verso le nuvole al di là della balaustra. “Sono passati settantacinque anni da quando fui cooptato dal vecchio Oracolo per unirmi alla congrega. Su Basiliade Lui era stato il Sommo Sacerdote di Xin Jing, il mio maestro, prima di essere chiamato qui più di un secolo fa. Anni dopo, quando divenne il Signore di Kandrakar, si ricordò del suo allievo prediletto, e mi chiamò per prendere il posto che aveva coperto fino a quel momento”.
“Sei in vena di ricordi quest’oggi, Tibor”.
“E’ vero. Del resto, siamo pur sempre nel terrazzo delle memorie”, risponde, e un sorrisino malinconico si allarga sul suo viso rugoso. “E tu, Yan Lin, non hai rimpianti?”.
L’anziana lo guarda sorpresa: è la prima volta che Tibor le rivolge una domanda così personale. In effetti, c’è una cosa che, poco prima, aveva pensato di raccontare ad Hay Lin, poi ha preferito tacerle. “Sì, ne ho, ma ciò non significa che vorrei fare qualcosa di diverso della mia vita”. Perde lo sguardo verso l’orizzonte, dove le nubi si stanno diradando e svelano un’alta catena di montagne azzurre, raramente visibile all’orizzonte della fortezza. “Mio figlio Chen mi crede morta. Siamo vissuti assieme per quasi quarant’anni, ma non ho mai potuto rivelargli il mio segreto. Tante volte mi sono sentita lontanissima da lui, pur essendo sempre vissuti sotto lo stesso tetto”. Sospira rassegnata: “Essere una guardiana e una buona madre sono due cose molto difficili da conciliare”.
L’anziano sacerdote annuisce comprensivo. “E tuo marito?”.
Yan Lin si sforza di restare impassibile. “Non c’è mai stato un marito. Come avrei mai potuto celargli il mio ruolo? Quando ho capito che la mia giovinezza stava finendo, e nonostante ciò ero ancora indispensabile a Kandrakar, ho deciso di avere un figlio pur restando una guardiana, piuttosto che rinunciare per sempre. Per togliermi ogni possibilità di ripensamento, l’ho concepito con un uomo già sposato. Ho sfidato il giudizio della mia famiglia e mille difficoltà, e per anni sono rimasta sola con il mio piccolo, portando avanti al tempo stesso il ristorante che ci dava da vivere e il mio impegno con la congrega”. Si volta a studiare il viso di Tibor alla ricerca di qualche reazione, ma lo sguardo del vecchio sacerdote non ha mutato la sua dolcezza. “Pensi che sia stata egoista? Chen non ha mai neppure conosciuto suo padre”.
“Penso che sei stata coraggiosa, Yan Lin”.
Lei annuisce pensierosa. “Per come stanno le cose, è molto probabile che restando qui vivrò più a lungo di lui. Qualche volta lo osservo col mio portale, e rimpiango che vedrò mio figlio invecchiare e morire senza avergli potuto rivelare la verità”. Tace un attimo, perdendosi nella forma sempre mutevole delle nubi. Poi riprende: “Comunque, almeno posso parlare con la mia rondinella, Hay Lin. Spero tanto che, un giorno lontano, sarà lei a prendere il mio posto qui”. Sospira: “Oggi ho dovuto negarle delle risposte che sarebbero servite tantissimo a motivare il gruppo”.
Tibor si liscia pensieroso la lunga barba candida e fluente. “Hai agito correttamente, amica mia. Meno si sa di Kandrakar e dei passaggi, meno minacce dovremo tenere d’occhio. Purtroppo non è stato possibile celare la nostra esistenza a quei mondi in cui qualche portale naturale era già di dominio pubblico, ma altrimenti la miglior protezione per questi passaggi è proprio nell’essere ignorati per sempre. L’ignoranza è più forte di qualunque muraglia”.
Yan Lin riflette a lungo, lo sguardo perso lontano. “Sai, Tibor, qualche giorno fa mi sono molto stupita che l’Oracolo abbia rivelato così esplicitamente a Elyon di Meridian certi rischi che lei sta facendo correre al suo mondo, con i suoi imprudenti contatti con la Terra”.
“Come sua madre prima di lei”, conviene il saggio. “Comunque, quello era solo uno scenario ipotetico, uno dei tanti che elaboriamo di continuo per cercare di prevenire ogni minaccia”.
L’anziana aggiunge: “Per un momento, ho perfino pensato che potesse aver deciso di rivelarle l’Antica Profezia per vincere la sua riluttanza a collaborare”.
“Non l’avrebbe mai fatto!”, afferma Tibor con un deciso cenno di diniego, “Non si può rischiare in nessun modo che l’Antica Profezia venga risaputa al di fuori di queste mura! Come reagirebbero nei vari mondi, se sapessero che uno di questi è destinato a provocare la distruzione di un altro?”. Un’espressione cupa si diffonde sul suo viso rugoso. “Qualcuno potrebbe progettare la rovina di un altro mondo, pur di allontanare questa minaccia dal proprio”.
“Non sarebbe il primo caso di una profezia che si avvera per il fatto stesso di essere stata profetizzata”, conviene la vecchia guardiana; tace pensierosa per un lungo momento, poi riprende: “Sai, Tibor, quando ho saputo dell’Antica Profezia, la mia prima reazione è stata di dubbio: se la distruzione di un mondo è destinata ad avvenire comunque, che senso ha darci tanto da fare per impedirlo?”.
“Ma la Profezia non dice né come, né dove e neppure quando ciò accadrà. L’azione della congrega potrebbe dilazionare enormemente questa catastrofe. Che succeda oggi o tra cinquantamila anni, non è la stessa cosa. Nel frattempo, miliardi e miliardi di vite potranno svolgersi normalmente, ciascuna con il suo inizio, la sua parabola e la sua fine, uniche e irripetibili”.
“Grazie della risposta, Tibor. Le tue parole mi sono di grande sollievo”.
L’anziano sorride. “Anche la tua compagnia, Yan Lin, allieta questo tempo fin troppo lungo”.
I due s’incamminano lentamente lungo il porticato, osservando gli affreschi narrare le mille e mille tappe dell’esistenza della fortezza al centro esatto dell'infinito.
 

  
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